carloalberto
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giovedì 31 dicembre 2020
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interessante docufilm sul maestro del brivido
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Interessante lavoro del documentarista inglese Kent Jones incentrato sulla famosa intervista-libro di Truffaut “Il cinema secondo Hitchcock”, che costituisce il punto di partenza e di arrivo del film, che si apre e si chiude con le suggestive immagini in bianco e nero dell’incontro avvenuto tra i due grandi cineasti nel 1962. Al centro del docufilm la cinematografia del maestro del brivido, mediata dalle opinioni e dalle riflessioni di grandi registi che analizzano alcune delle sue opere più famose, soffermandosi in particolare su Psycho, considerato il capostipite del genere thriller moderno. Soltanto qualche accenno alle opere di Truffaut, che, a dispetto del titolo del film, non è un comprimario, ma quasi una comparsa, relegato al ruolo di illustre intervistatore del regista londinese.
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Interessante lavoro del documentarista inglese Kent Jones incentrato sulla famosa intervista-libro di Truffaut “Il cinema secondo Hitchcock”, che costituisce il punto di partenza e di arrivo del film, che si apre e si chiude con le suggestive immagini in bianco e nero dell’incontro avvenuto tra i due grandi cineasti nel 1962. Al centro del docufilm la cinematografia del maestro del brivido, mediata dalle opinioni e dalle riflessioni di grandi registi che analizzano alcune delle sue opere più famose, soffermandosi in particolare su Psycho, considerato il capostipite del genere thriller moderno. Soltanto qualche accenno alle opere di Truffaut, che, a dispetto del titolo del film, non è un comprimario, ma quasi una comparsa, relegato al ruolo di illustre intervistatore del regista londinese.
La domanda sottesa e filo conduttore di tutto il film, a cui Truffaut ed altri esponenti della Nouvelle vague avevano già dato risposta dalle pagine dei Cahiers du cinema, rivalutando la figura di Hichcock, fino ad allora snobbato dalla critica sofisticata ed intellettualoide dell’epoca ed amato invece dal grande pubblico, è se fosse stato un vero artista o semplicemente un ottimo artigiano, che, dopo una lunga e proficua gavetta nel cinema muto, avesse iniziato a sfornare, per conto di Hollywood, pellicole di puro intrattenimento, ossia film di cassetta. Forse le due cose non sono impossibili da coniugare ed Hichcock è stato sia l’uno che l’altro, anche se il rovello degli ultimi giorni della sua vita era di non essere riuscito a sperimentare di più nel suo lavoro, come se si sentisse prigioniero dei suoi stessi stilemi ed obbligato a filmare le sue opere come soltanto Hichcock avrebbe potuto fare.
La pecca di Hitchcock/Truffaut è di essere troppo ambizioso e nello sforzo di condensare in meno di un’ora e mezza un’enorme mole di materiale filmico, che avrebbe meritato sicuramente più tempo, è costretto a tralasciare molte cose o a darle per scontate. Ad un certo punto si ha l’impressione che il regista perda quasi di vista lo spunto iniziale che ha dato vita al film, la famosa intervista dialogo tra i due registi, di cui sembra rammentarsi soltanto alla fine, inserendo alcuni spezzoni di audio registrati e qualche foto in bianco e nero di quell’incontro.
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lbavassano
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martedì 17 maggio 2016
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non all'altezza
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Un incontro che ha segnato la storia del cinema, sancendo il ruolo di Hitchcock come autore di culto al di là dei riconoscimenti del pubblico, consacrando il valore di Truffaut come teorico e regista. Un incontro che ha imposto un marchio indelebile all'amore per il cinema di una generazione di autori e di spettatori. Un documentario non all'altezza, né dal punto di vista critico né da quello emotivo.
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jacopo mancini
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mercoledì 6 aprile 2016
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un film di grande valore
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“Hitchcock-Truffaut” è un film di grande valore. Il regista Kent Jones ha realizzato un’opera davvero fondamentale.
Il documentario ricostruisce i contenuti dell’intervista che il grande maestro inglese rilasciò a François Truffaut nel 1962, un’intervista durata ben otto giorni. Da quella conversazione nacque un libro (“Il cinema secondo Hitchcock”), che ha cambiato la storia di quest’arte e ha influenzato generazioni di registi.
Hitchcock non fu più considerato soltanto un grande intrattenitore, ma un geniale artista. E i registi che vennero dopo di lui acquisirono lo stesso prestigio, per la prima volta nella storia. Erano finalmente “autori”.
Il film di Jones, come faceva il libro di Truffaut, analizza la filmografia di Hitchcock, questa volta con particolare attenzione a capolavori assoluti come “La donna che visse due volte” e “Psyco”.
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“Hitchcock-Truffaut” è un film di grande valore. Il regista Kent Jones ha realizzato un’opera davvero fondamentale.
Il documentario ricostruisce i contenuti dell’intervista che il grande maestro inglese rilasciò a François Truffaut nel 1962, un’intervista durata ben otto giorni. Da quella conversazione nacque un libro (“Il cinema secondo Hitchcock”), che ha cambiato la storia di quest’arte e ha influenzato generazioni di registi.
Hitchcock non fu più considerato soltanto un grande intrattenitore, ma un geniale artista. E i registi che vennero dopo di lui acquisirono lo stesso prestigio, per la prima volta nella storia. Erano finalmente “autori”.
Il film di Jones, come faceva il libro di Truffaut, analizza la filmografia di Hitchcock, questa volta con particolare attenzione a capolavori assoluti come “La donna che visse due volte” e “Psyco”. Viene esaminata la tecnica usata da Hitchcock per realizzare le scene dei suoi grandi film, con acuto spirito di osservazione.
Oltre a ripercorrere la celeberrima conversazione di Truffaut e Hitchcock, Jones mostra anche una serie di interviste che lui stesso ha realizzato con maestri del cinema a noi contemporanei come Martin Scorsese, David Fincher, Richard Linklater, Wes Anderson, Oliver Assayas o James Gray: questi registi ci parlano del cinema di Hitchcock con incredibile lucidità e capacità di analisi. Dimostrano una vastissima cultura cinematografica.
Il materiale usato dal documentario è straordinario: oltre agli spezzoni dei film, possiamo vedere bellissime foto del grande Philippe Halsman e ascoltare la voce di Hitchcock e Truffaut mentre conversano fra loro: infatti il film riporta molti estratti della registrazione vocale che fu fatta durante la famosa intervista.
La costruzione visiva e la struttura narrativa del documentario è ottima. C’è una grande proprietà di linguaggio e una forte immediatezza espressiva: i contenuti arrivano diretti allo spettatore.
Mi sento di ringraziare Kent Jones, i registi che si sono generosamente prestati e soprattutto Hitchcock e Truffaut per il loro contributo alla storia del cinema. Con loro lavoro, ci hanno donato del materiale di studio davvero prezioso. Attraverso quest’opera, si riesce ad intuire la complessità della realizzazione di un film, dalle scelte di sceneggiatura a quelle di montaggio.
Questo documentario aggiorna e arricchisce l’opera di due grandi registi del passato, che continuano a determinare meravigliosamente il nostro presente. Vedere il film di Jones è qualcosa di imprescindibile per chiunque si occupi di cinema, ma anche un pubblico più vasto dovrebbe esserne un attento spettatore.
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no_data
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mercoledì 6 aprile 2016
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hitchcock questo sconosciuto
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Anche per chi, come me, non conosce molto il regista inglese (fatto salvo per Psycho), il documentario è piaciuto molto e direi valga la pena di vederlo.
Sebbene gli argomenti trattati entrino nel tecnico delle storie raccontate dei vari film e dei rapporti tra le persone, il filo da seguire non è mai noioso ne eccessivamente difficile da comprendere anche per chi di cinema si intende poco.
Certamente chi ama Hitchcock e magari anche Truffaut, non potrà che uscire dal cinema con gli occhi fuori dalle orbite per il piacere che avrà provato.
Ora non vedo l'ora di vedere tutti i film di questi due grandi registi!
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mercoledì 6 aprile 2016
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hitchcock questo sconosciuto
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Anche per chi, come me, non conosce Hitchcock (fatto salvo per Psycho), il documentario è piaciuto molto e direi vale la pena di vederlo.
Nonostante gli argomenti si avventurino nell'ambito tecnico delle storie raccontate, il filo da seguire non è mai noioso ne eccessivamente difficile da comprendere anche per chi non ha mai visto un suo film.
Certamente chi ama Hitchcock e magari anche Truffaut non potrà che uscire dal cinema con gli occhi fuori dalle orbite per il piacere che avrà provato.
Ora non vedo l'ora di vedermi tutti i film di questi grandi registi!
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l'imbecille
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martedì 5 aprile 2016
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di hitchcock c'è poco
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Credo che lo spettatore si aspettasse una “presenza e un coinvolgimento” maggiore di Alfred in questo film, visto che la finalità era proprio questa. Ma che rispondere ad una domanda siffatta: <<perché non sono stati fatti vedere quei pezzettini di film dove, tra le “comparse”, appariva proprio lui??>>
Ci siamo accorti che di Alfred si vedono solo foto e nessun filmato??
Lo abbiamo voluto fare esclusivamente scientifico questo revival?? Se così fosse il risultato non è poi un granché. Altrimenti che dire del fatto che si è decisamente esagerato nel sottotitolare tutti gli interventi degli “ospiti”.
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Credo che lo spettatore si aspettasse una “presenza e un coinvolgimento” maggiore di Alfred in questo film, visto che la finalità era proprio questa. Ma che rispondere ad una domanda siffatta: <<perché non sono stati fatti vedere quei pezzettini di film dove, tra le “comparse”, appariva proprio lui??>>
Ci siamo accorti che di Alfred si vedono solo foto e nessun filmato??
Lo abbiamo voluto fare esclusivamente scientifico questo revival?? Se così fosse il risultato non è poi un granché. Altrimenti che dire del fatto che si è decisamente esagerato nel sottotitolare tutti gli interventi degli “ospiti”. Forse a titolo gratuito. Ed ancor di più: nel colloquio-intervista con Alfred –che dovrebbe poi essere proprio l’animus portante dell’intera opera– si sentono addirittura sia la sua voce in inglese che quella della traduttrice in francese e a scorrere la sottotitolazione. Si è chiesto davvero troppo allo spettatore, o no?
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natoacittè
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domenica 27 marzo 2016
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e per quel qualcosina di più, vite di hich.
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non succedeva spesso hitchcock
s'offrrisse di collaborare con qualche
comparsa... per delineare una narrativa, e in tante
occasioni si scopriranno per diversi motivi le motivazioni,
descritto come genio assoluto, non ha quell'aria di
attaccarsi a smancerie ne di attaccare altre persone per primo,
si veda che sempre la storia dimostra... che le
persone povere di spirito s'attaccavano a egli senza motivo concepibile,
poi però ci sono le pellicole immense che ha fatto, la più
brava attrice dei thriller... del genio che, al munuto 34 arrivava col grido
sensazionale per gettare al pubblico l'ennesimo tratto come
cruif descritto come l'uomo cona una finta sola.
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non succedeva spesso hitchcock
s'offrrisse di collaborare con qualche
comparsa... per delineare una narrativa, e in tante
occasioni si scopriranno per diversi motivi le motivazioni,
descritto come genio assoluto, non ha quell'aria di
attaccarsi a smancerie ne di attaccare altre persone per primo,
si veda che sempre la storia dimostra... che le
persone povere di spirito s'attaccavano a egli senza motivo concepibile,
poi però ci sono le pellicole immense che ha fatto, la più
brava attrice dei thriller... del genio che, al munuto 34 arrivava col grido
sensazionale per gettare al pubblico l'ennesimo tratto come
cruif descritto come l'uomo cona una finta sola..., hitchcock però,
torna spesso a sbalordire mettendo quelle sbalorditive e surreali scene come
una tassa, come l'imu... tornerà a mille e disdegna quei polli che si sono
fatti fregare strapagando senza sapere chi incolpare e alla ricerca
di qualche attentatore da palcoscenico, belle pretese però, non
si trovano sin quando non si capiranno le dinamiche del cinema forse e non
si capisce perchè hitchcock le abbia aiutate persone del genere,
forse per il vento più soffiatore che non disdegna direi in tutte le occasioni,
e per quella complicità così così, in ambedue le situazioni però inspiegabile forse,
e per la precisione quello del cinema forse ma anche non il migliore del cinema,
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