francesca
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venerdì 20 novembre 2015
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la leggerezza piacevole
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Una commedia divertente che dall'inizio alla fine ci fa sorridere. È una grande citazione cinematografica che i cinefili non possono che apprezzare. La scalata al successo di una prostituta aspirante attrice che ci racconta la sua storia attraverso una dettagliata intervista di sfondo. Owen Wilson non delude come sempre e Jennifer Aniston,diversamente da altre commedie,questa volta ci sorprende.
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catcarlo
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mercoledì 18 novembre 2015
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vecchio stile
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Prima che un regista, Bogdanovich è un cinefilo – critico in gioventù e autore di libri fondamentali al fianco e su grandi registi – con una spiccata passione per le commedie scatenate, tutte equivoci e battute, della Hollywood dei tempi d’oro. Dopo titoli come ‘… e tutti risero’ e ‘Ma papà ti manda sola?’, arriva ora con un anno di ritardo (è stata presentato a Venezia del 2014) e un brutto titolo italiano questo film che, pur non essendo all’altezza di quelli citati, regala novanta minuti di divertimento leggero, ma assai gustoso. La fase di riscaldamento è forse un po’ lunga, ma, superata la prima mezzora, la storia raggiunge una brillante velocità di crociera che fa volare i minuti che separano dai colorati titoli di coda.
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Prima che un regista, Bogdanovich è un cinefilo – critico in gioventù e autore di libri fondamentali al fianco e su grandi registi – con una spiccata passione per le commedie scatenate, tutte equivoci e battute, della Hollywood dei tempi d’oro. Dopo titoli come ‘… e tutti risero’ e ‘Ma papà ti manda sola?’, arriva ora con un anno di ritardo (è stata presentato a Venezia del 2014) e un brutto titolo italiano questo film che, pur non essendo all’altezza di quelli citati, regala novanta minuti di divertimento leggero, ma assai gustoso. La fase di riscaldamento è forse un po’ lunga, ma, superata la prima mezzora, la storia raggiunge una brillante velocità di crociera che fa volare i minuti che separano dai colorati titoli di coda. La parte iniziale si prende il suo tempo perché vi vengono presentati i singoli personaggi che magari possono risultare in sovrannumero, ma alla fine non si rinuncerebbe a cuor leggero all’allupato giudice Pendergast (Austin Pendleton) o al più sfigato fra gli investigatori privati visti ultimamente sullo schermo (George Morfogen). Il soggetto è semplice e complicato al tempo stesso: Adrian, un regista teatrale con il pallino di redimere le prostitute, atterra a New York e passa la notte con una di esse, Isabella, che ha come sogno nel cassetto quello di fare l’attrice. Dopo averla convinta a lasciare la professione – decisione che getta nella disperazione il giudice di cui sopra - se la ritrova al casting per il nuovo lavoro, dove però recita la moglie Delta a sua volta concupita dal primattore Seth: la ragazza, figlia di chiassosi proletari, è brava e ottiene la parte, oltre a suscitare l’interesse del commediografo che però è impegnato con una psicanalista che non ha proprio tutti i lunedì a posto. Le varie relazioni vanno a costituire una serie di fili che si intrecciano fino a che, classicamente, i nodi si sciolgono in una sorta di tutti contro tutti al quale si giunge attraverso il succedersi di una serie di situazioni imbarazzanti – e perciò divertenti – che includono figuracce nei luoghi pubblici e gli immancabili balletti nei corridoi di lussuosi alberghi. In opere in cui i tempi comici sono fondamentali, importante è la resa degli attori che, peraltro, si dimostrano ben scelti, sia per i ruoli minori (la prostituta stordita di Judy Punch) sia per i principali, che vanno da Owen Wilson nei panni del regista alla bellezza irregolare di Imogen Poots in quelli della sua protetta per arrivare alla prova irresistibile di Jennifer Aniston alle prese con il personaggio, assai diverso dal solito, della psicanalista tutta nevrosi e parolacce. C’è però un altro livello sul quale il film può essere goduto, laddove Bogdanovich si lascia andare alla passione per il cinema accennata all’inizio disseminando la sceneggiatura (scritta con l’ex moglie Louise Stratten) di citazioni per cogliere le quali, molto spesso, occorre essere solutori più che abili e che qua e là occhieggiano al passato del regista – le più evidenti la presenza di Tatum O’Neill in una piccola parte come cameriera e, soprattutto, quella di Cybill Shepherd come madre popolana di Isabella con un trascorso da miss. Il risultato è un inno alla settima arte e alla sua capacità di far sognare, consentendo di dimenticare le angosce almeno davanti al grande schermo: anche riciclando materiali già usati si può creare qualcosa di nuovo capace comunque di affascinare. Quella di Bogdanovich si rivela come una passione davvero contagiosa e non ha importanza quale sia la fonte di ispirazione, come dimostra il più giovane emulo che compare nell’ultima scena per trascinare Isabella in un vortice di spettacoli che comprende vecchi western e film di kung-fu.
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flyanto
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martedì 10 novembre 2015
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una girandola di coppie sentimentali a lieto fine
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Come enuncia il titolo "Tutto può accadere a Broadway" tutto quello che succede nella storia di questa commedia costituisce una girandola di avvenimenti un poco assurdi e pertanto estremamente sconvolgenti per i personaggi.
La storia infatti riguarda un famoso regista cinematografico (Owen Wilson), al momento passato alla regia di opere teatrali, il quale nel corso delle sue "scappatelle" extra coniugali incontra un' escort (Imogen Poots) che ambisce fortemente di fare l'attrice. Dopo averle regalato una grossa somma di denaro (come ha già fatto con altre) al fine di farle interrompere la professione di escort a favore di quella di attrice, anni dopo la rincontra nel corso di un provino per il ruolo di una delle protagoniste.
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Come enuncia il titolo "Tutto può accadere a Broadway" tutto quello che succede nella storia di questa commedia costituisce una girandola di avvenimenti un poco assurdi e pertanto estremamente sconvolgenti per i personaggi.
La storia infatti riguarda un famoso regista cinematografico (Owen Wilson), al momento passato alla regia di opere teatrali, il quale nel corso delle sue "scappatelle" extra coniugali incontra un' escort (Imogen Poots) che ambisce fortemente di fare l'attrice. Dopo averle regalato una grossa somma di denaro (come ha già fatto con altre) al fine di farle interrompere la professione di escort a favore di quella di attrice, anni dopo la rincontra nel corso di un provino per il ruolo di una delle protagoniste. Da qui, ovviamente iniziano una serie di avvenimenti e di equivoci che coinvolgeranno non solo i suddetti due personaggi, ma anche altri distrugegndo e formando vecchie e nuove relazioni sentimentali....
Assai divertente, ben diretta e costruita, quest'ultima commedia di Peter Bogdanovich in pratica riflette l'assurdità della vita e le sue svariate possibilità, a volte, persino al limite dell'inverosimile o, comunque, alquanto bizzarre e fortuite. Il motore che muove tutti i personaggi della vicenda, ma della vita stessa in generale, (dal suddetto regista e dall'aspirante attrice, alla consorte dello stesso, al primo attore ed al produttore, ad una "singolare" psicanalista, ecc...), è sicuramente l'amore donde il continuo alternarsi delle coppie e delle molteplici relazioni sentimentali e da unico e vero protagonista della storia, non possiamo assolutamente che non essere d'accordo con Bogdanovich sostenendo che questo nobile, ma anche bizzarro sentimento, regola e dispone dell'esistenza di tutti gli individui.Un unico appunto che si deve rimarcare al regista è però di avere ideato e costruito una commedia che ricorda molto quelle di Woody Allen risultando, nell'insieme, quasi una "scopiazzatura" di quest'ultimo geniale autore. Bogdanovich è sicuramente un grande artista ed in passato ha ideato commedie originali e ben confezionate, ma in questo caso, a mio parere, ripeto, scimmiotta un poco Allen, a scapito un poco così della riuscita della sua opera.
Sul cast degli attori, invece, non si può rimarcare nulla e tutti risultano pertanto una scelta quanto mai azzeccata da parte di Bogdanovich ai fini dei ruoli che devono rivestire: Owen Wilson, Imogen Poots, Jennifer Aniston, Rhys Ifans, ecc.... incarnano perfettamente le nevrosi degli esseri umani invitando lo spettatore a prenderne atto ed a sorriderne, accettandole.
Insomma, una buona commedia, adatta a fare trascorrere un paio d'ore serenamente.
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the moon
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domenica 8 novembre 2015
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in leggerezza
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Sicuramente una commedia che divide,può piacere come non può piacere,può passare per banale?Si.Può passare per ciarliero?Si.È un film teatrale e pirandelliano a tratti simpatico e divertente,raffinato nella colonna sonora,per un sabato in leggerezza prima di cena.
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maumauroma
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mercoledì 4 novembre 2015
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tutto puo' accadere a broadway
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Sgangherata commedia degli equivoci che si snocciola tra le strade,i teatri.gli alberghi di New York,coagulandosi in una melassa di personaggi:c'e' il regista fedifrago che colleziona escort per poi redimerle a suon di prebende in dollari, c'e'la escort dalla voce querula che aspira alle vette del teatro,c'e' l'anziano magistrato stranito che gira perennemente allupato alla ricerca della suddetta escort,c'e' un anziano detective sull'orlo dell'Alzheimer,c'e' una psicanalista piu' schizzata dei suoi clienti,tutti cornificano tutti,attori e comparse,tutti i dialoghi sono terribilmente verbosi e irritanti. La pellicola dovrebbe ispirarsi alle commedie "svitate" degli anni 40 e 50, a volte si sorride,spesso ci si annoia.
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Sgangherata commedia degli equivoci che si snocciola tra le strade,i teatri.gli alberghi di New York,coagulandosi in una melassa di personaggi:c'e' il regista fedifrago che colleziona escort per poi redimerle a suon di prebende in dollari, c'e'la escort dalla voce querula che aspira alle vette del teatro,c'e' l'anziano magistrato stranito che gira perennemente allupato alla ricerca della suddetta escort,c'e' un anziano detective sull'orlo dell'Alzheimer,c'e' una psicanalista piu' schizzata dei suoi clienti,tutti cornificano tutti,attori e comparse,tutti i dialoghi sono terribilmente verbosi e irritanti. La pellicola dovrebbe ispirarsi alle commedie "svitate" degli anni 40 e 50, a volte si sorride,spesso ci si annoia. E' un po' come assaggiare un dolce troppo smielato,magari all'inizio piace,dopo lo si lascia tutto nel piatto.Si e' paragonata questa commedia a quelle di Woody Allen: non si dicano eresie. Le commedie del grande Newyorkese per grazia,classe,dialoghi,glamour volano kilometri piu' in alto.
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affabuloscopio
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mercoledì 4 novembre 2015
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scoiattoli alle noci
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Avete mai provato a dare scoiattoli alle noci anziché noci agli scoiattoli?
E’ il tormentone dal sapore retro’ che agguanta tutto il film e anche il suo senso più intimo, pescato come un fiore nel magma dei ricordi tra le commedie anni’30 tanto care a Lubitsch, dette screwball comedy, peraltro il mio genere preferito assieme alle sophisticated comedy.
Un genere solo apparentemente leggero dove il ritmo è indiavolato, i dialoghi serrati e brillanti e una squillo va sempre a finire nella camera del regista.
E allora sedetevi leggeri su una poltroncina in velluto di un piccolo teatro di Broadway, godete della sua protezione così squisitamente invernale e seguite a girandola le avventure di Izzy, una squillo che come afferma elettrica la bella terapista Aniston, sembra aver rimosso l’ultima parte dolce del suo nome (bella/sabella), correte tra pastori tedeschi, investigatori alla Poirot e giudici allupati.
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Avete mai provato a dare scoiattoli alle noci anziché noci agli scoiattoli?
E’ il tormentone dal sapore retro’ che agguanta tutto il film e anche il suo senso più intimo, pescato come un fiore nel magma dei ricordi tra le commedie anni’30 tanto care a Lubitsch, dette screwball comedy, peraltro il mio genere preferito assieme alle sophisticated comedy.
Un genere solo apparentemente leggero dove il ritmo è indiavolato, i dialoghi serrati e brillanti e una squillo va sempre a finire nella camera del regista.
E allora sedetevi leggeri su una poltroncina in velluto di un piccolo teatro di Broadway, godete della sua protezione così squisitamente invernale e seguite a girandola le avventure di Izzy, una squillo che come afferma elettrica la bella terapista Aniston, sembra aver rimosso l’ultima parte dolce del suo nome (bella/sabella), correte tra pastori tedeschi, investigatori alla Poirot e giudici allupati.
Entrerete di diritto nel magico mondo anni’ 30 che forse non ha la forza e la buffaggine del miglior woody allen ma che non delude in gusto fiabesco e divertimento.
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mario nitti
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domenica 1 novembre 2015
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50 anni di film e divertirsi ancora
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La storia è difficile da riassumere perché è tutta costruita intorno ad un complesso intreccio di equivoci che via via si complica facendo incrociare non solo i destini dei personaggi principali, ma anche di quelli secondari. Diciamo che tutto inizia durante una notte che Arnold, il regista di uno spettacolo teatrale, passa con Glo, una escort che sogna di diventare attrice.
Ogni tanto il ritmo rallenta un po’, ma Imogens Poot, la protagonista, è davvero brava e nel complesso ci si diverte con un racconto girato con gusto e uno stile raffinato. Non poteva essere diversamente e lo testimonia l’apparizione di Tarantino nell’ultima scena del film: la sua presenza un omaggio al regista Peter Bogdanovic, uno dei gradi di Hollywood che ha iniziato a fare film cinquanta anni fa e dimostra di non aver ancora smesso di divertirsi e far divertire.
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La storia è difficile da riassumere perché è tutta costruita intorno ad un complesso intreccio di equivoci che via via si complica facendo incrociare non solo i destini dei personaggi principali, ma anche di quelli secondari. Diciamo che tutto inizia durante una notte che Arnold, il regista di uno spettacolo teatrale, passa con Glo, una escort che sogna di diventare attrice.
Ogni tanto il ritmo rallenta un po’, ma Imogens Poot, la protagonista, è davvero brava e nel complesso ci si diverte con un racconto girato con gusto e uno stile raffinato. Non poteva essere diversamente e lo testimonia l’apparizione di Tarantino nell’ultima scena del film: la sua presenza un omaggio al regista Peter Bogdanovic, uno dei gradi di Hollywood che ha iniziato a fare film cinquanta anni fa e dimostra di non aver ancora smesso di divertirsi e far divertire.
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brian77
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sabato 31 ottobre 2015
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bella commedia
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E' vero che Bogdanovich guarda qui anche a Woody Allen, ma lo fa senza prendersi troppo sul serio (come invece fa Allen) e cercando soprattutto il godimento del cinema in sé. Operazione riuscita: Bogdanovich non usa il cinema come strumento, ma usa situazioni e citazioni per fare cinema.
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gstazio
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venerdì 30 ottobre 2015
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banale e stupido
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Ditemi per cortesia cosa avete visto di bello in questo film visto ieri sera! Un storia di prostitute spinte alla redenzione banale, attori mediocri con un Owen Wilson da piangere, una sceneggiatura astrusa con colpi di scena assurdi (la scena del ristorante in cui per caso si ritorvano tutti assime a cena la stessa sera).
Una specia di Woody Allen rifatto malissimo e assolutamente da evitare: neanche un briciolo di idea
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michele
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giovedì 29 ottobre 2015
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non ci poteva essere un ritorno migliore
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Eccellente, meravigliosa commedia di Peter Bogdanovich che ricorda a tutti, qual’ora qualcuno se lo fosse dimenticato, di essere un regista di straordinario talento nonostante l’età e la lunga assenza (ben 12 anni) dal grande schermo. Presentato nel 2014 al Festival di Venezia, la pellicola fu accolta in sala da una grande ovazione e non furono applausi di cortesia per un ‘maestro’, ma fu esaltazione vera, contentezza pura per aver assistito ad una pellicola dall’umorismo contagioso, dai dialoghi efficaci e divertenti e da una comicità genuina, mai eccessiva, mai gratuita, ma sempre frutto di idee brillanti. C’è un po’ tutto il meglio della commedia in questo film, un tocco di Lubitsch, un tocco del miglior Woody Allen e poi il suo, quello di Bogdanovich che dimostra di essere ancora in una forma smagliante.
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Eccellente, meravigliosa commedia di Peter Bogdanovich che ricorda a tutti, qual’ora qualcuno se lo fosse dimenticato, di essere un regista di straordinario talento nonostante l’età e la lunga assenza (ben 12 anni) dal grande schermo. Presentato nel 2014 al Festival di Venezia, la pellicola fu accolta in sala da una grande ovazione e non furono applausi di cortesia per un ‘maestro’, ma fu esaltazione vera, contentezza pura per aver assistito ad una pellicola dall’umorismo contagioso, dai dialoghi efficaci e divertenti e da una comicità genuina, mai eccessiva, mai gratuita, ma sempre frutto di idee brillanti. C’è un po’ tutto il meglio della commedia in questo film, un tocco di Lubitsch, un tocco del miglior Woody Allen e poi il suo, quello di Bogdanovich che dimostra di essere ancora in una forma smagliante. Mentre assistiamo alla pellicola vengono in mente le nostre commedie (anche i cinepanettoni) che sono tutte giocate, come questa d’altronde, sul gioco degli equivoci e dei sentimenti, ma che non graffiano mai lo schermo, ma anzi fanno grattare lo spettatore. Lo so, non è innovativo e affatto originale parlare male del nostro cinema, soprattutto in quest’ambito, ma è inevitabile e anche doveroso fare un raffronto, per capire quello che sarebbe bello vedere quando ci sediamo in una sala cinematografica e vogliamo farci catturare dall’evasione e dalla leggerezza di una storia nostrana.
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