
Reazioni, paure, aspettative frustrate, rivelazioni. Cinque grandi autori europei raccontano come stanno vivendo la pandemia, con esiti molto diversi. Presentato alle Giornate degli Autori (Notti Veneziane) e prossimamente al cinema.
di Raffaella Giancristofaro
Cinque registi riflettono su significati e implicazioni meno visibili e mediaticamente discussi della pandemia in Europa, ognuno facendo riferimento alla realtà a sé più vicina durante il periodo di chiusura più rigida.
Raro esempio di coproduzione costituita da cinque segmenti distinti, tenuti insieme dalla sospensione temporale pandemia e dall’intento di ridiscutere principi e applicazioni della gestione della salute pubblica in Europa, Isolation presenta esiti molto diseguali.
Se l’episodio italiano pare il meno sorprendente (per l’iterazione delle già molto viste immagini del Presidente Mattarella all’Altare della Patria e di Papa Bergoglio a San Pietro), spiccano sugli altri per originalità quello di Julia von Heinz, impreziosito dalla presenza di un dissidente come Rosa von Praunheim e il riuso dei materiali video privati, ma in particolare, per elaborazione formale, quello di Jaco von Dormael, che cristallizza una sorta di polittico del cordoglio in un album struggente, rispettoso, quasi astratto.