Garfield: Una missione gustosa unisce i temi universali dell’animazione all’umorismo slapstick dei cartoon Hanna-Barbera.
Due piste narrative tengono in costante equilibrio il film, tra il gusto per l’avventura pirotecnica (l’affiliazione diretta è con l’heist-movie) e il sentimentalismo disneyano, che si saldano al tema della scoperta di sé (il Garfield d’azione) e dell’altro (la figura paterna), in breve della maturazione e della seconda occasione.
La vena slapstick alla Chuck Jones ricorda ai più grandi il moto perpetuo e le forme comprimibili e allungabili dei cartoon di una volta, da Tom & Jerry a Bee Beep.
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Garfield: Una missione gustosa unisce i temi universali dell’animazione all’umorismo slapstick dei cartoon Hanna-Barbera.
Due piste narrative tengono in costante equilibrio il film, tra il gusto per l’avventura pirotecnica (l’affiliazione diretta è con l’heist-movie) e il sentimentalismo disneyano, che si saldano al tema della scoperta di sé (il Garfield d’azione) e dell’altro (la figura paterna), in breve della maturazione e della seconda occasione.
La vena slapstick alla Chuck Jones ricorda ai più grandi il moto perpetuo e le forme comprimibili e allungabili dei cartoon di una volta, da Tom & Jerry a Bee Beep.
Il disegno è invece pulito come quello digitale, rotondo, morbido e coloratissimo per i piccoli spettatori di oggi.
A trovargli un difetto gli manca il graffio, che per un gatto non è affare da poco.
È divertimento senza macchia, ma non necessariamente buonista o inclusivo (gli unici due personaggi femminili di nota sono cattivi).
Da antologia l’inseguimento sul tetto del treno, degno dell’analoga scena di Mission: Impossibile che cita apertamente.
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