giovanni morandi
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mercoledì 5 ottobre 2022
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meritava maggiore impegno giovanni morandi
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1350, Boccaccio viene incaricato dai Capitani di Or San Michele, di portare dieci fiorini d'oro come "risarcimento simbolico" alla suora Beatrice, figlia di Dante Alighieri, monaca a Ravenna, nel monastero di Santo Stefano degli Ulivi. Durante il viaggio, Boccaccio incontra "alcuni personaggi che hanno conosciuto Dante" o che hanno assistito alla sua morte, ripercorrendo così, in una serie di episodi, la vita di Dante, da quando, da bambino, aveva perso la madre, fin all'incontro con Beatrice e alla sua prematura scomparsa, l'amicizia con Guido Cavalcanti, l'impegno politico e l'esilio.
Boccaccio giunge infine a Ravenna, dove potrà incontrare Suor Beatrice che, inizialmente contraria a vederlo poiché giunge come emissario dei fiorentini che esiliarono il padre, consentirà poi all'incontro con lui, che le confessa di considerare Dante come un padre.
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1350, Boccaccio viene incaricato dai Capitani di Or San Michele, di portare dieci fiorini d'oro come "risarcimento simbolico" alla suora Beatrice, figlia di Dante Alighieri, monaca a Ravenna, nel monastero di Santo Stefano degli Ulivi. Durante il viaggio, Boccaccio incontra "alcuni personaggi che hanno conosciuto Dante" o che hanno assistito alla sua morte, ripercorrendo così, in una serie di episodi, la vita di Dante, da quando, da bambino, aveva perso la madre, fin all'incontro con Beatrice e alla sua prematura scomparsa, l'amicizia con Guido Cavalcanti, l'impegno politico e l'esilio.
Boccaccio giunge infine a Ravenna, dove potrà incontrare Suor Beatrice che, inizialmente contraria a vederlo poiché giunge come emissario dei fiorentini che esiliarono il padre, consentirà poi all'incontro con lui, che le confessa di considerare Dante come un padre.
Sintesi di un film, gia' pensato nel 2003 e mai realizzato, se non adesso, dopo la scomparsa di uno dei fratelli Avati, ma il film, a parte le incongruenze storiche, appare molto fiacco ed anche la recitazione di Castellitto (di solito molto bravo) non convince del tutto.
Un film così importante, che abbraccia il periodo formativo nella poetica di Alighieri, doveva essere curato con maggiore rispetto della realtà storica...gli Avati, specialmente quello rimasto sono più adatti ad altri temi, più "nostrani", fatti di pane e vino.
Qui, anche per rispetto del nostro Sommo Poeta, ci voleva ben altra produzione della Rai...ci voleva un Produttore con ben più impiego di capitali ed un regista della portata, ad esempio di un Ron Howard.
Film appena visto, le mie prime impressioni piuttosto negative, può darsi che, in seguito, siano migliori, ma parlare di Dante, per chi ha alle spalle studi classici, ma, in fondo per tutti noi italiani, impone una grande sacralità, considerato che dentro di ciascuno di noi, c'è una piccola parte del suo DNA.
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(di lia lenzetti )
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giovanni morandi
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mercoledì 5 ottobre 2022
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seconda recensione pupi/dante giovanni morandi
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1350, Boccaccio viene incaricato dai Capitani di Or San Michele, di portare dieci fiorini d'oro come "risarcimento simbolico" alla suora Beatrice, figlia di Dante Alighieri, monaca a Ravenna, nel monastero di Santo Stefano degli Ulivi. Durante il viaggio, Boccaccio incontra "alcuni personaggi che hanno conosciuto Dante" o che hanno assistito alla sua morte, ripercorrendo così, in una serie di episodi, la vita di Dante, da quando, da bambino, aveva perso la madre, fin all'incontro con Beatrice e alla sua prematura scomparsa, l'amicizia con Guido Cavalcanti, l'impegno politico e l'esilio.
Boccaccio giunge infine a Ravenna, dove potrà incontrare Suor Beatrice che, inizialmente contraria a vederlo poiché giunge come emissario dei fiorentini che esiliarono il padre, consentirà poi all'incontro con lui, che le confessa di considerare Dante come un padre.
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1350, Boccaccio viene incaricato dai Capitani di Or San Michele, di portare dieci fiorini d'oro come "risarcimento simbolico" alla suora Beatrice, figlia di Dante Alighieri, monaca a Ravenna, nel monastero di Santo Stefano degli Ulivi. Durante il viaggio, Boccaccio incontra "alcuni personaggi che hanno conosciuto Dante" o che hanno assistito alla sua morte, ripercorrendo così, in una serie di episodi, la vita di Dante, da quando, da bambino, aveva perso la madre, fin all'incontro con Beatrice e alla sua prematura scomparsa, l'amicizia con Guido Cavalcanti, l'impegno politico e l'esilio.
Boccaccio giunge infine a Ravenna, dove potrà incontrare Suor Beatrice che, inizialmente contraria a vederlo poiché giunge come emissario dei fiorentini che esiliarono il padre, consentirà poi all'incontro con lui, che le confessa di considerare Dante come un padre.
Sintesi di un film, gia' pensato nel 2003 e mai realizzato, se non adesso, dopo la scomparsa di uno dei fratelli Avati, ma il film, a parte le incongruenze storiche, appare molto fiacco ed anche la recitazione di Castellitto (di solito molto bravo) non convince del tutto.
Un film così importante, che abbraccia il periodo formativo nella poetica di Alighieri, doveva essere curato con maggiore rispetto della realtà storica...gli Avati, specialmente quello rimasto, (da quando Antonio non scrive più le sceneggiature) sono più adatti ad altri temi, più "nostrani", fatti di pane e vino. Qui, anche per rispetto del nostro Sommo Poeta, ci voleva ben altra produzione della Rai...ci voleva un Produttore con ben più impiego di capitali ed un regista della portata, ad esempio di un Ron Howard, o altri.
Film appena visto, le mie prime impressioni piuttosto negative, può darsi che, in seguito, siano migliori, ma parlare di Dante, per chi ha alle spalle studi classici, ma, in fondo per tutti noi italiani, impone una grande sacralità, considerato che dentro di ciascuno di noi, c'è una parte del suo DNA.
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mauridal
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giovedì 6 ottobre 2022
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un poeta dell''amore
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Quando il soggetto di un film affronta un noto personaggio storico , o letterario ,o artistico , politico , Garibaldi o Guevara, ovvero personaggi che hanno attraversato generazioni di persone , giovani ma anche anziani , allora un regista di cinema ha la tentazione, per un successo popolare del film, di realizzare un romanzo biografico, ovvero la vita del personaggio in chiave realistica , ma sceneggiata in modo tale da rispondere alle attese del pubblico , che del personaggio ha conoscenza. In questo film, Dante , il regista è Pupi Avati, direi una garanzia di cultura di cinema, e la la tentazione è stata vinta realizzando un film, dove la biografia è solo un filo di narrazione per raccontare il personaggio Dante , nel contesto storico, nei luoghi e nel tempo giusto, ma non volendo essere un trattato di storia della letteratura, dunque subito lo spettatore si rilassa osservando un personaggio che viene raccontato come un uomo alle prese con la vita e tutte le vicende che l’hanno attraversata.
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Quando il soggetto di un film affronta un noto personaggio storico , o letterario ,o artistico , politico , Garibaldi o Guevara, ovvero personaggi che hanno attraversato generazioni di persone , giovani ma anche anziani , allora un regista di cinema ha la tentazione, per un successo popolare del film, di realizzare un romanzo biografico, ovvero la vita del personaggio in chiave realistica , ma sceneggiata in modo tale da rispondere alle attese del pubblico , che del personaggio ha conoscenza. In questo film, Dante , il regista è Pupi Avati, direi una garanzia di cultura di cinema, e la la tentazione è stata vinta realizzando un film, dove la biografia è solo un filo di narrazione per raccontare il personaggio Dante , nel contesto storico, nei luoghi e nel tempo giusto, ma non volendo essere un trattato di storia della letteratura, dunque subito lo spettatore si rilassa osservando un personaggio che viene raccontato come un uomo alle prese con la vita e tutte le vicende che l’hanno attraversata. Dunque un racconto fatto dal regista , ma, bella novità narrativa, attraverso il ricordo e le parole di un altro personaggio pure noto per chi legge e sa di letteratura italiana, Giovanni Boccaccio. Dunque un immaginario dialogo tra Dante e Boccaccio pur distante nel tempo ma vuole ritrovare attraverso le parole dei versi e dei luoghi vissuti dal maestro , un legame e addirittura conoscendo la figlia ormai anziana di Dante morto, le confessa di considerarlo un padre . Tutto questo per raccontare una parte delle vicende medioevali dell’Italia del 1300 attraverso personaggi che hanno prodotto ,attraverso la letteratura scritta, un altissimo livello della cultura italiana . Non dimeno La figura di Dante Alighieri è non solo narrata come il vecchio sommo poeta , ma anche come un uomo giovane interpretato con freschezza da Alessandro Sperduti che innanzitutto si innamora , ha una passione infinita per la giovane Beatrice , felicemente interpretata da Carlotta Gamba dallo sguardo e gli occhi veramente incantevoli, per cui tutto il film poi scorre sulle belle immagini dei borghi e dei posti ancora oggi godibili del paesaggio toscano , e dei paesi e i monumenti medioevali. Dunque un bel viaggio attraverso la narrazione della voce di Boccaccio , ovvero interpretato da un insuperabile Castellitto che restituisce un maturo personaggio in grado di reggere da solo tutto il viaggio narrativo, con gli altri che completano la storia. Altri interpreti dei personaggi minori , del calibro di Lo Verso, Haber, e l’ultimo Cavina, scomparso amico del regista. Un film godibile, da tutto un pubblico di cinema, non necessariamente impegnato nella cultura accademica, e in questo, il regista Pupi Avati è riuscito perfettamente. (Mauridal)
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un poeta dell''amore
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Quando il soggetto di un film affronta un noto personaggio storico , o letterario ,o artistico , politico , Garibaldi o Guevara, ovvero personaggi che hanno attraversato generazioni di persone , giovani ma anche anziani , allora un regista di cinema ha la tentazione, per un successo popolare del film, di realizzare un romanzo biografico, ovvero la vita del personaggio in chiave realistica , ma sceneggiata in modo tale da rispondere alle attese del pubblico , che del personaggio ha conoscenza. In questo film, Dante , il regista è Pupi Avati, direi una garanzia di cultura di cinema, e la la tentazione è stata vinta realizzando un film, dove la biografia è solo un filo di narrazione per raccontare il personaggio Dante , nel contesto storico, nei luoghi e nel tempo giusto, ma non volendo essere un trattato di storia della letteratura, dunque subito lo spettatore si rilassa osservando un personaggio che viene raccontato come un uomo alle prese con la vita e tutte le vicende che l’hanno attraversata.
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Quando il soggetto di un film affronta un noto personaggio storico , o letterario ,o artistico , politico , Garibaldi o Guevara, ovvero personaggi che hanno attraversato generazioni di persone , giovani ma anche anziani , allora un regista di cinema ha la tentazione, per un successo popolare del film, di realizzare un romanzo biografico, ovvero la vita del personaggio in chiave realistica , ma sceneggiata in modo tale da rispondere alle attese del pubblico , che del personaggio ha conoscenza. In questo film, Dante , il regista è Pupi Avati, direi una garanzia di cultura di cinema, e la la tentazione è stata vinta realizzando un film, dove la biografia è solo un filo di narrazione per raccontare il personaggio Dante , nel contesto storico, nei luoghi e nel tempo giusto, ma non volendo essere un trattato di storia della letteratura, dunque subito lo spettatore si rilassa osservando un personaggio che viene raccontato come un uomo alle prese con la vita e tutte le vicende che l’hanno attraversata. Dunque un racconto fatto dal regista , ma, bella novità narrativa, attraverso il ricordo e le parole di un altro personaggio pure noto per chi legge e sa di letteratura italiana, Giovanni Boccaccio. Dunque un immaginario dialogo tra Dante e Boccaccio pur distante nel tempo ma vuole ritrovare attraverso le parole dei versi e dei luoghi vissuti dal maestro , un legame e addirittura conoscendo la figlia ormai anziana di Dante morto, le confessa di considerarlo un padre . Tutto questo per raccontare una parte delle vicende medioevali dell’Italia del 1300 attraverso personaggi che hanno prodotto ,attraverso la letteratura scritta, un altissimo livello della cultura italiana . Non dimeno La figura di Dante Alighieri è non solo narrata come il vecchio sommo poeta , ma anche come un uomo giovane interpretato con freschezza da Alessandro Sperduti che innanzitutto si innamora , ha una passione infinita per la giovane Beatrice , felicemente interpretata da Carlotta Gamba dallo sguardo e gli occhi veramente incantevoli, per cui tutto il film poi scorre sulle belle immagini dei borghi e dei posti ancora oggi godibili del paesaggio toscano , e dei paesi e i monumenti medioevali. Dunque un bel viaggio attraverso la narrazione della voce di Boccaccio , ovvero interpretato da un insuperabile Castellitto che restituisce un maturo personaggio in grado di reggere da solo tutto il viaggio narrativo, con gli altri che completano la storia. Altri interpreti dei personaggi minori , del calibro di Lo Verso, Haber, e l’ultimo Cavina, scomparso amico del regista. Un film godibile, da tutto un pubblico di cinema, non necessariamente impegnato nella cultura accademica, e in questo, il regista Pupi Avati è riuscito perfettamente. (Mauridal)
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1350, Boccaccio viene incaricato dai Capitani di Or San Michele, di portare dieci fiorini d'oro come "risarcimento simbolico" alla suora Beatrice, figlia di Dante Alighieri, monaca a Ravenna, nel monastero di Santo Stefano degli Ulivi. Durante il viaggio, Boccaccio incontra "alcuni personaggi che hanno conosciuto Dante" o che hanno assistito alla sua morte, ripercorrendo così, in una serie di episodi, la vita di Dante, da quando, da bambino, aveva perso la madre, fin all'incontro con Beatrice e alla sua prematura scomparsa, l'amicizia con Guido Cavalcanti, l'impegno politico e l'esilio.
Boccaccio giunge infine a Ravenna, dove potrà incontrare Suor Beatrice che, inizialmente contraria a vederlo poiché giunge come emissario dei fiorentini che esiliarono il padre, consentirà poi all'incontro con lui, che le confessa di considerare Dante come un padre.
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1350, Boccaccio viene incaricato dai Capitani di Or San Michele, di portare dieci fiorini d'oro come "risarcimento simbolico" alla suora Beatrice, figlia di Dante Alighieri, monaca a Ravenna, nel monastero di Santo Stefano degli Ulivi. Durante il viaggio, Boccaccio incontra "alcuni personaggi che hanno conosciuto Dante" o che hanno assistito alla sua morte, ripercorrendo così, in una serie di episodi, la vita di Dante, da quando, da bambino, aveva perso la madre, fin all'incontro con Beatrice e alla sua prematura scomparsa, l'amicizia con Guido Cavalcanti, l'impegno politico e l'esilio.
Boccaccio giunge infine a Ravenna, dove potrà incontrare Suor Beatrice che, inizialmente contraria a vederlo poiché giunge come emissario dei fiorentini che esiliarono il padre, consentirà poi all'incontro con lui, che le confessa di considerare Dante come un padre.
Sintesi di un film, gia' pensato nel 2003 e mai realizzato, se non adesso, dopo la scomparsa di uno dei fratelli Avati, ma il film, a parte le incongruenze storiche, appare molto fiacco ed anche la recitazione di Castellitto (di solito molto bravo) non convince del tutto.
Un film così importante, che abbraccia il periodo formativo nella poetica di Alighieri, doveva essere curato con maggiore rispetto della realtà storica...gli Avati, specialmente quello rimasto, (da quando Antonio non scrive più le sceneggiature) sono più adatti ad altri temi, più "nostrani", fatti di pane e vino. Qui, anche per rispetto del nostro Sommo Poeta, ci voleva ben altra produzione della Rai...ci voleva un Produttore con ben più impiego di capitali ed un regista della portata, ad esempio di un Ron Howard, o altri.
Film appena visto, le mie prime impressioni piuttosto negative, può darsi che, in seguito, siano migliori, ma parlare di Dante, per chi ha alle spalle studi classici, ma, in fondo per tutti noi italiani, impone una grande sacralità, considerato che dentro di ciascuno di noi, c'è una parte del suo DNA.
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massimo cortese
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lunedì 10 ottobre 2022
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una vita molto cinematografica
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Se avessi potuto, a proiezione conclusa, mi sarei abbandonato ad un lungo applauso.
La Divina Commedia è sempre stata considerata un’opera letteraria molto cinematografica, scritta in un tempo in cui la settima arte non era stata ancora inventata: dunque, l’omaggio a Dante con un film a lui dedicato era proprio necessario.
La storia, i personaggi, l’accurata ricostruzione dell’ambientazione del Medioevo, che avevo già avuto modo di apprezzare nel Magnificat dello stesso regista, fanno assaporare un’atmosfera lontana ma viva.
Nel corso dei secoli, la vita di Dante e della sua Commedia ha attirato l’interesse di scrittori, poeti, artisti e registi, che con la loro opera hanno testimoniato di sentirsi figli del Sommo Poeta.
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Se avessi potuto, a proiezione conclusa, mi sarei abbandonato ad un lungo applauso.
La Divina Commedia è sempre stata considerata un’opera letteraria molto cinematografica, scritta in un tempo in cui la settima arte non era stata ancora inventata: dunque, l’omaggio a Dante con un film a lui dedicato era proprio necessario.
La storia, i personaggi, l’accurata ricostruzione dell’ambientazione del Medioevo, che avevo già avuto modo di apprezzare nel Magnificat dello stesso regista, fanno assaporare un’atmosfera lontana ma viva.
Nel corso dei secoli, la vita di Dante e della sua Commedia ha attirato l’interesse di scrittori, poeti, artisti e registi, che con la loro opera hanno testimoniato di sentirsi figli del Sommo Poeta. Grazie a due di costoro, Giovanni Boccaccio e Pupi Avati, siamo giunti alla realizzazione di questo film.
La dinamica del viaggio del Boccaccio, che ricostruisce la vita dell’Alighieri passando per i luoghi dove il Poeta ha realmente soggiornato, è in perfetta sintonia con l’intenzione di offrire il ritratto di un’epoca. La realistica rappresentazione storica, con i suoi colori, i suoi odori e le sue passioni, consente allo spettatore una immersione totale in un tempo cruciale per la nostra identità nazionale.
Oltre ai personaggi e agli eventi che hanno caratterizzato la vita di Dante, nel film viene ritagliato uno spazio speciale per la Divina Commedia, l’opera che si distinse subito per la sua potente originalità.
Il linguaggio è stato scelto con attenzione, attingendo al ricco patrimonio letterario dantesco, avendo presente che l’Alighieri è stato un innovatore lungimirante che ha creduto in una lingua, il cui esito, a lui non poteva essere noto.
Dante, Boccaccio, la stessa Beatrice parlano anche con le emozioni, le parole dette e non dette, gli sguardi, i pianti e i sorrisi: in breve, vengono rappresentati con tutte le sfaccettature della loro umanità. Anche la morte ed il sogno, in questo film, hanno un ruolo centrale, che traspare dalla potenza simbolica dei rituali.
In conclusione, approcciarsi a Dante e ai suoi tempi, anche grazie alla mediazione del Boccaccio, richiedeva una notevole competenza e una spiccata sensibilità.
Il risultato è stato un tuffo nel Medioevo, dove la bellezza assoluta degli edifici sacri e profani si fonde con l’orrore delle discordie e delle guerre. Insomma, Avati ha rappresentato l’affresco di un’epoca che è lo specchio della natura umana: nobile e sublime, in certe circostanze; abietta e miserabile in altri contesti.
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