francog
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domenica 12 marzo 2023
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capolavoro
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angelo umana
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giovedì 9 marzo 2023
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un''ascensione al cielo
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E' spiegato da addetti al lavoro di commentatori cinematografici che Aronofsky voleva da 10 anni trasporre in film l'opera teatrale di Samuel D. Hunter (la cosa l'ho letta ma la mia personale incultura è enorme) o che sarebbe una rielaborazione del rapporto padre-figlia di The Wrestler (famoso ma non visto, di lui conobbi solo Il Cigno Nero). Ne ha fatto un'opera monumentale di due ore, monumentale come la corporatura pachidermica o da balena, whale, del protagonista. Il titolo attrae, i tre Oscar a cui è candidato portano il film a esser visto, nelle domeniche pomeriggio da popcorn e lattine perfino nei cinema d'essai...
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E' spiegato da addetti al lavoro di commentatori cinematografici che Aronofsky voleva da 10 anni trasporre in film l'opera teatrale di Samuel D. Hunter (la cosa l'ho letta ma la mia personale incultura è enorme) o che sarebbe una rielaborazione del rapporto padre-figlia di The Wrestler (famoso ma non visto, di lui conobbi solo Il Cigno Nero). Ne ha fatto un'opera monumentale di due ore, monumentale come la corporatura pachidermica o da balena, whale, del protagonista. Il titolo attrae, i tre Oscar a cui è candidato portano il film a esser visto, nelle domeniche pomeriggio da popcorn e lattine perfino nei cinema d'essai...
Esso però mi ha suscitato numerose riserve. Sa molto di film americano dove tutti si redimono, dove il buono o le buone intenzioni vincono sempre. Un drammone, un posto – il soggiorno dell'appartamento del protagonista, trasformato in crogiolo di fallimenti - come The Place, il film in un bar con Mastandrea di Paolo Genovese, che è un concentrato di errori da mettere a posto, di comprensione da ritrovare tra persone, con questo “salvatore” o recuperatore di rapporti che è Charlie, desideroso di poter dire “d'aver fatto almeno una cosa giusta nella vita!”. In quella stanza passano la sua figlia 19enne che abbandonò agli 8 anni di lei, la moglie che ripudiò per andare a vivere con un uomo, la sua infermiera che ha pure lei storie da sanare, il ragazzo predicatore della venuta di chissà quale dio, in realtà uno scappato di casa, tutti alla ricerca di sé stessi. E lui, Charlie, professore universitario di letteratura online che trova sempre le parole giuste, ragionamenti fini, un cervello integro in un corpo in sfacelo.
Un film pesante, da non poter durare meno di due ore, un incredibile concentrato di drammi, di scene madri e di ultime parole famose. Alzi la mano chi non s'aspettava che tutto finisse bene con la nostra (o sua, di Aronofski) balena che “sale” a miglior vita, dopo aver rappacificato tutti e aver reso utile la sua vita dissoluta (“si era lasciato andare” diceva nel prologo), un fine-vita con cui letteralmente si eleva nonostante i suoi 270 kg., un'apoteosi, un'ascensione al cielo!
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stellab
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domenica 5 marzo 2023
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emozionarsi al cinema
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Aronofsky riesce sempre a far emozionare. Questo è il cinema
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lkymovie1994
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domenica 5 marzo 2023
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un attimo fuggente rovesciato
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Un film straziante e anti- conformista: il regista usa come pretesto la sofferenza del protagonista per mettere in scena un'opera mondo sull'esistenza. Aronosfky aveva già diretto film in cui la storia passava in secondo piano e qui firma il suo capolavoro. Ci sarebbero un'infinità di chiavi di lettura da analizzare; il martire che incarna i mali della società, il ruolo egemone del capitalismo negli U.S.A, la totale sfiducia nei confronti del sistema e delle istituzioni, ma facendo la stesura di questa recensione, mi preme porre il focus sul tema della sincerità contro la digitalizzazione. L'opera del regista è decisa nello scagliarsi contro insincera blandizia, la quale i tempi 3.0 moderni possono scatenare: il protagonista (insegnante) esorta i suoi alunni a scrivere tesine vere, dove emergano le emozioni provate dagli studenti.
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Un film straziante e anti- conformista: il regista usa come pretesto la sofferenza del protagonista per mettere in scena un'opera mondo sull'esistenza. Aronosfky aveva già diretto film in cui la storia passava in secondo piano e qui firma il suo capolavoro. Ci sarebbero un'infinità di chiavi di lettura da analizzare; il martire che incarna i mali della società, il ruolo egemone del capitalismo negli U.S.A, la totale sfiducia nei confronti del sistema e delle istituzioni, ma facendo la stesura di questa recensione, mi preme porre il focus sul tema della sincerità contro la digitalizzazione. L'opera del regista è decisa nello scagliarsi contro insincera blandizia, la quale i tempi 3.0 moderni possono scatenare: il protagonista (insegnante) esorta i suoi alunni a scrivere tesine vere, dove emergano le emozioni provate dagli studenti. Quando Fraser scaglia il PC contro il muro dopo essersi mostrato al pubblico ed aver superato il suo 'difetto' fisico, è una scena cardine, in cui Aronofsky affonda la sua critica all'omologazione dei social (tutti devono essere perfetti fisicamente e vuoti dentro). Cionondimeno, a essere bersagliato è anche il finto l'altruismo volto a ringalluzzire il proprio ego (il protagonista è l'unico che non vuole pesare agli altri, cercando disperatamente di salvare il mondo attraverso la propria coscienza di sé), nonché all'eterno ritorno dell'eguale dove è più importante fare il compitino per fare carriera e risaltare in una società di plastica e svuotata, piuttosto che rischiare e far valere le proprie idee per cambiarla. A tutti gli effetti ci troviamo di fronte a un film politico in cui realtà (la storia dell'attore) e fantasia (Moby Dick) si mescolano, congiungendosi nel finale sapientemente orchestrato dal regista, trattasi sempre di un film d'autore da gustare per le sue intuizioni registiche. Un attimo fuggente rovesciato, dove tutti si salvano da soli apparentemente e chi è intorno al protagonista si rende conto grazie a lui che l'essere umano non può odiare e nei tempi del social, recuperare quel moto romantico sarebbe cosa buona e giusta.
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enzo70
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sabato 4 marzo 2023
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un film di rara intensità, non per tutti
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The whale è un film talmente intenso da essere impossibile da raccontare. Dopo dieci minuti di visione avevo pensato di abbandonare la sala cinematografica, il senso di angoscia reso da questo uomo obeso mi aveva messo in difficoltà. Il giorno dopo, durante un lungo viaggio in macchina, non riuscivo a non pensare a questo film, all’intenso finale, ai continui richiami al capolavoro di Moby Dick, dove la balena, in questo caso, diventa uomo, alla difficoltà di vivere, ad accettare le nostre diversità. The Whale non è un film per tutti e non è un film semplice. I toni sono cupi, tutta la narrazione si svolge all’interno della stanza dell’appartamento di Charlie, un uomo che ha trovato nel cibo la ragione per compensare il dolore per il suicidio del compagno.
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The whale è un film talmente intenso da essere impossibile da raccontare. Dopo dieci minuti di visione avevo pensato di abbandonare la sala cinematografica, il senso di angoscia reso da questo uomo obeso mi aveva messo in difficoltà. Il giorno dopo, durante un lungo viaggio in macchina, non riuscivo a non pensare a questo film, all’intenso finale, ai continui richiami al capolavoro di Moby Dick, dove la balena, in questo caso, diventa uomo, alla difficoltà di vivere, ad accettare le nostre diversità. The Whale non è un film per tutti e non è un film semplice. I toni sono cupi, tutta la narrazione si svolge all’interno della stanza dell’appartamento di Charlie, un uomo che ha trovato nel cibo la ragione per compensare il dolore per il suicidio del compagno. L’obesità diventa uno strumento di suicidio per lo stesso uomo che mangia in maniera compulsiva ma che non perde mai la sua straordinaria umanità. E nel rapporto con la sua amica, Liz, e con la figlia, Ellie, c’è il senso dell’uomo, la contrapposizione tra desiderio e realtà, Charlie riesce ad andare oltre le apparenze, i suoi limiti fisici diventano uno strumento per indagare l’animo umano. Aronofsky mette in scena un lavoro teatrale di Samuel Hunter e lo fa con intelligenza, con attori eccezionali. Brendan Fraser con un’interpretazione intensa è il candidato a mio avviso più meritevole dell’Oscar come migliore attore.
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rosmersholm
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venerdì 3 marzo 2023
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ipocrita
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Charlie ha abbandonato la moglie e la figlia di 8 anni, per coronare il suo amore con un nuovo compagno. Il suicidio di quest'ultimo lo fa sprofondare in una spirale dolorosa di autodistuzione. Arrivato alla fine dei suoi giorni, cerca la riconciliazione con la figlia, giustamente incazzata con lui. Tra poesiole di Withman, citazioni del Moby Dick, ha la pretesa di insegnare agli altri cosa sia l'autenticità. Eh no, caro Charlie... Muori gloriosamente in solitudine, altrimenti sei il solito ipocrita moralista! Ottima la recitazione degli attori.
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gabriella
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martedì 28 febbraio 2023
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i capitoli digressivi sulle balene mi intristivano
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Il film si apre con l’immagine di alcuni studenti online durante una lezione di scrittura creativa, il riquadro centrale è nero perchè non c'è telecamera, si ode la voce pacata e gradevole del professore, appassionata a ciò che sta spiegando. Terminata la lezione ,vediamo il corpo in cui dimora quella voce, una massa di oltre 250 kg di strati di grasso sovrapposti, Charlie, un uomo le cui condizioni di salute appaiono da subito gravi e irreversibili, ridotto in quello stato per il dolore in seguito alla perdita dell’amato compagno per il quale ha abbandonato moglie e figlia .L’impatto visivo di questa figura tragica e grottesca nella sua informità, disturba e sconvolge, ma Charlie è un uomo buono e gentile, si ingozza di cibo spazzatura in continuazione, l’unico nutrimento sano sono le parole, contenute in una poesia di Whitman, ad esempio, oppure nelle tesine ben scritte dai suoi studenti, ai quali chiede continuamente di essere sinceri .
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Il film si apre con l’immagine di alcuni studenti online durante una lezione di scrittura creativa, il riquadro centrale è nero perchè non c'è telecamera, si ode la voce pacata e gradevole del professore, appassionata a ciò che sta spiegando. Terminata la lezione ,vediamo il corpo in cui dimora quella voce, una massa di oltre 250 kg di strati di grasso sovrapposti, Charlie, un uomo le cui condizioni di salute appaiono da subito gravi e irreversibili, ridotto in quello stato per il dolore in seguito alla perdita dell’amato compagno per il quale ha abbandonato moglie e figlia .L’impatto visivo di questa figura tragica e grottesca nella sua informità, disturba e sconvolge, ma Charlie è un uomo buono e gentile, si ingozza di cibo spazzatura in continuazione, l’unico nutrimento sano sono le parole, contenute in una poesia di Whitman, ad esempio, oppure nelle tesine ben scritte dai suoi studenti, ai quali chiede continuamente di essere sinceri . Sentendosi prossimo alla fine, l’urgenza di Charlie è quella di riallacciare i rapporti con la figlia Ellie che gli piomba in casa con l’impeto di un attaccante di sfondamento, con la rabbia e la sfrontatezza dell’età adolescenziale, gli rovescia addosso tutto il livore accumulato negli anni per averla abbandonata, lo umilia continuamente esprimendo il disgusto per la sua immagine, l’unico motivo per cui va a trovarlo è perché l’aiuti con i compiti per superare l’anno scolastico. Charlie ama profondamente la figlia e sa di avere molte mancanze nei suoi riguardi, il senso di colpa per gli errori commessi è immensa, si lascia trafiggere dagli arpioni scagliati da Ellie , un ferito capitano Achab, menomata dalla presenza paterna nella sua vita, ma le lame non arrivano agli organi vitali ( come dice scherzosamente a Liz, sua infermiera e unica amica), ci vuole un gesto d’amore per sfondargli l’anima. Nonostante il tempo a disposizione non gli sia favorevole, Charlie attende pazientemente che Ellie capisca di essere speciale, perché intuisce in lei quella sincerità che tanto declama, e che si trova in un tema su Moby Dick che lei ha scritto alle medie,nel quale era già presente un’onestà di scrittura disinteressata a compiacere, ma che sa arrivare a una conclusione intima e personale con l’autore , dimostrando di non temere il giudizio altrui . Oltre a Liz, a fargli visita c’è anche Thomas un giovane e confuso predicatore mormone che si è messo in testa di salvarlo, di metterlo di fronte al suo peccato, ma Charlie sa che se si vuole cercare la verità può farlo soltanto se sa misurarsi con altre verità, diverse dalla propria, reggere il confronto con i propri errori , solo così potrà prendere il mare per un’ultima traversata, oltrepassare la dimensione fisica e librarsi nell’aria , non più ancorato alla zavorra della colpa ma con la leggerezza del perdono .Il cinema di Aronofsky ci ha abituati a immagini in cui il corpo è l’elemento dominante, fisici abbruttiti , corrotti, dilaniati, ma in questo suo ultimo lavoro si spinge oltre i limiti, li oltrepassa e chiede un grande sforzo di visione e partecipazione allo spettatore e si aspetta che si vada oltre e di superare qualsiasi barriera e scioglierci di commozione dinanzi gli occhi del suo protagonista e vederne la sofferenza, l’angoscia, il dolore, ma sopratutto una straordinaria umanità e capacità di amare.
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[+] umanista e dal cuore grande come il protagonista
(di antonio montefalcone)
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ludovico morandi
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martedì 28 febbraio 2023
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un quadro contemporaneo, struggente nel dipingerci
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The Whale è un film del 2022 scritto e ideato da Samuel D. Hunter e diretto da Darren Aronofsky.
Il film esplora le vicende di un uomo che soffre di obesità, tanto da non potersi muovere di casa e passa il suo tempo facendo corsi di scrittura online e aspettando il rifornimento di cibo dalla sua amica infermiera finchè scopre che gli rimangono pochi giorni di vita. Egli riceverà varie visite, tra cui quelle di sua figlia, che lo porteranno a struggersi ancora di più per i suoi errori passati ma che non riusciranno ad uccidere la sua positività.
Quest'ultima opera del regista americano è fortemente contemporanea, quasi un quadro realista che ci mette davanti ad alcune dure realtà.
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The Whale è un film del 2022 scritto e ideato da Samuel D. Hunter e diretto da Darren Aronofsky.
Il film esplora le vicende di un uomo che soffre di obesità, tanto da non potersi muovere di casa e passa il suo tempo facendo corsi di scrittura online e aspettando il rifornimento di cibo dalla sua amica infermiera finchè scopre che gli rimangono pochi giorni di vita. Egli riceverà varie visite, tra cui quelle di sua figlia, che lo porteranno a struggersi ancora di più per i suoi errori passati ma che non riusciranno ad uccidere la sua positività.
Quest'ultima opera del regista americano è fortemente contemporanea, quasi un quadro realista che ci mette davanti ad alcune dure realtà. Quelle dell' apparenza che oggi più che mai condiziona il nostro modo di farci vedere dagli altri, sempre più influenzati da canali di condivisione che possono mostrarci nei più disparati modi e che sembrano evidenziarci in negativo o in positivo, facendoci perdere sempre di più in un'aspetto di noi che di fatto, non esiste. Esplora il tema dell'aspettativa, pressante per chi vede le sue potenzialità o ha qualcuno che glie le fa continuamente presenti e scoraggiante per chi invece non sà ancora cosa gli viene bene e non ha nessuno che crede in lui. Si affronta anche il tema della strumentalizzazione scolastica che ormai serve solo a farci esprimere ciò che è gia detto e ciò che è conforme, più che la sincerità ed il vero pensiero che contraddistinue ogni persona. Si esplora anche il tema della spiritualità che riesce a fondersi con quello della speranza di essere amati o perdonati, che sia da dio o da una persona
Questo è The Whale, questo è quello che comunica, che vuole comunicare e lo fa con lentezza, spargendo con il giusto ritmo segmenti di significato qua e là per poi raccoglierli tutti insieme alla fine e gettarteli in faccia.
I toni sono abbastanza teatrali tanto che è infatti tratta da un opera teatarale scritta dallo sceneggiatore Samuel D. Hunter, che la scrive ottimamente tranne qualche piccolo problema nella forzatura di alcune scelte prese dal protagonista mentre tecnicamente abbiamo pochi guizzi registici ma è ottima l'esaltazione di quello che il film vuole trasmettere, con riprese dal basso che accentueno gli eccessi nel mangiare del protagonista e varie ripetizioni di inquadrature per farci entrare ancora di più nella ruoutine in cui esso vive. La Fotografia è ottima nell'esprimere l'atmosfera e come molti altri film usciti quest'anno è ammorbidita da una leggera grana mentre le musiche di Rob Simonsen sono a dir poco sensazionali e rendono il film ancor più struggente. Anche la perfomance degli attori aiuta ad esprimere il dramma con delle prestazioni di alto livello, di rilancio per Brendan Faser e promettente per Sadie Sink, perfetta per il ruolo. Per apprezzarle al meglio consiglio la visione in lingua originale in quanto il doppiagio in questo caso sembra togliere molto al'identità dei personaggi.
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fabiuz62
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domenica 26 febbraio 2023
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un bel film, ma…..
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Quanso il carico di aspettative è molto alto, spesso il risultato lascia l'amaro in bocca. Con The Whale ha funzionato proprio così. Il film non delude in sé, sia chiaro, è una trasposizione di piece teatrale ben costruita, ottimamente recitata, ma....il risultato finale è un dramma che non scuote, non commuove, non angoscia. Un lavoro ben fatto, ma forse..non da Oscar.
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moskin
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lunedì 5 settembre 2022
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emozionante devastante commovente
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E’ un gran film, interpretato in modo straordinario da tutti gli attori, a cominciare da Brendan Frazer, che fa uscire l’anima di un personaggio che ti entra nel cuore, sebbene faccia di tutto per rendersi sgradevole. C’è tantissimo in questo film, amore, religione, letteratura, sensi di colpa, solidarietà, riscatto…. Pur svolgendosi interamente in un appartamento mi ha tenuto attaccato alla poltrona per due ore. La regia sapientemente riesce a rendere dinamiche ed avvincenti il più statico dei personaggi e delle scene. Avrei voluto essere alla prima in sala Grande alla Biennale del Cinema per poter alla fine applaudire attori e regista e lasciarmi andare alla commozione; l’ho vIsto in sala il giorno seguente, per cui me ne sono tornato a casa con il groppo in gola.
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