Da fan degli Stones quale sono(e iperfan sfegatato e credo sia dire poco)potrei fermarmi qui, ma invece cerco di essere"oggetivo": A)Il flm è efficace cogliendo l'interazione-interattività tra la band e spettatroi-spettatrici, mai "freddi"(per chi dice che i"latinos"non amano il rock è clamorosa smentita-tutti/e (anche las latinas, insomma)cantano-in inglese, per quanto riescono a cogliere-e si muovono come succederbbe(o meglio con la stessa intensità, certo con modalità motorie diverse, ma questo è un fatto antropologico-ogni popolo ha la sua cultura, intendendo appunto costumi, abitudini, credenze, persino sili di vita e modalità di movimento)in Europa, Canada, Australia, Hong-Kong(se mai c'andranno, chissà?)e naturalmente i"Nostri Eroi"Jagger, Richards, Wood, Watts, sempre ben colti ed evidenziati dalla regia di Paul DUgdale, sono degnissimi, con le loro gags, il loro spagnolo un po'd'accatto(ma d'altronde, non erano là per dare lezioni di lingua/lingue-bastano le loro classiche"linguacce"...; B)Un fatto, inutile negarlo, anche politico, questo concerto at Havana-"liberalizzazione"di Cuba(c'era ancora Obama, sia detto per dovere storico-cronachistico)-era ancora vivo Fidel Castro(sarebbe morto nel novembe dello stesso anno-l'anno scorso, il 2016), dunque documentarlo, anche con gli scarni ma opportuni riferimenti a Cuba"nueva"fatti da Mick Jagger, era opportuno, importante, anzi, ancora una volta...ncesaario ed è stato puntualmente fatto. Da registrare, questo film/documento, a"futura memoria", come suol dirsi, anche confrontando certo scandalo suscitato dai"nostri eroi"anche in Europa e negli States con quest'accoglienza cuba, che certo non sarebbe stata possibile qualche decennio prima-ma questo "ça va de soi", lo sappiamo... El Gato
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