flyanto
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martedì 13 settembre 2016
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le nevrosi di un quarantenne
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Seconda prova registica, dopo "Anche Libero va Bene", dell'attore Kim Rossi Stuart, "Tommaso", è una pellicola dove, in veste anche di attore, egli racconta le nevrosi e le problematiche che l'omonimo protagonista (forse una sorta di ritratto autobiografico?!?) ha nella vita quotidiana, principalmente con le donne in generale, ma anche dal punto di vista professionale e nei suoi rapporti personali con la madre. Tommaso è infatti un attore di circa 40 anni ormai in crisi e che vorrebbe lasciare la propria professione al fine di dedicarsi esclusivamente alla regia per la quale però sembra essere poco portato, scrivendo testi poco realizzabili. Il suo principale problema è quello di non riuscire a vivere serenamente una relazione sentimentale con le svariate donne che egli incontra di volta in volta e con cui tenta di stabilire un rapporto amoroso stabile.
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Seconda prova registica, dopo "Anche Libero va Bene", dell'attore Kim Rossi Stuart, "Tommaso", è una pellicola dove, in veste anche di attore, egli racconta le nevrosi e le problematiche che l'omonimo protagonista (forse una sorta di ritratto autobiografico?!?) ha nella vita quotidiana, principalmente con le donne in generale, ma anche dal punto di vista professionale e nei suoi rapporti personali con la madre. Tommaso è infatti un attore di circa 40 anni ormai in crisi e che vorrebbe lasciare la propria professione al fine di dedicarsi esclusivamente alla regia per la quale però sembra essere poco portato, scrivendo testi poco realizzabili. Il suo principale problema è quello di non riuscire a vivere serenamente una relazione sentimentale con le svariate donne che egli incontra di volta in volta e con cui tenta di stabilire un rapporto amoroso stabile. In tutte egli trova dei difetti, ne è poco convinto e soprattutto c'è in lui una sorta di riluttanza a legarsi sentimentalmente in maniera definitiva. Il rapporto che Tommaso ha con la madre vedova e quanto mai spendacciona è assai pessimo poichè egli deve sobbarcarsi le spese onerose ed i debiti che questa sovente contrae in maniera poco responsabile ed intromettendosi nel frattempo nel privato del figlio. Insomma, nemmeno le sedute presso un sedicente analista aiutano il protagonista a superare ed affrontare in maniera consona le proprie crisi e le proprie fobie.
Il soggetto del film risulta in generale interessante, sebbene non sia originale in campo cinematografico, la sua resa, però, per quanto sia da apprezzare e lodevole la recitazione di Kim Rossi Stuart, delude un poco le aspettative: l'attore in pratica sembra rifarsi quasi direttamente a registi che prima di lui hanno trattato, sia pure in maniera differente, la stessa tematica del personaggio in crisi, quali, per esempio, Nanni Moretti o addirittura il grande Francois Truffaut con il personaggio tormentato di Antoine Doinel per citarne solo due, e non sviluppa in maniera personale il proprio personaggio nevrotico. Anche il finale con le riprese su una spiaggia richiama immediatamente le opere di Trauffaut ma, appunto, costituisce un già visto. I tre personaggi femminili da cui si sente ossessionato ed interpretati rispettivamente da Jasmine Trinca, Cristiana Capotondi e Camilla Diana, hanno ruoli di contorno e non riescono ad esprimere in pieno la loro capacità di attrici, eccezion fatta per la più giovane, Camilla Diana, che invece spicca su tutte nel proprio ruolo di ragazza burina, istintiva e solare.
Vedibile ma la strada per una piena riuscita risulta ancora lunga
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mattiabertaina
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martedì 20 settembre 2016
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vorrei ma non posso...
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Ad undici anni dal suo esordio alla regia, con “Anche libero va bene“, Kim Rossi Stuart torna dietro la macchina da presa e lo fa Fuori Concorso alla 73ma Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia.
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Ad undici anni dal suo esordio alla regia, con “Anche libero va bene“, Kim Rossi Stuart torna dietro la macchina da presa e lo fa Fuori Concorso alla 73ma Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia. Tommaso, uomo sulla quarantina con abiti e look anonimo è un regista alla ricerca di un nuovo soggetto, un soggetto coraggioso che possa esaltarlo nel suo lavoro producendo una ventata di novità per gli addetti ai lavori e per gli spettatori; Tommaso, sicuramente un bell’uomo, è impacciato ed incapace di instaurare una relazione duratura e stabile con le donne che si presentano sulla sua strada. Inaffidabile, erotomane, imprevedibile, provoca, con una certa costanza, il naufragio dei rapporti d’amore. Naufragi che non risparmiano nemmeno la bella Jasmine Trinca o la dolce Cristiana Capotondi. Tommaso è sempre con la testa altrove, con lo sguardo che osa su sederi ben torniti o seni in bella vista, costantemente predisposto all’atto sessuale, ma solo allo stato mentale. Kim Rossi Stuart intitola il suo lavoro “Tommaso” ma è evidente la vena deliberatamente autobiografica della pellicola; Tommaso ha il volto di Kim e la riflessione intima è evidente in molti snodi fondamentali del lavoro presentato alla Mostra. Argomentazione interessante, intuizioni felici, ma il film di Rossi Stuart si ferma alle intenzioni, un bel lavoro in potenza: la trama, dopo una prima parte brillante, senza pretese, ma onesta, si trascina per una buona ora con scenari già visti, già vissuti, prevedibili, senza picchi. Di puro contorno Jasmine Trinca, nella parte della fidanzata “con i denti brutti”, sopra le righe Cristiana Capotondi, la fidanzata “con una cosa sul labbro superiore”, una versione imbruttita di Nanni Moretti Kim Rossi Stuart, che nella parte di Tommaso si ritaglia monologhi di sedute psicanalitiche che dopo un tuffo onirico, anche interessante, ripropongono fisime e scorci di interpretazioni davvero poco entusiasmanti. Critica diversa spetta invece a Camilla Diana, nella parte della cameriera spigliata ed un poco burina, che mette alle corde l’indeciso Tommaso: un personaggio ben scritto al quale la giovane attrice riesce a conferire le giuste sfumature senza strafare, equilibrata e sfaccettata. Un film medio, fors’anche leggermente sotto la media, che era atteso dal pubblico e dalla critica dopo la bella prova d’esordio, attesa andata, purtroppo delusa.
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maria elena p.
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lunedì 26 settembre 2016
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tommaso: uomo dai sentimenti drammatici
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Tommaso
Un ragazzo (uomo è troppo anche se ha 40 anni) alla sistematica ricerca di attenzione altrui e particolarmente drammatico nell'esperssione dei sentimenti pur instaurando rapporti piuttosto superficiali.
Aspetti negativi:
Il film è lento
Condotte sessuali provocatorie e forse afinalizzate
Il disturbo ossessivo del protagonista è descritto in maniera eccessivamente semplicistica
Aspetti positivi:
Guardando il film pensi: è vero molti uomini sono esattamente come Tommaso (allora bravo il regista sei arrivato allo spettatore)
Voto positivo alla recitazione
Col finale il film arriva al punto
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Tommaso
Un ragazzo (uomo è troppo anche se ha 40 anni) alla sistematica ricerca di attenzione altrui e particolarmente drammatico nell'esperssione dei sentimenti pur instaurando rapporti piuttosto superficiali.
Aspetti negativi:
Il film è lento
Condotte sessuali provocatorie e forse afinalizzate
Il disturbo ossessivo del protagonista è descritto in maniera eccessivamente semplicistica
Aspetti positivi:
Guardando il film pensi: è vero molti uomini sono esattamente come Tommaso (allora bravo il regista sei arrivato allo spettatore)
Voto positivo alla recitazione
Col finale il film arriva al punto
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darkleo96
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martedì 5 febbraio 2019
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un insulto ad anche libero va bene
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Pessimo e deludente, non ha nulla a vedere col primo film che era stupendo e pieno di significato. Si è presentato come il sequel di ALVB, che era un bel film che trattava la questione degli uomini separati, ma non ha nulla di sequel ne di attinente. Esprimo riassumendo i punti negativi del film:
- Nessuna connessione col precedente episodio, a parte la madre che è rimasta e si è invecchia ma la sorella Viola e il padre Renato sono scomparsi nel nulla e non viene detto il motivo di ciò.
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Pessimo e deludente, non ha nulla a vedere col primo film che era stupendo e pieno di significato. Si è presentato come il sequel di ALVB, che era un bel film che trattava la questione degli uomini separati, ma non ha nulla di sequel ne di attinente. Esprimo riassumendo i punti negativi del film:
- Nessuna connessione col precedente episodio, a parte la madre che è rimasta e si è invecchia ma la sorella Viola e il padre Renato sono scomparsi nel nulla e non viene detto il motivo di ciò. (bastava anche solo dire cose come "si sono trasferiti all'estero" "sono morti per qualche motivo" o cose del genere per almeno giustificare l'ingiustificata mancanza di due personaggi cosi importanti). Tommaso inoltre non ha continuato il calcio come veniva detto nel primo film, ma è in tutto un altro contesto e non fa un minimo riferimento alla sua amata passione per il calcio per la quale ha "lottato" duramente nel primo per poterla iniziare.
- divenuto propaganda femminista e vittimista, non più propaganda a favore dei padri separati come era il primo. La madre fa la vittima, accusa il padre Renato di averla delusa e fatta soffrire (quando nel primo si vedeva chiaramente che era lei a tradirlo), e guardacaso lo hanno reso femen perchè "siamo in altrih tempih!!111"
- non più scene tragicomiche e suggestive come nel primo. Trama bruttissima con scene messe a caso e senza senso (a parte giusto alcune) e senza connessioni al primo film ne spiegazioni di come è andata a finire dopo il secondo abbandono della madre.
- Kim Rossi Stuart come attore dello stesso figlio che sgridava bestemmiando come un Alpha nel primo non se può vedere. Non ha senso. Sarebbe stato opportuno mettere Kim di nuovo come Renato, magari con parrucca grigia per simularlo vecchio... e un altro attore per Tommy, magari lo stesso ragazzino cresciuto o chiunque altro.
Ad ogni modo, non lo chiamerei proprio un "sequel" di Anche Libero va bene, ma un film completamente a parte. Se preso come un altro film sarebbe da 2-3 stelle, ma come sequel di ALVB proprio no. Peccato, perchè Kim mi sta molto simpatico e lo adoro come attore.
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marcom99
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mercoledì 14 settembre 2016
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penetrare
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Uno spazio tra sogno e realtà, a metà tra un bel sogno e un incubo: Kim Rossi Stuard in Tommaso sa spaziare con abilità tra i generi: la commedia, il dramma psicologico e l'horror si miscelano in maniera perfetta.
All'inizio il film ci inganna: un inizio scialbo e che fa presagire un film piatto eprivo di fantasia ma poi, tutto cambia, si evolve a poco a poco, come un bocciolo che si apre e mostra il fiore. Accompagniamo Tommaso nelle sue avventure, sebbene egli non si faccia penetrare dagli spettatori, la telecamera ci mostra primi e primissimi piani e particolari dei corpi, come se li volesse penetrare, una tecnica mai angosciante ma profondamente profonda.
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Uno spazio tra sogno e realtà, a metà tra un bel sogno e un incubo: Kim Rossi Stuard in Tommaso sa spaziare con abilità tra i generi: la commedia, il dramma psicologico e l'horror si miscelano in maniera perfetta.
All'inizio il film ci inganna: un inizio scialbo e che fa presagire un film piatto eprivo di fantasia ma poi, tutto cambia, si evolve a poco a poco, come un bocciolo che si apre e mostra il fiore. Accompagniamo Tommaso nelle sue avventure, sebbene egli non si faccia penetrare dagli spettatori, la telecamera ci mostra primi e primissimi piani e particolari dei corpi, come se li volesse penetrare, una tecnica mai angosciante ma profondamente profonda.
Il viaggio di Tommaso minuto dopo minuto diventa un viaggio all'insegna del dare il giusto peso alla propria infanzia, un viaggio tra impulsi interni ed esterni tra gesti e sogni.
Un film da vedere e gustare.
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marcom99
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giovedì 15 settembre 2016
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il piccolo tommaso
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" Nanni Moretti!" subito viene da esclamre, ma no, cari spettatori, non è lui. Tommaso si apre certamente come in film morettiano ma man mano che si va avanti ecco che Stuart trova una sua strada personale e originale, tra erotismo e drammaticità, psicoanalisi e orrore. Un film dalle giuste dosi carico di spunti su cui riflettere, un film che non coinvolge lo spettatore ma lo fa partecipe di sé. Sì potrebbe definire un sogno quello a cui si assiste, o meglio, una serie di sogni così ben orchestrati che tutto sembra vero, il film del film è il film che stiamo vedendo. Un tocco di puro cinema lynchiano pur rimanendo fedele a una trama apparentemente lineare e senza buchi, alla Moretti appunto.
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" Nanni Moretti!" subito viene da esclamre, ma no, cari spettatori, non è lui. Tommaso si apre certamente come in film morettiano ma man mano che si va avanti ecco che Stuart trova una sua strada personale e originale, tra erotismo e drammaticità, psicoanalisi e orrore. Un film dalle giuste dosi carico di spunti su cui riflettere, un film che non coinvolge lo spettatore ma lo fa partecipe di sé. Sì potrebbe definire un sogno quello a cui si assiste, o meglio, una serie di sogni così ben orchestrati che tutto sembra vero, il film del film è il film che stiamo vedendo. Un tocco di puro cinema lynchiano pur rimanendo fedele a una trama apparentemente lineare e senza buchi, alla Moretti appunto.
Kim dimostra di saper far parlare i corpi, attraverso inquadrature spesse e che non lasciano quasi mai vedere i corpi nella loro interezza, la telecamera con i suoi primi e primissimi piani, mai soffocanti, ci vuole fare entrare nella psiche dei personaggi, farcelo conoscere da dentro. Tommaso e glia altri non sono come sembrano impenetrabili, ma entrando, sono davvero reali? O ancora dove sono reali? Il film si rivela così profondo, un prodotto audace perché confonde, mistifica.
Da segnalare infine la colonna sonora, non priva di spessore che ci accompagna in maniera più o meno evidente.
Un film, una vita, tante donne, una madre, un bambino, e infine in cinema, quello vicino casa, dove andare a sognare
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