Minari

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Un film di Lee Isaac Chung. Con Steven Yeun, Ye-ri Han, Yuh Jung Youn, Alan S. Kim.
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Drammatico, Ratings: Kids+13, - USA 2020. - Academy Two uscita lunedì 26 aprile 2021. MYMONETRO Minari * * * 1/2 - valutazione media: 3,58 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
writer58 domenica 4 giugno 2023
film visti nel 2020: minari +4 altri Valutazione 0 stelle su cinque
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 Nel 2020 il Covid  ha spazzato via, oltre che le nostre vite sociali, ridotte a meri scambi virtuali o contatti distanti mediati da mascherine e guanti, anche l’industria cinematografica, costretta a rimandare anche di due anni la produzione e la presentazione delle opere e a congelare progetti già avviati. Nella mia ricerca di film visti e non recensiti in quel periodo sono riuscito a trovare solo 5 titoli, probabilmente usciti l’anno dopo, film che sicuramente non rimarranno nella storia del cinema.

Un altro giro,del danese Vinterberg, che racconta l’esperimento di un gruppo di amici che decidono di assumere alcool in modo controllato (e a dosi progressivamente crescenti) come rimedio al grigiore esistenziale che li avviluppa, fino a che rischieranno seriamente di contrarre una dipendenza alcolica;

Rifkin’s festival, un film di Woody Allen in trasferta al Festival di San Sebastian, in cui un critico cinematografico  ipocondriaco e ultra sessantenne scopre la relazione tra sua moglie e un regista presuntuoso e narcisista;

Il ritratto del Duca, di Roger Michell, un lavoro garbato e inessenziale su un pensionato che ruba un quadro di Francisco Goya per ottenere denaro da spendere in beneficienza;

L’incredibile storia dell’isola delle rose, visto su Netflix, di Sidney Sibilia, un film che narra una vicenda così inverosimile da sembrare assurda, eppure realmente accaduta: La costruzione di una piattaforma al largo delle coste emiliane e fuori dalle acque territoriali italiane chiamata “isola delle rose”. [+]

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felicity lunedì 21 febbraio 2022
racconto bucolico e minimalista Valutazione 4 stelle su cinque
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Minari è il film da vedere per risollevarsi in questi tempi bui. La saga familiare, ispirata all'autobiografia del regista coreano-americano, è un racconto bucolico e minimalista di poetica autenticità e soave ottimismo.
Minari descrive gli sforzi di una famiglia coreana in difficoltà economiche mettendo in scena una storia che descrive i valori della cultura coreana con gli stilemi del cinema americano indipendente.
Minari è una saga familiare dai toni placidi: il regista Lee Isaac Chung prende le distanze da uno stile narrativo melodrammatico o troppo impetuoso nel mettere in scena conflitti e frustrazioni degli Yi.
Lee riesce a farci investire emotivamente sui protagonisti senza che ce ne accorgiamo, dimostrando che si può raccontare il dramma senza toni clamorosi, ovvero senza scegliere la via più facile e d’effetto del melodramma. [+]

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francesca meneghetti domenica 15 agosto 2021
immigrati-pionieri alla ricerca della terra promessa
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Il minari è una pianta aromatica, tipica della cucina coreana. In questo film sembra un elemento di dettaglio: viene piantata sulle rive di un torrente dalla nonna coreana, che ha portato con sé i semi, e vi attecchisce rigogliosamente. Diventa però anche una metafora dell’emigrazione, che è anche uno dei temi del film, accanto a quello della conquista della terra, che è nelle tradizioni americane.
Siamo negli anni '80: Jacob e Monica sono due immigrati sudcoreani, stanchi del loro lavoro (il sessaggio dei pulcini). Hanno due bambini, il più piccolo sofferente di cuore. Jacob vuole diventare contadino e coltivare e rivendere in proprio, nelle grandi città dove sono insediati circa 30. [+]

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belliteam domenica 8 agosto 2021
minari, una metafora dell''immigrazione coreana Valutazione 4 stelle su cinque
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Minari, che da' il titolo al film, e' una piantina molto utilizzata nella cucina Coreana, che nella pellicola di Lee Isaac Chung viene trapiantata sulle rive di una radura isolata, e cresce rigogliosa..  
E' una metafora ovviamente che rappresenta l'immigrazione Coreana negli Stati Uniti, qui in Arkansas, dove una famiglia Cireana si trasferisce con il sogno di creare una fattoria con prodotti Coreani; ed ecco svelate le tematiche principali: la tradizione, la famiglia, il sacrificio (i genitori lavorano tutto il giorno in una fabbrica dove si occupano di sessaggio dei polli), il riscatto.
Minari e' un film emozionante, dolce (il figlio che ha un soffio al cuore che necessita assistenza) ma anche amaro, che ci invita alla riflessione. [+]

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tunaboy martedì 29 giugno 2021
recensione minari Valutazione 4 stelle su cinque
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Spesso si dice che i bambini sono la vera porta verso la verità, riuscendo a vedere la realtà per come è, immuni alle menzogne raccontate dagli adulti.

Ed è proprio attraverso gli occhi di un bambino, David, che “Minari” ci racconta la cruda realtà di un Sogno Americano ormai in sfacelo e l’accettazione delle proprie origini. [+]

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astromelia mercoledì 26 maggio 2021
finale spento o aperto? Valutazione 3 stelle su cinque
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delusa da un finale scialbo ,sembra lasciar intravedere un seguito? il film bello nella sua semplicità ma nulla di eclatante.

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luca scialo sabato 15 maggio 2021
un buon messaggio sebbene manchi la poesia del cinema coreano Valutazione 3 stelle su cinque
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Alla sua terza prova da regista, Lee Isaac Chung ci propone la storia di una famiglia di origini coreane che nella rampante America reaganiana degli anni '80, vuole coltivare il suo american dream. A volerlo è soprattutto il padre David, nel cui cuore quella illusione americana si è trapiantata non poco.
E così, si trasferisce dalla California all'Arkansas per avviare una propria fattoria, sebbene l'idea iniziale sia un semplice orticello da coltivare. Del resto, lui e la moglie Monica sono anche stanchi del lavoro che fanno: osservare il genere dei pulcini per scartare i maschi, destinati ad un forno crematorio.
Tuttavia, la realtà si mostra ben diversa dal sogno e non mancano ostacoli. [+]

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gianchi venerdì 14 maggio 2021
quando la semplicità diventa superlativa. Valutazione 4 stelle su cinque
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Una famiglia coreana, negli anni 80, lascia la costosa California per trasferirsi in Arkansas e ripartire con una nuova attività: una fattoria dove coltivare prodotti coreani destinati alla crescente comunità asiatica.  Fin da subito il film ti tira dentro le dinamiche familiari, tuttaltro che idilliache. Diverbi tra marito e moglie, problemi di salute del piccolo bimbo, grandi difficoltà nell'avviare un'attività da zero con pochissime risorse. L'arrivo della nonna, personaggio indimenticabile, contribuirà non poco all'evolversi del contesto familiare. La cosa che colpisce e che ci attira è il vedere quanto i valori della famiglia, possano nei momenti più bui tirare fuori il meglio dalle persone. [+]

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eugenio giovedì 13 maggio 2021
furore coreano Valutazione 4 stelle su cinque
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Un film classico, d’altri tempi, impostato ed elegiaco. Un film americano su una famiglia coreana, un film di campagna per la ricerca della libertà, un film quasi d’atmosfera ottocentesca per la sua dimensione rurale, per la dimensione di una purezza di spirito che si fa nobiltà d’animo senza essere troppo intellettualoide.
Tutto questo è Minari, quarto lavoro del regista americano di origine coreana Lee Isaac Chung, uno dei suoi lavori forse più biografici fatto di crescita e ricordi ovattati lungo quei favolosi anni ’80 che il cineasta lascia trasparire attraverso gli occhi del giovane protagonista David (Alan Kim). Un ragazzino malato al cuore ma sempre vivace figlio di Jacob, capofamiglia che per garantire appunto un futuro migliore a lui e alla sua famiglia, si trasferisce in un “altro mondo” differente da quella California, un territorio agreste con un “furore” alla Steinbeck alla costante ricerca di un giro d’affari, lontano dal sessaggio di polli, un lavoro estenuante e sottopagato, ma rivolto solo ed unicamente alla possibilità di poter vivere della propria terra. [+]

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athos martedì 11 maggio 2021
sonno intermittente Valutazione 2 stelle su cinque
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Primo film in sala dopo tempo immemorabile. Purtroppo ho ingurgitato una pappina melensa che sapeva di poco. Minari è stata una delusione, anche l'Oscar alla nonnina non mi sembra il naturale seguito di una performance memorabile. All'uscita dalla sala sono stato intevistato da Raitre regione. Purtroppo leggermente annichilito dalla visione, ho spiaccicato due parole quasi senza senso.

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