luciano sibio
|
sabato 16 maggio 2020
|
film per la televisione
|
|
|
|
Film che va bene per la televisione. Troppo Didascalico.E' fuoriluogo la scenografia ricalcante le sfumatrue pittoriche del realismo ottocentesco francese o la pittura macchiaiola italiana che riportano le scene in una dimensione temporale troppo antecedente aggiungendo irrealisticità alla storia. In questo contesto le interpretazioni sono tutte fuoriluogo e non centrate,nessuno sembra appartenere veramente a quella storia e a quel contesto.
Alcuni poi,tipo il poeta straripano di ruffianeria e anche lui è assolutmante improponibile.
Ci mancava solo la colonna sonora di Piovani stile "la vita è bella" perchè il confezionamento per la televisione è pronto.
[+]
Film che va bene per la televisione. Troppo Didascalico.E' fuoriluogo la scenografia ricalcante le sfumatrue pittoriche del realismo ottocentesco francese o la pittura macchiaiola italiana che riportano le scene in una dimensione temporale troppo antecedente aggiungendo irrealisticità alla storia. In questo contesto le interpretazioni sono tutte fuoriluogo e non centrate,nessuno sembra appartenere veramente a quella storia e a quel contesto.
Alcuni poi,tipo il poeta straripano di ruffianeria e anche lui è assolutmante improponibile.
Ci mancava solo la colonna sonora di Piovani stile "la vita è bella" perchè il confezionamento per la televisione è pronto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a luciano sibio »
[ - ] lascia un commento a luciano sibio »
|
|
d'accordo? |
|
maria f.
|
mercoledì 18 dicembre 2019
|
evviva i buoni film!
|
|
|
|
Sì, il regista è riuscito meravigliosamente a portarci in una realtà degli anni ’50, ad Africo, terra Calabrese fatta di sassi, fango, miseria, dove la popolazione sopravviveva spaccandosi la schiena per ottenere quel poco che la stessa terra desertica dispensava.
Anche Ciccio il Poeta era consapevole della situazione rovinosa in cui loro tutti versavano, ma lui con gli occhi e il cuore da sognatore godeva di tanti momenti di estasi durante i quali era catapultato oltre. Si nutriva della bellezza che quel luogo tanto impervio offriva, e pur sempre capace di calamitare il suo sguardo, e iniettarlo di luce e dei colori del mare e delle montagne.
Gli Africoti, gente severa ma paziente ogni giorno combatteva con determinazione cercando con forza e consapevolezza di mutare la condizione secolare fatta di subordinazione e sottomissione alle Istituzioni riconosciute come il Sindaco, Il Prefetto e le Forze dell’Ordine da una parte, e dall’altra ai soprusi del mafioso Don Totò.
[+]
Sì, il regista è riuscito meravigliosamente a portarci in una realtà degli anni ’50, ad Africo, terra Calabrese fatta di sassi, fango, miseria, dove la popolazione sopravviveva spaccandosi la schiena per ottenere quel poco che la stessa terra desertica dispensava.
Anche Ciccio il Poeta era consapevole della situazione rovinosa in cui loro tutti versavano, ma lui con gli occhi e il cuore da sognatore godeva di tanti momenti di estasi durante i quali era catapultato oltre. Si nutriva della bellezza che quel luogo tanto impervio offriva, e pur sempre capace di calamitare il suo sguardo, e iniettarlo di luce e dei colori del mare e delle montagne.
Gli Africoti, gente severa ma paziente ogni giorno combatteva con determinazione cercando con forza e consapevolezza di mutare la condizione secolare fatta di subordinazione e sottomissione alle Istituzioni riconosciute come il Sindaco, Il Prefetto e le Forze dell’Ordine da una parte, e dall’altra ai soprusi del mafioso Don Totò.
La condizione d’isolamento totale, spinse tutti indistintamente a fare la loro rivoluzione, in altre parole a unirsi, comprese donne e bambini, e a iniziare la costruzione di una strada che li avrebbe collegati alla marina e che quindi avrebbe permesso, in caso di bisogno, a un medico condotto di potere raggiungere l’ammalato o viceversa.
Anche la maestra del nord dell’Italia venuta per sua scelta a stabilirsi con quei diseredati, coraggiosamente li appoggiò.
Il film presenta una vita di stenti della popolazione, ma anche tanta solidarietà fra loro e se gli occhi degli adulti sono fieri e non demordono nonostante le continue vessazioni, in quelli dei bambini si leggono sguardi da adulto ma riflettono anche la meraviglia e lo stupore di chi è pronto ad accogliere un mondo tutto da scoprire.
Tutti gli attori sublimi.
Ho comunque il dovere di farvi notare che secondo me le acconciature dei capelli delle signore Bruni Tedeschi e Gregoraci non rispecchiano lo stile dell’epoca.
La prima perché il taglio che si vede è sfilato e spettinato proprio come si usa ai giorni nostri.
L’altra perché dubito che una donna dell’Aspromonte in quella società potesse esibire capelli sciolti e svolazzanti….forse nemmeno nell’intimità coniugale le sarebbe stato permesso!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a maria f. »
[ - ] lascia un commento a maria f. »
|
|
d'accordo? |
|
foffola40
|
martedì 10 dicembre 2019
|
foto poetiche
|
|
|
|
La realtà dell'Aspromonte negli anni 50 sembra perfino irreale per la povertà, la mancanza dei servizi primari, l'ignoranza di tutto, la presenza solo della forza del prepotente che decide per tutti. Stato inetto ,pauroso anche difronte alla morte, ignorante meno che del sopruso, tutto viene rappresentato nel personaggio del Prefetto.
Le immagini e alcune scene della piccola comunità di Africo sono molto belle, suggestive e sorprendenti. Il personaggio del "poeta" , pittore, forse un poco istrutio, appare improbabile e suonanon vero . Il film merita di essere visto. foffola40
|
|
[+] lascia un commento a foffola40 »
[ - ] lascia un commento a foffola40 »
|
|
d'accordo? |
|
gianna48
|
lunedì 9 dicembre 2019
|
una favola reale di povertà assoluta.
|
|
|
|
Una favola con tratti di vero lirismo nel personaggio di Marcello Fonte, perfetto nella parte del poeta sognatore. Infatti ci sono i buoni (gli abitanti del paese che si aiutano tra loro) e i cattivi (il capo mafia). Poi ci sono le istituzioni, sorde e infide. Solo il carabiniere che, alla fine, copre il delitto riscatta un po' la sordità delle istituzioni. Ma è poco verosimile. Negli anni 50, nel sud, ci mandavano quelli del nord, che non avrebbero capito il senso di quel delitto. Per questo è favola. D'altro canto la vita nei paesi calabresi era di una miseria inverosimile, senza scarpe nel fango, senza medici nè medicine, senza istruzione. Peggio delle bestie.
[+]
Una favola con tratti di vero lirismo nel personaggio di Marcello Fonte, perfetto nella parte del poeta sognatore. Infatti ci sono i buoni (gli abitanti del paese che si aiutano tra loro) e i cattivi (il capo mafia). Poi ci sono le istituzioni, sorde e infide. Solo il carabiniere che, alla fine, copre il delitto riscatta un po' la sordità delle istituzioni. Ma è poco verosimile. Negli anni 50, nel sud, ci mandavano quelli del nord, che non avrebbero capito il senso di quel delitto. Per questo è favola. D'altro canto la vita nei paesi calabresi era di una miseria inverosimile, senza scarpe nel fango, senza medici nè medicine, senza istruzione. Peggio delle bestie. E pure la figura di Don Toto' è significativa ma poco verosimile: un capo ndranghetista non girava mai così da solo, senza almeno un guardaspalle. Ma, se è una favola, si accettano anche le cose poco verosimili: siamo lontanissimo dai veri film d'epoca dei Visconti o dei Rossellini nei quali la miseria sembrava davvero tangibile. Qui si sente che è tutto un po' artefatto. Un buon film, certo, ma manca il pathos. Anche la maestrina è ben interpretata dalla Bruni Tedeschi ma sta in superficie, resta fuori dalle loro tragedie, anche se pure lei impara a camminare scalza (questo davvero inverosimile).
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianna48 »
[ - ] lascia un commento a gianna48 »
|
|
d'accordo? |
|
liviana
|
martedì 3 dicembre 2019
|
uno straordinario viaggio...
|
|
|
|
Sono andata alla presentazione del film al Cinema Aquila, non ho mai voluto conoscere la storia a fondo nonostante avessi potuto per riuscire a godermi al meglio questo film una volta uscito nelle sale. Avrei potuto dire la mia al dibattito ma purtroppo la timidezza ha preso il sopravvento e quindi ho deciso di scrivere il mio pensiero in questo portale. Il film è stato uno straordinario viaggio che ho fatto insieme ai protagonisti di questa storia. Ho provato tante emozioni tra cui la rabbia e la tristezza ma anche la speranza per questo popolo per la sua rinascita. Il film è molto delicato e tratta un argomento che purtroppo non è molto lontano da ciò che succede in questo momento storico.
[+]
Sono andata alla presentazione del film al Cinema Aquila, non ho mai voluto conoscere la storia a fondo nonostante avessi potuto per riuscire a godermi al meglio questo film una volta uscito nelle sale. Avrei potuto dire la mia al dibattito ma purtroppo la timidezza ha preso il sopravvento e quindi ho deciso di scrivere il mio pensiero in questo portale. Il film è stato uno straordinario viaggio che ho fatto insieme ai protagonisti di questa storia. Ho provato tante emozioni tra cui la rabbia e la tristezza ma anche la speranza per questo popolo per la sua rinascita. Il film è molto delicato e tratta un argomento che purtroppo non è molto lontano da ciò che succede in questo momento storico. Racconta la vita vera, la sofferenza e la gioia di vivere con poco di bambini cresciuti troppo presto ma con il cuore dolce. Il film é poetico. E' delicato. Cast ECCELLENTE .Vero cinema. LIVIANA
[-]
|
|
[+] lascia un commento a liviana »
[ - ] lascia un commento a liviana »
|
|
d'accordo? |
|
mauridal
|
martedì 26 novembre 2019
|
gli ultimi sono diventati i primi
|
|
|
|
Quando si vogliono ritrovare le proprie radici ,bisogna affondare i piedi nella terra.
In questo film pieno di di immagini dove il vero è reso con un ricercato “verismo “ addirittura con una scelta iperrealista ,le inquadrature si soffermano sui piedi nudi dei personaggi che affondano nel fango dei luoghi abitati da gente poverissima , dai paesani di Africo vecchio paesino arroccato sulle montagne dell’Aspromonte calabrese .
[+]
Quando si vogliono ritrovare le proprie radici ,bisogna affondare i piedi nella terra.
In questo film pieno di di immagini dove il vero è reso con un ricercato “verismo “ addirittura con una scelta iperrealista ,le inquadrature si soffermano sui piedi nudi dei personaggi che affondano nel fango dei luoghi abitati da gente poverissima , dai paesani di Africo vecchio paesino arroccato sulle montagne dell’Aspromonte calabrese . Con quelle inquadrature di povera gente contadini e pastori che affondano nella povertà di una Calabria anni cinquanta , anche il regista ha voluto riaffondare la propria memoria in quegli anni e in quei luoghi dove ha vissuto e da dove è partito come hanno poi fatto tutti gli altri abitanti alla fine della storia. Un vissuto che riemerge nelle figure tipiche dei paesini del sud Italia agricolo e pre industriale. A personaggi tipo il prete , Il sindaco Il commissario di Polizia il brigadiere dei Carabinieri . In quella realtà calabrese ,così come in Sicilia e anche altrove, si affianca un Don con lupara o pistola, ma anche un medico condotto e la maestra elementare che veniva dal Nord come una missionaria o si direbbe oggi una volontaria umanitaria per portare elementi di civiltà in quelle popolazioni di frontiera. Il caso narrato dal film è infatti proprio di un paesino remoto ai margini di una lontana frontiera del benessere normale che viene evocata come la marina ovvero la parte di Africo abitata sul mare giù dalla montagna ,Una divisione del sopra e sotto che viene ben resa dal fatto che non esisteva una strada né carrozzabile ma neanche pedonale tra le due zone bensì una fangosa mulattiera per animali. Qui si sofferma la storia narrata della disgrazia accaduta ad una donna del paese morta di parto col figlio per non essere stata soccorsa dal medico per la mancanza di collegamenti stradali . Dunque la storia parte proprio dagli ultimi dai poverissimi che muoiono di fame e di stenti senza diritti e senza alcuna garanzia di vita civile . Un popolo che abbandonato dal potere legale dello Stato si deve assoggettare agli unici poteri esistenti sul posto il Don parroco e il Don padrino ovvero il mafioso locale che non esita a sparare sugli uomini che organizzati dalla disperazione iniziano a costruirsi da soli una strada lastricata di pietre e massi squadrati che unisca il paese con la marina di sotto. Anche le autorità legali sindaco e prefetto sono contro i paesani perché la neo strada in rudimentale costruzione è in effetti abusiva e senza alcuna norma di sicurezza ma in tale circostanza i poteri si uniscono per reprimere l’unica istanza di ribellione civica che ad opera di alcuni uomini contadini e pastori ma anche donne e ragazzini e la maestra di scuola forestiera di Como si realizza con una decisa insolita Unità di forze e intenti contro tutti poteri e contro tutti le autorità .
Dunque Calopresti anarchico e regista che ricostruisce una storia forse accaduta tanti anni fa in un paesino Africo ,della Calabria scordata . Direi un film di socio storia del nuovo verismo da Visconti per l'alto livello di formalizzazione che caratterizza il film, nei valori compositivi dell’immagine , passando per Rosi finendo a Pasolini ma forse anche attraversando Anghelopulos e Ken Loach. Dunque un socialismo democratico e umanitario forse il messaggio di Calopresti interpretato attraverso un Marcello Fonte , un Marco Leonardi un Sergio Rubini e una Valeria BruniTedeschi , sempre glamour, si riafferma la radice nella terra del regista ma il cameo della parlata calabra di miss Calabria Elisabetta Gregoraci , nel finale del film direi oscura tutti e ci riporta a una più rapida uscita dal cinema per un happy end con gli amici cinefili.( mauridal) .
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mauridal »
[ - ] lascia un commento a mauridal »
|
|
d'accordo? |
|
lucano11
|
martedì 26 novembre 2019
|
diremo che siamo stati noi a sparare
|
|
|
|
una grande poesia su un immenso problema meridionale nato con l'unità d'Italia .Aspromonte è davvero la terra degli ultimi e il film lo rende a pieno attraverso una attenta regia e una sceneggiatura che non esclude,ancora oggi, gli enormi problemi del sud,della burocrazia, della prepotenza.
Commovente il carabiniere che non vuole sapreer chi ha sparato accollandosi la responsabilità del conflitto a fuoco, anche lui si adatta alla "giustizia" dell'aspromonte comprendendo che la giustizia dei potenti avrebbe distrutto un individuo vessato e che non sarebbe stata compresa o addirittura vista come una ennesima prepotenza.Non si giustifica comunque un omicidio.
[+]
una grande poesia su un immenso problema meridionale nato con l'unità d'Italia .Aspromonte è davvero la terra degli ultimi e il film lo rende a pieno attraverso una attenta regia e una sceneggiatura che non esclude,ancora oggi, gli enormi problemi del sud,della burocrazia, della prepotenza.
Commovente il carabiniere che non vuole sapreer chi ha sparato accollandosi la responsabilità del conflitto a fuoco, anche lui si adatta alla "giustizia" dell'aspromonte comprendendo che la giustizia dei potenti avrebbe distrutto un individuo vessato e che non sarebbe stata compresa o addirittura vista come una ennesima prepotenza.Non si giustifica comunque un omicidio.
Un film da non perdere
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lucano11 »
[ - ] lascia un commento a lucano11 »
|
|
d'accordo? |
|
fedmou
|
lunedì 25 novembre 2019
|
la dignità del popolo calabrese
|
|
|
|
Un film girato in modo non credo facilmente in alcuni Borghi dell'Aspromonte,che riproduce fedelmente gli ideali, i valori, le azioni del popolo calabrese degli anni 50,povero, pieno di dignità e composto da gente laboriosa pronta a cambiare il corso degli eventi.
E' un film grazie a cui si possono rispolverare i ricordi di un tempo passato (vissuti in prima persona o sentiti) per ricongiungersi a un senso di eternità e di pace che quei luoghi trasmettono.
E' il racconto di un popolo, seppur soggiogato al potere statale e alla criminalità, non
vuole abbandonare la speranza di costruirsi un futuro migliore verso la libertà.
[+]
Un film girato in modo non credo facilmente in alcuni Borghi dell'Aspromonte,che riproduce fedelmente gli ideali, i valori, le azioni del popolo calabrese degli anni 50,povero, pieno di dignità e composto da gente laboriosa pronta a cambiare il corso degli eventi.
E' un film grazie a cui si possono rispolverare i ricordi di un tempo passato (vissuti in prima persona o sentiti) per ricongiungersi a un senso di eternità e di pace che quei luoghi trasmettono.
E' il racconto di un popolo, seppur soggiogato al potere statale e alla criminalità, non
vuole abbandonare la speranza di costruirsi un futuro migliore verso la libertà.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fedmou »
[ - ] lascia un commento a fedmou »
|
|
d'accordo? |
|
massimo cortese
|
venerdì 22 novembre 2019
|
due mondi a confronto
|
|
|
|
Ho trovato questo film splendido, sotto ogni punto di vista. Già il titolo “La terra degli ultimi” lascia intuire il racconto di una vicenda umana tribolata, come appunto è stata l’esistenza di persone in condizioni di profonda miseria vissute negli anni dell’immediato Dopoguerra nel Comune calabrese di Africo. Elemento centrale è il contrasto tra due mondi – quello rurale degli analfabeti e quello ufficiale delle Istituzioni – che non colloquiano tra loro perché troppo distanti, ciascuno dei quali è contraddistinto da un sistema di valori suoi propri, da criteri di valutazione degli avvenimenti spesso contrastanti e, soprattutto, da un diverso modo di concepire la speranza.
[+]
Ho trovato questo film splendido, sotto ogni punto di vista. Già il titolo “La terra degli ultimi” lascia intuire il racconto di una vicenda umana tribolata, come appunto è stata l’esistenza di persone in condizioni di profonda miseria vissute negli anni dell’immediato Dopoguerra nel Comune calabrese di Africo. Elemento centrale è il contrasto tra due mondi – quello rurale degli analfabeti e quello ufficiale delle Istituzioni – che non colloquiano tra loro perché troppo distanti, ciascuno dei quali è contraddistinto da un sistema di valori suoi propri, da criteri di valutazione degli avvenimenti spesso contrastanti e, soprattutto, da un diverso modo di concepire la speranza. Il dialetto, contrapposto alla lingua italiana, contribuisce a sottolineare l’incomunicabilità tra le due realtà. Il mappamondo, una delle poche povere cose presenti nella scuola, è l’elblema dell’anelito verso un mondo migliore, lontano dalla miseria e dal degrado. Quest’oggetto- che fa parte del modestissimo arredo scolastico, insieme alla logora cartina geografica, probabilmente quella del Regno d’Italia – è lo spunto per introdurre molte tematiche presenti nella pellicola, come il sogno, il viaggio, l’ansia di riscatto e l’amaro destino che si accompagna alla vita di questi ultimi. La vera protagonista del film è la Terra di Calabria, con una Natura Incontaminata che condiziona e travolge il destino di uomini e donne, a prescindere dal mondo di provenienza. Raccomanderei la visione del film alle scuole di questo Paese: in un mondo dove è piuttosto debole la Memoria del Passato, una vicenda sulle proprie origini non può che far bene.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a massimo cortese »
[ - ] lascia un commento a massimo cortese »
|
|
d'accordo? |
|
|
venerdì 22 novembre 2019
|
via dall'aspromonte
|
|
|
|
Ho apprezzato molto la recensione di Paola Casella che ha messo a fuoco le varie tematiche espresse nel film. Aggiungo soltanto che i cambiamenti apportati nel film non aggiungono vigore alla storia narrata nel libro dove c'è l'utopia che ci salva quando i sogni sembrano svanire. Il brigante del libro è una metafora che parla al nostro presente, alla paura del futuro, dell'incognita del viaggio per tutti i popoli in movimento. E' stato fin troppo facile rappresentarlo come un malavitoso locale, visto in tante altre storie e film. "Via dall'Aspromonte" è anche la storia di un popolo, quello di Africo, che si batte contro le ingiustizie e mantiene il suo orgoglio e la sua fierezza, pur nella sconfitta.
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
|