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La vicenda parte da un bizzarro assunto: tutti i matrimoni finiscono in una separazione e nel divorzio. Quattro amici assistono alla drammatica separazione dell'unico ancora sposato, che si trova spogliato di ogni avere. il giudice incaricato della sentenza di divorzio è la Inaudi, buona attrice che recita in genere bene ma qui è decisamente fuori luogo. il film segue le vicende di quest'uomo straziato da una rottura che sembrava civile e che si trasforma nella parodia della guerra dei Roses.
Certo gli spunti non mancano, ma sono tutti sprecati. I personaggi sono a due dimensioni, praticamente cartonati, sembrano non lavorare mai ma girano su auto di lusso, passano il tempo a consolare l'amico o ad imbucarsi nelle feste. Poi come deve succedere nelle commedie all'improvviso e senza una apparente ragione tutto si sistema e finisce nel più classico lieto fine.
Ecco, una persona cerca per tutta la vita di stare distante dai cinepanettoni e poi ci casca dentro mani e piedi con questo filmaccio senza ne' capo ne' coda, con l'aggravante che il sonoro è molto basso, la recitazione ciancicata ed a volte la colonna sonora copre del tutto i dialoghi.
Abbiamo bisogno di ritrovare la strada, che sicuramente non è questa, con attori che recitato sopra le righe, occasioni stuzzicanti e non sfruttate (il giudice sovrappeso e pasticcione compare per un minuto in totale, ed era uno dei personaggi più interessanti)
Mezza stella alla regia; richiesta di danni per il fonico; mezza stella allo sceneggiatore; una stella agli attori, che non sono cani in sè, ma quando gli si chiede di dire bau...
Film da evitare costi quello che costi.
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