marcello
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giovedì 12 settembre 2019
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un elenco senza fine di incontri con it
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Penso sempre che il trailer di un film dia un'impronta del film in questione. Dopo aver guardato quello di It capitolo 2 non ho avuto una buona impressione sin da subito: l'ho trovato estremamente lungo e noioso. Dopo la scena iniziale ben riuscita (quella dei due ragazzi), il film perde forza progressivamente: le chiamate ai ragazzi adulti sono troppo veloci, non si riesce a metabolizzare la reazione.. sembra quasi un taglio per guadagnare spazio sugli innumerevoli incontri con it. A due terzi del film volevo andarmene. Troppe scene d'azione di fila una dietro l'altra (aspetto in comune col primo capitolo, che malgrado questo aspetto non mi è dispiaciuto). Mi è piaciuta la performance di Bill Skarsgard (Pennywise), che a mio parere non ha deluso rispetto al primo.
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Penso sempre che il trailer di un film dia un'impronta del film in questione. Dopo aver guardato quello di It capitolo 2 non ho avuto una buona impressione sin da subito: l'ho trovato estremamente lungo e noioso. Dopo la scena iniziale ben riuscita (quella dei due ragazzi), il film perde forza progressivamente: le chiamate ai ragazzi adulti sono troppo veloci, non si riesce a metabolizzare la reazione.. sembra quasi un taglio per guadagnare spazio sugli innumerevoli incontri con it. A due terzi del film volevo andarmene. Troppe scene d'azione di fila una dietro l'altra (aspetto in comune col primo capitolo, che malgrado questo aspetto non mi è dispiaciuto). Mi è piaciuta la performance di Bill Skarsgard (Pennywise), che a mio parere non ha deluso rispetto al primo. Per il resto ho trovato il film vuoto. Mi sembra uno di quei film pieni di effetti speciali fatti per impressionare e vendere, ma freddo, senza vita. Non ho visto la paura nella vita dei personaggi adulti, ma solo un susseguirsi di azioni. Avrei voluto emozionarmi per il seguito di una storia raccapricciante come quella di It che mi ha accompagnato nell'adolescenza, ma mi sono annoiato. Mi aspettavo molto di più.
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jonnylogan
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giovedì 12 settembre 2019
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i drammi dell'età adulta
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A quasi trent’anni di distanza “il club dei perdenti”, tutti ormai cresciuti e alle prese con i problemi dell’età adulta, si riunirà nuovamente a causa di una serie di telefonate inaspettate. Pennywise, il mostro che pensavano di aver sconfitto, è tornato e con lui anche la promessa che ventisette anni prima avevano stretto. Al tempo stesso, a quasi due anni dal precedente capitolo, esattamente come quasi tre decadi or sono era accaduto con il film diretto da Tommy Lee Wallace, si torna in sala per assistere questa volta all’entrata in scena di Bill Skarsgård, attore svedese alla sua prima interpretazione di successo, nel ruolo di Pennywise.
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A quasi trent’anni di distanza “il club dei perdenti”, tutti ormai cresciuti e alle prese con i problemi dell’età adulta, si riunirà nuovamente a causa di una serie di telefonate inaspettate. Pennywise, il mostro che pensavano di aver sconfitto, è tornato e con lui anche la promessa che ventisette anni prima avevano stretto. Al tempo stesso, a quasi due anni dal precedente capitolo, esattamente come quasi tre decadi or sono era accaduto con il film diretto da Tommy Lee Wallace, si torna in sala per assistere questa volta all’entrata in scena di Bill Skarsgård, attore svedese alla sua prima interpretazione di successo, nel ruolo di Pennywise. È proprio con l’arrivo del clown assassino che questo secondo capitolo vira quasi immediatamente in direzione dello splatter abbandonando quella che pareva l’arma in più di una prima parte spinta verso l’introspezione psicologica dei personaggi. La bravura di Muschietti, nelle corso delle quasi quattro ore di narrazione complessive, risiede nel non dare troppo corda al romanzo di King riuscendo a discostarsene citando un'altra celebre fatica dello scrittore di Portland, quello Stand By Me – ricordi di un’estate, al quale aveva saputo già aggrapparsi due anni or sono e dal quale riesce a ripartire. I protagonisti, tutti a parte uno, hanno deciso di abbandonare il vecchio paese non solo per colpa di quel che li aveva uniti e inevitabilmente divisi. Esattamente come i protagonisti diStand By Me il club si è sciolto perché Derry aveva poco da offrir loro. Le vite di Bill, Beverly, Richie, Stan, Mike e Eddie anche se vissute altrovenon si sono però mai liberate dai mostri dell’infanzia che questa volta hanno le sembianze di un posto di lavoro sgradito, di un marito violento o di un mutuo da pagare e non più quello dei bulli dai quali fuggire. Pennywise torna con il suo ghigno nel quale riflettere le idiosincrasie dell’età adulta e con lui riappare quel terrore mai dissolto di guardarsi indietro. Il nuovo cast riesce a reggere lo scontro con i predecessori e la pellicola regge ampiamente come pathos e capacità di catturare paure e attenzione mancando, ma non certo per colpa sua, l’obiettivo di essere all’altezza della prima metà a causa di una seconda parte meno coinvolgente. Muschetti, del quale sentiremo parlare ancora, aggiunge e impreziosisce il cast con numerosi camei e citazioni di opere a lui gradite, fra tutte Peter Bogdanovich e lo stesso Stephen King, a breve nuovamente al cinema con l’atteso sequel di Shining. Nel complesso pellicola da vedere a maggior ragione se eravate rimasti favorevolmente colpiti da quella del 2017.
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elpiezo
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mercoledì 11 settembre 2019
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pregevole!!!!
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A distanza di 27 anni “il club dei perdenti” si ritrova a Derry per contrastare Pennywise il famelico clown tornato improvvisamente a colpire.
Ancora una volta It ondeggia tra horror e romanzo di formazione e intreccia sagacemente passato e presente di un microcosmo fraterno in bilico tra infauste reminiscenze e un’attualità colma d’illusioni. Un confronto definitivo con i recessi oscuri del proprio animo, l’agognata rivalsa verso il perpetuo timore, un’ode alla fratellanza ed alla redenzione.
Un horror atipico e spettacolare, fedele alle tematiche volute dal suo creatore, il cui nome rappresenta tutt’ora la garanzia più grande che si possa desiderare.
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A distanza di 27 anni “il club dei perdenti” si ritrova a Derry per contrastare Pennywise il famelico clown tornato improvvisamente a colpire.
Ancora una volta It ondeggia tra horror e romanzo di formazione e intreccia sagacemente passato e presente di un microcosmo fraterno in bilico tra infauste reminiscenze e un’attualità colma d’illusioni. Un confronto definitivo con i recessi oscuri del proprio animo, l’agognata rivalsa verso il perpetuo timore, un’ode alla fratellanza ed alla redenzione.
Un horror atipico e spettacolare, fedele alle tematiche volute dal suo creatore, il cui nome rappresenta tutt’ora la garanzia più grande che si possa desiderare.
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gustibus
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mercoledì 11 settembre 2019
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i "perdenti"sono tornati
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I "perdenti"sono tornati da adulti.27anni dopo quando erano adolescenti con le loro debolezze,avevano fermato penniwyse usando un coraggio da vincenti.Al presente tutti oltre i 40anni,si ritrovano con molte debolezze,chi scrittore,che non emerge perche'sbaglia i finali dei libri,chi e'scenografo,chi e'manager mentalmente non in ordine e Beverly l'unica donna del gruppo che aveva un marito da dimenticare perche'violento.Si ritrovano a Derry la citta'dell'amicizia di gruppo e li sferrano con le loro piu'grandi debolezze,ma uniti sempre piu'forti l'uno verso l'altro.Devono sopprimere il ritorno del pagliaccio IT,memori con in taglio alla mano di riunirsi se questo mostro sarebbe ritornato.
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I "perdenti"sono tornati da adulti.27anni dopo quando erano adolescenti con le loro debolezze,avevano fermato penniwyse usando un coraggio da vincenti.Al presente tutti oltre i 40anni,si ritrovano con molte debolezze,chi scrittore,che non emerge perche'sbaglia i finali dei libri,chi e'scenografo,chi e'manager mentalmente non in ordine e Beverly l'unica donna del gruppo che aveva un marito da dimenticare perche'violento.Si ritrovano a Derry la citta'dell'amicizia di gruppo e li sferrano con le loro piu'grandi debolezze,ma uniti sempre piu'forti l'uno verso l'altro.Devono sopprimere il ritorno del pagliaccio IT,memori con in taglio alla mano di riunirsi se questo mostro sarebbe ritornato.Alla fine di una memorabile lotta diranno da perdenti non abbiamo niente da perdere ma solo da migliorare. Infatti la fine da adulti e'quasi migliore del primo capitolo,tutto e' brutto finché combattendo cercano di sconfiggere i l mostro che con visione reali e finte cercava di disunire le loro affinita'.Jessica Chastain(la mia icona!)non e'la principale ma la sua presenza si percepisce. Ho letto recensioni del pubblico(rispetto a voi e critica in generale) veramente distorte..film di serie b,comico,da una bibita..assolutamente non e'cosi'.Forse all'inizio dovevano fare 1 minuto di prefazione del primo IT..perche'forse si,se qualcuno ha visto solo il capitolo secondo potrebbe avere incomprensioni sulla storia.Ottimi i flashback da adolescenti a uomini vissuti,ma il racconto fa capire che era meglio da ragazzi.Sono proprio d'accordo!Da vedere,ma non come film dell'horror,ma come thriller psicologico e visionario..la base del film!..nn ho capito il vietato ai 14 e che il film originale e' di 190minuti,qua 155minuti!
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[+] it e la difficoltà dei losers di stare al mondo
(di antonio montefalcone)
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lorenzo savinelli
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mercoledì 11 settembre 2019
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da amare come il libro
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IT capitolo due è la perfetta continuazione della prima parte, francamente le critiche lasciano il tempo che trovano, solo il sentire tra le scene le centinaia di frasi imparate a memoria durante la lettura del ibro ti lasciano addosso quella sensazione di orrore misto ad emozione che IL RE ha regalato all'umanita' e che Muschietti superbamente ha riportato su pellicola, bravissimi gli attori sia i ragazzi che gli adulti o questo non vale piu' perchè la sceneggiature non è perfetta e il computers ogni tanto prende il sopravvento...ma soprattutto come e' possibile leggere che non fa paura, ma non scherziamo ci sono delle scene strepitose come quella della vecchietta figlia di pennywise che comincia improvvisamente a ballare e ad imitare il pagliaccio che è una delle scene piu' paurose mai viste al cinema a parer mio, e poi pennywise, si e' visto poco? MEGLIO, che paura ragazzi, che ritmo incalzante e che finale!Molto meglio di come me lo immaginavo e chi ha letto il libro sa che non era una cosa facile.
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IT capitolo due è la perfetta continuazione della prima parte, francamente le critiche lasciano il tempo che trovano, solo il sentire tra le scene le centinaia di frasi imparate a memoria durante la lettura del ibro ti lasciano addosso quella sensazione di orrore misto ad emozione che IL RE ha regalato all'umanita' e che Muschietti superbamente ha riportato su pellicola, bravissimi gli attori sia i ragazzi che gli adulti o questo non vale piu' perchè la sceneggiature non è perfetta e il computers ogni tanto prende il sopravvento...ma soprattutto come e' possibile leggere che non fa paura, ma non scherziamo ci sono delle scene strepitose come quella della vecchietta figlia di pennywise che comincia improvvisamente a ballare e ad imitare il pagliaccio che è una delle scene piu' paurose mai viste al cinema a parer mio, e poi pennywise, si e' visto poco? MEGLIO, che paura ragazzi, che ritmo incalzante e che finale!Molto meglio di come me lo immaginavo e chi ha letto il libro sa che non era una cosa facile.-lunga vita al re ed a Muschietti
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lukespl
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lunedì 9 settembre 2019
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it non può fare paura
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Quando lessi IT, adolescente, ne rimasi impressionato. E' un romanzo straordinario e ancora oggi, leggendone le pagine, non posso che ammirare la straordinaria capaità del Re di scrivere. Semplicemente scrivere, non necessariamente di horror, perchè il Re è grande perchè ha una superba e straordinaria capacità narrativa. Trasporre le sue opere in film è sempre un'ardua impresa e chi vede un lungometraggio tratto da una sua opera rimane quasi sempre deluso proprio perchè manca quella capacità di legare il lettore ai personaggi e alla storia.
Trasporre un romanzo monumentale come It in film è una cosa ardua, al limite dell'impossibile.
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Quando lessi IT, adolescente, ne rimasi impressionato. E' un romanzo straordinario e ancora oggi, leggendone le pagine, non posso che ammirare la straordinaria capaità del Re di scrivere. Semplicemente scrivere, non necessariamente di horror, perchè il Re è grande perchè ha una superba e straordinaria capacità narrativa. Trasporre le sue opere in film è sempre un'ardua impresa e chi vede un lungometraggio tratto da una sua opera rimane quasi sempre deluso proprio perchè manca quella capacità di legare il lettore ai personaggi e alla storia.
Trasporre un romanzo monumentale come It in film è una cosa ardua, al limite dell'impossibile. Andy Muschietti ci prova e fino ad un certo punto ci riesce, ma manca proprio l'orrore, la paura vera. It non colpisce, non rimane impresso, non ci fa spegnere la luce la sera con una certa inquietudine. Mancando, nel film, quasi tutta la spiegazione di come It possiede e terrorizza le sue vittime e la stessa cittadina di Derry, i suoi trucchi sembrano fini a se stessi, spaventosi certo, ma infine innocui per i protagonisti. Salvo un paio di buoni jump scares, e la linea narrativa seguita, con buon inserimento dei flashback, It è un film che delude i fan (già però a questo rassegnati) e che al tempo stesso non può colpire più di tanto lo spettatore occasionale, per il quale il fim potrà sembrare una fiaba nera, piuttosto che un vero e proprio horror. Forse anche qui sta la grandezza del romanzo: non poter esser reso altrettanto in pellicola. Peccato, ma lo sapevamo.
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marghe96
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lunedì 9 settembre 2019
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non bello come il primo...
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Storia intrigante e abbastanza fitta di collegamenti da tenere lo spettatore concentrato sullo schermo MA a mio parere troppo distante dalla tecnica del primo IT rivisitato (2017): mancano la caratteristica ansia da horror, la paura psicologica e non dovuta agli effetti cosiddetti splatter perchè quelli purtroppo prevalgono.
Ahimè non sono uscita completamente soddisfatta... ed impaurita.
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mariodaddi
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lunedì 9 settembre 2019
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it colpisce ancora
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Ho apprezzato moltissimo il film. Le transizioni flashback/adulto sono ben riuscite. Ci sono abbastanza jumpscaare,di cui uno non me lo aspettavo. Il mio personaggio preferito rimane Ritchie (insieme a Beverly). Grandi difetti non ne ho ancora trovati. Che dire, un film che non annoia mai e riesce a catturare l'attenzione dello spettatore per piu' di 2 ore e mezza.
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rene''52
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domenica 8 settembre 2019
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ad uso e consumo delle nuove generazioni
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Ho letto quasi tutti i libri scritti da Stephen King e viste anche le relative trasposizioni cinematografiche, alcune dei veri capolavori (Shininig, Il Miglio Verde, Misery non deve morire, Le Ali della Libertà per citarne qualcuna) altre meno. Nel caso di questo film, se non fosse che il 'Maestro' (come è chiamato dai suoi fans, tra i quali mi annovero) ha contribuito alla sceneggiatura verrebbe da chiedersi se gli sia piaciuta questa pellicola o se invece non trovi stravolta in qualche parte la sua storia. Ma a quanto pare la risposta può essere una sola visto che King è apparso anche in una breve scena del film come a voler certificare e benedire la sua bontà.
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Ho letto quasi tutti i libri scritti da Stephen King e viste anche le relative trasposizioni cinematografiche, alcune dei veri capolavori (Shininig, Il Miglio Verde, Misery non deve morire, Le Ali della Libertà per citarne qualcuna) altre meno. Nel caso di questo film, se non fosse che il 'Maestro' (come è chiamato dai suoi fans, tra i quali mi annovero) ha contribuito alla sceneggiatura verrebbe da chiedersi se gli sia piaciuta questa pellicola o se invece non trovi stravolta in qualche parte la sua storia. Ma a quanto pare la risposta può essere una sola visto che King è apparso anche in una breve scena del film come a voler certificare e benedire la sua bontà.
Personalmente se devo fare dei paragoni col libro (si sa comunque che il romanzo vince sempre in tutti casi) ma anche con la prima trasposizione risalente ai primi anni '90, a mio giudizio più fedele, qui ho visto una rivisitazione in chiave più moderna ad uso e consumo delle nuove generazioni amanti degli effetti speciali, più che del thrilling, della suspense o del terrore puro psicologico del quale King è sempre stato maestro, non per niente è considerato l'erede dell'altro grande Maestro del terrore lo scrittore e poeta Edgar Allan Poe. Oltre al tripudio di effetti speciali, magari anche pregevoli, fanno capolino anche passaggi che suscitano più ilarità che spavento come nel caso della vecchietta che si muove col passo da Gatto Silvestro per poi trasformarsi in un mostro orrendo alquanto rivoltante che nulla a che vedere con la lenta e decisamente più inquietante trasformazione in Pennywise della prima pellicola. Potrei citare altri esempi come la statua del boscaiolo che si trasforma in una terrificante (almeno nelle intenzioni) creatura di cui non si trova, che io mi ricordi, riscontro nel racconto. Scorrono fiumi di sangue come nei truculenti horror di Dario Argento.
A favore di questa pellicola rispetto a quella precedente c'è da segnalare il finale, decisamente più articolato e molto più esplicativo rispetto alla versione precedente, assai semplicistico che lasciava parecchio perplessi e con qualche domanda di troppo nonostante la narrazione fluida e piacevole svolta fino a quel momento.
Ai giovani molto probabilmente sarà piaciuto questo film, ma io che giovane non lo sono più, sono rimasto abbastanza deluso, fermo restando che Stephen King resta il mio autore preferito.
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jlkbest72
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domenica 8 settembre 2019
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siamo ai nostri ed ai bu bu settete
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in contrapposizione al primo episodio dove la solidarietà, l'amicizia e soprattutto una forte iniezione di ironia sopportavano la storia horror tratta da uno dei più celebri romanzi di King questo episodio punta tutto su mostri e computer graphic per far colpo sullo spettatore.
Mediocre in tutto non ho nulla se non l'obbiettivo di farti saltare sulla poltrona attraverso il noto cliché del "non ti spavento subito ma cerco di farlo quando meno te lo aspetti", il che equivale ad un BU BU SETTETE
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