andrea giostra
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venerdì 9 dicembre 2016
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trading online o gioco d'azzardo?
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Jodie Foster si cimenta quale regista già ben collaudata – sono già quattro i Film diretti! - in un'Opera cinematografica assai difficile, ma al contempo assai attuale e contemporanea: cosa accade quando a fare , con le relative conseguenza che possono innescarsi, sono principianti, avventurieri, giocatori d'azzardo, truffatori, poveri speranzosi, analfabeti informatici? E' un'avventura in un terreno minato ed estremamente pericoloso nel quale puoi perdere tutto? Oppure è un'opportunità per diventare ricchi di money partendo dai tuoi piccoli risparmi di persona comune o dagli altrettanto piccoli lasciti che hai ricevuto in eredità dai tuoi genitori passati a miglior vita?
E' questa la domanda che la Foster pone allo spettatore con il suo Film “Money Monster” che vede un'interessante e divertente sceneggiatura di Alan Di Fiore, Jim Kouf e Jamie Linden; un Cast di attori hollywoodiani straordinari, tra tutti Julia Roberts e George Clooney, solo per citarne alcuni; ed una fotografia, per certi versi teatrale, di Matthew Libatique.
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Jodie Foster si cimenta quale regista già ben collaudata – sono già quattro i Film diretti! - in un'Opera cinematografica assai difficile, ma al contempo assai attuale e contemporanea: cosa accade quando a fare , con le relative conseguenza che possono innescarsi, sono principianti, avventurieri, giocatori d'azzardo, truffatori, poveri speranzosi, analfabeti informatici? E' un'avventura in un terreno minato ed estremamente pericoloso nel quale puoi perdere tutto? Oppure è un'opportunità per diventare ricchi di money partendo dai tuoi piccoli risparmi di persona comune o dagli altrettanto piccoli lasciti che hai ricevuto in eredità dai tuoi genitori passati a miglior vita?
E' questa la domanda che la Foster pone allo spettatore con il suo Film “Money Monster” che vede un'interessante e divertente sceneggiatura di Alan Di Fiore, Jim Kouf e Jamie Linden; un Cast di attori hollywoodiani straordinari, tra tutti Julia Roberts e George Clooney, solo per citarne alcuni; ed una fotografia, per certi versi teatrale, di Matthew Libatique.
La narrazione in sé, la storia del giovane ed inesperto investitore che fa trading e perde tutto perché non-conoscitore del sistema, e si fida dei consigli televisivi di un arrogante e presunto-veggente-finanziario George Clooney, non è il vero fulcro del messaggio che la Foster vuole lanciare allo spettatore. Il vero messaggio è quello che ha a che fare con il mondo dell'alta finanza internazionale popolato da personaggi senza scrupoli, da squali che hanno il solo ed unico obiettivo di arricchirsi rubando i danari del prossimo, di sciacalli che quale “virtù” dominante hanno il cinismo e il disinteresse assoluto per i propri simili; tutti personaggi, se non dèmoni travestiti da uomini, ben nascosti tra le maglie di un sistema finanziario virtuale e mediatico, oramai esclusivamente borsistico, dove capirci qualcosa è impossibile anche agli addetti ai lavori e dove progettare truffe milionarie è divenuto lo scopo principale dei più grandi e noti speculatori finanziari del pianeta!
Il Film è da vedere secondo questa prospettiva, intelligente e conturbante al contempo, perché le vittime sono sempre le stesse, come nella storia dell'uomo di tutti i tempi, e sono i più deboli ed indifesi; e i forti, in questo caso gli speculatori-finanziari-miliardari, la fanno sempre franca; o quantomeno, il rischio che corrono non è mai pari ai danni che causano a chi ha riposto ingenuamente in loro tutta la fiducia e tutti gli averi terreni di cui dispongono.
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vanessa zarastro
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sabato 21 maggio 2016
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sesto potere?
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“Money Monster” è un film ben confenzionato, di maniera, del tutto prevedibile. Sembra di vederci almeno un centinaio di film americani degli ultimi quarant’anni: da “Tre giorni del condor” di Sidney Pollack del 1975 e “Quinto potere” di Sidney Lumet del 1976, passando attraverso tutti quelli che trattano di un sequestro, come lo splendido “Inside man” di Spike Lee del 2006, e si svolgono attorno alla figura del mediatore, fino ai più recenti che trattano di finanza e delle sue truffe di cui si capisce ben poco, come “La grande scommessa” di Adam McKay del 2015. La soluzione insolita per un thriller, invece, è nell’uso del tempo reale: la vicenda si svolge esattamente in un’ora e quaranta come per sottolineare il tempo della diretta TV.
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“Money Monster” è un film ben confenzionato, di maniera, del tutto prevedibile. Sembra di vederci almeno un centinaio di film americani degli ultimi quarant’anni: da “Tre giorni del condor” di Sidney Pollack del 1975 e “Quinto potere” di Sidney Lumet del 1976, passando attraverso tutti quelli che trattano di un sequestro, come lo splendido “Inside man” di Spike Lee del 2006, e si svolgono attorno alla figura del mediatore, fino ai più recenti che trattano di finanza e delle sue truffe di cui si capisce ben poco, come “La grande scommessa” di Adam McKay del 2015. La soluzione insolita per un thriller, invece, è nell’uso del tempo reale: la vicenda si svolge esattamente in un’ora e quaranta come per sottolineare il tempo della diretta TV.
La storia è semplice: negli studi televisivi, dove Lee Gates (un simpatico George Clooney) conduce Money Monster - un programma che dà suggerimenti finanziari tra un balletto e una gag - irrompe un ragazzo con una bomba e una pistola e, mediante il suo “fuori-programma”, terrà con il fiato sospeso milioni di spettatori in tutto il mondo che seguiranno in diretta il sequestro del conduttore. Patty Fenn (l’impeccabile Julia Robert) è la regista che attraverso un auricolare radio-guida Gates, che pian piano si trasformerà da intrattenitore un po’ giullare, prenderà consapevolezza dei disastri che gli imbrogli della finanza e le truffe della borsa stanno operando sul sociale, spingendo Kyle Budwell (Jack O’ Connell) - un ragazzo disperato che ha perso i suoi $60.000 - a gesti inconsulti come la confisca armata di Lee Gates e del suo programma. Si scoprirà poi che Kyle faceva l’autista per 14 dollari l’ora, viveva con una compagna incinta e aveva investito tutto ciò che aveva ricevuto in eredità dalla madre.
Patty Fenn e la sua troupe, costretti dalle circostanze, finiranno per fare un vero giornalismo d’inchiesta (non come quelli de “Il caso Spotlight” che lo fanno per vocazione…) arrivando a scoprire la truffa del capo di una società finanziaria i cui prodotti azionari hanno subìto una perdita di 800 milioni di dollari in un pomeriggio.
Il film ha dalla parte sua due attori esperti e di successo come George Clooney e Julia Roberts e una certa vis comica: la traversata di New York a piedi di ostaggio e sequestratore, coi tiratori scelti quasi a fare da scorta e la folla che inneggia al sequestratore truffato dalla finanza, è molto divertente.
Da Jodie Foster, attrice piena di talento impegnata nella vita e nel sociale, forse ci saremmo aspettati di più. Sembrerebbe che la regista abbia voluto mettere insieme un film “veramente americano” che tenga insieme una solida tradizione cinematografica.
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filippo catani
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lunedì 16 maggio 2016
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collassi della finanza
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Un giovane ragazzo che ha perso tutti i suoi risparmi nel crollo di un titolo in borsa, decide di prendere in ostaggio il conduttore della trasmissione economica che gli aveva consigliato l'acquisto facendo irruzione in diretta.
La Foster torna dietro alla macchina da presa e ci regala un buon film che se vogliamo potrebbe essere un fratello minore dell'Inside Man che la vide co protagonista per certi versi. Infatti il film nel corso di un'oretta e mezza prenderà una direzione completamente diversa da come era iniziato. Non c'è un buono in questa storia in quanto nessuno si salva perchè tutti portano il peso di alcune colpe. Si parte dal cinico conduttore Clooney per arrivare alla Roberts che vuole realizzare uno scoop in diretta per passare al rapitore che ha facilmente ceduto alle lusinghe di un guadagno facile per finire con i vertici dell'azienda in questione.
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Un giovane ragazzo che ha perso tutti i suoi risparmi nel crollo di un titolo in borsa, decide di prendere in ostaggio il conduttore della trasmissione economica che gli aveva consigliato l'acquisto facendo irruzione in diretta.
La Foster torna dietro alla macchina da presa e ci regala un buon film che se vogliamo potrebbe essere un fratello minore dell'Inside Man che la vide co protagonista per certi versi. Infatti il film nel corso di un'oretta e mezza prenderà una direzione completamente diversa da come era iniziato. Non c'è un buono in questa storia in quanto nessuno si salva perchè tutti portano il peso di alcune colpe. Si parte dal cinico conduttore Clooney per arrivare alla Roberts che vuole realizzare uno scoop in diretta per passare al rapitore che ha facilmente ceduto alle lusinghe di un guadagno facile per finire con i vertici dell'azienda in questione. Il film è ben realizzato e gioca sulla doppia strada commedia-thriller. Certo non ci si spellano le mani alla fine in quanto si finisce di svolgere un compitino onesto ma se vogliamo un po' prevedibile e banale e con qualche scena diciamo un po' irrealistica ma comunque la costruzione della trama crea un buon effetto. Bene il cast al completo.
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florentin
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lunedì 30 gennaio 2017
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ci sono negoziatori che dovrebbero cambiar mestier
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Storie già viste.
La finanza è sporca come la politica, si sa. E la tv è lo specchio di entrambe: deve fare business spesso con la scusa di 'dover' dare le notizie e sempre con l'occhio attentissimo all'audience, ché se quella è scarsa o non c'è la pubblicità non arriva; le notizie sono presentate e 'montate' spesso a tesi a seconda della proprietà di network e/o emittente: per avere una parvenza di realtà in ciò che è accaduto nel mondo -e perché- non bisogna mai attenersi a uno solo medium, anche questo è noto.
Clooney non è mai stato un attore drammatico: bravo, anche se non sempre tuttavia: qui dà notizie di borsa facendo il clown, come dire.
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Storie già viste.
La finanza è sporca come la politica, si sa. E la tv è lo specchio di entrambe: deve fare business spesso con la scusa di 'dover' dare le notizie e sempre con l'occhio attentissimo all'audience, ché se quella è scarsa o non c'è la pubblicità non arriva; le notizie sono presentate e 'montate' spesso a tesi a seconda della proprietà di network e/o emittente: per avere una parvenza di realtà in ciò che è accaduto nel mondo -e perché- non bisogna mai attenersi a uno solo medium, anche questo è noto.
Clooney non è mai stato un attore drammatico: bravo, anche se non sempre tuttavia: qui dà notizie di borsa facendo il clown, come dire...ragazzi attenti è tutto un gioco, mentre invece poi qualcuno ci crede e perde tutto dopo averne seguito i consigli fra un balletto e l'altro....non dimentichiamoci che a un certo Madoff nel 2009 dettero 150 anni di galera per aver truffato (50 miliardi di dollari) poveri e ricchi col suo fondo-truffa.
Giulia Roberts, qui la regista di quella trasmissione dove tutto avviene a parte poi la carrellata nelle strade di Manhattan con l'epilogo, ha dato il meglio in 'Erin Brokovich', poi s'è persa un po' come George, con film da cassetta diciamo così.
Jodie Foster regista? Mah. Però la raffigurazione di quel negoziatore della Polizia e in genere delle 'Bomb Squad' e/o 'Squadre speciali' con tutta quella voglia di sparare anche alle formiche se li lasciassero fare, è buona, con un taglio molto critico verso quel negoziatore che... dovrebbe cambiar mestiere: infatti viene raffigurato come un cretino e glielo dicono.
S'è visto di meglio. Anche per quanto riguarda il negoziatore.
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shingotamai
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martedì 1 agosto 2017
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sporchi affari
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I temi trattati sono abbastanza profondi,con truffe ai danni di povera gente,che ricercando l'affare della propria vita,si ritrova,magari ad affogare ancora di più a livello economico.
E qui comincia la sete di giustizia del giovane Kyle,che rivendica chiarezza per sé stesso e per le altre vittime del sistema.
Tutto molto interessante,tuttavia ,ad un certo punto,la pellicola propende molto di più per l'intrattenimento puro,con passeggiate "con bomba" in mezzo alla folla,filmati inviati da misteriosi hacker,fantomatici colpi di scena e fidanzate isteriche.
Tutto molto dinamico ma poco credibile.
Buone le interpretazioni dell'intero Cast con Clooney e la Roberts ampiamente calati nella parte.
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I temi trattati sono abbastanza profondi,con truffe ai danni di povera gente,che ricercando l'affare della propria vita,si ritrova,magari ad affogare ancora di più a livello economico.
E qui comincia la sete di giustizia del giovane Kyle,che rivendica chiarezza per sé stesso e per le altre vittime del sistema.
Tutto molto interessante,tuttavia ,ad un certo punto,la pellicola propende molto di più per l'intrattenimento puro,con passeggiate "con bomba" in mezzo alla folla,filmati inviati da misteriosi hacker,fantomatici colpi di scena e fidanzate isteriche.
Tutto molto dinamico ma poco credibile.
Buone le interpretazioni dell'intero Cast con Clooney e la Roberts ampiamente calati nella parte.
Rimane la sensazione che si potesse fare molto di più,visti i buoni presupposti iniziali.
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alex2044
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sabato 14 maggio 2016
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money monster ma la televisione non gli è da meno
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Una bella sorpresa . Mi apettavo un film giocato tutto sul sarcasmo e sulla satira di un mondo , quello della televisione che vende soldi e paura insomma un dejà-vu qualche volta anche un po' retorico e ripetitivo . Invece mi sono trovato , dopo un inizio di quel tipo, piacevolmente colpito da un film che molto presto ha virato verso il thriller in modo serio , forse perfino importante e certamente teso e coinvolgente . Da quel momento in poi la tensione è andata crescendo ed il film non ha più avuto tregua fino alla fine , in verità unico momento un po' scontato . Alla buona riuscita di tutto ciò hanno contribuito un montaggio fenomenale in certi momenti a 200 all'ora ma sempre giustificato e un commento musicale serrato ma non barocco .
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Una bella sorpresa . Mi apettavo un film giocato tutto sul sarcasmo e sulla satira di un mondo , quello della televisione che vende soldi e paura insomma un dejà-vu qualche volta anche un po' retorico e ripetitivo . Invece mi sono trovato , dopo un inizio di quel tipo, piacevolmente colpito da un film che molto presto ha virato verso il thriller in modo serio , forse perfino importante e certamente teso e coinvolgente . Da quel momento in poi la tensione è andata crescendo ed il film non ha più avuto tregua fino alla fine , in verità unico momento un po' scontato . Alla buona riuscita di tutto ciò hanno contribuito un montaggio fenomenale in certi momenti a 200 all'ora ma sempre giustificato e un commento musicale serrato ma non barocco . Jodie Foster si è dimostrata una regista , non solo impegnata socialmente come è nella sua natura , ma anche tecnicamente preparatissima . Che è riuscita a fare una critica ferocissima della società americana senza come già detto cadere nella retorica fine a se stessa . Il denaro e la televisione sono trattati come è giusto da veri mostri della nostra epoca . Che tutto indorano e avviluppano senza nessuna remora di far del male alle persone più deboli . Gli attori sono bravissimi sia Julia Roberts , nella parte della regista amica del conduttore televisivo che Jack O' Connell in quella del giovane attentatore truffato . Ma la vera architrave di tutto il film é George Clooney , in una delle sue migliori interpretazioni . Vero mattatore assoluto che passa con semplicità e scioltezza da una prima parte tutta giocata sull'eccesso fino quasi al ridicolo ad una seconda nella quale il personaggio da lui interpretato cambia completamente registro e man mano che il film prosegue , prende sempre più coscienza della situazione fino ad arrivare a comprendere in toto le ragioni del suo possibile carnefice . Insomma questo è un film di grande professonismo ma anche di gran cuore . Si può vedere rilassati ma se ci si lascia coinvolgere è meglio ancora !
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[+] critica ferocissima della societò americana?
(di misesjunior)
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shub!
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lunedì 7 novembre 2016
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non arrivano mai fino in fondo: manca il coraggio?
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Il film quasi c'e', secondo me. Premetto che non mancano certo i manierismi (detti anche noiosi cliché di Hollywood dai piu' schietti, o anche peggio, dai cinefili di un certo livello, elite cui purtroppo non appartengo). Manierismo onnipresenti nelle attuali pelicole made in USA, che non si vogliono sbilanciare e vogliono invece il binario sicuro e la pista sgombra verso il botteghino.
Ma ci sono abituato, per cui cerco disperatamente di guardare oltre, alla ricerca di qualche novità... e qui ci siamo andati vicini, perche' la sorpresa data da quella che sul finale sta per diventare una critica al modello economico USA, anche abbastanza efficace perche' nata in un certo senso dal ceto stra-basso, da chi non ne capisce niente di finanza, la sorpresa fa rizzare i capelli sulla nuca.
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Il film quasi c'e', secondo me. Premetto che non mancano certo i manierismi (detti anche noiosi cliché di Hollywood dai piu' schietti, o anche peggio, dai cinefili di un certo livello, elite cui purtroppo non appartengo). Manierismo onnipresenti nelle attuali pelicole made in USA, che non si vogliono sbilanciare e vogliono invece il binario sicuro e la pista sgombra verso il botteghino.
Ma ci sono abituato, per cui cerco disperatamente di guardare oltre, alla ricerca di qualche novità... e qui ci siamo andati vicini, perche' la sorpresa data da quella che sul finale sta per diventare una critica al modello economico USA, anche abbastanza efficace perche' nata in un certo senso dal ceto stra-basso, da chi non ne capisce niente di finanza, la sorpresa fa rizzare i capelli sulla nuca. Qualche segnale c'era stato, ad esempio nella sequenza in cui la ragazza del poveretto si scaglia contro l'attentatore (wanna-be) in maniera feroce, per questioni mostruosamente prosaiche, da lite di bassa lega insomma, nel bel mezzo invece di quella che sembra una pericolosa situazione-ostaggi... agli antipodi della dolce compagna-per-la-vita che si e' quasi sempre vista in film con sequenze analoghe.
Ma proprio sul finale, proprio all'ultimo, quando personalmente stavo per stappare la bottiglia di quello buono... niente, non ce la si fa prioprio a mettere poveri contro ricchi, a pestare i calli del sistema americano, e non voglio entrare in un discorsi politici. Il poveretto un po' tonto che si e' fidato della Tv e del meccanismo finanziario che regge le economie, perdendo tutto, anche il rispetto della propria compagna, e' riflesso dell'attuale 36% di americani sotto la soglia di poverta' (2016, cit. Il fatto quotidiano del 5 novembre) che credono forse ancora nel denaro e nel "sogno americano", per assurdo.
Ma abilmente la pellicola svicola e lascia Clooney a non dire quello che sarebbe ovvio dire, mentre l'attentatore, previo colpo secco alla tempia, e' già un ricordo che sbiadisce.
Non mi sbilancio su qualità delle prove degli attori od altro, il film secondo me era tutto li', costruito apposta per dare un piccolissimo calcio negli stinchi a Wall Street.
Forse esagero, ma ho davanti agli occhi l'imposizione di un aggiustamento della sceneggiatura, perche' chi produce film cosi', non certo una pellicola indipendente recuperabile solo in Islanda nel negozietto sull'orlo del vulcano, un film mica pizza e fichi, e' tutto fuorche' un senzatetto al verde. Con Clooney e addirittura la sopravvalutata (gusti miei) Julia Roberts, i soldi si fanno, e se si evita di essere fastidiosi sul finale in fondo non piange nessuno.
Al massimo, come il disperato attentatore, ci si spara.
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elgatoloco
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martedì 24 gennaio 2017
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money monster=money non sempre monster, nel film
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Forse anche rispetto alla serie su"Wall Street", non siamo proprio al top, con questo film, ma... Peccato che il rapporto con la finanza, qui, sia abbbastanza ambiguo, quasi autori e regista(la brava Jodie Foser, non per la prima volta dietro la macchina da presa), volessero dirci che: A)esiste la finanza buona, quella onesta; B)c'è anche quella"cattiva", corrotta e tra A e B bisogna saper distinguere e scegliere. Una scelta ardua, visto che la globalizzazione è stata più che altro finanziarizzazione, sempre"drogata", dove la finanza ha corroso quanto era di pertinenza dell'"economia reale"... Il ritmo è a fasi alterne, con"accensioni"improvvise nel sottofinale e finale, con lo smascheramento, però solo parziale, della violenza e del"terrorismo di stato"(Laurent Dispot), quando lo sfortunato attentatore viene"eliminato"(non diremo come e in che misura)dalla polizia o meglio dalle squadre speciali della stessa.
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Forse anche rispetto alla serie su"Wall Street", non siamo proprio al top, con questo film, ma... Peccato che il rapporto con la finanza, qui, sia abbbastanza ambiguo, quasi autori e regista(la brava Jodie Foser, non per la prima volta dietro la macchina da presa), volessero dirci che: A)esiste la finanza buona, quella onesta; B)c'è anche quella"cattiva", corrotta e tra A e B bisogna saper distinguere e scegliere. Una scelta ardua, visto che la globalizzazione è stata più che altro finanziarizzazione, sempre"drogata", dove la finanza ha corroso quanto era di pertinenza dell'"economia reale"... Il ritmo è a fasi alterne, con"accensioni"improvvise nel sottofinale e finale, con lo smascheramento, però solo parziale, della violenza e del"terrorismo di stato"(Laurent Dispot), quando lo sfortunato attentatore viene"eliminato"(non diremo come e in che misura)dalla polizia o meglio dalle squadre speciali della stessa. NOn sembra opportuno infierire, in quanto l'opera di distingue comunque dalle soap-operas e dalla superficialità di molta cinematografia "'d'accatto"ma diremo subito che, rispetto ad altre opere, "Money Monster"rimane "al di qua del guado"nella denuncia di quanto dovrebbe smascherare, non spingendo in fondo il discroso/meglio:la denuncia, per quanto invece dovrebbe evidenziare. UN passo di lato, non falso, che ci presenta un vuoto e vacuo "uomo di spettacolo"che si picca di essere uno specialista di economia finanziaria(quando è minacciato propone al pubblico di comprare azioni della società che ha condotto alla rovina il terrorista, con conseguenze catastrofiche-un autogoal quasi suicida, dovremmo dire, in genere il suo esibizionismo narcisista è all'ennesima potenza), che poi ha"accensioni eroiche"e di auto-immolazione abbastanza(per non dire totalmente)incredibili... e una Julia Roberts(forse qui migliore di Clooney, almeno a tratti), regista e forse produttrice dello show che non salva sempre e comunque il suo"idolo"... ma al momento "buono"interviene, certo opportunamente. Memoria di film ben diversi, per qualità di denuncia e al tempo stesso di qualità strettamente tecnico-filmica, ma comunque c'è indubbiamente di molto peggio e, sapendo capire quando i finanziatori e i produttori hanno"tagliato i cordoni della spesa", si puù intendere il perché di certa reticenza che sembra assalire il film, a tratti, appunto. Partendo bene, con due strars (tre anzi, includendo la Foster)di quel calibro, il film è avvantaggiato in partenza... Alla lunga, visto che ormai al botteghino si vede solo una parte del successo, vedremo l'esito finale, con eventuali premi e altro, finora non assegnatigli. Il tema è scottante quanto attuale, dove "il caso"(diciamo così)"Lehman Brothers"(per limitarci agli USA, vecchio ormai di poco meno di nove anni)è ancora fresco nella memoria di tanti/e persone"truffate", per non usare espessioni più pesanti... El Gato
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onufrio
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giovedì 11 maggio 2017
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money monster - uno show in diretta
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Lee Gates è un noto conduttore televisivo di un programma settimanale dal titolo "Money Monster" in cui fornisce delle dritte ai telespettatori in quali azioni investire il proprio denaro. Il crollo inatteso della Ibim, società da Gates fortemente sponsorizzata in qualche puntata precedente, scatena le ire di un'investitore, il giovane Kyle che irrompre in diretta negli studi televisivi minacciando, pistola alla mano, il conduttore e chiedendo spiegazioni su questo strano ed improvviso crollo in borsa con una perdita della società di ben 800 milioni di dollari. Da qui prende il via un nuovo show televisivo che intrattiene si lo spettatore, ma la situazione degenera, a tratti esagera e diventa surreale.
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Lee Gates è un noto conduttore televisivo di un programma settimanale dal titolo "Money Monster" in cui fornisce delle dritte ai telespettatori in quali azioni investire il proprio denaro. Il crollo inatteso della Ibim, società da Gates fortemente sponsorizzata in qualche puntata precedente, scatena le ire di un'investitore, il giovane Kyle che irrompre in diretta negli studi televisivi minacciando, pistola alla mano, il conduttore e chiedendo spiegazioni su questo strano ed improvviso crollo in borsa con una perdita della società di ben 800 milioni di dollari. Da qui prende il via un nuovo show televisivo che intrattiene si lo spettatore, ma la situazione degenera, a tratti esagera e diventa surreale. Jodie Foster alla regia di un film bello per metà.
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dhany coraucci
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lunedì 23 maggio 2016
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grande regia per un film di denuncia e umanità
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Con la giusta dose di amarezza e prevedibilità che accompagna tutti i film di denuncia sociale nei quali, alla fine, i perdenti continuano a perdere e i vincenti a vincere, l’ultimo film di Jodie Foster regista per me è bellissimo. Siamo in un Network televisivo. L’utilizzo dello schermo come mezzo non solo di denuncia ma addirittura di “verità” mi ha ricordato subito Quinto Potere (Sidney Lumet, 1976) dove un Peter Finch anchorman sconfitto e disilluso comincia a dire in TV tutto quello che sull’informazione, sui media ma soprattutto sulla vita non si può dire. Naturalmente qui non siamo negli anni 70, la denuncia nei confronti del potere e di chi lo possiede non ha gli stessi risvolti tragici e velenosissimi.
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Con la giusta dose di amarezza e prevedibilità che accompagna tutti i film di denuncia sociale nei quali, alla fine, i perdenti continuano a perdere e i vincenti a vincere, l’ultimo film di Jodie Foster regista per me è bellissimo. Siamo in un Network televisivo. L’utilizzo dello schermo come mezzo non solo di denuncia ma addirittura di “verità” mi ha ricordato subito Quinto Potere (Sidney Lumet, 1976) dove un Peter Finch anchorman sconfitto e disilluso comincia a dire in TV tutto quello che sull’informazione, sui media ma soprattutto sulla vita non si può dire. Naturalmente qui non siamo negli anni 70, la denuncia nei confronti del potere e di chi lo possiede non ha gli stessi risvolti tragici e velenosissimi. Qui la verità è forse un po’ meno scomoda ma più semplice, più popolare, più umana e meno filosofica. Sono i soliti raggiri finanziari ai danni dei poveri, piccoli risparmiatori anche se il film per me ha la sua forza proprio nel concentrarsi meno sulle masse e più sul personale, mettendo in scena, in diretta televisiva, il dramma di un ragazzo mediamente insignificante e mediocre e senza un minimo di chances. Eccellenti gli attori, con un George Clooney istrionico e simpatico e una Julia Roberts efficiente e puntigliosa che si mettono subito al “nostro” livello svelando l’insuccesso della loro vita affettiva e privata. Jodie Foster è magnifica come regista: ritmi perfetti, inquadrature efficaci, la storia scivola via che è un piacere senza spingere sull’acceleratore della commozione. Un consiglio: fate caso, alla fine, a quella splendida scena del biliardino. Dice più di ogni altra cosa!
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