achab50
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lunedì 29 marzo 2021
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la pietra tombale sulla commedia all''italiana
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La vicenda parte da un bizzarro assunto: tutti i matrimoni finiscono in una separazione e nel divorzio. Quattro amici assistono alla drammatica separazione dell'unico ancora sposato, che si trova spogliato di ogni avere. il giudice incaricato della sentenza di divorzio è la Inaudi, buona attrice che recita in genere bene ma qui è decisamente fuori luogo. il film segue le vicende di quest'uomo straziato da una rottura che sembrava civile e che si trasforma nella parodia della guerra dei Roses.
Certo gli spunti non mancano, ma sono tutti sprecati. I personaggi sono a due dimensioni, praticamente cartonati, sembrano non lavorare mai ma girano su auto di lusso, passano il tempo a consolare l'amico o ad imbucarsi nelle feste.
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La vicenda parte da un bizzarro assunto: tutti i matrimoni finiscono in una separazione e nel divorzio. Quattro amici assistono alla drammatica separazione dell'unico ancora sposato, che si trova spogliato di ogni avere. il giudice incaricato della sentenza di divorzio è la Inaudi, buona attrice che recita in genere bene ma qui è decisamente fuori luogo. il film segue le vicende di quest'uomo straziato da una rottura che sembrava civile e che si trasforma nella parodia della guerra dei Roses.
Certo gli spunti non mancano, ma sono tutti sprecati. I personaggi sono a due dimensioni, praticamente cartonati, sembrano non lavorare mai ma girano su auto di lusso, passano il tempo a consolare l'amico o ad imbucarsi nelle feste. Poi come deve succedere nelle commedie all'improvviso e senza una apparente ragione tutto si sistema e finisce nel più classico lieto fine.
Ecco, una persona cerca per tutta la vita di stare distante dai cinepanettoni e poi ci casca dentro mani e piedi con questo filmaccio senza ne' capo ne' coda, con l'aggravante che il sonoro è molto basso, la recitazione ciancicata ed a volte la colonna sonora copre del tutto i dialoghi.
Abbiamo bisogno di ritrovare la strada, che sicuramente non è questa, con attori che recitato sopra le righe, occasioni stuzzicanti e non sfruttate (il giudice sovrappeso e pasticcione compare per un minuto in totale, ed era uno dei personaggi più interessanti)
Mezza stella alla regia; richiesta di danni per il fonico; mezza stella allo sceneggiatore; una stella agli attori, che non sono cani in sè, ma quando gli si chiede di dire bau...
Film da evitare costi quello che costi.
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elgatoloco
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domenica 28 novembre 2021
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mah...commedia dolceamara e...
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Questo"FInché giudice non ci separi"(ANdrea Maia, Antonio Fornari, soggetto di Andrea Maia e Vincenzo SInopoli, sceneggiatura di Antonio a Augusto Fornari e di Vincenzo Sinopoli, 2018)parla di quatro amici sepratati, tutti"incasinati"per le conseguenze della separazione(uno è separato in casa)e uno di loro, per una fortuita-sforrtunata serie di coicidenze, si trova come cicina di casa la giudice che ha disposrto il "tuttto alla moglie", in buona sostanza. Diventa una jena, ma la stessa giudice, nata a sua volta da un giudice e da una ballerina famosa, "ovviamente"separati, ha a sua volta varie"turbe"per problemi sentimentali e si trova decisamente in difficoltà a dover decidere su questioni di separazione di altre persone.
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Questo"FInché giudice non ci separi"(ANdrea Maia, Antonio Fornari, soggetto di Andrea Maia e Vincenzo SInopoli, sceneggiatura di Antonio a Augusto Fornari e di Vincenzo Sinopoli, 2018)parla di quatro amici sepratati, tutti"incasinati"per le conseguenze della separazione(uno è separato in casa)e uno di loro, per una fortuita-sforrtunata serie di coicidenze, si trova come cicina di casa la giudice che ha disposrto il "tuttto alla moglie", in buona sostanza. Diventa una jena, ma la stessa giudice, nata a sua volta da un giudice e da una ballerina famosa, "ovviamente"separati, ha a sua volta varie"turbe"per problemi sentimentali e si trova decisamente in difficoltà a dover decidere su questioni di separazione di altre persone. Il tutto si conclude in modo non tragico nè drmamatico, in qualche modo comico, dato che è una"commedia", appunto, tra l'altro con il qunto matrimonio dela ballerina, madre della giudice, ma il marito sarà nuovamente il suo porimo marito, id est il padre della giducie in crisi... Commedia con un fondo amaro(il separato che, dopo aver decantato il fatto di essere solo in casa, si ritrova sempre solo , non ammettendo di doverne piangere, finsice in rianimazione)sembra presentarci, all'inizio, le donne come interessate al matrimonio solo per incastrare il maschietto di turno e vincere la relativa causa di divorzio e i maschi, idioti e capaci solo di correr dietro ai"paiceri del sesso", ma poi le storie si dipanano, lasciando spazio a possbilità "più aperte"e fantasiose. Decisamente, con questo film, fatto un pp'"in casa"(pochissimi esterni , nessune sequenza"spettacolare"), con due fratelli autori(uno come regista e sceneggiatore , l'altro da sceneggiatore, entrambi protagonisti del film), la "italian comedy",mostra di avere poche idee nuove, di battere comunque sempre sugli stessi temi, al massimo, appunto, con qualche "variazione sul tema", spesso anche ricorrendo al"politically correct", come quando uno dei quatrro amici confessa di essere innamorato di un uomo, dunque di essere gay, con gli amici che comunque lo sostengono, anche se hanno difficoltà a chiamarlo"gay", usando invece, come sono abituati da sempre, espressioni volgari per designare l'omosessualità. Molto di nuovo non c'è, ma i momenti miglior, mancando(per fortuna)un"messaggio"osno nelle situazioni paradossali, dove il comico viene a diventare"folle", incrociandosi con la paradossalità, certo lontana dalle grandi provocazioni della avanguardie storiche, surrealismo in testa. Come interpreti bravi Antonio a Augusto Fonrari, Luca Angeletti, Simone Montedoro, ;l'anziano Mariano Rigillo, ma soprattutto Francesca Inardi, quale"giudice problematica". El Gato
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