montefalcone antonio
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martedì 17 agosto 2021
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l’ambiguo rapporto tra il tempo e gli esseri umani
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Libero adattamento del graphic novel francese “Sandcaste” (“Castello di sabbia”) di Pierre Oscar Levy e Frederik Peeters, la nuova pellicola di Shyamalan è ambientata su una spiaggia tropicale da sogno che si rivelerà imprevedibilmente un incubo per tutti i suoi ospiti, un gruppo di turisti che saranno prigionieri di un mistero e vittime di un perturbante, innaturale fenomeno: i loro corpi inizieranno a invecchiare con angosciante velocità (trenta minuti su questo luogo equivalgono a un intero lungo anno).
Opera cupa, tesa e inquietante, come tutta la filmografia del “maestro dei colpi di scena finali”, M. Night Shyamalan, “Old” si muove tra l’horror e il thriller, intrigando e disturbando, ma non convincendo pienamente.
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Libero adattamento del graphic novel francese “Sandcaste” (“Castello di sabbia”) di Pierre Oscar Levy e Frederik Peeters, la nuova pellicola di Shyamalan è ambientata su una spiaggia tropicale da sogno che si rivelerà imprevedibilmente un incubo per tutti i suoi ospiti, un gruppo di turisti che saranno prigionieri di un mistero e vittime di un perturbante, innaturale fenomeno: i loro corpi inizieranno a invecchiare con angosciante velocità (trenta minuti su questo luogo equivalgono a un intero lungo anno).
Opera cupa, tesa e inquietante, come tutta la filmografia del “maestro dei colpi di scena finali”, M. Night Shyamalan, “Old” si muove tra l’horror e il thriller, intrigando e disturbando, ma non convincendo pienamente. Dopo la sorpresa iniziale, e prima della sorpresa finale, l’interesse non si mantiene sempre alto, e questo sia per un mancato e adeguato sviluppo dei suoi temi, sia per un meccanico e schematico svolgimento della vicenda narrata, sia per un’approssimativa messinscena.
Ma il film è nel complesso dignitoso e piacevole e, al netto di pregi e difetti, ha i suoi punti di forza principalmente nella sfera umana ed emotiva, e soprattutto, negli spunti di riflessione che riesce a suscitare.
Ancora una volta il regista torna a lavorare su persone provate dalla vita, su coloro che hanno vissuto traumi o forti dolori e sofferenze, e sperimentato la paura o il terrore provocato dal cambiamento fisico e mentale, tentando in qualche modo a resistervi.
Eppure nel loro rapporto con se stessi, ma anche con lo scorrere inesorabile del Tempo e con il prossimo attorno a loro, qualcosa in essi cambia: il terrore lascia il posto al conforto e alla pace interiore, mentre alla solitudine si sostituisce l'abbraccio dell'altro; e il Tempo diviene a sua volta carnefice e curatore.
Per Shyamalan c’è sempre una via di uscita dalle prigioni delle nostre menti. Uno dei segreti è nell’accettazione di sé e degli altri, ma anche di quelle cose che sfuggono alla nostra volontà e che non si possono cambiare. E anche “Old” rispetta questa sua poetica.
Alla fine basta saper leggere bene e a fondo ciò che di positivo si nasconde nella nostra anima, nelle nostre memorie, o nelle pieghe misteriose e apparenti della realtà. E in questi si potrà trovare la soluzione dell’enigma e una possibile via di fuga…
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gustibus
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domenica 8 agosto 2021
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palpitante con sintesi elementare
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La sintesi elementare e'solo mia ovviamente.Sceneggiatura..un resort e una spiaggia dove 7/8persone vengono convinte ad andarci..e ben presto entro le 24 ore si accorgeranno che per varie ragioni invecchiano forzatamente e qui subentra la bravura del noto regista SHYAMALAN.."Sesto Senso-Unbreakable-Signs"e altri.Ho letto il vostro pensiero di voi bravissimi di MYmovies e dei "liberi"che come me e altre democratiche recensioni.Tutti avete inserito il cosiddetto "senso della vita"del tempo e come il regista ha sviluppato in 90minuti tutto questo.Io ho ravvisato solo che si tratta di un thriller sanitario e su come combattere le malattie illegalmente..niente di piu'!Il racconto incuriosisce per gli aspetti umani e le sue debolezze.
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La sintesi elementare e'solo mia ovviamente.Sceneggiatura..un resort e una spiaggia dove 7/8persone vengono convinte ad andarci..e ben presto entro le 24 ore si accorgeranno che per varie ragioni invecchiano forzatamente e qui subentra la bravura del noto regista SHYAMALAN.."Sesto Senso-Unbreakable-Signs"e altri.Ho letto il vostro pensiero di voi bravissimi di MYmovies e dei "liberi"che come me e altre democratiche recensioni.Tutti avete inserito il cosiddetto "senso della vita"del tempo e come il regista ha sviluppato in 90minuti tutto questo.Io ho ravvisato solo che si tratta di un thriller sanitario e su come combattere le malattie illegalmente..niente di piu'!Il racconto incuriosisce per gli aspetti umani e le sue debolezze.Non faro'spoiler ma il finale semplicissimo e forse il meno incisivo del film vi dira'tutto con 2 parole.Warren e Warren..visionandolo capirete tutto.
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eugenio
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domenica 8 agosto 2021
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shyamalan, il tempo, la redenzione
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Sembra quasi un episodio di Dylan Dog, post Tiziano Sclavi, il nuovo film del regista del Senso Senso, Shyamalan, con una vicenda apparentemente orrorifica che tuttavia parla al presente con un arzigogolato riferimento alla cultura del tempo.
Un tempo che scorre come sabbia tra le dita (non a caso il film è ispirato a una graphic novel francese, Sandcastle- Castello di sabbia) ineluttabile quanto inesorabile del quale, oggigiorno, presi da ritmi frenetici sembriamo esserci dimenticati, salvo poi ritrovarci, con la bulimia da social network a immortalare ogni nostro momento credendolo eterno e immortale. Ma il tempo ci illude, ci fa lo sgambetto, e nel momento in cui quell’attimo, creduto appunto imperituro, sparisce, ci ritroviamo dentro una spirale di sofferenza e inconcludenza.
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Sembra quasi un episodio di Dylan Dog, post Tiziano Sclavi, il nuovo film del regista del Senso Senso, Shyamalan, con una vicenda apparentemente orrorifica che tuttavia parla al presente con un arzigogolato riferimento alla cultura del tempo.
Un tempo che scorre come sabbia tra le dita (non a caso il film è ispirato a una graphic novel francese, Sandcastle- Castello di sabbia) ineluttabile quanto inesorabile del quale, oggigiorno, presi da ritmi frenetici sembriamo esserci dimenticati, salvo poi ritrovarci, con la bulimia da social network a immortalare ogni nostro momento credendolo eterno e immortale. Ma il tempo ci illude, ci fa lo sgambetto, e nel momento in cui quell’attimo, creduto appunto imperituro, sparisce, ci ritroviamo dentro una spirale di sofferenza e inconcludenza.
In Old, vecchio, Shyamalan sembra parlarci di questo ed usa il pretesto di una spiaggia, riparata dentro un misterioso resort esclusivo, in cui il tempo appunto scorre assai più velocemente rispetto al mondo esterno (una mezz’ora in quel luogo equivale a una giornata intera), per interrogarci/si sulla frontiera e i limiti di una consapevolezza che prima di tutto viene da noi stessi.
Non è un caso che i protagonisti che si ritrovano a convivere in quel “paradiso” con tanto di morti sospette minuto dopo minuto, siano in qualche modo legati da drammi o patologie cliniche, avvinti a un sostrato di sofferenza che li accumuna fatta eccezione, almeno in apparenza, della coppia “principe”, Guy e Prisca che felici si concedono tre giorni di vacanza, nascondendo tuttavia ai loro figli quell’astio incondizionato che li trafigge giorno dopo giorno di cui nel corso del film scopriremo la ragione. Una verità tutt’altro che piacevole che cambierà le loro vite per sempre.
Ragionando sui limiti deltempo e della salute mentale come già in Split, senza tuttavia calcare la mano sullo splatter di Glass ma lasciando palpare, forse incubo assai peggiore, l’inquietudine allo spettatore, Old costituisce un manifesto di cinema esistenziale, citazionista (il dottore pazzo che chiede il titolo di un film in cui recita Marlon Brando si comporta proprio come l’attore nel ruolo di Kurtz Apocalipse Now, una misteriosa figura che riprende dall’alto quella spiaggia scena dopo scena, una comparsa dello stesso regista sulla falsa riga di Hitchcock nei suoi film a sua volta rimanda a Dieci piccoli indiani della Christie) che costruisce, complice una fotografia raffinata e un montaggio distorto assai troppo ridondante, una tensione capace di metabolizzare, nel suo viaggio nel tempo, una summa concentrata delle angosce legata alla crescita, all’invecchiamento e alla metabolizzazione di un dramma. E non è un caso che oltre la patina esistenziale, il film si imperni sul complicato legame genitore-figlio. Figli che diventano grandi in un batter d’occhio (una scena appunto del pancione di una delle due bambine ora adulte, fa sorridere amaramente….stavamo solo giocando col mio amico dirà!), che in qualche modo, sono ancora incapaci di affrontare il destino umano fatto di misteriose asperità (le rocce che circondano la spiaggia, muro quasi impenetrabile) e terribili scoperte (i morti, la malattia, la follia).
Temi cari a Shyamalan, con un cast recitativo sottotono, ripreso stile Isola dei famosi, con una coreografia di una steadycam ad altezza d’uomo, squilibrata da momenti ellittici controcampo che rendono una vita intera sintetizzabile in un solo giorno.
Cosa fare dunque in un tempo così limitato appurato che non esiste, apparentemente, fuga?
Agatha Christie ci ha basato una letteratura di genere nei cosiddetti gialli da camera chiusa e Shyamalan ne ribalta la prospettiva con un nemico invisibile in uno spazio aperto. In cui l’adolescenza diventa età adulta e la vecchiaia è il solo unico male dal quale non ci si può illudere di poter guarire. Lo diceva Orson Wells in Quarto potere e ci piace pensare che, nel suo piccolo, Shyamalan ci abbia visto qualcosa.
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felicity
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lunedì 15 novembre 2021
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horror spicciolo e privo di coinvolgimento
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In Old di M. Night Shyamalan dei vacanzieri scoprono una spiaggia in cui si invecchia precocemente. Purtroppo, c'è poco altro da aggiungere.
Accadono ovviamente cose assurde durante il pernottamento forzato in un luogo del genere, ma nessuno pare esserne effettivamente smosso. Chi ne esce pazzo è perché già era pazzo prima di mettere piede lì. Per gli altri si abbozza un prototipo di interazione al quale il cast risponde catatonico anche a causa di una sospetta pessima direzione attoriale.
E Shyamalan si muove frenetico all’interno del gruppo, spaziando dal dettaglio alla veduta area, dalla messa in sfocatura allo zoom, in una continua privazione di coordinate visive che porta a un depauperamento dello strumento registico che già non trova nessun tipo di supporto nella sceneggiatura.
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In Old di M. Night Shyamalan dei vacanzieri scoprono una spiaggia in cui si invecchia precocemente. Purtroppo, c'è poco altro da aggiungere.
Accadono ovviamente cose assurde durante il pernottamento forzato in un luogo del genere, ma nessuno pare esserne effettivamente smosso. Chi ne esce pazzo è perché già era pazzo prima di mettere piede lì. Per gli altri si abbozza un prototipo di interazione al quale il cast risponde catatonico anche a causa di una sospetta pessima direzione attoriale.
E Shyamalan si muove frenetico all’interno del gruppo, spaziando dal dettaglio alla veduta area, dalla messa in sfocatura allo zoom, in una continua privazione di coordinate visive che porta a un depauperamento dello strumento registico che già non trova nessun tipo di supporto nella sceneggiatura.
C’è un timido interesse nell’aberrazione del corpo che muta in maniera così repentina, negli sviluppi di un’evoluzione coatta, ma nemmeno il tempo di accorgersene che si arriva, tutto sommato sonnecchianti, verso un finale che vuole rientrare infantilmente nel sentimento di un nido familiare del quale non ci è mai interessato nulla.
Dopo una coda lunga e totalmente fuori dalle corde del film – che in fondo è già fuori da se stesso -, serpeggia la sconsolata domanda che si chiede se M. Night Shyamalan risieda davvero ancora tra noi.
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annelies
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giovedì 30 dicembre 2021
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assolutamente da evitare: inguardabile.
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Cercate un thriller? ecco, questo non lo è minimamente. Ma non è neanche un horror, perché se vado a rivedere la serie Piccoli brividi di quando ero bambina, sarei più raccapricciata lì...
Piccoli spoilers:
Il problema di questo film è che in una spiaggia di dimensioni relativamente scarse, succedono cose di cui tutti si accorgono in ritardo o non si accorgono proprio. Siamo alla fiera del ridicolo: tumori che sembrano uova aliene, bambini che si accoppiano perché improvvisamente hanno "tanti pensieri" e vogliono giocare, donne osteoporotiche che si trasformano in contorsioniste da circo, occhi azzurri che diventano marroni, ferite che ogni tanto si ricuciono ogni tanto uccidono, elementi su elemente totalmente INNECESSARI.
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Cercate un thriller? ecco, questo non lo è minimamente. Ma non è neanche un horror, perché se vado a rivedere la serie Piccoli brividi di quando ero bambina, sarei più raccapricciata lì...
Piccoli spoilers:
Il problema di questo film è che in una spiaggia di dimensioni relativamente scarse, succedono cose di cui tutti si accorgono in ritardo o non si accorgono proprio. Siamo alla fiera del ridicolo: tumori che sembrano uova aliene, bambini che si accoppiano perché improvvisamente hanno "tanti pensieri" e vogliono giocare, donne osteoporotiche che si trasformano in contorsioniste da circo, occhi azzurri che diventano marroni, ferite che ogni tanto si ricuciono ogni tanto uccidono, elementi su elemente totalmente INNECESSARI. Una totale perdita di tempo e di denaro... sconsigliatissimo.
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herovr
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venerdì 19 agosto 2022
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occasione persa anzi persissima!
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Non mi dilungo sui dettagli per non spoilerare, sui buchi di trama, sulla mancanza di tensione, la noia, il chiedersi (inutilmente) il perché di certe scene e di certi dialoghi. Fra uno sbadiglio e l'altro l'ho visto tutto anche se avevo il dito su stop da metà in poi.
Poi... SORPRESA, a 10 minuti dalla fine arriviamo allo svelamento su cosa c'era dietro alla storia e così subentra la rabbia perché ti rendi conto che l'idea era interessante ma è stata a mio avviso annientata nello svolgimento. Non so se dipenda dal libro da cui è tratto che non ho letto, ma sicuramente mi è passata anche la voglia di indagare.
Peccato.
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Non mi dilungo sui dettagli per non spoilerare, sui buchi di trama, sulla mancanza di tensione, la noia, il chiedersi (inutilmente) il perché di certe scene e di certi dialoghi. Fra uno sbadiglio e l'altro l'ho visto tutto anche se avevo il dito su stop da metà in poi.
Poi... SORPRESA, a 10 minuti dalla fine arriviamo allo svelamento su cosa c'era dietro alla storia e così subentra la rabbia perché ti rendi conto che l'idea era interessante ma è stata a mio avviso annientata nello svolgimento. Non so se dipenda dal libro da cui è tratto che non ho letto, ma sicuramente mi è passata anche la voglia di indagare.
Peccato.
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figliounico
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lunedì 13 marzo 2023
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un tema fuori portata
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Spoiler. E’ una metafora del cinema e della sua magica capacità di riassumere la storia della vita intera dei suoi personaggi nell’arco di tempo di due ore, attraversata da tutti i generi con cui Shyamalan si è confrontato nella sua opera di regista. E’ quindi anche un compendio cinematografico auto compiaciuto che racchiude in sé i mondi che Shyamalan ha rappresentato nel corso della sua carriera, dal fantascientifico di Signs al post apocalittico di After earth, dal thriller di Split e di Glass all’horror di The village fino al fantasy di The lady in the water. Non a caso lo stesso Shyamalan questa volta non limita la sua partecipazione ad un cameo ma interpreta l’alter ego di sé stesso nel ruolo dell’osservatore che porta i personaggi sulla spiaggia e li filma proprio come se fossero gli attori su un set.
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Spoiler. E’ una metafora del cinema e della sua magica capacità di riassumere la storia della vita intera dei suoi personaggi nell’arco di tempo di due ore, attraversata da tutti i generi con cui Shyamalan si è confrontato nella sua opera di regista. E’ quindi anche un compendio cinematografico auto compiaciuto che racchiude in sé i mondi che Shyamalan ha rappresentato nel corso della sua carriera, dal fantascientifico di Signs al post apocalittico di After earth, dal thriller di Split e di Glass all’horror di The village fino al fantasy di The lady in the water. Non a caso lo stesso Shyamalan questa volta non limita la sua partecipazione ad un cameo ma interpreta l’alter ego di sé stesso nel ruolo dell’osservatore che porta i personaggi sulla spiaggia e li filma proprio come se fossero gli attori su un set. Sono tuttavia proprio i topoi ed i meccanismi dei generi convenzionali ed usuali nella filmografia dell’autore che si affollano nella sceneggiatura a soffocare le potenzialità espressive di un film che avrebbe potuto aspirare ad essere una riflessione originale e profonda sul tempo, un concetto che da sempre ha affascinato l’animo umano ed al centro della filosofia, da Aristotele a Heidegger, della poesia, da Orazio a Borges, della scienza, da Newton a Einstein fino alla fisica quantistica. Si ha come l’impressione che Shyamalan abbia toccato senza rendersene conto un tema al di là della propria portata e lo abbia realizzato secondo gli schemi a lui più abituali con effetti che a tratti più che paradossali risultano ridicoli. L’atmosfera surreale creata da Shyamalan, che potrebbe illusoriamente far pensare a quella di un Bunuel, non è voluta ma è un effetto collaterale del soggetto, ispirato piuttosto al genere fantastico del mondo dei comics, già sperimentato in Unbreakable, ed infatti il film è tratto da un fumetto di Frederik Peeters. Il classico lieto fine hollywoodiano, peraltro, è emblematico di questo modo di fare cinema che guarda alla cassetta più che ai grandi maestri che hanno affrontato lo stesso argomento ed alla fine il risultato è una specie ibrida, un incrocio tra Jurassic park e The Truman show e si va a collocare all’estremo opposto nell’universo cinematografico rispetto a un capolavoro come 2001 Odissea nello spazio di Kubrick.
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no_data
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giovedì 23 novembre 2023
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ancora paranormale con shyamalan.
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Quello che ha distinto N. Shyamalan dagli altri registi d'oggi e' proprio, fino da SIGNES, il linguaggio cinematografico dalla fotografia nitida e rutilante, uno stile che si potrebbe avvicinare a quelle correnti iperrealiste che hanno attraversato in USA la cultura pittorica contemporanea. In questo OLD viene descritto un momento di "vacanza" di un gruppo di turisti in una spiaggia esotica che si riempie subito di segnali paranormali, attacchi epilettici, ferimenti e anche delitti, per trasformarsi quindi in "spiaggia dell'orrore", pur in un magnifico paesaggio. Frettoloso il finale, con un'intera organizzazione biotecnologica poi perseguita. Validi sempre, come negli altri suoi film, alcuni episodi dove il mistero attanaglia i protagonisti.
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Quello che ha distinto N. Shyamalan dagli altri registi d'oggi e' proprio, fino da SIGNES, il linguaggio cinematografico dalla fotografia nitida e rutilante, uno stile che si potrebbe avvicinare a quelle correnti iperrealiste che hanno attraversato in USA la cultura pittorica contemporanea. In questo OLD viene descritto un momento di "vacanza" di un gruppo di turisti in una spiaggia esotica che si riempie subito di segnali paranormali, attacchi epilettici, ferimenti e anche delitti, per trasformarsi quindi in "spiaggia dell'orrore", pur in un magnifico paesaggio. Frettoloso il finale, con un'intera organizzazione biotecnologica poi perseguita. Validi sempre, come negli altri suoi film, alcuni episodi dove il mistero attanaglia i protagonisti.
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fabal
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venerdì 11 aprile 2025
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deludente
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Ben lontana dai fasti di Shyamalan, la visione di Old è stata, a dir poco, deludente. Adattamento di una graphic novel non letta ma il cui soggetto celava indubbiamente del potenziale. Un piccolo gruppo di turisti su un'isola tropicale viene convinto, dal direttore del resort, a fare una gita in una spiaggia segreta. Il posto è incantevole, isolato e circondato da rocce, ma ben presto cominciano a verificarsi terrificanti fenomeni: i turisti invecchiano rapidamente e ogni tentativo di fuga termina con il coma o la morte dei personaggi.
Old parte benissimo, crea il giusto incipit per quello che potrebbe essere almeno un buon survival horror, anche se tradizionale.
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Ben lontana dai fasti di Shyamalan, la visione di Old è stata, a dir poco, deludente. Adattamento di una graphic novel non letta ma il cui soggetto celava indubbiamente del potenziale. Un piccolo gruppo di turisti su un'isola tropicale viene convinto, dal direttore del resort, a fare una gita in una spiaggia segreta. Il posto è incantevole, isolato e circondato da rocce, ma ben presto cominciano a verificarsi terrificanti fenomeni: i turisti invecchiano rapidamente e ogni tentativo di fuga termina con il coma o la morte dei personaggi.
Old parte benissimo, crea il giusto incipit per quello che potrebbe essere almeno un buon survival horror, anche se tradizionale. Tutto il fascino si sgretola, però, quando lo svolgimento mostra quel che è già ampiamente spoilerato dal titolo e dalla locandina.
A lasciare perplessi è la totale assenza di logica nel misterioso processo di invecchiamento: se il problema è, come sostiene il film, un'accelerazione del metabolismo cellulare, non si capisce come mai le ferite guariscano all'istante ma i protagonisti non abbiano bisogno di mangiare, bere o dormire in modo pressoché continuo. E la stessa cosa dovrebbe valere per il sonno o i bisogni fisiologici, per non parlare della respirazione. Invece i nostri invecchiano, e rapidamente (ogni ora sulla spiaggia equivale a circa 4 anni), ma a i processi vitali non accelerano abbastanza. A incrementare la delusione c'è un cast spaesato, in balia di una trasfigurazione fisica che ne stravolge l'espressività, così come ogni possibilità di sviluppare una qualche affezione con lo spettatore. L'assenza di punti di riferimento, tutti destinati a svanire prestissimo, poteva essere il punto di forza di Old e ne diventa, invece, il principale limite. Shyamalan non inisiste abbastanza neppure sull'angoscia di (veder) invecchiare e morire in un batter d'occhio; il tempo è troppo poco anche per queste riflessioni.
Il colpo di scena finale, tutt'altro che inedito, ricorda Cabin in the Woods. Deludente.
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maramaldo
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venerdì 6 agosto 2021
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difficile distinguere
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Ricavato in "economia" da un fumetto dove, anche lì, faciloneria di trovate e tratto sgradevole hanno compromesso quel che c'era di suggestivo e di intrigante.
Un demone, che chiameremo ludus, spesso ci induce a spiegare agli altri quello che non ci è chiaro. Old si presta alla perfezione. Difficile distinguere un qualche bandolo nel garbuglio di interpretazioni che il film ci suggerisce.
Esempi. Le prime avvisaglie del "tempo" imbizzarrito dovremmo coglierle nei mutamenti di taglia dei bikini che circolano sulla scena balneare, richiesta un'attenzione che di solito si riserva a L'Isola dei Famosi. Presentati come fughe dai parametri gli abborracciamenti di chi non ha avuto voglia di impegnarsi in un montaggio con un filo di conseguenzialità: interruzioni a colpi di blackout, riprese alla carlona.
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Ricavato in "economia" da un fumetto dove, anche lì, faciloneria di trovate e tratto sgradevole hanno compromesso quel che c'era di suggestivo e di intrigante.
Un demone, che chiameremo ludus, spesso ci induce a spiegare agli altri quello che non ci è chiaro. Old si presta alla perfezione. Difficile distinguere un qualche bandolo nel garbuglio di interpretazioni che il film ci suggerisce.
Esempi. Le prime avvisaglie del "tempo" imbizzarrito dovremmo coglierle nei mutamenti di taglia dei bikini che circolano sulla scena balneare, richiesta un'attenzione che di solito si riserva a L'Isola dei Famosi. Presentati come fughe dai parametri gli abborracciamenti di chi non ha avuto voglia di impegnarsi in un montaggio con un filo di conseguenzialità: interruzioni a colpi di blackout, riprese alla carlona. Distacco dal reale sarebbe l'errore grossolano di far navigare bocconi il cinese affogato come solo le donne fanno.
Sociologia oppure fastidioso riempitivo costituito da una banale bega coniugale? Antropologia oppure descrizione maligna di biondastre scialbe e sgraziate, di coloured disgustosetti?
Ma chi è Mr Night? La mamma di Shyamalan, cittadina americana residente in Pennsylvania, si spostò appositamente per darlo alla luce nel natio Kerala. Lo Stato dell'India più tecnologicamente avanzato, eppure, immerso tuttora in retaggi del passato. Difficile distinguere nelle sue acque i pescatori dai pirati. In Kerala nacque pure l'Ayurveda, la millenaria medicina naturale. Sempre più contrapposta alla scienza medica cosiddetta occidentale dove, accanto a filantrope menti eccelse, possono annidarsi congreghe di malfattori i quali per mettere a punto un loro ritrovato non si fermano nel sopprimere malcapitati a scopo di sperimentazione.
L'indoariano vede con occhi antichi o secerne bile del giorno? Un Keralese in dimestichezza con l'al di là può propinare una qualche mistificazione?
Difficile distinguere?
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