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mercoledì 30 settembre 2020
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polonia mon amour
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Ormai sono sempre meno i film in cui guardandoli si pensa "speriamo non finisca". e devo dire mi capita sempre piu spesso con film non americani. E' il caso di westo the hater. E' un film veramente completo. sopratutto la sceneggiatura e la regia sono superbi, non mi hanno mai annoiato in piu di due ore, e la tensione è sempre cresciuta insieme alle pieghe del tempo e dello spazio di wuesta pellicola, che tocca temi importante, fuori e dentro il web, e li affronta in modo verosimile e non per forza spettacolare. La spettacolarità e la t ensione stanno semmai nel sempre possibile bivio che il protagonista (che è anche la società) ha perennemente avanti a se, e alla strada che sceglie, conseguenze comprese.
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Ormai sono sempre meno i film in cui guardandoli si pensa "speriamo non finisca". e devo dire mi capita sempre piu spesso con film non americani. E' il caso di westo the hater. E' un film veramente completo. sopratutto la sceneggiatura e la regia sono superbi, non mi hanno mai annoiato in piu di due ore, e la tensione è sempre cresciuta insieme alle pieghe del tempo e dello spazio di wuesta pellicola, che tocca temi importante, fuori e dentro il web, e li affronta in modo verosimile e non per forza spettacolare. La spettacolarità e la t ensione stanno semmai nel sempre possibile bivio che il protagonista (che è anche la società) ha perennemente avanti a se, e alla strada che sceglie, conseguenze comprese. che dire del finale ? non voglio ma soprattutto non posso dire se è un happy ending o finisce male. ottima anche la colonna sonora minimale e la fotogrofia, forse non vistosa,ma adattassima alla storia. anche la recitazione del protagonista è impeccabile. passa impercettibilmente e con disinvoltura dal bravo ragazzo al delinwuente.film davvero ricco di forma e contenuti.
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jonnylogan
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domenica 4 settembre 2022
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il troll
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Tomasz è un ex studente della facoltà di giurisprudenza dell’Università di Varsavia, dalla quale è stato espulso per plagio. Il tutto a insaputa di una coppia di amici di famiglia, che lui chiama amichevolmente “zii” e che finanziano da sempre i suoi studi. Al tempo stesso Tomasz è segretamente innamorato della loro figlia, Gabi, e per potersi permettere quel tenore di vita che altrimenti gli sarebbe precluso, inizia a cercare un lavoro nel settore dei social media in qualità di moderatore di contenuti.
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Tomasz è un ex studente della facoltà di giurisprudenza dell’Università di Varsavia, dalla quale è stato espulso per plagio. Il tutto a insaputa di una coppia di amici di famiglia, che lui chiama amichevolmente “zii” e che finanziano da sempre i suoi studi. Al tempo stesso Tomasz è segretamente innamorato della loro figlia, Gabi, e per potersi permettere quel tenore di vita che altrimenti gli sarebbe precluso, inizia a cercare un lavoro nel settore dei social media in qualità di moderatore di contenuti.
Dalla Polonia arriva una pellicola dal sapore internazionale e d’attualità. Fatta di narrazioni che riguardano i social e di come la figura del Troll, colui che riesce a spostare le discussioni on line e quindi anche l’opinione pubblica, sia quanto mai tangibile e parte del nostro mondo. Il quarantenne Jan Komasa, noto per aver diretto film dal taglio altrettanto internazionale, fra cui Warsaw 44, dedicata alla rivolta di Varsavia durante la seconda guerra mondiale, e The Suicide Room, dedicato al manifestarsi delle prime scelte sessuali di un adolescente, e l’isolamento virtuale, nel quale questi precipita quando queste scelte non sono condivise dalla propria famiglia, riesce a dirigere un nuovo film ancora una volta drammatico e sempre incentrato sull’uso dei nuovi media. Un thriller, ancora presente nel pacchetto Netflix, che ha come epicentro la capitale polacca che con le sue gelide giornate invernali fa da sfondo all’ascesa di un giovane manipolatore, il ventottenne Maciej Musiałowski, nel ruolo di Tomek Giemza. Arrampicatore sociale degno del Mister Ripley di Anthony Minghella. Un trasformista e calcolatore della porta accanto dal volto imperscrutabile, ma con idee altrettanto precise su come raggiungere i propri obiettivi. Musiałowski con una fisicità, mai sopra le righe e troppo esibita, riesce con il semplice click di un pulsante a occupare lo schermo e a modificare le scelte degli altri protagonisti a proprio piacimento. Il tutto grazie a una sceneggiatura perfettamente funzionante ma anche alla bravura di un regista che crediamo abbia ormai raggiunto la piena maturità e che sia quindi pronto per valicare definitivamente i confini della propria nazione. Una pellicola dal ritmo serrato che per quanto tratti un tema noto, la pericolosità dei nuovi media, merita di essere visionata per l’indubbia capacità di catturare a botte di adrenalina qualunque spettatore.
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