emyliu`
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giovedì 29 dicembre 2016
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sublime sonia braga milf post femminista
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Sonia Braga è di una intensità commovente in questo film, che prende corpo quasi come sublimazione magistrale delle telenovelas brasiliane, dove si parlava sempre di cruzeiros, delle quali questa oramai grande attrice di Cinema è stata la prima e indiscussa Regina. Qui il tema ricorrente dei capitoli in cui è suddivisa la storia è la casa. La Casa intesa come identità originaria e valore primigenio da preservare, valore materiale e sopratutto affettivo. Alla fine della proiezione sentivo dire dietro di me che il film in alcuni momenti è lento e prevedibile, ma qualcuno precisava anche che questa lentezza era funzionale allo stile narrativo del regista. Io aggiungo che è proprio nella lentezza delle azioni forse prevedibili che si gustano meglio i dettagli filmici, come la consumata arte interpretativa della protagonista che raggiunge l'apice nei suoi folgoranti primissimi piani, ma anche degli altri interpreti, davvero bravi e tutti credibili, in una realistica e sorprendente cinenovela d'autore.
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Sonia Braga è di una intensità commovente in questo film, che prende corpo quasi come sublimazione magistrale delle telenovelas brasiliane, dove si parlava sempre di cruzeiros, delle quali questa oramai grande attrice di Cinema è stata la prima e indiscussa Regina. Qui il tema ricorrente dei capitoli in cui è suddivisa la storia è la casa. La Casa intesa come identità originaria e valore primigenio da preservare, valore materiale e sopratutto affettivo. Alla fine della proiezione sentivo dire dietro di me che il film in alcuni momenti è lento e prevedibile, ma qualcuno precisava anche che questa lentezza era funzionale allo stile narrativo del regista. Io aggiungo che è proprio nella lentezza delle azioni forse prevedibili che si gustano meglio i dettagli filmici, come la consumata arte interpretativa della protagonista che raggiunge l'apice nei suoi folgoranti primissimi piani, ma anche degli altri interpreti, davvero bravi e tutti credibili, in una realistica e sorprendente cinenovela d'autore.
Via via che la pellicola scorre, tra scene quotidiane di dialoghi e confronti familiari e amicali, vien voglia di conoscere questa donna e se ne apprezza il coraggio. Clara, critica musicale in pensione, una donna imperfetta come madre e moglie, anche in un particolare del corpo per un suo male combattuto e vinto, ma integra nei sentimenti più profondi per la sua numerosa famiglia e per i suoi amori, che ha sempre anteposto sopra ogni altra cosa.
La scena di sesso con un aitante gigolò consigliatole da una sua amica trasgressiva, può essere letta come l'affermazione di un certo "neo-post-femminismo-milfico" di quelle donne che hanno vissuto e fatto la rivoluzione sessuale alla fine degli anni sessanta, ma anche come un naturale e disperato attaccamento alla vita di una donna ancora bella ma non più giovane e sola. Comunque girate ad arte anche le scene hard di un festino pornografico, che lei spia dall'uscio socchiuso della porta. E un mirabolante piano sequenza, degno di Antonioni, girato probabilmente con camera mobile su carrello, che parte da una coppia mentre ha un rapporto sessuale rupestre, passando sull'adiacente campo sportivo dove si gioca una partita di pallone, per poi entrare da una finestra e fermarsi sul viso di Clara, in relax su un'amaca, che illumina d'improvviso lo schermo con la luce emanata dall'incredibile volto di Sonia Braga.
Lo stabile dell'Aquarius, che titola il film, è un originale progetto architettonico degli anni 40 costruito sul lungomare residenziale di Recife, ed è oramai deserto e abitato solo da Clara e dalla sua fedele domestica. Lei non solo si ostina a non volerlo abbandonare, malgrado le ripetute pressioni familiari e le allettanti offerte di un giovane e cinico imprenditore edile che vuole farci business ma, sostenuta da un amato nipote, inizia una vera e propria guerra contro la società che sta comprando tutti gli appartamenti del quartiere, con avvincente finale a sorpresa. Ed è sempre l'Aquarius e la sua splendida spiaggia adiacente, l'articolato set in cui si dipana l'intricata e intrigante trama di questo bel filmone di 140 godibilissimi minuti. Fa da contrappunto una fitta colonna sonora di brani musicali dei mitici anni 80 dei quali Clara ha una ricchissima collezione di vinili, molti rarissimi e ognuno dei quali ha una sua storia ed è legato ad un suo preciso ricordo di vita. Magnifica la canzone brasiliana scelta nel finale sui titoli di coda. Film da vedere e ascoltare. Parola di Emyliù.
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nanni
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giovedì 22 dicembre 2016
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aquarius
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Donna Clara, colta e sofisticata giornalista musicale, è l’ultima inquilina proprietaria di un appartamento nel condominio Aquarius, sul lungomare di Recife. Legata da una lunga storia familiare al bell’appartamento; custode responsabile di una memoria privata e collettiva, respingendo gli “assalti” di speculatori che vorrebbero acquistare la sua proprietà denuncia il primato (globale) del denaro su tutto e tutti. Il lavoro di Mendonca Filho, diviso in tre sezioni è a prima vista poco coerente e caotico dove risulta difficile rintracciare corrispondenze tra i vari personaggi. In realtà il racconto facendo riferimento alla particolare tecnica narrativa chiamata “flusso di coscienza”, in cui i pensieri scorrono senza soluzione di continuità per definire contemporaneità e l’intricato procedimento che sottintende i processi mentali, è efficace quando indaga l’intimità della protagonista (la sempre bravissima ed affascinante Sonia Braga), fallisce, invece, quando ha la pretesa di diventare denuncia sociale e politica.
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Donna Clara, colta e sofisticata giornalista musicale, è l’ultima inquilina proprietaria di un appartamento nel condominio Aquarius, sul lungomare di Recife. Legata da una lunga storia familiare al bell’appartamento; custode responsabile di una memoria privata e collettiva, respingendo gli “assalti” di speculatori che vorrebbero acquistare la sua proprietà denuncia il primato (globale) del denaro su tutto e tutti. Il lavoro di Mendonca Filho, diviso in tre sezioni è a prima vista poco coerente e caotico dove risulta difficile rintracciare corrispondenze tra i vari personaggi. In realtà il racconto facendo riferimento alla particolare tecnica narrativa chiamata “flusso di coscienza”, in cui i pensieri scorrono senza soluzione di continuità per definire contemporaneità e l’intricato procedimento che sottintende i processi mentali, è efficace quando indaga l’intimità della protagonista (la sempre bravissima ed affascinante Sonia Braga), fallisce, invece, quando ha la pretesa di diventare denuncia sociale e politica. La lentezza della narrazione è coerente con l’impianto centrale della riflessione. Si smarrisce definitivamente, invece, quando cercando una sintesi efficace tra i vari piani riduce la storia , banalizzandola, a mera disputa tra condomini e palazzinari. Ciao nanni
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giovedì 29 dicembre 2016
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una donna radicale e poetica
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di Gianni Quilici
E’ uno di quei film tradizionali, almeno così mi è sembrato, in cui è significativa lo spessore della storia, non il modo di raccontarla, tanto che talvolta indugia su sequenze, che potrebbero essere ridotte o forse tagliate per rendere il film più essenziale, più compatto, forse più efficace.
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di Gianni Quilici
E’ uno di quei film tradizionali, almeno così mi è sembrato, in cui è significativa lo spessore della storia, non il modo di raccontarla, tanto che talvolta indugia su sequenze, che potrebbero essere ridotte o forse tagliate per rendere il film più essenziale, più compatto, forse più efficace.
Detto questo, Aquarius ha un grande merito cinematografico e anche culturale: rappresentare una donna, donna Clara, che nella sua radicalità (andare alla radice delle situazioni) è insieme poetica e rivoltosa ed è interpretata magnificamente da Sonia Braga, che ne rende in modo sottile le numerose sfaccettature psichiche.
Donna Clara è un critico musicale in pensione, vedova con figli grandi, con un cancro al seno debellato, piacente e ancora desiderosa di far vivere corpo e sensi. Ebbene, ella è rimasta l’unica ad abitare il palazzo “Aquarius”; tutti gli altri inquilini hanno ceduto alle offerte di una società immobiliare, che sotto le apparenze giovanili e suadenti del progettista è al contrario vorace, corrotta e priva di scrupoli.
La grandezza del film è nella determinazione testarda e nello stesso tempo nella chiarezza profonda di donna Clara nel difendere il suo habitat. Sola contro lo strapotere di una immobiliare bene ammanigliata con il potere politico.
Difendere il suo habitat significa rivendicare la sua dignità, la sua memoria, i suoi affetti e forse anche la sua alterità estetica e diventa anche simbolicamente una testimonianza politica , perché la donna non si oppone soltanto alla violenza, ma investiga e scopre ciò che si nasconde sotto l’apparenza.
Ci sono dialoghi di notevole efficacia dialettica. Per esempio tra donna Clara e la figlia, dove la sincerità è cruda, nonostante l’affetto; ma soprattutto con il giovane progettista, uno scontro aspro, dove non ci sono ne’ vincitori, ne’ vinti, ma due diverse filosofie morali dentro cui si nasconde una minaccia incombente.
Il finale è una sorpresa che piacerà, perché è quella vittoria sempre possibile, anche se appariva improbabile, quando ci sono intelligenza, fermezza e valori che la sostengano. E che ad essere protagonista sia una donna è un segno dei tempi.
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flyanto
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mercoledì 21 dicembre 2016
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il ritratto di una donna forte e coraggiosa
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Presentato allo scorso Festival del Cinema a Cannes, "Aquarius" presenta il ritratto di una donna molto particolare, forte e coraggiosa che lotta da sola contro le avversità quotidiane della vita. Impersonata da Sonia Braga, Clara, la protagonista, è una donna di successo in quanto nota giornalista e critico musicale e noi spettatori la vediamo sullo schermo sin dalle prime scene ambientate temporalmente nel 1980 di un'età più giovane, e proprio dopo una strenua e lunga lotta contro un tumore al seno, superato però positivamente. La storia poi si sposta ai giorni nostri in cui la donna, ormai di circa 60 anni e qualcosa, forse, più, vive ormai sola poichè vedova e lontana dai tre figli ormai divenuti indipendenti.
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Presentato allo scorso Festival del Cinema a Cannes, "Aquarius" presenta il ritratto di una donna molto particolare, forte e coraggiosa che lotta da sola contro le avversità quotidiane della vita. Impersonata da Sonia Braga, Clara, la protagonista, è una donna di successo in quanto nota giornalista e critico musicale e noi spettatori la vediamo sullo schermo sin dalle prime scene ambientate temporalmente nel 1980 di un'età più giovane, e proprio dopo una strenua e lunga lotta contro un tumore al seno, superato però positivamente. La storia poi si sposta ai giorni nostri in cui la donna, ormai di circa 60 anni e qualcosa, forse, più, vive ormai sola poichè vedova e lontana dai tre figli ormai divenuti indipendenti. Ella trascorre le sue giornate andando in spiaggia, pubblicando qualche articolo nei giornali e riviste di musica, ascoltando musica di un certo pregio, sia classica che non, e colloquiando con le persone, quali il bagnino, le amiche, la domestica ed i figli e nipoti con cui ogni tanto si incontra. Ma come donna vive quotidianamente le proprie battaglie più o meno grandi, quali quella di desiderare ancora una vita sentimentale e sessuale attiva e constatare che, invece, non è sempre possibile per svariate ragioni, i numerosi problemi dei figli che si riversano su di lei, ecc... Ma la sua battaglia più dura deve condurla contro una società che senza scrupoli ha acquistato il complesso residenziale degli appartamenti vicini a quello in cui Clara vive di fronte alla spiaggia e vuole a tutti i costi comprare anche quello in cui ella vive al fine di rivendere l' intero palazzo a prezzi esorbitanti. Da qui, lunghe controversie legali e non contro cui la donna lotta sino alla soluzione finale equa ma quanto mai difficile nel corso del suo traguardo.
Il regista brasiliano Kleber Mendonca Filho, con "Aquarius" alla sua seconda regia di lungometraggi, costruisce una storia di quotidianità facendo emergere preponderantemente il ritratto di una donna combattiva, determinata, ma anche di buon cuore, le cui avversità della vita mettono alla prova ma che ella riesce a superare brillantemente, sia pure con non pochi ostacoli. La veridicità di questo ritratto femminile lo si evince chiaramente anche dalle sue debolezze ed insicurezze, dal suo non sentirsi sempre a proprio agio in determinati e particolari frangenti, e Mendonca Filho riesce a cogliere e descrivere perfettamente e profondamente l'anima e la psicologia della donna. Vi è anche da sottolineare che Sonia Braga, da noi scomparsa da un pò di tempo dagli schermi cinematografici, impersona magnificamente il personaggio di Clara, dandole una carica ed una personalità tutta particolare, all'insegna, insomma, di un ritratto femminile originale e di gran classe. Insomma, una seconda prova pienamente riuscita per il regista brasiliano.
Altamente consigliabile.
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zarar
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martedì 20 dicembre 2016
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la forza di una donna
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Un film in forma di donna: donna Clara, impersonata da una brava e ancora bella Sonia Braga. La storia è semplice e non nuova. In un Brasile delle grandi città, in questo caso Recife, la speculazione edilizia di fine anni ’70 erode le ultime tracce della vecchia urbanistica, soprattutto lungo il mare, e costruisce palazzoni dove sorgevano piccoli condomini dall’aspetto ancora umano. E’ il caso del condominio Aquarius abitato da Clara, l’ultima a resistere nel suo appartamento dopo che tutti gli altri hanno capitolato di fronte alle offerte allettanti di una potente immobiliare. Il film è la storia della strenua lotta di una donna sola contro un colosso, ma, anche se questo aspetto è rilevante, è soprattutto un percorso nel mondo interiore della protagonista.
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Un film in forma di donna: donna Clara, impersonata da una brava e ancora bella Sonia Braga. La storia è semplice e non nuova. In un Brasile delle grandi città, in questo caso Recife, la speculazione edilizia di fine anni ’70 erode le ultime tracce della vecchia urbanistica, soprattutto lungo il mare, e costruisce palazzoni dove sorgevano piccoli condomini dall’aspetto ancora umano. E’ il caso del condominio Aquarius abitato da Clara, l’ultima a resistere nel suo appartamento dopo che tutti gli altri hanno capitolato di fronte alle offerte allettanti di una potente immobiliare. Il film è la storia della strenua lotta di una donna sola contro un colosso, ma, anche se questo aspetto è rilevante, è soprattutto un percorso nel mondo interiore della protagonista. Clara è ormai nella sua terza età, i suoi tre figli hanno una loro vita, ma non soffre la solitudine: la sua casa l’avvolge e la sostiene con un carico affettuoso di consuetudini e di ricordi, legati al marito scomparso da tempo, a una zia amatissima che lì ha abitato, spirito libero e spregiudicato come lei, alla sua vittoria su un cancro, al mare che adora e che sfida con la veemenza di una ragazza, alla musica che ha riempito la sua vita emotiva e professionale e che trabocca ovunque, nei vecchi dischi, nel pianoforte, nei CD… Di fronte al vero e proprio mobbing che le scatenano contro, di fronte alla stessa scarsa comprensione dei figli, Clara non si agita, non fa piazzate: la sua resistenza ferma e tranquilla nasce dalla sua forza interiore, da una costruzione energica e armoniosa di personalità, energica e armoniosa come la sua musica preferita, che le consente di elaborare e superare anche i peggiori momenti di crisi. Più che un film di lotta ambientalista è dunque un film in lode di una donna e come tale ha un suo perché e una sua grazia, a cui Sonia Braga offre il contributo della sua espressività e di una buona recitazione. Quel che manca, nonostante il ruolo importante della musica nella trama, è un ritmo sostenuto: una regia piuttosto tradizionale e una certa lentezza, ridondanza e staticità penalizzano un’opera complessivamente gradevole.
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maumauroma
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giovedì 29 dicembre 2016
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aquarius
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Le case dove viviamo o abbiamo vissuto sono tutte impregnate delle nostre esistenze. Tra le loro pareti e i loro arredi si sono annidati con il passare degli anni i frammenti delle emozioni che hanno caratterizzato le vite di ognuno di noi, le speranze, le aspettative, le passioni, i momenti di gioia e di dolore. A volte lo stesso inizio e fine di una vita e' avvenuto tra le mura delle nostre case. Clara vive da molti anni in una vecchia, ma elegante e luminosa abitazione di stampo coloniale con le strutture in legno, che si affaccia sul bel lungomare di Recife, e ogni giorno fa il bagno nell'oceano sfidando la violenza delle onde e i morsi degli squali. Clara e' una critica musicale in pensione, una donna colta e determinata, dai lunghi capelli corvini che di continuo annoda e scioglie sulle spalle a seconda degli stati d'animo, e che le danno forza e fierezza.
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Le case dove viviamo o abbiamo vissuto sono tutte impregnate delle nostre esistenze. Tra le loro pareti e i loro arredi si sono annidati con il passare degli anni i frammenti delle emozioni che hanno caratterizzato le vite di ognuno di noi, le speranze, le aspettative, le passioni, i momenti di gioia e di dolore. A volte lo stesso inizio e fine di una vita e' avvenuto tra le mura delle nostre case. Clara vive da molti anni in una vecchia, ma elegante e luminosa abitazione di stampo coloniale con le strutture in legno, che si affaccia sul bel lungomare di Recife, e ogni giorno fa il bagno nell'oceano sfidando la violenza delle onde e i morsi degli squali. Clara e' una critica musicale in pensione, una donna colta e determinata, dai lunghi capelli corvini che di continuo annoda e scioglie sulle spalle a seconda degli stati d'animo, e che le danno forza e fierezza. Clara e' una donna che ha a lungo sofferto nell'anima a causa di una precoce vedovanza, e nel fisico, mutilato per un cancro al seno subìto trenta anni prima. Ora deve affrontare un altro grande problema, quello di salvare la sua bella casa, cosi' piena di ricordi, dalle avide mire degli speculatori edilizi che vogliono abbattere il vecchio comprensorio Aquarius per costruire un elegante resort, per continuare in tal modo il processo di cementificazione che deturpa il Brasile di oggi. Speculatori che cercheranno di "convincere" la donna a vendere la sua casa con ogni mezzo. Ma Clara sempre cosi' forte e determinata si opporra' con tutte le sue forze alla potenza della speculazione, riuscendo alla fine a vincere la sua battaglia. Il film di Mendonca filho si avvale di una bella sceneggiatura, densa e originale, anche se un po' destrutturata. il finale di Aquarius risulta quanto mai efficace e imprevedibile. Forse il film andava visto in lingua originale, perché il doppiaggio, per quanto pregevole, finisce per appiattire un po' l'efficacia dei dialoghi e la spontaneita' della recitazione. Bravi comunque tutti gli attori anche se Sonia Braga con la sua Clara dimostra una forza e una personalita' straordinarie
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robert eroica
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domenica 5 febbraio 2017
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storia di un corpo
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Corpi che si perdono nel flusso del tempo. Corpi che decadono, che si trasformano, che invecchiano. Corpi come macchine desideranti. Corpi destinati a scomparire una volta terminata la loro battaglia sulla terra. “Aquarius” del brasiliano Kleber Mendonca Filho è un film sulla memoria del corpo e sulla costante resistenza al proprio annientamento. Con un preambolo ambientato nel 1980, segue, nel presente, le vicende di Clara, scrittrice e giornalista ormai in pensione, alle prese con un gruppo di spietati lottizzatori immobiliari. L’intreccio è spendibile in poche parole, perché quello che conta non è tanto la suspense su quale fine farà l’appartamento della protagonista, se resterà nelle sua proprietà o se verrà ceduto agli speculatori.
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Corpi che si perdono nel flusso del tempo. Corpi che decadono, che si trasformano, che invecchiano. Corpi come macchine desideranti. Corpi destinati a scomparire una volta terminata la loro battaglia sulla terra. “Aquarius” del brasiliano Kleber Mendonca Filho è un film sulla memoria del corpo e sulla costante resistenza al proprio annientamento. Con un preambolo ambientato nel 1980, segue, nel presente, le vicende di Clara, scrittrice e giornalista ormai in pensione, alle prese con un gruppo di spietati lottizzatori immobiliari. L’intreccio è spendibile in poche parole, perché quello che conta non è tanto la suspense su quale fine farà l’appartamento della protagonista, se resterà nelle sua proprietà o se verrà ceduto agli speculatori. L’interesse sta tutto nel rapporto di Clara con la caducità delle cose, il che non vuol dire che ci si trovi di fronte ad un dramma cupo e pessimista. Tutt’altro, basta vedere come il sesso sia per una volta visto e rappresentato come una gioia liberatoria, dai ricordi della vecchia zia ai rapporti di Clara coi giovanotti a ore. Un film “biologico”, verrebbe da definirlo. Sonia Braga è straordinaria in questo tour de force in cui esibisce senza trucchi e senza inganni tutte le rughe del suo viso. E in questa mancanza di finzione è davvero bellissima. Paradossalmente quando racconta il dettaglio apparentemente irrilevante, il film si carica di una strana formidabile tensione. Che cade e diventa poco interessante quando alla “chimica di una donna” viene sostituita la “lotta di una cittadina” contro i Cattivi del Capitale. Comunque, un film da vedere.
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stefanocapasso
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sabato 26 gennaio 2019
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l'amore necessario a vivere
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Ormai in pensione, Clara, scrittrice ed esperta di musica vive sola nel suo storico appartamento dove ha trascorso la sua vita col marito, morto diversi anni prima, ed i figli ormai adulti. Il condominio situato nel quartiere bene di Recife, si chiama Aquarius ed è abitato solo da lei; tutti hanno venduto ad una agenzia immobiliare che intende costruire un Nuovo Aquarius dopo aver demolito il vecchio. Clara, che pure ha ricevuto offerte per vendere la sua casa, non vuole sentire ragioni, decisa a conservare la memoria della sua storia indissolubilmente legata a quell’appartamento.
Kleber Mendonça Filho mette in piede una storia molto interessante, con uno stile di regia originale che pesca riferimenti stilistici nella vague francesi.
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Ormai in pensione, Clara, scrittrice ed esperta di musica vive sola nel suo storico appartamento dove ha trascorso la sua vita col marito, morto diversi anni prima, ed i figli ormai adulti. Il condominio situato nel quartiere bene di Recife, si chiama Aquarius ed è abitato solo da lei; tutti hanno venduto ad una agenzia immobiliare che intende costruire un Nuovo Aquarius dopo aver demolito il vecchio. Clara, che pure ha ricevuto offerte per vendere la sua casa, non vuole sentire ragioni, decisa a conservare la memoria della sua storia indissolubilmente legata a quell’appartamento.
Kleber Mendonça Filho mette in piede una storia molto interessante, con uno stile di regia originale che pesca riferimenti stilistici nella vague francesi.
Il tema è la necessita della conservazione e come fare per mantenere i legami con le tradizioni. Arrivata ad un’età dove comincia ad intravedersi il tramonto di un’esistenza, la protagonista lotta per sopravvivere ai cambiamenti e vivere quindi una vita ancora dignitosa. Circondata da persone che muoiono, da eventi che tutti simbolicamente indicano una chiusura, trova nella valorizzazione dei pezzi cardine della sua storia quel moto di amore indispensabile per andare avanti. Senza necessariamente negare la modernità opera un innesto di novità nella tradizione e sceglie di rispondere colpo su colpo alle aggressioni che arrivano dall’esterno, punto fondamentale per non soccombere alla frustrazione. Un film che è anche una denuncia sui costumi della società moderna, attenta troppo ai soldi e senza valori radicati.
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