savross85
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venerdì 25 settembre 2015
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una favola nera a lieto fine
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Più una favola nera di formazione al femminle che un vero e proprio thriller. La protagonista è la classica eroina delle fiabe, casta e pura, che si troa catapultata in un mondo maschile feroce e senza speranza, dove gli unici pesonaggi che sembrano volerla aiutare sono una femme fatale / strega e un principe azzurro gay (l'unico personaggio positivo maschile del film). Gli stilemi ono quelli del iallo anni 70, sebbene il vero intento del regista sembra essere quello di mettere alla berlina la società prettamente maschilista che ancora viviamo, fatta di prouttori senza scrupoli, fotografi privi di morale, stalkers irrefrenabili. E' proprio su quest'ultimo punto che il film mi ha deluso: il tema delo stalking è poco evidenziato, mentre viene marcata bene l'arroganza che l'uomo esercita, attraverso il suo potere, verso la donna.
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Più una favola nera di formazione al femminle che un vero e proprio thriller. La protagonista è la classica eroina delle fiabe, casta e pura, che si troa catapultata in un mondo maschile feroce e senza speranza, dove gli unici pesonaggi che sembrano volerla aiutare sono una femme fatale / strega e un principe azzurro gay (l'unico personaggio positivo maschile del film). Gli stilemi ono quelli del iallo anni 70, sebbene il vero intento del regista sembra essere quello di mettere alla berlina la società prettamente maschilista che ancora viviamo, fatta di prouttori senza scrupoli, fotografi privi di morale, stalkers irrefrenabili. E' proprio su quest'ultimo punto che il film mi ha deluso: il tema delo stalking è poco evidenziato, mentre viene marcata bene l'arroganza che l'uomo esercita, attraverso il suo potere, verso la donna. In sostanza il film, sebbene, piuttosto violento, mi è piaciuto: anche se fatica a decollare, nella seconda parte scorre senza intoppi. E come tutte le favole, anche quelle nere, l'happy end è dietro l'angolo,
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mauro didone
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venerdì 25 settembre 2015
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thriller esoterico trito e senza ritmo
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Attirato dal trailer ben montato decido di dar fiducia a questo thriller italiano, sperando in una rivitalizzazione della produzione nostrana del cinema di genere, di cui sono seguace. La delusione è stata a dir poco cocente.
Nelle intenzioni dell'autore (penso) avrebbe dovuto risultare un misto tra Dario Argento e il Kubrick di Eyes Wide Shut, nell'esito esce fuori qualcosa a metà tra le commedie dei Vanzina e le atmosfere de "Il lupo mannaro contro la camorra": se un buon quarto del pubblico in sala si è alzato, gli altri (me compreso) non sono riusciti a trattenere le risate sulle scene che avrebbero dovuto essere di maggior pathos.
Si salva veramente poco, forse qualche ambientazione (nella scena del sabba, in qualche esterno) e una fotografia sufficiente.
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Attirato dal trailer ben montato decido di dar fiducia a questo thriller italiano, sperando in una rivitalizzazione della produzione nostrana del cinema di genere, di cui sono seguace. La delusione è stata a dir poco cocente.
Nelle intenzioni dell'autore (penso) avrebbe dovuto risultare un misto tra Dario Argento e il Kubrick di Eyes Wide Shut, nell'esito esce fuori qualcosa a metà tra le commedie dei Vanzina e le atmosfere de "Il lupo mannaro contro la camorra": se un buon quarto del pubblico in sala si è alzato, gli altri (me compreso) non sono riusciti a trattenere le risate sulle scene che avrebbero dovuto essere di maggior pathos.
Si salva veramente poco, forse qualche ambientazione (nella scena del sabba, in qualche esterno) e una fotografia sufficiente. Ma l'andamento della narrazione è incomprensibile, i primi 20 minuti se ne vanno per gli omicidi di due personaggi che non fanno quasi parte della storia! Ci sono inquadrature che dovrebbero essere di passaggio tra una scena e un'altra che invece durano un'eternità, e stasi nel ritmo che ti portano spesso a guardare l'orologio. E' difficile empatizzare con la protagonista (all'inizio è difficile anche capire quale è), la progressione di eventi che dovrebbe portarla a fare certe scelte non esiste (ce n'è uno, stop), i suoi cambi di umore sono scritti su carta e non giustificati dalla storia, il finale arriva come una liberazione (per lo spettatore) e si risolve in una colluttazione di 15 secondi. Le musiche sono, almeno una volta su due, stonate rispetto alla scena, in altri casi invece mancano dove sarebbero servite. Le interpretazioni, tutto sommato, variano dall'insufficiente al "buonino", ma la direzione è incerta e le battute spesso fanno cadere le braccia. Tutto l'impianto di cultura esoterica è banale nel contenuto e la messa in scena lo rende assolutamente non credibile. Ultima nota su costumi e trucchi: gli attori spesso sembrano usciti fuori da un magazzino di abiti d'epoca di seconda mano e con ceroni in faccia degni dell'ultima Wanda Osiris.
In conclusione: un film da rivedere da capo a piedi, un possibile futuro cult trash movie.
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(di seba 82)
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anselmroman
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domenica 27 settembre 2015
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un'occasione mancata
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Stalking Eva mette davvero troppa carne al fuoco, e come letto nella recensione ufficiale, avrebbe forse dovuto prendere una direzione sola senza cercare di affrontare troppe tematiche e generi. Assolutamente non e' un film trash (i film trash sono ben altra cosa), ma la sensazione rimane quella di una grossa occasione mancata. L'argomento dello stalking viene poco affrontato e mai approfondito come ci si sarebbe dovuti aspettare dal titolo, mentre la parte esoterica sembra davvero esagerata e forse inutile ai fini della storia. Inoltre la parte iniziale e' lenta e confusa, nonostante gli omicidi mettano una certa tensione.
Di contro Ksenia Kapinos, ovvero l'attrice principale che interpreta il ruolo di Eva, appare convincente nella parte di eroina buona, e probabilmente ne sentiremo parlare in futuro.
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Stalking Eva mette davvero troppa carne al fuoco, e come letto nella recensione ufficiale, avrebbe forse dovuto prendere una direzione sola senza cercare di affrontare troppe tematiche e generi. Assolutamente non e' un film trash (i film trash sono ben altra cosa), ma la sensazione rimane quella di una grossa occasione mancata. L'argomento dello stalking viene poco affrontato e mai approfondito come ci si sarebbe dovuti aspettare dal titolo, mentre la parte esoterica sembra davvero esagerata e forse inutile ai fini della storia. Inoltre la parte iniziale e' lenta e confusa, nonostante gli omicidi mettano una certa tensione.
Di contro Ksenia Kapinos, ovvero l'attrice principale che interpreta il ruolo di Eva, appare convincente nella parte di eroina buona, e probabilmente ne sentiremo parlare in futuro. Altri punti favorevoli sono le dinamiche degli omicidi, in cui il regista dimostra una padronanza di ritmo e tensione, ed il finale ottimista ambientato a Parigi. Buone anche le citazioni "dotte" che mi sembra di avere colto qua e la, con riferimenti a Crowley, Shakespeare e Dunne, oltre alla danza delle streghe di Paganini, a dimostrazione che si tratta di un film tutt'altro che buttato al caso. Insomma, il mio voto sarebbe di due stellette e mezzo, ma considerando che si tratta di un'opera prima e comunque di un nobile tentativo di difendere noi donne (seppure a volte in maniera esageratamente femminista), gli regalo mezzo punto in piu'.
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bang bang
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lunedì 28 settembre 2015
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un'opera prima migliorabile
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è vero che prende molto ispirazione dal primo "Sotto il vestito niente", ma c'è un'attualizzazione della tematica, oltre alle interessanti tracce di esoterismo e di Wicca che danno una versione meno monolitica e più variegata del genere thriller.
è altrettanto vero che ci sono dei punti oscuri che avrebbero dovuto essere chiariti in modo diverso; tuttavia, per essere un thriller italiano del 2015, vi sfido a trovarne uno nostrano uscito quest'anno altrettanto decente. Joe Verni, devi lavorarci su, ma sei sulla buona strada.
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no_data
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domenica 27 settembre 2015
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sotto il vestito...poco o nulla
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Il titolo della mia personalissima recensione richiama volutamente il film " sotto il vestito niente" cult degli anni 80, poichè " stalking Eva" mi è parso un vano tentativo di richiamre quelle atmosfere del mondo della moda , ben assortite ,nel vecchia pellicola del 1985 tratta dal romanzo Paolo Pietroni, dai delitti che accompagnano la vicenda.
La trama è indubbiamente un Deja' vu...
Eva ( anche il nome della protagonista ricorda un film italiano di scarso successo e mi riferisco a " Squillo " 1996 con Raz Degan) è la classica ragazza dell'est che giunge a Milano per sbarcare il lunario nel mondo della moda, sarcasticamente potremmo affermare che, invevitabilmente, si trovera' di fronte i " vecchi marpioni, vitelloni italiani" che faranno di tutto per portarsela a letto.
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Il titolo della mia personalissima recensione richiama volutamente il film " sotto il vestito niente" cult degli anni 80, poichè " stalking Eva" mi è parso un vano tentativo di richiamre quelle atmosfere del mondo della moda , ben assortite ,nel vecchia pellicola del 1985 tratta dal romanzo Paolo Pietroni, dai delitti che accompagnano la vicenda.
La trama è indubbiamente un Deja' vu...
Eva ( anche il nome della protagonista ricorda un film italiano di scarso successo e mi riferisco a " Squillo " 1996 con Raz Degan) è la classica ragazza dell'est che giunge a Milano per sbarcare il lunario nel mondo della moda, sarcasticamente potremmo affermare che, invevitabilmente, si trovera' di fronte i " vecchi marpioni, vitelloni italiani" che faranno di tutto per portarsela a letto. Finira' ovviamente col trovarsi invischiata addirittura in ambienti esoterici ( palese tentavivo di rendere alcune scene ancor piu inquietanti ma che viceversa si riveleranno , a mio parere, confuse e grottesche) ma il processo con cui la stessa protagonista si ergera' nel ruolo di vittima è , a mio modo di vedere, sconcertante e poco credibile. Il tema dello " stalking" è soltanto accennato e , alla resa dei conti, ci si trova di fronte ad una pellicola confusa che mette solo in risalto un becero femminismo di facciata alimentato da questa ingenuita' che pare fuori dal tempo e dallo spazio per le donne dell'Est d'Europa in codesto periodo ( forse avrebbe potuto essere credibile 30 anni fa)
Ovviamente sono opinioni del tutto individuali, non è da escludere, come avvenuto in altri casi, che il film possa diventare un cult tra qualche decennio, "ai posteri l'ardua sentenza".
Pensierino finale...il genere thriller lasciamo gestire alle produzioni americane...è meglio!
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