La pellicola rilancia il mito di Shaft pur con qualche ingenuità e un mancato approfondimento psicologico dei personaggi in un’America sempre più dilaniata dai conflitti sociali e dal razzismo incipiente.
Shaft è si un’occasione mancata di poter rifare la storia del cinema dando un nuovo modello di riferimento alle generazioni di afroamericani (e non), ma di contro diventa l’opportunità di poter riscoprire il mito di Richard Roundtree, della saga degli anni Settanta e l’importanza della blaxploitation in quel particolare periodo storico, quando un detective afroamericano nell’imporre la disciplina in nome della legge con forza e determinazione era capace d’incarnare un’autentica rivoluzione sociale.
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La pellicola rilancia il mito di Shaft pur con qualche ingenuità e un mancato approfondimento psicologico dei personaggi in un’America sempre più dilaniata dai conflitti sociali e dal razzismo incipiente.
Shaft è si un’occasione mancata di poter rifare la storia del cinema dando un nuovo modello di riferimento alle generazioni di afroamericani (e non), ma di contro diventa l’opportunità di poter riscoprire il mito di Richard Roundtree, della saga degli anni Settanta e l’importanza della blaxploitation in quel particolare periodo storico, quando un detective afroamericano nell’imporre la disciplina in nome della legge con forza e determinazione era capace d’incarnare un’autentica rivoluzione sociale.
La mancanza di idee degli sceneggiatori è la componente migliore del film perché è quando cominciano a ragionare che sono dolori veri.
Lo Shaft di Samuel L. Jackson è misogino, omofobo e xenofobo: tratta le donne come puri oggetti di piacere, pensa che essere millennial esperti di computer sia “una cosa da bianchi” e teme che il figlio sia omosessuale.
In chiave comica andrebbe pure bene se, alla lunga, venisse applicata la legge del contrappasso, se questo "monnezza" iniziasse a prendere schiaffoni per il suo comportamento. Se il giovane Shaft si rivelasse davvero gay, ad esempio, oltre che svolta progressista per la saga, costringerebbe anche il padre ad aprire la mente e ad accettarlo per quello che è. Macché. Il figlio indossa l’impermeabile di famiglia e inizia ad aderire ai deprecabili valori di papà.
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