kronos
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giovedì 12 settembre 2024
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spaventi classici
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Classico horror soprannaturale a base di edifici infestati da spiriti inquieti alla ricerca della pace eterna, sorprende come film d'esordio per almeno due ragioni: la regia al femminilie, solitamente estranea al genere, e la professionalità della produzione.
Regia, fotografia, ambientazioni e Cast sono impeccabili, lontani anni luce dai tanti filmetti italiani "indipendenti" (ovvero, a zero budget) girati tra amici con lo smartphone. L'atmosfera è quella giusta, i brividi lungo la schiena salgono generosi nei momenti opportuni e lo script nell'insieme funziona: peccato per la figura dell'infermiere coatto edotto di spiritismo, nota stonata che fa danni
Ma non credete agli zuzzurelloni che ve lo sconsigliano invocando il cinema de paura del vecchio Argento o degli spagnoli: "Letto n.
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Classico horror soprannaturale a base di edifici infestati da spiriti inquieti alla ricerca della pace eterna, sorprende come film d'esordio per almeno due ragioni: la regia al femminilie, solitamente estranea al genere, e la professionalità della produzione.
Regia, fotografia, ambientazioni e Cast sono impeccabili, lontani anni luce dai tanti filmetti italiani "indipendenti" (ovvero, a zero budget) girati tra amici con lo smartphone. L'atmosfera è quella giusta, i brividi lungo la schiena salgono generosi nei momenti opportuni e lo script nell'insieme funziona: peccato per la figura dell'infermiere coatto edotto di spiritismo, nota stonata che fa danni
Ma non credete agli zuzzurelloni che ve lo sconsigliano invocando il cinema de paura del vecchio Argento o degli spagnoli: "Letto n. 6" è un buon film di genere da non vedere a cuor leggero soli in casa a notte fonda ;-)
Voto Reale: Tre stelline e un quarto
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figliounico
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venerdì 20 gennaio 2023
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un horror dimenticabile
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Trama intricata su un soggetto semplice semplice dei fratelli Manetti per un film dimenticabile, zeppo di cliché del cinema di genere, diretto una giovane regista, Milena Cocozza, che ha avuto almeno il coraggio di cimentarsi nell’horror, un genere per cui notoriamente il cinema nostrano è negato da tempo immemore, almeno dalla morte artistica di Argento in poi. Si sprecano i riferimenti ad altri film dello stesso tipo, uno per tutti 1921-Il mistero di Rookford, dei quali risulta un clone all’italiana molto parlato e poco agito. Si salva Carolina Crescentini nella convincente interpretazione della protagonista, la dottoressa alle prese con il solito fantasma del bambino, e Peppe Servillo per il cameo del Vescovo.
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pigi51
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martedì 17 gennaio 2023
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un horror che non indulge a compromessi
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Esordio felice e sicuro per Milena Cocozza (2019) con un horror dalle tinte argentiane che finisce per coinvolgere fortemente lo spettatore , anche grazie alla splendida Carolina Crescentini che sembra fatta apposta nell'aspetto (specie gli occhi e lo sguardo) e le movenze per quella parte. Dall'altra un enorme Istituto dall'aspetto spettrale, di per sè capace di incutere timore come nell'architettura gotica di Inferno e Suspiria, con un passato di manicomio infantile, e un prete che conosce quanto di inquieto accade dentro quelle mura soprattutto di notte, ma nega spudoratamente gli eventi per evitare un dissesto inevitabile della vecchia struttura. Così Bianca, la dottoressa di nuova nomina in stato di gravidanza, resta vittima di una serie di incubi e di possessioni con la visione di un bambino che si saprà essere deceduto tragicamente sessanta anni prima proprio in quell'Istituto.
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Esordio felice e sicuro per Milena Cocozza (2019) con un horror dalle tinte argentiane che finisce per coinvolgere fortemente lo spettatore , anche grazie alla splendida Carolina Crescentini che sembra fatta apposta nell'aspetto (specie gli occhi e lo sguardo) e le movenze per quella parte. Dall'altra un enorme Istituto dall'aspetto spettrale, di per sè capace di incutere timore come nell'architettura gotica di Inferno e Suspiria, con un passato di manicomio infantile, e un prete che conosce quanto di inquieto accade dentro quelle mura soprattutto di notte, ma nega spudoratamente gli eventi per evitare un dissesto inevitabile della vecchia struttura. Così Bianca, la dottoressa di nuova nomina in stato di gravidanza, resta vittima di una serie di incubi e di possessioni con la visione di un bambino che si saprà essere deceduto tragicamente sessanta anni prima proprio in quell'Istituto. La finestra della guardia medica dove lavora Bianca diventa quasi una calamita, attiirando di volta in volta vari personaggi coinvolti nella vicenda e portandoli al suicidio, ripercorrendo il sentiero di un grave disagio infantile (probabilmente non più di un Asperger) del piccolo Michele, abbandonato dalla madre e ossessionato dalla sua assenza. E allora le visioni spettrali notturne del bambino portano alla morte o alla distruzione di quanti si avvicinano al letto N 6 , il letto dove era stato ricoverato negli anni cinquanta e dove aveva vissuto le sue sofferenze.
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