giovanna sassi
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lunedì 26 maggio 2025
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durata eccessiva, lento e poco empatico
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Ho finito di vedere (a più riprese dal momento che ne sono stata profondamente annoiata) questo film che ho terminato solo per il gusto di non lasciare nulla in sospeso. In realtà la curiosità si è accesa UNICAMENTE nella scena finale in cui si scopre che i naufraghi hanno vissuto ignari di essere vicini ad un resort di lusso. Il che avrebbe potuto far pensare ad una manovra intelligente ed azzeccata di alternanza tra la vita prima del naufragio, quella in cui sono dispersi e quella che si stanno perdendo che è uguale alla prima.
Più che triangolo riferito all'estetica lo definirei il triangolo triste tra il modello/follower e l'inserviente che prende il controllo della situazione e fa ribaltare i ruoli.
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Ho finito di vedere (a più riprese dal momento che ne sono stata profondamente annoiata) questo film che ho terminato solo per il gusto di non lasciare nulla in sospeso. In realtà la curiosità si è accesa UNICAMENTE nella scena finale in cui si scopre che i naufraghi hanno vissuto ignari di essere vicini ad un resort di lusso. Il che avrebbe potuto far pensare ad una manovra intelligente ed azzeccata di alternanza tra la vita prima del naufragio, quella in cui sono dispersi e quella che si stanno perdendo che è uguale alla prima.
Più che triangolo riferito all'estetica lo definirei il triangolo triste tra il modello/follower e l'inserviente che prende il controllo della situazione e fa ribaltare i ruoli. Al di là del déja vu - Travolti da un insolito destino.... è ASSOLUTAMENTE irraggiungibile - il film non lascia molto a livello emozionale. Non rende l'idea della sofferenza tra che ha vissuto nell'agio e poi si ritrova a vivere una vita di stenti per giunta sotto ricatto. Dicevo che il finale è forse l'unico momento salvabile di tutto il film, che lascia un po' all'immaginazione se l'aitante e anche manipolabile modello riesce a salvare la sua bella, che neanche per un attimo può aver percepito il pericolo che stava correndo?
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giupili
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martedì 13 maggio 2025
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palm d''or a cannes eccessiva
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Lina Wertmuller aveva trattato lo stesso tema dell'inversione dei ruoili sociali nel capolavoro Travolti da un insolito destino con una splendia Mariangela Melato e un Giancarlo Giannini in grazia di dio. Quindi niente di nuovo. L'unico spunto interessante è la critica al mondo della moda e degli influencer. Per il resto questo film verrà ricordato forse per la lunga (troppo) sequenza della cena sullo yacht. La Palm d'Or a Cannes mi sembra eccessiva.
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marco8
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giovedì 19 dicembre 2024
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orribileeeee!!!!
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Davvero osceno. Due ore e mezza buttate via.
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cinephilo
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martedì 18 giugno 2024
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film irritante quasi quanto "the square"
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Un film che alterna qualche buona idea ad altre veramente gazzillore e pacchiane che di cinematico non hanno proprio nulla. Tutto in questo film è così banale e buttato lì quasi a caso. La sceneggiatura tratta temi delicati quali il comunismo, la società e il ruolo dell'uomo nella stessa con una superficialità che fa davvero arrabbiare, la recitazione lascia davvero a desiderare, fotografia inesistente, e poi la regia...ogni scena sembra girata come fosse uno spot pubblicitario. Nessuna profondità di campo, nessuna inquadratura interessante. Tutto estremamente didattico per un film la cui più grande colpa non è nemmeno quella dell'assenza della forma ma piuttosto quella di una sostanza pressochè inesistente.
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Un film che alterna qualche buona idea ad altre veramente gazzillore e pacchiane che di cinematico non hanno proprio nulla. Tutto in questo film è così banale e buttato lì quasi a caso. La sceneggiatura tratta temi delicati quali il comunismo, la società e il ruolo dell'uomo nella stessa con una superficialità che fa davvero arrabbiare, la recitazione lascia davvero a desiderare, fotografia inesistente, e poi la regia...ogni scena sembra girata come fosse uno spot pubblicitario. Nessuna profondità di campo, nessuna inquadratura interessante. Tutto estremamente didattico per un film la cui più grande colpa non è nemmeno quella dell'assenza della forma ma piuttosto quella di una sostanza pressochè inesistente. Incredibile come un film possa durare oltre due ore e mezzo senza dire niente.
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gabriella
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mercoledì 3 maggio 2023
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sei un h&m o un balanciaga?
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Mi è capitato più volte di leggere libri scritti da autori scandinavi e in ognuno di essi ho percepito una prolissità accentuata e molesta, un aspetto molto presente anche nel film in questione, che intendiamoci, è un buon lavoro , si guarda volentieri e si ride, seppure a denti stretti, per cui poteva essere tranquillamente alleggerito da dialoghi o reiterazioni superflue, specie nella prima parte, quella tra Carl e Yaya.
, Triangle of sadness il film di Ruben Ostund , piace perchè è sbilanciato e sbilenco, lo dev'essere, perchè prendere in giro il fashion system è bersaglio fin troppo facile, l'ambientazione, un lussuoso yacht da crociera che ospita una galleria di personaggi ricchi e superficiali, che ostentano superiorità , stranezze ed eccentrismi senza controllo o pudore alcuno .
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Mi è capitato più volte di leggere libri scritti da autori scandinavi e in ognuno di essi ho percepito una prolissità accentuata e molesta, un aspetto molto presente anche nel film in questione, che intendiamoci, è un buon lavoro , si guarda volentieri e si ride, seppure a denti stretti, per cui poteva essere tranquillamente alleggerito da dialoghi o reiterazioni superflue, specie nella prima parte, quella tra Carl e Yaya.
, Triangle of sadness il film di Ruben Ostund , piace perchè è sbilanciato e sbilenco, lo dev'essere, perchè prendere in giro il fashion system è bersaglio fin troppo facile, l'ambientazione, un lussuoso yacht da crociera che ospita una galleria di personaggi ricchi e superficiali, che ostentano superiorità , stranezze ed eccentrismi senza controllo o pudore alcuno .E’ la parte centrale, la più riuscita, anche perché vengono introdotti tutti i personaggi. Carl e Yaya, due fidanzati , emblema di bellezza e perfezione, l'oligarca russo, volgare e cialtrone, la coppia anziana inglese e la loro azienda che fabbrica ordigni bellici , descritti come fossero giocattoli, il personale di bordo, servizievole all'inverosimile, pronto a esaudire ogni richiesta, il capitano ,un alcolista già alla deriva, prima che la nave affondi, visibilmente annoiato e infastidito Il grande evento, la cena con il capitano , si svolge nel giorno più sbagliato, un mare in tempesta dove paradossalmente l'unico a mantenere l'equilibrio sembra essere proprio il nocchiere, mentre intorno tutto vortica e barcolla, tra fuoriuscite di escrementi e contenuti gastrici ( una scena lunghissima, forse troppo), esilarante e angosciante, corpi ingioiellati sbattuti di quà e di là che cercano di ancorarsi alla tavoletta del water,figure grottesche e pietose. Terza e ultima parte del film, si svolge su un'isola, dopo il naufragio, causato da un’esplosione, con i sopravvissuti , travolti da un insolito destino su una spiaggia deserta , in balia degli eventi, A questo punto si mischiano le carte, s'invertono i ruoli, l'unica persona capace di procacciare il cibo e accendere il fuoco è Abigail , la donna addetta alle pulizie nello yacht, prende di prepotenza il comando, si ribalta la situazione ma rimane il concetto della supremazia del più forte, vittime che diventano aguzzini appena il vento gira a favore. Carl baratta il sesso con Abigail per assicurarsi il cibo e avere un riparo , mettendo Yaya in una situazione d’inferiorità per la prima volta, ma anche gli altri si adeguano alle nuove regole pur di avere un boccone di polpo che nemmeno si sognano di provare a pescare, né Abigail intende insegnare loro l’arte della sopravvivenza.. Non si salva nessuno , non ci sono alleanze, solo un’alternanza di ruoli, nulla cambia, nuovi servi e nuovi padroni. Si mira al successo in base al modello che l’individuo propone di sé, che siano solfi, fama o necessità, un modello che continua diabolicamente a rigenerarsi e che impedisce ogni forma di disinnesco.
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felicity
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martedì 4 aprile 2023
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lungo, esilarante, ben recitato, irritante
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Triangle of Sadness porta i suoi protagonisti dal lusso alla miseria, da un ambiente protetto e servile ad uno selvaggio e allo stato brado dove tutte le differenze economiche si annullano giocoforza. Nonostante un plot twist che apparentemente potrebbe ribaltare ancora una volta lo stato delle cose, e nonostante un climax finale volutamente ambiguo, il film è molto netto nell’affermazione di come i suoi ricchi siano profondamente stupidi e incapaci di stare al mondo, ma anche di come il potere sia una sorta di virus in grado di infettare chiunque e di modificare la nostra stessa percezione dello status quo attraverso un semplice cambio di dinamiche esterne alieno alla nostra volontà.
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Triangle of Sadness porta i suoi protagonisti dal lusso alla miseria, da un ambiente protetto e servile ad uno selvaggio e allo stato brado dove tutte le differenze economiche si annullano giocoforza. Nonostante un plot twist che apparentemente potrebbe ribaltare ancora una volta lo stato delle cose, e nonostante un climax finale volutamente ambiguo, il film è molto netto nell’affermazione di come i suoi ricchi siano profondamente stupidi e incapaci di stare al mondo, ma anche di come il potere sia una sorta di virus in grado di infettare chiunque e di modificare la nostra stessa percezione dello status quo attraverso un semplice cambio di dinamiche esterne alieno alla nostra volontà. E allora dei semplici salatini o dell’acqua diventano una miniera di scambio preziosissima, che può fare la differenza tra controllo e anarchia.
Lungo, a tratti esilarante, ben recitato, a tratti irritante e con almeno un paio di sequenze memorabili, Triangle of Sadness è un po’ la summa eccessiva e derivativa del cinema di Östlund. Un cinema che non si vergogna certo di osare, di andare anche oltre e di essere squisitamente populista in certi passaggi, ma anche capace di grandi lampi e di dolorosi tonfi. Un po’ la vita o come una crociera, se preferite. Si sale e si scende, si sta a galla ma si può anche affondare.
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peer gynt
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domenica 19 marzo 2023
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film sopravvalutao e privo di originalità
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Film completamente sopravvalutato, che incredibilmente ha racimolato Palma d'oro a Cannes e nomination agli Oscar. Sul lato dei fattori positivi si può registrare ben poco (qualche dialogo, qualche battuta, il personaggio del capitano dello yacht, un'altra ottima prova di Woody Harrelson), per il resto la storia è letteralmente copiata da altri film (basti vedere "Male and female" di Cecil B. De Mille, 1919), la pretesa del regista e sceneggiatore Ostlund è quella di essere satirico e graffiante (ma alla fine risulta solo scontato e prevedibile, si veda il finale, che lo spettatore immagina con largo anticipo), il film è prolisso e troppo lungo e l'episodio del naufragio, nel quale Ostlund vorrebbe farci vedere tutta la sua cattiveria, è una parata di gente che vomita e defeca.
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Film completamente sopravvalutato, che incredibilmente ha racimolato Palma d'oro a Cannes e nomination agli Oscar. Sul lato dei fattori positivi si può registrare ben poco (qualche dialogo, qualche battuta, il personaggio del capitano dello yacht, un'altra ottima prova di Woody Harrelson), per il resto la storia è letteralmente copiata da altri film (basti vedere "Male and female" di Cecil B. De Mille, 1919), la pretesa del regista e sceneggiatore Ostlund è quella di essere satirico e graffiante (ma alla fine risulta solo scontato e prevedibile, si veda il finale, che lo spettatore immagina con largo anticipo), il film è prolisso e troppo lungo e l'episodio del naufragio, nel quale Ostlund vorrebbe farci vedere tutta la sua cattiveria, è una parata di gente che vomita e defeca.
Vederlo mi pare sia tempo perso!
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piema
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martedì 10 gennaio 2023
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godibile, anche se non perfetto
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Buon film, ma non perfetto. La parte finale (il naufragio) è eccessiva e troppo lunga; fa pensare a "Travolti da un insolito destino..." della nostra Wertmueller, mentre mi pare di cogliere un riferimento alla epica scena di Mr. Creosote in "Monty Python - Il senso della vita" nella vomitata globale durante il pranzo sullo yacht in tempesta. Forse eccessivo anche la figura del capitano comunista dello yacht per super-ricchi. Alla fine, la parte che mi è piaciuta di più, è forse la diatriba iniziale fra i due fidanzati bellocci al ristorante su a chi spetti pagare il conto. Comunque una bella parodia del mondo dei super-ricchi. Per certi versi fa il paio con "The Menu"
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martedì 3 gennaio 2023
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ma l'originalita' dov'e?
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Film banale , con contenuti e finale gia' visti.
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spione
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martedì 3 gennaio 2023
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vale sicuramente la visione
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Non ha avuto, come ovvio, la distribuzione che meriterebbe, ma se vi capita vi consiglio questo film - vincitore della palma d'Oro a Cannes - che descrive in maniera impietosa sia la società in cui viviamo nel suo complesso (la metafora della barca che naviga senza nessuno al timone, mentre il capitano è chiuso in cabina in compagnia delle sue bottiglie), sia le micro-organizzazioni da cui è formata. Debitore nell'ultima parte di "Travolti da un insolito destino..." e del goldinghiano (premio Nobel) "Signore delle mosche", respinge perché è la realtà che descrive a respingere, scandalizza perché è la realtà che descrive a scandalizzare, inquieta perché è la realtà che descrive a inquietare (tanto per rispondere ad alcune recensioni pubblicate qui sopra!), ma soprattutto inquadra in maniera efficacissima le dinamiche del potere da un punto di vista, quello marxiano (attenzione: non "marxista), che non sorprendentemente va sempre meno di moda.
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Non ha avuto, come ovvio, la distribuzione che meriterebbe, ma se vi capita vi consiglio questo film - vincitore della palma d'Oro a Cannes - che descrive in maniera impietosa sia la società in cui viviamo nel suo complesso (la metafora della barca che naviga senza nessuno al timone, mentre il capitano è chiuso in cabina in compagnia delle sue bottiglie), sia le micro-organizzazioni da cui è formata. Debitore nell'ultima parte di "Travolti da un insolito destino..." e del goldinghiano (premio Nobel) "Signore delle mosche", respinge perché è la realtà che descrive a respingere, scandalizza perché è la realtà che descrive a scandalizzare, inquieta perché è la realtà che descrive a inquietare (tanto per rispondere ad alcune recensioni pubblicate qui sopra!), ma soprattutto inquadra in maniera efficacissima le dinamiche del potere da un punto di vista, quello marxiano (attenzione: non "marxista), che non sorprendentemente va sempre meno di moda.
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