bedtimedavide
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domenica 22 settembre 2019
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non un semplice horror
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Trovo sbagliatissimo classificare questo film come horror. It Capitolo II, ancor più della sua prima parte, avvicina gli spettatori al fantasy impregnando il tutto di ‘dramma’. Questo è un film sulla paura e su tutte le forme che essa può avere, dalla più spaventosa alla più grottesca e a tratti volutamente ridicola. È un’immersione profonda nel lato più fragile di ogni essere umano, una sfida a scovare e affrontare i traumi più nascosti e che la memoria in fondo non cancella mai. Il fantasy si mescola anche con il dramma psicologico affrontando tematiche come l’abuso, il bullismo, l’ipocondria, l’omosessualità e tutti quelli che sono i disagi di un adolescente.
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Trovo sbagliatissimo classificare questo film come horror. It Capitolo II, ancor più della sua prima parte, avvicina gli spettatori al fantasy impregnando il tutto di ‘dramma’. Questo è un film sulla paura e su tutte le forme che essa può avere, dalla più spaventosa alla più grottesca e a tratti volutamente ridicola. È un’immersione profonda nel lato più fragile di ogni essere umano, una sfida a scovare e affrontare i traumi più nascosti e che la memoria in fondo non cancella mai. Il fantasy si mescola anche con il dramma psicologico affrontando tematiche come l’abuso, il bullismo, l’ipocondria, l’omosessualità e tutti quelli che sono i disagi di un adolescente. Disagi che resistono anche in età adulta. Solo affrontando la paura It, che ne è la rappresentazione, può essere sconfitto, minimizzandolo, rimpicciolendolo, guardandolo per quello che è: un qualcosa di minuscolo che vive dentro ogni essere umano e che solo con la solidarietà di una profonda amicizia può essere del tutto debellato. Molto utopico ma efficace sullo schermo.
Ottimo cast, i Perdenti in versione adulti rispecchiano perfettamente la loro versione più giovane, tra tutti spiccano una sempre all’altezza Jessica Chastain ed un credibile James McAvoy.
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alexmanfrex
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mercoledì 18 settembre 2019
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non è it
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IT chapter 2 in programmazione in questi giorni, racconta le peripezie del "club dei perdenti" richiamati a Derry per combattere una minaccia che ritorna a farsi inquietante, per porre fine una volta per tutte all'entità che da secoli terrorizza la piccola cittadina del Maine ...
Con un cast in cui spiccano fra tutti Jessica Chastain e James McAvoy, IT 2 ha il compito di chiudere la vicenda incentrata sul clown maledetto, inscenando la parte di romanzo che narra le vicende in età adulta dei protagonist, con alcuni riferimenti alla loro età adolescenziale in flash back.
IT 1 era già stato un esperimento riuscito per metà, IT2 riesce ancora meno nell'intento di trasmettere le inquietudini e il pathos che aleggiano nelle pagine del romazo di King.
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IT chapter 2 in programmazione in questi giorni, racconta le peripezie del "club dei perdenti" richiamati a Derry per combattere una minaccia che ritorna a farsi inquietante, per porre fine una volta per tutte all'entità che da secoli terrorizza la piccola cittadina del Maine ...
Con un cast in cui spiccano fra tutti Jessica Chastain e James McAvoy, IT 2 ha il compito di chiudere la vicenda incentrata sul clown maledetto, inscenando la parte di romanzo che narra le vicende in età adulta dei protagonist, con alcuni riferimenti alla loro età adolescenziale in flash back.
IT 1 era già stato un esperimento riuscito per metà, IT2 riesce ancora meno nell'intento di trasmettere le inquietudini e il pathos che aleggiano nelle pagine del romazo di King.
Ovviamente era impossibile riuscire nell'operazione di trasporre il contenuto di un romanzo così articolato e particolareggiato in un'opera cinematografica senza il rischio di perdersi qualcosa, non spiegare o non rendere abbastanza efficace la narrazione. C'è da dire però che sull'arco dei due film di minutaggio ce n'era e il regista aveva quindi possibilità are meglio.
IT2 si sofferma troppo su particolari non del tutto necessari alla narrazione, mentre ne tralascia altri più fondamentali (o li sviluppa in maniera non adeguata,).
Il ritmo in alcuni tratti è decisamente lento, ma purtroppo questo non è funzionale ad alimentare la tensione.
Il senso dello humor, in alcuni momenti fuori luogo e un po' troppo sopra le righe, resta comunque un carattere distinguivo della vicenda.
Jump scares portati fino all'eccesso, così come le deformazioni dei Penny Wise e le sue trasformazioni in forme a volte poco curate nella rappresentazione, che ad un certo punto si fa quasi prevedibile nel suo sviluppo e porta lo spettatore, all'incirca a un terzo del film, a capire lo schema di spavento.
C'è un senso di "voglia di esagerare" che si ritorce contro questo film, che alla fine non lascia appagato il palato di chi ha apprezzato il personaggio e le vicende del libro e che ne vede abbastanza snaturato il significato.
A chi invece il libro non ha avuto la possibiltà di leggerlo, resta un senso di confusione su una serie di parti poco chiare che non hanno avuto risposta: cosa è IT e da dove viene ?
Anche sul terreno del romanzo di formazione, IT2 fallisce il suo intento; troppi luoghi comuni, un senso apparentemente solo sfiorato delle atmosfere alla "The Body" (portato al cinema con il titolo "Stand by me - ricordo di un'estate") dello stesso King o di opere più leggere come lo stesso Stranger Thing ...
Infine; non si può definire IT2 come un film horror in quanto vengono a mancare tutta una serie di canoni ormai consolidati della cultura cinematografica horror degli ultimi anni.
Peccato perchè le prove degli attori restano comunque di qualità sia per i personaggi da piccoli che da grandi.
Tutto questo porta alla conclusione che IT2 (e ora nel complesso la IT saga ...) sia un'opera commerciale un po'troppo sopravvalutata.
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maxbraz
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domenica 15 settembre 2019
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quoto al 1000 per 1000!
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Perfetta recensione. Ma, dico, perché i rifanno i cult- movie (non dico i capolavori, il primo IT non lo era, ma quei film dove anche i difetti sono degni di adorazione...). Jump-scare per film da bambini, il tipo non è certo quel semidio di Curry e, se il primo capitolo era potabile, con un paio di scene notevoli, questo è veramente in zona Indiana Jones (senza offesa per la mitica serie). Boh... it's all for the money...
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venerdì 13 settembre 2019
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politically correct?
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La scena iniziale dei due ragazzi gay picchiati dai bulli personalmente la trovo incoerente con lo sviluppo successivo della storia del film
[+] la scena c'è
(di alexmanfrex)
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flaw54
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venerdì 13 settembre 2019
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ma che film è?
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Il film sfiora il ridicolo e mi meraviglio che attori di nome possano partecipare a lavori di questo tipo. Un horror ridicolo che sembra riprendere Alien in certi momenti in modo decisamente imbarazzante. Dopo la pelle che abito e il figlio di Saul è il terzo film che non ho visto interamente in tutta la mia vitaa. Un film inguardabileo
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andrealeonti
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venerdì 13 settembre 2019
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a tratti imbarazzante.
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DISCLAIMER: la recensione contiene piccoli spoiler necessari alla recensione stessa, comunque marginali e non determinanti ai fini alla trama centrale.
Tra i film più attesi dal pubblico “di massa” del mondo del cinema c’era sicuramente IT - Capitolo II, segmento conclusivo della rilettura dell’omonimo capolavoro di Stephen King da parte del regista argentino Andrés “Andy” Muschietti.
Partiamo dal presupposto che chi ha letto (come me) e amato il romanzo di King vive serafico con la consapevolezza che mai al cinema si potrà vedere qualcosa che eguagli il celebre romanzo: è vero, questo spesso accade per ogni trasposizione cinematografica originata da romanzi di successo, ma per IT è un discorso ancor più affermato, vista la complessità e la mole dell’opera, ma soprattutto vista la presenza di scene molto più devastanti di qualsiasi scena proposta nelle opere cinematografiche derivate, e che per tal motivo MAI approderanno sugli schermi cinematografici o televisivi.
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DISCLAIMER: la recensione contiene piccoli spoiler necessari alla recensione stessa, comunque marginali e non determinanti ai fini alla trama centrale.
Tra i film più attesi dal pubblico “di massa” del mondo del cinema c’era sicuramente IT - Capitolo II, segmento conclusivo della rilettura dell’omonimo capolavoro di Stephen King da parte del regista argentino Andrés “Andy” Muschietti.
Partiamo dal presupposto che chi ha letto (come me) e amato il romanzo di King vive serafico con la consapevolezza che mai al cinema si potrà vedere qualcosa che eguagli il celebre romanzo: è vero, questo spesso accade per ogni trasposizione cinematografica originata da romanzi di successo, ma per IT è un discorso ancor più affermato, vista la complessità e la mole dell’opera, ma soprattutto vista la presenza di scene molto più devastanti di qualsiasi scena proposta nelle opere cinematografiche derivate, e che per tal motivo MAI approderanno sugli schermi cinematografici o televisivi.
Partendo, invece, dalla fine se un horror (o presunto tale) arriva a farti ridere e a farti uscire dalla sala indifferente e non “disturbato" c’è qualcosa che non va.
E in effetti, a volerla dire tutta, in IT 2 di cose che non vanno ce ne sono molte.
Muschietti pecca di eccessiva compiacenza verso sé stesso e confeziona un film al limite del ridicolo: capire da che punto partire è cosa ardua perché, credetemi, in questo film ci sono troppe cose che non vanno, talmente banali e improbabili da suscitare ilarità tra il pubblico.
L’esecuzione tecnica e registica non è contestabile (e ci mancherebbe, con tutti i soldi che ci hanno speso) ma quella di Muschietti è una regia senza anima. Blanda, insipida e austera: in quasi tre ore di film (TRE ORE) non c’è una singola sequenza, un singolo passaggio di macchina, una singola carrellata o inquadratura che ti faccia destare, ora dal torpore, ora dalle risate, e susciti in te attenzione o particolare apprezzamento per l’occhio con cui il regista ha deciso di narrare la sua storia.
Ecco, altro problema, la storia: dalla visione di Muschietti IT non trasmette il minimo di cattiveria o spietatezza che traspare invece dal romanzo, è piuttosto un clown psicopatico con disturbi della personalità e manie di egocentrismo che si diverte a diventare ora una mummia infoiata che cerca di slinguarsi Eddie Kaspbrak, ora un volpino (sì, UN VOLPINO), e che si diverte, ripetutamente e sempre secondo lo stesso reiterato schema, a far esplodere come idranti giovani indifesi per puro vezzo personale.
Terzo problema: gli EFFETTI SPECIALI. Qui proprio non so dove partire, un uso della CGI (peraltro fatta malissimo) spudorato e quasi perseguibile penalmente. Grazie alla magica arte della computer grafica IT si diverte a passare da una creatura imbarazzante (e al limite del comico) ad un’altra: prima una mummia con due metri di lingua che inizia a vomitare su Eddie Kaspbrak sotto un’improbabile musica in stile Dirty Dancing, poi una simpatica vecchietta che dopo una paralisi di qualche secondo in stile Andreotti da Paola Perego (roba che io sari già scappato ai 200km/h) decide di andare a sfornare dei biscotti per la povera Beverly Marsh completamente nuda (ovvio, no?). Roba degna delle migliori (o peggiori) commedie.
Punti di forza: buona prova attoriale e il sempre immenso Richie Tozier il cui umorismo caustico strappa sempre un sorriso (ma non farà mai ridere come IT che diventa un volpino).
Big Love per la breve ma fantastica (specie per gli aficionados) comparsa del Maestro King, anche se io, fossi stato in lui, più che fare la comparsa avrei citato in giudizio Muschietti e la crew artistica richiedendone la condanna ai lavori forzati e la radiazione dal mondo del cinema.
Definire quest un film horror è un insulto a decenni di cinema di genere.
In conclusione: un film imbarazzante nel pieno senso della parola, un film che non spaventa e che fa ridere. Anzi, l’unica cosa che fa è farvi venire voglia di cercare Muschietti e farvi dare indietro i soldi del biglietto.
Valutazione: 4/10
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giulio
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giovedì 12 settembre 2019
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meglio il primo
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film carino ma non da vedere al cinema
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marcello
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giovedì 12 settembre 2019
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un elenco senza fine di incontri con it
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Penso sempre che il trailer di un film dia un'impronta del film in questione. Dopo aver guardato quello di It capitolo 2 non ho avuto una buona impressione sin da subito: l'ho trovato estremamente lungo e noioso. Dopo la scena iniziale ben riuscita (quella dei due ragazzi), il film perde forza progressivamente: le chiamate ai ragazzi adulti sono troppo veloci, non si riesce a metabolizzare la reazione.. sembra quasi un taglio per guadagnare spazio sugli innumerevoli incontri con it. A due terzi del film volevo andarmene. Troppe scene d'azione di fila una dietro l'altra (aspetto in comune col primo capitolo, che malgrado questo aspetto non mi è dispiaciuto). Mi è piaciuta la performance di Bill Skarsgard (Pennywise), che a mio parere non ha deluso rispetto al primo.
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Penso sempre che il trailer di un film dia un'impronta del film in questione. Dopo aver guardato quello di It capitolo 2 non ho avuto una buona impressione sin da subito: l'ho trovato estremamente lungo e noioso. Dopo la scena iniziale ben riuscita (quella dei due ragazzi), il film perde forza progressivamente: le chiamate ai ragazzi adulti sono troppo veloci, non si riesce a metabolizzare la reazione.. sembra quasi un taglio per guadagnare spazio sugli innumerevoli incontri con it. A due terzi del film volevo andarmene. Troppe scene d'azione di fila una dietro l'altra (aspetto in comune col primo capitolo, che malgrado questo aspetto non mi è dispiaciuto). Mi è piaciuta la performance di Bill Skarsgard (Pennywise), che a mio parere non ha deluso rispetto al primo. Per il resto ho trovato il film vuoto. Mi sembra uno di quei film pieni di effetti speciali fatti per impressionare e vendere, ma freddo, senza vita. Non ho visto la paura nella vita dei personaggi adulti, ma solo un susseguirsi di azioni. Avrei voluto emozionarmi per il seguito di una storia raccapricciante come quella di It che mi ha accompagnato nell'adolescenza, ma mi sono annoiato. Mi aspettavo molto di più.
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jonnylogan
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giovedì 12 settembre 2019
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i drammi dell'età adulta
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A quasi trent’anni di distanza “il club dei perdenti”, tutti ormai cresciuti e alle prese con i problemi dell’età adulta, si riunirà nuovamente a causa di una serie di telefonate inaspettate. Pennywise, il mostro che pensavano di aver sconfitto, è tornato e con lui anche la promessa che ventisette anni prima avevano stretto. Al tempo stesso, a quasi due anni dal precedente capitolo, esattamente come quasi tre decadi or sono era accaduto con il film diretto da Tommy Lee Wallace, si torna in sala per assistere questa volta all’entrata in scena di Bill Skarsgård, attore svedese alla sua prima interpretazione di successo, nel ruolo di Pennywise.
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A quasi trent’anni di distanza “il club dei perdenti”, tutti ormai cresciuti e alle prese con i problemi dell’età adulta, si riunirà nuovamente a causa di una serie di telefonate inaspettate. Pennywise, il mostro che pensavano di aver sconfitto, è tornato e con lui anche la promessa che ventisette anni prima avevano stretto. Al tempo stesso, a quasi due anni dal precedente capitolo, esattamente come quasi tre decadi or sono era accaduto con il film diretto da Tommy Lee Wallace, si torna in sala per assistere questa volta all’entrata in scena di Bill Skarsgård, attore svedese alla sua prima interpretazione di successo, nel ruolo di Pennywise. È proprio con l’arrivo del clown assassino che questo secondo capitolo vira quasi immediatamente in direzione dello splatter abbandonando quella che pareva l’arma in più di una prima parte spinta verso l’introspezione psicologica dei personaggi. La bravura di Muschietti, nelle corso delle quasi quattro ore di narrazione complessive, risiede nel non dare troppo corda al romanzo di King riuscendo a discostarsene citando un'altra celebre fatica dello scrittore di Portland, quello Stand By Me – ricordi di un’estate, al quale aveva saputo già aggrapparsi due anni or sono e dal quale riesce a ripartire. I protagonisti, tutti a parte uno, hanno deciso di abbandonare il vecchio paese non solo per colpa di quel che li aveva uniti e inevitabilmente divisi. Esattamente come i protagonisti diStand By Me il club si è sciolto perché Derry aveva poco da offrir loro. Le vite di Bill, Beverly, Richie, Stan, Mike e Eddie anche se vissute altrovenon si sono però mai liberate dai mostri dell’infanzia che questa volta hanno le sembianze di un posto di lavoro sgradito, di un marito violento o di un mutuo da pagare e non più quello dei bulli dai quali fuggire. Pennywise torna con il suo ghigno nel quale riflettere le idiosincrasie dell’età adulta e con lui riappare quel terrore mai dissolto di guardarsi indietro. Il nuovo cast riesce a reggere lo scontro con i predecessori e la pellicola regge ampiamente come pathos e capacità di catturare paure e attenzione mancando, ma non certo per colpa sua, l’obiettivo di essere all’altezza della prima metà a causa di una seconda parte meno coinvolgente. Muschetti, del quale sentiremo parlare ancora, aggiunge e impreziosisce il cast con numerosi camei e citazioni di opere a lui gradite, fra tutte Peter Bogdanovich e lo stesso Stephen King, a breve nuovamente al cinema con l’atteso sequel di Shining. Nel complesso pellicola da vedere a maggior ragione se eravate rimasti favorevolmente colpiti da quella del 2017.
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elpiezo
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mercoledì 11 settembre 2019
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pregevole!!!!
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A distanza di 27 anni “il club dei perdenti” si ritrova a Derry per contrastare Pennywise il famelico clown tornato improvvisamente a colpire.
Ancora una volta It ondeggia tra horror e romanzo di formazione e intreccia sagacemente passato e presente di un microcosmo fraterno in bilico tra infauste reminiscenze e un’attualità colma d’illusioni. Un confronto definitivo con i recessi oscuri del proprio animo, l’agognata rivalsa verso il perpetuo timore, un’ode alla fratellanza ed alla redenzione.
Un horror atipico e spettacolare, fedele alle tematiche volute dal suo creatore, il cui nome rappresenta tutt’ora la garanzia più grande che si possa desiderare.
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A distanza di 27 anni “il club dei perdenti” si ritrova a Derry per contrastare Pennywise il famelico clown tornato improvvisamente a colpire.
Ancora una volta It ondeggia tra horror e romanzo di formazione e intreccia sagacemente passato e presente di un microcosmo fraterno in bilico tra infauste reminiscenze e un’attualità colma d’illusioni. Un confronto definitivo con i recessi oscuri del proprio animo, l’agognata rivalsa verso il perpetuo timore, un’ode alla fratellanza ed alla redenzione.
Un horror atipico e spettacolare, fedele alle tematiche volute dal suo creatore, il cui nome rappresenta tutt’ora la garanzia più grande che si possa desiderare.
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