dimikazak
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domenica 1 luglio 2018
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la libertà contaggiosa dell'arte
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Basato su eventi veri, WOMAN WALKS AHEAD racconta la storia di Catherine Weldon (Jessica Chastain), artista vedova di New York che, nel 1880, viaggiò da sola nel Nord Dakota per dipingere un ritratto di Chief Sitting Bull (Michael Greyeyes), il grande capo di guerra Sioux.
Il suo arrivo a Standing Rock è accolto con aperta ostilità dal colonnello Silas Groves (Sam Rockwell), che ha schierato le truppe attorno alla riserva del Lakota per minare le rivendicazioni dei nativi americani sulla terra. Mentre Catherine e Sitting Bull si avvicinano, e poiché la loro amicizia - e la sua vita - sono minacciate da imperiose forze governative, Catherine deve fare i conti con la violenza che sta alla base della sua posizione.
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Basato su eventi veri, WOMAN WALKS AHEAD racconta la storia di Catherine Weldon (Jessica Chastain), artista vedova di New York che, nel 1880, viaggiò da sola nel Nord Dakota per dipingere un ritratto di Chief Sitting Bull (Michael Greyeyes), il grande capo di guerra Sioux.
Il suo arrivo a Standing Rock è accolto con aperta ostilità dal colonnello Silas Groves (Sam Rockwell), che ha schierato le truppe attorno alla riserva del Lakota per minare le rivendicazioni dei nativi americani sulla terra. Mentre Catherine e Sitting Bull si avvicinano, e poiché la loro amicizia - e la sua vita - sono minacciate da imperiose forze governative, Catherine deve fare i conti con la violenza che sta alla base della sua posizione. Con grande forza e pragmatismo riuscirà a dipingere ritratti di indiani che hanno lasciato un segno nella storia, e ciò la porterà a diventare un’attivista della loro causa.
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gianleo67
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lunedì 27 gennaio 2020
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sitting bull & painting goose
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La pittrice newyorkese Catherine Weldon si reca nelle sconfinate praterie del Nord Dakota col fermo proposito di ritrarre il leggendario capo Sioux Toro Seduto, ormai consacrato leader in molte guerre indiane, odiato vincitore della battaglia di Little Bighorn e reduce di un tour circense mondiale al seguito di Buffalo Bill. La sua permanenza nella riserva Lakota di Standing Rock ed i suoi rapporti con il capo indiano tuttavia, andranno ben oltre le sue iniziali ed ingenue velleità artistiche. Nel recente revisionismo storico del moderno western americano (Hostiles), il dente avvelenato degli ufficiali di cavalleria, le ciniche trame di espansione della politica genocida di Washington e le sacrosante ragioni di un popolo fiero ghettizzato nelle riserve e vieppiù ridotto alla fame, sono gli asset portanti di un investimento culturale che dovrebbe coniugare la spettacolarità degli elementi classici legati al richiamo della morente frontiera (Dances with Wolves) con l'indiscutibile primato di un sentimento progressista assai minoritario nella sensibilità sociale di una potenza coloniale che perfezionava le ultime fasi della propria 'soluzione finale'.
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La pittrice newyorkese Catherine Weldon si reca nelle sconfinate praterie del Nord Dakota col fermo proposito di ritrarre il leggendario capo Sioux Toro Seduto, ormai consacrato leader in molte guerre indiane, odiato vincitore della battaglia di Little Bighorn e reduce di un tour circense mondiale al seguito di Buffalo Bill. La sua permanenza nella riserva Lakota di Standing Rock ed i suoi rapporti con il capo indiano tuttavia, andranno ben oltre le sue iniziali ed ingenue velleità artistiche. Nel recente revisionismo storico del moderno western americano (Hostiles), il dente avvelenato degli ufficiali di cavalleria, le ciniche trame di espansione della politica genocida di Washington e le sacrosante ragioni di un popolo fiero ghettizzato nelle riserve e vieppiù ridotto alla fame, sono gli asset portanti di un investimento culturale che dovrebbe coniugare la spettacolarità degli elementi classici legati al richiamo della morente frontiera (Dances with Wolves) con l'indiscutibile primato di un sentimento progressista assai minoritario nella sensibilità sociale di una potenza coloniale che perfezionava le ultime fasi della propria 'soluzione finale'. Insomma la Storia vista a posteriori e con un corredo di inevitabili strascichi moralisti in cui la tentazione di romanzare vicende sostanzialmente più complesse, conduce alle semplificazioni ideologiche della edificante vicenda di una vedova allegra della middle class della East Coast (in realtà una fedifraga di origine svizzera tal quale la madre fuggita in America con un altro uomo che a sua volta abbandonerà) che sposa quasi per caso (all'inizio giura e spergiura di voler fare solo un ritratto, avendo dipinto quelli di grandi personalità del congresso, sic!) la giusta causa delle rivendicazioni dei nativi americani, cosa più che temuta, quasi suggerita proprio dagli ufficiali americani che cercano appena arrivata di rispedirla indietro. Ovviamente quanto temuto, ovvero quanto suggerito dai geniali strateghi (della tensione) in giubba blu, non potrà che avverarsi: lei subisce l'inevitabile fascino della divisa apache (soprattutto quando viene dismessa nell'intimità di una tenda, rivelando le grandi 'doti' di un leader decisamente taurino), lui ci casca con tutte le scarpe (o babucce di pelle di daino o qualunque diavolo di calzature indossassero i pellerossa del Nord Dakota) e loro ne approfittano per abrogare l'ultimo trattato (tanto facevano lo stesso senza) e rinverdire, a Wounded Knee, i fasti e le fosse comuni del glorioso massacro Massacro del fiume Sand Creek. Poca azione e qualche scaramuccia romantico-cavalleresca, per un film liberamente ispirato al libro di una donna (Eileen Pollack), diretto da una donna (Susanna White) e interpretato da una donna (Jessica Chastain) che finisce per dipingere una donna (Catherine Weldon) come l'ago della bilancia di una strumentalizzazione politica che decretò la morte di Toro Seduto, pose fine alle Guerre Sioux e dove il cattivo di turno, il colonnello Silas Grove (Sam Rockwell), era l'unico buono, mentre il liberale e democratico generale Cook (Bill Camp) il mefistofelico e insospettabile boia venuto dall'est: una banale mistificazione romanzesca funzionale al racconto. Suggestivi alcuni stacchi in campo lungo, con le nuvole cariche di pioggia che promettono (e mantengono) tempesta e più che apprezzabile la fotografia di Mike Eley.
O donna, ma cosa ti sei messa in testa (a fare)!
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