Frantz

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figliounico giovedì 7 dicembre 2023
un fotoromanzo rosa Valutazione 2 stelle su cinque
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Frantz, ovvero, come trasformare un dramma teatrale di Maurice Rostand, L'Homme que j'ai tué, già trasposto cinematograficamente da Ernst Lubitsch nel ’32, in un fotoromanzo rosa dai toni, soprattutto nell’ultima parte, insopportabilmente melodrammatici. Eppure il film di Ozon inizia con delle buone premesse, ha il fascino del bianco e nero, sebbene l’alternanza con il colore, che cambia a seconda dei sentimenti dei personaggi, sia una trovata piuttosto banale per non dire infantile, e un plot interessante, ma il merito è di Rostand, che intriga da subito col mistero dell’improvvisa apparizione del reduce francese, Pierre Niney, sulla tomba del promesso sposo, morto in guerra, della giovane protagonista, Paula Beer. [+]

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no_data mercoledì 8 novembre 2017
avessimo il coraggio di non sprecare la vita Valutazione 4 stelle su cinque
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Assolutamente sì
Avessimo il coraggio di non sprecare la vita a camminare con scarpe d'altri.

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nalipa mercoledì 26 aprile 2017
eccellente... Valutazione 4 stelle su cinque
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Poetico evocativo, interpretato da ottimi attori!

La giovane Anna si reca ogni giorno sulla tomba del giovane che amava e avrebbe sposato alla fine della guerra. La vicenda si svolge nella Germania del dopo guerra, 1919.

Anna condivide il dolore della perdita con i genitori dell'amato e quando un giorno vede fiori sulla tomba che non ha messo lei incuriosita scopre che li ha lasciati un ragazzo francese, lo avvicina per sapere il perche' del suo gesto. Il francese racconta che era molto amico di Franz, lo aveva conosciuto prima del conflitto a Parigi.  
Anna riesce a far accettare il nuovo amico anche al padre di Franz che in un primo momento non ne vuole sapere di avere un nemico in casa (ogni francese potrebbe essere l'assassino di mio figlio)  dice al ragazzo. [+]

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robert1948 domenica 19 marzo 2017
un film come quelli di una volta Valutazione 4 stelle su cinque
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C'è :
-L'orrore della guerra . Senza carneficine di corpi come in alcuni
film americani . Più che nel famoso discorso finale del Colonnello
Kurtz in Apocalisse Now.
-Lo sciocco sciovinismo sia della Francia che della Germania
nell'Europa che fu . Nello scenario della Grande Guerra ;
-Il senso religioso della vita . Il perdono. Il valore della menzogna
quando è finalizzata al bene ;
-L'amore . Lo struggente amore paterno;
-L'arte di Manet ;
-Una splendida fotografia in bianco e nero che a volte si dissolve
nel colore .
E in una trama che non ha nulla a che vedere con un thriller ,
Ozon riesce a creare "suspence"; per un film che si "beve" tutto d'un fiato. [+]

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francesco2 mercoledì 15 marzo 2017
per un amico in più Valutazione 0 stelle su cinque
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Ozon è tornato, a dirla male, sul tema del doppio (cos'è, poi?) A dirla, speriamo, meglio,
concentra la propria attenzione sulla coesistenza di due livelli di lettura: quello tra finzione
e realtà era già stato esplorato in "Swimming Pool", ma ha trovato un compimento 
definitivo nel bellissimo "Nella casa". Ma, pensandoci bene, questi erano tentativi più 
espliciti -sic-, : in "Giovane e bella", per esempio,  -la ragazza recitava un ruolo un poco di 
fronte a tutti, forse persino nei confronti di sé stessa.
Senza svelare troppo su questo ultimo lavoro,  "chi mente a chi",è tutt'altro che una 
domanda oziosa. [+]

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pappolo venerdì 10 marzo 2017
finale? Valutazione 0 stelle su cinque
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non ho capito la scena finale, chi me la spiega? grazie

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g_andrini sabato 4 marzo 2017
raffinato Valutazione 3 stelle su cinque
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Girato in 35 mm regala una buona atmosfera, aiutato dalla saggia scelta del B/N. La storia è dura ma non scade in stupida retorica. La scelta del lasciare in parte il parlato in francese può spiazzare un po', ma è figlia dei tempi.

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rampante giovedì 12 gennaio 2017
anna Valutazione 4 stelle su cinque
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Un melodramma ricco di umanità, delicato e struggente Quasi mai la guerra tra governi nemici è una guerra tra individui 1919, un villaggio tedesco, Anna piange il suo grande amore Frantz, un ragazzo speciale con la passione per la Francia che le parla di Parigi, le recita poesie francesi ma, la guerra li separa. Anna ogni giorno si reca al cimitero e qui incontra sulla tomba del suo Frantz un misterioso giovane francese, Adrien in visita disperata alla famiglia del giovane tedesco ucciso in trincea. Franzt e Adrien hanno combattuto da avversari la Prima Guerra Mondiale ed Adrien non ha più pace dopo il tragico corpo a corpo con il tedesco. Adrien si presenta come un amico di Parigi venuto a conoscere la famiglia di Frantz ma, quando Anna scopre la terribile verità e tutte le menzogne di Adrien ne è sconvolta. [+]

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giulio n. martedì 6 dicembre 2016
in risposta a aldo marchioni Valutazione 0 stelle su cinque
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 Il cinema postmoderno è interamente stipato di citazioni ed intriso di elementi del passato. Come hai giustamente scritto, Caro Aldo, Il Cielo sopra Berlino di Wenders ne è un valido esempio ma ne potremmo fare altri anche più vecchi, solo per dirne due: Il mago di Oz di Victor Fleming del 1939 e Scala al paradiso di Michael Powell e Emeric Pressburger del 1946 (al quale lo stesso Wenders per il film sopracitato si è molto ispirato). Sono d'accordo quando dici che ci sono dei “Maestri” che inventano tecniche a cui altri si ispirano, l'intero Manierismo italiano riprendeva e si rifaceva a tecniche ed elementi cari ai grandi artisti del passato. [+]

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aldo marchioni martedì 15 novembre 2016
ottimo ozon Valutazione 4 stelle su cinque
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Scrivo solo oggi il mio commento, ma sono andato a vedere il film il primo giorno che è uscito in sala. Onestamente, non ho molto da aggiungere alla recensione ufficiale, che condivido completamente. Mi limito ad osservare l'ispirazione Wenderiana almeno per quanto riguarda l'alternanza tra bianco e nero e colori: sto pensando a Il Cielo Sopra Berlino. Vivamente consigliato a chiunque ami il cinema.

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