BlacKkKlansman |
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Un film di Spike Lee.
Con John David Washington, Adam Driver, Topher Grace, Laura Harrier.
continua»
Biografico,
Ratings: Kids+13,
durata 128 min.
- USA 2018.
- Universal Pictures
uscita giovedì 27 settembre 2018.
MYMONETRO
BlacKkKlansman
valutazione media:
3,34
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'infiltrato di Spike Lee parla all'America di Trump
di Emiliano Morreale La Repubblica
La storia raccontata in questo film, vincitore del Gran premio della giuria al Festival di Cannes, è di quelle che si dicono perfette per il cinema, e il suo regista ideale era certamente Spike Lee. Ron Stallworth, poliziotto afroamericano di Colorado Springs, nei primi anni 70 si infiltrò nel Ku Klux Klan locale tenendo i contatti al telefono, e mandando di persona un collega collegato con un radiomicrofono. Il film ha una vocazione esplicitamente politica, vuol comunicare col grande pubblico attraverso i meccanismi spettacolari: da un lato, quindi, toni da commedia action (retti benissimo dalla coppia di attori John David Washington e Adam Driver, nel ruolo dei due poliziotti infiltrati); dall'altro improvvise aperture didattiche: un finto filmato iniziale con Alec Baldwin che lancia proclami contro lo strapotere di neri ed ebrei, un discorso di Stokely Carmichael sul significato del "potere nero", un monologo in cui Driver spiega al collega come "fare il nero", il racconto di un linciaggio fatto da un Harry Belafonte novantaduenne e davvero impressionante, alternato con un discorso del capo dcl KKK David Duke. E, dall'altro lato, in bocca ai cattivi ci sono slogan di sinistra attualità ("Make America Great Again", "America First", eccetera), a volte in maniera un po' troppo calcata. Con dei toni così carichi e dei cattivi lombrosiani, un rischio è di mostrare gli adepti del Klan come un branco di idioti, dunque in fondo poco pericolosi anche, se ben inseriti in un sistema e in un'ideologia. Per sventare questo pericolo, Lee nel finale esplicita la portata attuale del suo film, e mostra le dimostrazioni di Charlottesville, durante un raduno di suprematisti bianchi, neonazisti eccetera, e le scandalose affermazioni del presidente Trump in quell'occasione. Eppure questo film che, a parte l'eccessiva lunghezza, riesce a centrare l'obiettivo che si era prefisso, mostra tra le sue stesse pieghe un progetto ancora più ambizioso che il regista accenna soltanto. È un film sulla rappresentazione della razza, sulle colpe del cinema stesso (a cominciare ovviamente da La nascita di una nazione di Griffith e da Via col vento, entrambi citati), con la proposta parallela di un sotterraneo contro-canone "sporco" che parte dal cinema blaxploitation degli anni 70. Una linea purtroppo soltanto abbozzata, che avrebbe fatto di BlacKkKlansman un film più ricco e appassionante.
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