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lunedì 26 aprile 2021
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precisazione
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L'amante è argentina,non Spagnola. Saluti.
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lucky italian movies
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martedì 5 gennaio 2021
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un praticante "troppofare"
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Una commedia di gran lunga superiore ad altre più "ricche" e pubblicizzate! Una narrazione che parte dalla realtà del praticante avvocato, il quale fa di tutto per il suo capo rimanendo sottopagato (o non pagato per nulla), per poi sfociare in situazioni divertenti proprio perchè estremamente surreali e assurde.
Attanasio fa un quadro esatto degli ambienti degli studi legali e dell'aristocrazia italiana incentrati sul meccanismo della raccomandazione e disegna perfettamente la figura del ricco avvocato avido e schiavista, magistralmente interpretato dal Maestro Castellitto. Un plauso alla sceneggiatura che permette allo spettatore di ridere, divertirsi e rimanere incollato allo schermo per capire come vanno a finire le cose, visti i tanti colpi di scena e i momenti di azione.
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Una commedia di gran lunga superiore ad altre più "ricche" e pubblicizzate! Una narrazione che parte dalla realtà del praticante avvocato, il quale fa di tutto per il suo capo rimanendo sottopagato (o non pagato per nulla), per poi sfociare in situazioni divertenti proprio perchè estremamente surreali e assurde.
Attanasio fa un quadro esatto degli ambienti degli studi legali e dell'aristocrazia italiana incentrati sul meccanismo della raccomandazione e disegna perfettamente la figura del ricco avvocato avido e schiavista, magistralmente interpretato dal Maestro Castellitto. Un plauso alla sceneggiatura che permette allo spettatore di ridere, divertirsi e rimanere incollato allo schermo per capire come vanno a finire le cose, visti i tanti colpi di scena e i momenti di azione.
Speriamo di vedere presto un nuovo film di Attanasio, insomma, e che gli siano dati anche i giusti meriti, perchè le premesse per dare lustro alla commedia italiana ci sono tutti.
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lizzy
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lunedì 4 gennaio 2021
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fare tutto...per non fare niente.
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E finalmente ecco un film degno per un Castellitto in gran forma.
Dopo lo "scivolone" (non certo per colpa sua) de "Il talento del calabrone" ritroviamo un vero "mattatore" alle prese con l'Italia di tutti i giorni.
Intrallazzoni, raccomandati, mafiosi di terz'ordine, traffichini, imbroglioni, mentecatti e quacquaraqua.
Qua non si sa chi è peggio se il carnefice (Castellitto) o la vittima (Poggi): ambedue hanno le loro colpe, ma forse pià di tutti "l'allievo", che qua non supererà mai il maestro, è da condannare e lapidare.
L'italia non la cambieremo certo noi e nemmeno un fillm come questo farà riflettere, ma quantomeno due risate sulle nostre miserie ce le fa fare.
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E finalmente ecco un film degno per un Castellitto in gran forma.
Dopo lo "scivolone" (non certo per colpa sua) de "Il talento del calabrone" ritroviamo un vero "mattatore" alle prese con l'Italia di tutti i giorni.
Intrallazzoni, raccomandati, mafiosi di terz'ordine, traffichini, imbroglioni, mentecatti e quacquaraqua.
Qua non si sa chi è peggio se il carnefice (Castellitto) o la vittima (Poggi): ambedue hanno le loro colpe, ma forse pià di tutti "l'allievo", che qua non supererà mai il maestro, è da condannare e lapidare.
L'italia non la cambieremo certo noi e nemmeno un fillm come questo farà riflettere, ma quantomeno due risate sulle nostre miserie ce le fa fare.
Sempre in parte la Ricci quanto ininfluente e "non pervenuta" la Alonso.
La trama è se vogliamo anche abbastanza originale, seppur molte cose, come l'infermità fasulla del Castellitto, sono telefonatissime.
Resta comunque un gran bel film italiano da vedere tutto d'un fiato.
Sperando in un veloce e fortunato "sequel" sulla falsariga di "Smetto quando voglio"...
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eugenio
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domenica 5 aprile 2020
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l'avvocatura dello stato italiana
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Il meccanismo della raccomandazione è indebita. Non si premiano i meritevoli, ma si costringono i giovani a mentire.
Così afferma in modo imperioso il celebre professor Toti Bellastella, principe del foro e docente di Diritto penale, al suo “avvocatino” Antonio Bonocore (Guglielmo Poggi) in una scena madre del film Il tuttofare.
Lui anima candida, si piega, con trecento euro al mese guadagnate in nero in uno studio di praticantato legale, a seguire pedissequamente ogni dettame del precettore, dal pelo sullo stomaco assai lungo, che a dir invischiato nei malaffari è eufemismo (del resto è o non è un penalista?) ma non rinuncia tuttavia a quel briciolo di dignità, convinto che nel mondo dell’avvocatura civilista italiana, ci sia spazio per il talento e le capacità del singolo.
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Il meccanismo della raccomandazione è indebita. Non si premiano i meritevoli, ma si costringono i giovani a mentire.
Così afferma in modo imperioso il celebre professor Toti Bellastella, principe del foro e docente di Diritto penale, al suo “avvocatino” Antonio Bonocore (Guglielmo Poggi) in una scena madre del film Il tuttofare.
Lui anima candida, si piega, con trecento euro al mese guadagnate in nero in uno studio di praticantato legale, a seguire pedissequamente ogni dettame del precettore, dal pelo sullo stomaco assai lungo, che a dir invischiato nei malaffari è eufemismo (del resto è o non è un penalista?) ma non rinuncia tuttavia a quel briciolo di dignità, convinto che nel mondo dell’avvocatura civilista italiana, ci sia spazio per il talento e le capacità del singolo. Del resto Antonio ha proprio un “buon cuore”, è onesto, studioso, vive col padre nella provincia romana, ai margini della società in piena campagna e fantozzianamente si barcamena ogni giorno tra tragitti lunghissimi verso il centro della Roma borghese dove il “professore” ha il suo studio, fungendo anche da cuoco per la gioia della moglie (Elena Sofia Ricci) tra l’altro detentrice del novanta per cento delle quote dello studio. Antonio è, suo malgrado, “servo” dell’autorità professorale secondo un adagio che recita che i “baroni” comandano e i giovani, ahimè, anche se talentuosi, obbediscono rinunciando alla loro dignità e soprattutto ricoprendo ruoli inferiori al sacrificio del loro titolo di studio faticosamente conseguito.
Esatto, perché nel giro tutto italiano di imbrogli e malaffare figli di nepotismi e ricatti morali a cui il nostro protagonista è sottoposto, il “martire” Bonocore, dovrà compiere un sacrificio non indifferente, per arrivare a quel “salto” di qualità promessogli da Bellastella: un contratto presso il suo studio con regolari contributi. Ovvero sposare l'amante spagnola del professore, tra l’altro incinta, per permetterle di acquisire la cittadinanza italiana e, chiaramente, divenire il suo braccio destro, in cause legali non troppo “cristalline”.
Riuscirà il giovane avvocato a cui è difficile non affezionarsi, a trovare una sua stabilità morale in un marcio mondo fatto di raccomandazioni e bustarelle?
Il tuttofare è una commedia piacevole, capace, grazie alla mano agile di Valerio Attanasio che ne firma anche la sceneggiatura, di strizzare l’occhio al “Medico della mutua” (l’ingresso nelle sale universitarie del professore circondato dai suoi “scagnozzi” è un chiaro rimando al grande Sordi) e in generale alla grande commedia italiana degli anni ’60 pur con un cinismo intimo, raccolto che non esplode mai. Attanasio con un poker d’assi fa giganteggiare il bravissimo Sergio Castellitto, un pò guascone alla Gassman, un po’ arraffone alla Sordi e sardonico alla Tognazzi, per citare tre aulici “riferimenti”. Ma ciò ahimè non basta: prevale, nell’oretta e mezza del film, quel sentimento di grottesco che specie nella seconda parte della commedia incentrata sulle donchisciottesche avventure del nostro avvocato-cavaliere in lotta contro i demoni del malaffare, alleggerisce il tono piuttosto che denunciare quell’orrido e amaro meccanismo di corruzione e malaffare a scapito delle nuove leve.
E questo è un vero peccato.
Se la sceneggiatura vivace azzecca toni, umori, con personaggi verosimili, raccolti dalla sociologia e dal viver comune attuale, dall’altro la messa in pratica nelle scene, gigioneggia troppo: sui processi di mafia, sulle vessazioni durante gli esami di stato, sull’arrivismo e i giochi di potere nell’amministrazione pubblica, rendendo il film un prodotto quasi di serie B di un Paolo Villaggio al culmine della carriera. Ma se Fantozzi, specie il primo, era capace con un’aggressiva e salace ironia di mettere in luce il cieco arrivismo e il lassismo del posto pubblico para-statale, Il tuttofare al contrario, non riesce a brillare di luce propria, declinando alla flebile aura della comicità assortita e della battuta a ogni forza, una storia ingarbugliata con un lieto fine rocambolesco malgrado premesse sicuramente valide e interessanti. Pollice alto grazie al terzetto dei protagonisti, con plauso al giovane Guglielmo Poggi.
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lunedì 20 agosto 2018
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solito film italiano
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I nostri nonni insegnarono il Cinema al Mondo!
Oggi facciamo solo film noiosissimi con attori bruttissimi (tranne Elena Sofia Ricci ) e sopratutto con storie anacronistiche oppure paradossali che vogliono sempre mandare messaggi .
Questo film fa cagare
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francesca
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martedì 10 luglio 2018
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divertente
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Rivisto l'altro giorno in un'arena estiva: è un film divertente, ben recitato, soprattutto da un grande Sergio Castellitto!
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ralphscott
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sabato 23 giugno 2018
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però,'sto poggi!
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Due stelle e mezza. Si ride,si apprezzano attori in grande spolvero,ma trovo che ci fossero i presupposti per far meglio. Con una sceneggiatura più controllata,il film,di facile presa,avrebbe potuto mettere a fuoco più personaggi (la moglie-E.S.Ricci è poco più che abbozzata) ed evitare sequenze fuori luogo,come la sparatoria in stile film comico muto.
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no_data
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mercoledì 2 maggio 2018
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una commedia intelligente e frizzante
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Il tema del film è sviluppato in una solida drammaturgia, avvalorata da uno stile curato (con pochi momenti banalmente grotteschi). La coppia di protagonisti fa scintille, e garantisce molte risate: Castellitto offre un'interpretazione sfaccettata, risultando controllato anche quando va sopra le righe, mentre il giovane e talentuoso Poggi gli tiene testa con grande capacità.
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domenica 29 aprile 2018
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una commedia intelligente e frizzante
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Il tema del film è sviluppato in una solida drammaturgia, avvalorata da uno stile curato (con pochi momenti banalmente grotteschi). La coppia di protagonisti fa scintille, e garantisce molte risate: Castellitto offre un'interpretazione sfaccettata, risultando controllato anche quando va sopra le righe, mentre il giovane e talentuoso Poggi gli tiene testa con grande capacità.
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gia6600
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domenica 29 aprile 2018
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non vale la pena.....
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pessimo! l'ottima verve di Castellitto non serve a vivacizzare un pessimo film assolutamente banale. Non vale neanche la pena di sprecare altre parole.....
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