enzo70
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giovedì 7 gennaio 2021
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brava la satrapi a raccontare la vita della curie
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È brava Marjane Satrapi a raccontare la storia di Marie Curie, una delle donne che hanno scritto la storia della scienza. Racconta il mito, senza mitizzarlo, mettendo in evidenza la mente brillante e le fragilità, attribuendole una dimensione umana. Dal grande amore per il marito Pierre Curie, il quale verrà attribuito il primo dei due premi Nobel, al rapporto con la figlia, la Curie è prima donna, e che donna, e poi scienziata, e che scienziata. Indovinata l’idea di mettere in relazione le scoperte della Curie con gli effetti pratici di quelle ricerche, le radiografie, la cura dei tumori con la radioterapia. Il leit motivi di questo bel film, comunque, è la dimensione innovativa di una donna che ha combattuto a favore dell’emancipazione femminile senza slogan e battaglie ideologiche, ma ricorrendo unicamente al rigore della ricerca scientifica.
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È brava Marjane Satrapi a raccontare la storia di Marie Curie, una delle donne che hanno scritto la storia della scienza. Racconta il mito, senza mitizzarlo, mettendo in evidenza la mente brillante e le fragilità, attribuendole una dimensione umana. Dal grande amore per il marito Pierre Curie, il quale verrà attribuito il primo dei due premi Nobel, al rapporto con la figlia, la Curie è prima donna, e che donna, e poi scienziata, e che scienziata. Indovinata l’idea di mettere in relazione le scoperte della Curie con gli effetti pratici di quelle ricerche, le radiografie, la cura dei tumori con la radioterapia. Il leit motivi di questo bel film, comunque, è la dimensione innovativa di una donna che ha combattuto a favore dell’emancipazione femminile senza slogan e battaglie ideologiche, ma ricorrendo unicamente al rigore della ricerca scientifica. Oggettivamente un bel film.
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felicity
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martedì 5 gennaio 2021
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sceneggiatura didascalica e regia prevedibile
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Radioactive sa molto bene dove vuole andare a parare, sa bene che servizio fare alla figura storica e cosa sottolineare. La storia della prima scienziata ad aver vinto un nobel (e una delle poche ad averne vinti due) è una gigantesca excusatio non petita per aver scoperto la radioattività, giustificata dalle angherie della Parigi dell’epoca verso una donna polacca, libera e intelligente.
Tutto il film mira a quello, a mostrare ragioni, forza e giustificazioni alla sua pervicacia nello studio, mancando completamente il punto di un vero scienziato (cioè la sete di conoscenza, il desiderio di arrivare, la voglia di muoversi in territori dove nessuno è mai arrivato).
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Radioactive sa molto bene dove vuole andare a parare, sa bene che servizio fare alla figura storica e cosa sottolineare. La storia della prima scienziata ad aver vinto un nobel (e una delle poche ad averne vinti due) è una gigantesca excusatio non petita per aver scoperto la radioattività, giustificata dalle angherie della Parigi dell’epoca verso una donna polacca, libera e intelligente.
Tutto il film mira a quello, a mostrare ragioni, forza e giustificazioni alla sua pervicacia nello studio, mancando completamente il punto di un vero scienziato (cioè la sete di conoscenza, il desiderio di arrivare, la voglia di muoversi in territori dove nessuno è mai arrivato).
La cornice è quella del biopic più classico, che si apre con il mondo accademico degli uomini che non crede in questa donna che vuole fare ricerca.
La sceneggiatura non trova mai l’equilibrio giusto e nel raccontare questa storia sembra considerare sempre l’uditorio come un bambino distratto.
Concetti e idee sono ripetuti ad oltranza, la donna polacca nella Parigi xenofoba, la donna nel mondo di uomini, la paura di non essere riconosciuta ma anche l’idealismo di non voler essere famosa per la propria scoperta. Radioactive è un film che usa la storia e la biografia per raccontare il presente, questo è più che evidente, ma lo fa in modi così maldestri che è proprio difficile passarci sopra.
Come è logico, visto il personaggio, è un film sulla fatica che le donne hanno sempre fatto (e tutt’ora fanno) a vedersi riconosciute per le proprie abilità e ottenere pari trattamento rispetto agli uomini, ma il lavoro sui personaggi è così terra terra che anche solo le scene più ordinarie sono portate avanti con un’imbarazzante goffagine.
Una serie di assurdità messe in bocca e fatte compiere alla scienziata chiuderanno un film che partiva per raccontare di una donna geniale in un mondo di uomini che non concepivano il suo genio e finisce chiedendo scusa al mondo per conto suo.
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lunedì 24 agosto 2020
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biopic?
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"Film biografico", nella nostra lingua. In Italia parliamo italiano. Grazie!
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