gea
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martedì 14 aprile 2020
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portogallo e paternità
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Non sono solita vedere le commedie italiane, non chiedetemi perché, forse il mio è un pregiudizio, può essere…Questa volta, complice la Pasqua, la reclusione forzata e il fatto di averne sentito tanto parlare, ho ceduto. Devo dire di essere rimasta piacevolmente sorpresa. La storia non è delle più originali, ma come dicono molti scrittori e scrittrici, alla fine, le storie che si raccontano sono sempre le stesse. E forse proprio qui sta una delle cose più interessanti del film il fatto di essere riuscito ad appassionarmi. Ho avuto la sensazione che “Un figlio di nome Erasmus”, con tutti i suoi pregi e anche i suoi difetti, sia un film genuino, fatto con il cuore. Ripeto non sono un’esperta di commedie italiane contemporanee, ma ho avuto l’impressione che oltre alle gag, battute e situazioni comiche (non sempre riuscite, a volte anzi scontate), la bellezza di questo film sia quella di non avere paura della poesia, di mostrare attimi di fragilità e sentimenti umani veri.
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Non sono solita vedere le commedie italiane, non chiedetemi perché, forse il mio è un pregiudizio, può essere…Questa volta, complice la Pasqua, la reclusione forzata e il fatto di averne sentito tanto parlare, ho ceduto. Devo dire di essere rimasta piacevolmente sorpresa. La storia non è delle più originali, ma come dicono molti scrittori e scrittrici, alla fine, le storie che si raccontano sono sempre le stesse. E forse proprio qui sta una delle cose più interessanti del film il fatto di essere riuscito ad appassionarmi. Ho avuto la sensazione che “Un figlio di nome Erasmus”, con tutti i suoi pregi e anche i suoi difetti, sia un film genuino, fatto con il cuore. Ripeto non sono un’esperta di commedie italiane contemporanee, ma ho avuto l’impressione che oltre alle gag, battute e situazioni comiche (non sempre riuscite, a volte anzi scontate), la bellezza di questo film sia quella di non avere paura della poesia, di mostrare attimi di fragilità e sentimenti umani veri. Il pretesto narrativo è la morte di una donna che tutti e quattro i protagonisti, tanti anni fa durante un Erasmus, hanno amato. Il quartetto si ritrova, tutti un po’ cambiati e al contempo rimasti uguali, in partenza per il Portogallo, per scoprire che la donna ha lasciato loro un figlio, ora ventenne. Chi sarà il padre? E intorno a questa domanda e al valore della paternità di snoda una delle riflessioni più attuali e interessanti del film. Essere genitore non vuol dire necessariamente esserlo in modo biologico, un padre si può scegliere, essere un genitore non è unicamente una questione di DNA, ma di amore e di consapevolezza. C’è da aggiungere che il film ha al suo interno un cast di attori e attrici molto affiatati, sia nei grandi che nei piccoli ruoli, si percepisce la cura di ogni personaggio. Le coste del Portogallo e le ambientazioni, in questi giorni in cui il viaggiare ci sembra un sogno, sono una meraviglia per gli occhi, e anche questo aiuta il film, in particolare in alcuni momenti in cui pare perdere di ritmo. Ora, vorrei concludere però con una breve riflessione e un invito: abbiamo visto molti road movie, dove i protagonisti sono gruppi di uomini che fanno i conti con le loro vite. Ora mi chiedo se possiamo averne qualcuno dove a partire e lasciare a casa dubbi, famiglie, amori, sono le donne? Penso sarebbe un'occasione molto interessante
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gea
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lunedì 13 aprile 2020
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commedia e poesia tra le coste del portogallo.
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Premetto che non guardo spesso commedie italiane, il mio sarà un pregiudizio, può essere, il fatto è che mi capita raramente...Questa volta, complice questo tempo di vacanza forzata e l'idea molto coraggiosa di non uscire al cinema, ma direttamente sulle piattaforme, mi sono detta: "Proviamoci!". E devo dire che ne è valsa la pena. La trama non è delle più originali, ma come ci dicono i grandi scrittori e scrittrici, le storie che si raccontano, alla fine sono sempre quelle... E, forse, stà proprio qui la bellezza del film, nell'essere riuscito a farmi appassionare ad una storia "già vista" grazie ad un incredibile genuinità. "Un figlio di nome Erasmus" è un film fatto col cuore e con una grande onestà, dà l'idea di quelle cose che si cullano per anni e poi, ad una certa età della vita, prendono forma per ridarci la fiducia nei sentimenti più veri.
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Premetto che non guardo spesso commedie italiane, il mio sarà un pregiudizio, può essere, il fatto è che mi capita raramente...Questa volta, complice questo tempo di vacanza forzata e l'idea molto coraggiosa di non uscire al cinema, ma direttamente sulle piattaforme, mi sono detta: "Proviamoci!". E devo dire che ne è valsa la pena. La trama non è delle più originali, ma come ci dicono i grandi scrittori e scrittrici, le storie che si raccontano, alla fine sono sempre quelle... E, forse, stà proprio qui la bellezza del film, nell'essere riuscito a farmi appassionare ad una storia "già vista" grazie ad un incredibile genuinità. "Un figlio di nome Erasmus" è un film fatto col cuore e con una grande onestà, dà l'idea di quelle cose che si cullano per anni e poi, ad una certa età della vita, prendono forma per ridarci la fiducia nei sentimenti più veri. Quattro amici si ritrovano dopo anni, cambiati, ma di base sempre gli stessi, il pretesto narrativo è la morte di una donna che tutti hanno amato e che ha lasciato loro un figlio. Sicuramente la riflessione sulla paternità è una delle più interessanti, il film punta infatti a farci riflettere su cosa voglia dire davvero essere un genitore. Chiedendoci per tutto il film chi sarà il padre di questo bambino di cui i protagonisti sono alla ricerca, il film indaga il tema della famiglia allargata, della paternità in senso archetipico, degli affetti riscoperti. Questa visione dona alla commedia un tono di grande attualità, ci fa riflettere, a tratti commuovere. Un cast di attori e attrici molto affiatati e talentuosi, sia nei grandi che nei piccoli ruoli, lo rende un bellissimo viaggio universale che ci ricorda come sia importante darsi sempre nuove possibilità nella vita. "Un figlio di nome Erasmus" , è una commedia innovativa anche perché non ha paura della poesia, non insegue solo le gag o le battute, ha tutta la forza del mostrarsi anche a nudo. Le splendide coste del Portogallo regalano al film delle atmosfere magiche rendendolo un viaggio necessario, in particolare in questo tempo, dove la nostra voglia di viaggiare non aspetta altro che la partenza.
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lunedì 13 aprile 2020
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commedia divertente che fa pensare
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Ho visto il film di Albero Ferrari e mi è piaciuto molto. E’ una commedia divertente che mi ha fatto riflettere su come a volte, in una vita che ci siamo costruiti a doc e della quale apparentemente ci riteniamo appagati, quando meno te lo aspetti, possa arrivare qualcosa che cambierà le carte in tavola. Tutto ciò al quale hai creduto fino a quel momento passa in secondo piano e davanti a te si apre una nuova via , quella che inconsciamente o consciamente non hai mai voluto prendere o vedere, una strada che ti porterà alla risoluzione di te stesso e alla vera felicità.
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Ho visto il film di Albero Ferrari e mi è piaciuto molto. E’ una commedia divertente che mi ha fatto riflettere su come a volte, in una vita che ci siamo costruiti a doc e della quale apparentemente ci riteniamo appagati, quando meno te lo aspetti, possa arrivare qualcosa che cambierà le carte in tavola. Tutto ciò al quale hai creduto fino a quel momento passa in secondo piano e davanti a te si apre una nuova via , quella che inconsciamente o consciamente non hai mai voluto prendere o vedere, una strada che ti porterà alla risoluzione di te stesso e alla vera felicità.
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rciotti031
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lunedì 13 aprile 2020
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brutta sorpresa nell'uovo
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Campionario di cliché e situazioni inverosimili che si snodano in un percorso del già visto oltre ogni sopportazione. L’unico personaggio che strappa qualche sorriso è Pietro, quello interpretato da
Richy Memphis, per il resto davvero una delusione totale.
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