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giuseppe ardizzone
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giovedì 9 febbraio 2023
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hollywood babilonia , tutto comincia così!
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Damien Chazelle ci parla del suo amore per il cinema , un’arte che, come dice un suo personaggio, non è mai di “seconda scelta” perché riesce ad arrivare al grande pubblico. La sala cinematografica è descritta come il luogo in cui lo spettatore ha la possibilità di dimenticare i suoi problemi . Evadere da se stesso per tuffarsi con l’immaginazione all’interno della vita dei personaggi che guarda sullo schermo ed in cui magicamente si immedesima. Partecipare a questi film , essere sul set, è il sogno dei protagonisti per poter fare parte di qualcosa di più importante di quello che accade ogni giorno e rimanere nel tempo .
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Damien Chazelle ci parla del suo amore per il cinema , un’arte che, come dice un suo personaggio, non è mai di “seconda scelta” perché riesce ad arrivare al grande pubblico. La sala cinematografica è descritta come il luogo in cui lo spettatore ha la possibilità di dimenticare i suoi problemi . Evadere da se stesso per tuffarsi con l’immaginazione all’interno della vita dei personaggi che guarda sullo schermo ed in cui magicamente si immedesima. Partecipare a questi film , essere sul set, è il sogno dei protagonisti per poter fare parte di qualcosa di più importante di quello che accade ogni giorno e rimanere nel tempo . Per raccontarci il suo amore per il cinema Chazelle sceglie di cominciare dalla realtà cinematografica degli anni 20 a Hollywood. Nelle prime scene del film, all’interno di una grande festa sfrenata ci vengono presentati i personaggi principali del film e la loro vita sarà la lente attraverso cui guarderemo la transizione fra il cinema muto ed il sonoro . Quello che non è spiegato è che questo passaggio si accompagna ad uno dei periodi storici più complessi della realtà americana .I ruggenti anni venti verranno travolti dalla crisi economica del 1929 con il crollo di Wall Street e l’inizio della Grande Depressione. Mentre l’avvento del sonoro modifica il ruolo degli artisti, contemporaneamente la stessa industria cinematografica si trova a dover migliorare la propria organizzazione produttiva e puntare su di un allargamento del pubblico. Successivamente al varo del New Deal di Roosevelt, venne dato al cinema un ruolo importante per la ripresa psicologica della popolazione. Si decise di creare un codice di autocensura della produzione cinematografica: Il Codice Hays. Chi trasgrediva non poteva distribuire il film nelle sale. Il nuovo cinema sonoro chiedeva non solo che gli attori fossero in grado di recitare bene con la propria voce ma anche che conducessero una vita non scandalosa. E’ questo il nuovo clima a cui i nostri protagonisti dovranno adattarsi per continuare a vivere all’interno del mondo del cinema e per molti sarà un’impresa impossibile. Vi è in qualche modo forse nel film di Chazelle una sottovalutazione dell’importanza del nuovo legame fra il cinema e le istanze sociali del New Deal che vengono descritte come espressione di una borghesia ipocrita che blocca lo spirito libero degli artisti. Alla fine per Chazelle l’importante è che ognuno , a modo suo , abbia nel suo periodo d’oro , contribuito alla realizzazione di quella macchina fantastica , di quel sogno collettivo che si chiama cinema e di cui ogni spettatore è grato
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giuseppe ardizzone
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giovedì 9 febbraio 2023
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hollywood babilonia , tutto comincia così!
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Damien Chazelle ci parla del suo amore per il cinema , un’arte che, come dice un suo personaggio, non è mai di “seconda scelta” perché riesce ad arrivare al grande pubblico. La sala cinematografica è descritta come il luogo in cui lo spettatore ha la possibilità di dimenticare i suoi problemi . Evadere da se stesso per tuffarsi con l’immaginazione all’interno della vita dei personaggi che guarda sullo schermo ed in cui magicamente si immedesima. Partecipare a questi film , essere sul set, è il sogno dei protagonisti per poter fare parte di qualcosa di più importante di quello che accade ogni giorno e rimanere nel tempo .
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Damien Chazelle ci parla del suo amore per il cinema , un’arte che, come dice un suo personaggio, non è mai di “seconda scelta” perché riesce ad arrivare al grande pubblico. La sala cinematografica è descritta come il luogo in cui lo spettatore ha la possibilità di dimenticare i suoi problemi . Evadere da se stesso per tuffarsi con l’immaginazione all’interno della vita dei personaggi che guarda sullo schermo ed in cui magicamente si immedesima. Partecipare a questi film , essere sul set, è il sogno dei protagonisti per poter fare parte di qualcosa di più importante di quello che accade ogni giorno e rimanere nel tempo . Per raccontarci il suo amore per il cinema Chazelle sceglie di cominciare dalla realtà cinematografica degli anni 20 a Hollywood. Nelle prime scene del film, all’interno di una grande festa sfrenata ci vengono presentati i personaggi principali del film e la loro vita sarà la lente attraverso cui guarderemo la transizione fra il cinema muto ed il sonoro . Quello che non è spiegato è che questo passaggio si accompagna ad uno dei periodi storici più complessi della realtà americana .I ruggenti anni venti verranno travolti dalla crisi economica del 1929 con il crollo di Wall Street e l’inizio della Grande Depressione. Mentre l’avvento del sonoro modifica il ruolo degli artisti, contemporaneamente la stessa industria cinematografica si trova a dover migliorare la propria organizzazione produttiva e puntare su di un allargamento del pubblico. Successivamente al varo del New Deal di Roosevelt, venne dato al cinema un ruolo importante per la ripresa psicologica della popolazione. Si decise di creare un codice di autocensura della produzione cinematografica: Il Codice Hays. Chi trasgrediva non poteva distribuire il film nelle sale. Il nuovo cinema sonoro chiedeva non solo che gli attori fossero in grado di recitare bene con la propria voce ma anche che conducessero una vita non scandalosa. E’ questo il nuovo clima a cui i nostri protagonisti dovranno adattarsi per continuare a vivere all’interno del mondo del cinema e per molti sarà un’impresa impossibile. Vi è in qualche modo forse nel film di Chazelle una sottovalutazione dell’importanza del nuovo legame fra il cinema e le istanze sociali del New Deal che vengono descritte come espressione di una borghesia ipocrita che blocca lo spirito libero degli artisti. Alla fine per Chazelle l’importante è che ognuno , a modo suo , abbia nel suo periodo d’oro , contribuito alla realizzazione di quella macchina fantastica , di quel sogno collettivo che si chiama cinema e di cui ogni spettatore è grato
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umberto
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domenica 5 febbraio 2023
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una babilonia di emozioni, ma.....
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BABYLON... Un film che mi stuzzicava da parecchio, ma che sono riuscito a vedere solo questa settimana per via delle 3 ore di visione che mi aspettavano. Ebbene, l'attesa è valsa la pena sotto molti aspetti, dalla sceneggiatura alla fotografia, passando per una regia attenta e dettagliata che riesce a rendere interessanti anche alcune scene a volte ripetitive. La storia è avvincente e mostra il mondo del cinema americano degli anni '20, durante il passaggio dal muto al sonoro, in cui le vite e le carriere di molti cambiavano anche nel giro di poche ore. Un periodo in cui, come oggi, gli eccessi in certi ambienti erano all'ordine del giorno, aspetto descritto benissimo soprattutto nella prima mezz'ora.
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BABYLON... Un film che mi stuzzicava da parecchio, ma che sono riuscito a vedere solo questa settimana per via delle 3 ore di visione che mi aspettavano. Ebbene, l'attesa è valsa la pena sotto molti aspetti, dalla sceneggiatura alla fotografia, passando per una regia attenta e dettagliata che riesce a rendere interessanti anche alcune scene a volte ripetitive. La storia è avvincente e mostra il mondo del cinema americano degli anni '20, durante il passaggio dal muto al sonoro, in cui le vite e le carriere di molti cambiavano anche nel giro di poche ore. Un periodo in cui, come oggi, gli eccessi in certi ambienti erano all'ordine del giorno, aspetto descritto benissimo soprattutto nella prima mezz'ora. Cast superbo con una fantasmagorica Margot Robbie e un convincente Brad Pitt che, in alcune scene, richiama il Di Caprio di "The wolf of Wall Street". Unica pecca la scena "temporalmente" confusionaria messa verso la fine che rompe drasticamente tutta l'armonia del film e gli costa mezzo voto abbondante.
Voto: 9-
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luigi
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domenica 5 febbraio 2023
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pragmatico
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Guarda bellissimo film, travolgente e a tratti erotico, bella la parte di quando vola il posacenere e non si trovano i pantaloni del ragazzo, problemini ormonali risolti però con tanto erotismo, da rivedere assolutamente, la stufa comunque ha fatto tutto, best attore protagoista ever, viva le stufe e enzo carella.
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valeria cicerchia
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sabato 4 febbraio 2023
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consigliato perché particolare
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Appena inizi a vedere il film hai subito la sensazione che è qualcosa di particolare.... Innanzitutto l inizio è anche un po' divertente poi non è monotono o noioso..... Strana la parte che Brad Pitt faccia la parte di un attore sfigato.... Però è originale anche per questo. A me ha coinvolto e difficile trovare film non banali che ti propongano qualcosa di nuovo. Solo alla fine un po' dilungato. 4 su 5 darei.
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valeria cicerchia
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sabato 4 febbraio 2023
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Appena inizi a vedere il film hai subito la sensazione che è qualcosa di particolare.... Innanzitutto l inizio è anche un po' divertente poi non è monotono o noioso..... Strana la parte che Brad Pitt faccia la parte di un attore sfigato.... Però è originale anche per questo. A me ha coinvolto e difficile trovare film non banali che ti propongano qualcosa di nuovo. Solo alla fine un po' dilungato. 4 su 5 darei.
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giovanni_b_southern
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sabato 4 febbraio 2023
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molto godibile
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Film godibile. Storia bella. Cast ottimo. Cinema Americano allo stato puro. Da vedere
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johnny1988
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venerdì 3 febbraio 2023
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lasciate stare la critica bigotta di manassero
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BAYBYLON è uno dei capolavori della stagione 2022, l'ultimo della filmografia di Damien Chazelle, che si è consacrato star di Hollywood nel 2016, quando portó LaLaLand nei cinema.
Pensato come un film dell'epoca d'oro e realizzato con un budget da blockbuster, Chazelle sembra non essersi mai trovato così a suo agio in una produzione. Lontano ormai dagli esperimenti di Whiplash che l'hanno portato all'attenzione dei media e dell'opinione pubblica, la lezione del montaggio che gli hanno lasciato Baz Luhrmann ed MTV pare essersi radicalizzata nello stile del regista (arrivare fino a titoli di coda per crederci).
BABYLON è un atto di amore per il cinema e al tempo stesso una dimostrazione della "dipendenza" da esso.
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BAYBYLON è uno dei capolavori della stagione 2022, l'ultimo della filmografia di Damien Chazelle, che si è consacrato star di Hollywood nel 2016, quando portó LaLaLand nei cinema.
Pensato come un film dell'epoca d'oro e realizzato con un budget da blockbuster, Chazelle sembra non essersi mai trovato così a suo agio in una produzione. Lontano ormai dagli esperimenti di Whiplash che l'hanno portato all'attenzione dei media e dell'opinione pubblica, la lezione del montaggio che gli hanno lasciato Baz Luhrmann ed MTV pare essersi radicalizzata nello stile del regista (arrivare fino a titoli di coda per crederci).
BABYLON è un atto di amore per il cinema e al tempo stesso una dimostrazione della "dipendenza" da esso. Ambientato a ridosso dello spartiacque storico fra il fulgore del Muto e l'esordio dell'epoca del sonoro, inaugurato da "Il Suonatore di Jazz" (1927), il film segue la ribalta, il declino e il trapasso di un gruppo di "ultimi", i cosiddetti "scarti" della società, al cui vertice spiccano le figure della diva Nelly La Roy, di umilissime origini, e del messicano Manuel "Manny" Torres, che grazie a una contingenza di eventi nel contesto di uno sgangherato baccanale, rivoluzionano le loro carriere a Hollywood.
Damien Chazelle non è neofita a un modo di operare ambizioso e intraprendente, ed eredita la megalomania dei cineasti di un secolo fa, senza rinunciare a un "lessico" barocco e vorticoso.
Ma checchè se ne possa dire, quello di Chazelle è tutto fuorché un mero esercizio di stile, unisce sapientemente la monumentalità della messinscena a un attaccamento quasi "materno" verso i personaggi che disegna, verissimi e tragici nel loro contemporaneo tentativo di evadere dalla loro sfiga e di nascondere la loro solitudine, un tema già studiato con altrettanto riguardo e sentimento in LaLaLand.
Tutto il cast fa una grandissima figura e tiene alta l'attenzione, a partire da una Margot Robbie, bella, infisicata e "senza paura di mangiare", carica di uno spirito ribelle da cui lei per prima è incapace di emanciparsi, fino al crepuscolare e "viscontiano" Jack Conrad di Brad Pitt, la cui stella offuscata fa eco ai grandi leoni della letteratura, Gattopardo in testa.
Con una cornice che non si dimentica facilmente, ossia un piccolo universo creativo e distruttivo insieme, metafora stessa dell'esistenza, come una serie ciclica di scomposizione e riassemblamento degli eventi. E, in più, una incredibile qualità, mai si sono incastrate così bene diverse storie di "emarginati" in grado di restituir loro una dignità tale da allontanarsi fieramente dalla polittically correctness modaiola e di facciata degli ultimi anni.
Dal canto mio di "cineamatore", posso dire che Chazelle, per quanto mi riguarda, è riuscito in un'operazione sentita e "umana" come invece Tornatore, Sergio Leone e Guillermo del Toro non sono mai riusciti a fare in modo compiuto.
La grande impronta che rimarrà impressa nel cuore e nella mente degli spettatori, d'altro canto, spero, come consciamente rammenta la critica gossipara Elinor St. John a Conrad, è - senza tante manfrine, per una volta - che "se l'attore muore prima o poi come tutti, la sua immagine invece rimarrà viva in eterno".
Ps: un augurio di vittoria agli Oscar per le musiche di Justin Hurwitz e quello ulteriore di conferire un giusto riconoscimento anche alla Robbie, sempre cosi maledettamente sul pezzo.
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johnny1988
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venerdì 3 febbraio 2023
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il critico nostalgico perfetto per il proibizionismo
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Ci si chiede quanto abbia guardato e quanto abbia "compreso" il critico Roberto Manassero, di cui ho l'unico piacere di leggere le citazioni che ha tanto scrupolosamente sfoggiato, con una tronfiaggine che si addirrebbe ai più consoni critici accademici. Forse troppo intento al prezioso taccuino su cui deve con non poco compiacimento appuntato malignità reazionarie e "damsiane", il cinefilo forse gradirebbe di più rifugiarsi nel cinema del proibizionismo, giacché l'elemento escrementizio sembra l'unico metro di analisi di Babylon per chi scrive... Se apostrofare "empio" il personaggio di Manny è "appropriato", se "kitsch" è il solo aggettivo nel vocabolario del critico e l'"umanismo" non rientra nelle osservazioni, malgrado la potenza del tema evidente come un semaforo, suscita in noi il dubbio legittimo che Manassero abbia guardato il film con un occhio sullo schermo e l'altro sullo smartphone alla ricerca spasmodica di tutti i film con cui poteva farsi bello con il pubblico lettore.
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Ci si chiede quanto abbia guardato e quanto abbia "compreso" il critico Roberto Manassero, di cui ho l'unico piacere di leggere le citazioni che ha tanto scrupolosamente sfoggiato, con una tronfiaggine che si addirrebbe ai più consoni critici accademici. Forse troppo intento al prezioso taccuino su cui deve con non poco compiacimento appuntato malignità reazionarie e "damsiane", il cinefilo forse gradirebbe di più rifugiarsi nel cinema del proibizionismo, giacché l'elemento escrementizio sembra l'unico metro di analisi di Babylon per chi scrive... Se apostrofare "empio" il personaggio di Manny è "appropriato", se "kitsch" è il solo aggettivo nel vocabolario del critico e l'"umanismo" non rientra nelle osservazioni, malgrado la potenza del tema evidente come un semaforo, suscita in noi il dubbio legittimo che Manassero abbia guardato il film con un occhio sullo schermo e l'altro sullo smartphone alla ricerca spasmodica di tutti i film con cui poteva farsi bello con il pubblico lettore. Per il prossimo film, si raccomanda al sapiens criticus un bel S.Cristina con il colletto ben chiuso e le caviglie belle coperte.
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samanta
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martedì 31 gennaio 2023
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una la la land al contrario
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Confrontando il capolavoro La La Land con questo film, si può affermare che affrontano lo stesso argomento: l'aspirazione dei protagonisti di affermarsi nel mondo dello spettacolo, solo che in Babylon i sogni naufragono miseramente. Ambientato a Los Angeles nel 1926 nel culmine del cinema muto, i principali protagonisti sono 3: Jack Conrad star, eroe romantico alla Clark Gable che cambia continuamente mogli e donne, Nellie Le Roy (Margot Robbie) giovane disinvolta che ad ogni costo vuole diventare star, "Manny" Torres giovane messicano che vuole entrare nel mondo del cinema. Jack con all'avvento del sonoro dopo il 1928 entra in crisi,dopo vari insuccessi si adatta a film di serie B e poi si suicida.
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Confrontando il capolavoro La La Land con questo film, si può affermare che affrontano lo stesso argomento: l'aspirazione dei protagonisti di affermarsi nel mondo dello spettacolo, solo che in Babylon i sogni naufragono miseramente. Ambientato a Los Angeles nel 1926 nel culmine del cinema muto, i principali protagonisti sono 3: Jack Conrad star, eroe romantico alla Clark Gable che cambia continuamente mogli e donne, Nellie Le Roy (Margot Robbie) giovane disinvolta che ad ogni costo vuole diventare star, "Manny" Torres giovane messicano che vuole entrare nel mondo del cinema. Jack con all'avvento del sonoro dopo il 1928 entra in crisi,dopo vari insuccessi si adatta a film di serie B e poi si suicida. Nellie ragazza sconosciuta, durante un'orgia nella casa di un produttore riesce a ottenere una parte sostituendo l'attrice entrata in overdose, si adatta al sonoro ma è preda dei suoi vizi, (sesso, droga e gioco d'azzardo) coinvolgendo Manny che l'ama follemente non ricambiato ma che riesce a diventare produttore.esecutivo, vorrebbe sposare Nellie ma questa sempre sfugge e verrà trovata morta nel suo letto a soli 34 anni nel 1938 quando c'é l'avvento del colore. Manny è dovuto fuggire da L.A. nel 1936 perché inseguito dalla mafia per i debiti di gioco di Nellie, ritornerà nel 1952 a visitare L.A. con moglie e figlioletta, vive a New York dove ha un negozio di radio. I 3 personaggi sono circondati da altri minori personaggi alcuni reali come il mitico e geniale produttore Irving Thalberg n. 2 della MGM.
Il fim ha avuto una lunga gestazione costato circa 80 milioni, si sta rivelando un flop commerciale con recensioni contrastanti, presente criticità: è prolisso, dura 188 minuti, avrebbero dovuto essere tagliati almeno 40 minuti, alcune scene sono superflue ai fini della vicenda ad esempio: il tragitto iniziale dell'elefante alla collina dove sorge il castello del produttore dove si svolgerà un'orgia colossale, la scena dei piani sotterranei della casa del boss mafioso(veri gironi infernali danteschi) in cui ogni livello si vedono scene di orge e di violenza. Inoltre negativo è il tono enfatico e ridondante sopra le righe, nel periodo del muto gli eccessi sessuali l'uso di droga e alcool (c'era il proibizionismo) erano manifestati pubblicamente, ma un tono leggero e meno volgare avrebbe favorito nello spettatore un'attenzione maggiornamente. Il Codice Hays del 1934 mise il paravento moralistico a una realtà che continuò la vita dissoluta (ricordiamoci delle orge estreme di Peter Lawford cognato dei fratelli Kennedy a cui partecipavano molti di Hollywood tra cui Marylin Monroe), Nel film si presenta anche un mancato approfondimento psicologico, tra l'altro Margot Robbie avrebbe dovuto impersonare l'attrice Claire Bow di cui rimangono però nel film continui riferimenti specie la sua insaziabilità sessuale: ad ogni vittoria della squadra di football dei "Trojans" li intratteneva tutti, così come la sua relazione con Gary Cooper ("il mulo del Montana"). La parte buona del film è l'amore per il cinema, visto come il momento magico in cui lo spettatore si immerge con la fantasia in un mondo diverso, la consapevolezza che quel tipo di comunicazione è finito o forse si trasformerà in qualcosa di diverso. Bene ha fatto Chazelle a descrivere un mondo in cui contavano denaro, sesso, potere, droga e non un mondo di favole, buona la colonna musicale di Justin Hurwitz anche se non c'è il tocco magico di La La Land, ottimi la scenografia e i costumi. Molto bene la recitazione di Brad Pitt, un Cark Gable ante litteram e di Margot Robbie che è diventata un'attrice completa senza necessità di mostrarsi nuda, discreto Diego Calva. Un film da vedere anche perché è eccezionale la capacità tecnica del regista specie l'utilizzo efficace dei piani sequenza, certo che Babylon ci perde nel confronto con Cantando sotto la pioggia richiamato, fin troppo, nel film.
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[+] damien a briglia sciolta
(di luiross)
[ - ] damien a briglia sciolta
[+] la la land
(di samanta)
[ - ] la la land
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