Inexorable

Psicodramma familiare scritto e diretto dal belga Fabrice Du Welz, girato asfitticamente tutto in una improbabile location, che dalle riprese esterne sembra un castello con trenta stanze ma nelle inquadrature degli interni è poco più di una villa a schiera e tuttavia con un giardino sproporzionato e una facciata da albergo in disuso. Protagonisti soltanto quattro attori, di cui una bambina.

Gli elementi buttati lì dal regista sono un'esca per lo spettatore che si aspetta di chiarire una volta per tutte la faccenda che si trascina in tragica fine senza un vero chiarimento, un'espediente efficace che rende il film accattivante e che ti fa arrivare fino in fondo alla visione. Buona la fotografia ma pessimo l'audio nel doppiaggio italiano. Saluti.

Aperto e chiuso dagli impressionanti titoli dell'artista franco-giapponese Tom Kan, per Fabrice du Welz il nuovo Saul Bass, nientemeno, Inexorable è l'ultimo thriller morboso del regista belga di Calvaire, Alleluia e Adorazione. Lui lo definisce un noir («il genere dove non ci sono che vittime») e racconta della trasferta dello scrittore Marcel Bellmer nella magione del suocero da poco scomparso, un [...] Vai alla recensione »

Alla ricerca disperata di ispirazione, per dare un seguito al suo bestseller "Inexorable", Marcel Bellmer decide di trasferirsi con la moglie e la figlia nella villa che appartiene alla famiglia della consorte. Ogniqualvolta si tirano in ballo scrittori in crisi e dimore perse nel mezzo del nulla la mente viene invasa subito da brutti presagi e torna di default a Jack Torrance, ai suoi sventurati "affetti" [...] Vai alla recensione »