felicity
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domenica 11 agosto 2024
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un film amaro che inanella climax emotivi
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La Isla Minima è un thriller rotondamente deprimente, con tutta la sua carica di opprimente e scomoda bellezza, un procedurale squallido, ma innegabilmente efficace, dall’aspetto visivo ammaliante e che non molla mai fino all’ultimo momento.
L’azione è in gran parte discorsiva, anche se non mancano un paio di superbe sequenze gettate nella mischia per movimentare un po’.
Il confronto finale sotto la pioggia è poi stupefacente e una delle poche sequenze notturne del film prepara un intenso inseguimento in auto che include la più agghiacciante inquadratura di tutte, in un’opera quasi interamente composta da inquadrature di una bellezza sconvolgente.
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La Isla Minima è un thriller rotondamente deprimente, con tutta la sua carica di opprimente e scomoda bellezza, un procedurale squallido, ma innegabilmente efficace, dall’aspetto visivo ammaliante e che non molla mai fino all’ultimo momento.
L’azione è in gran parte discorsiva, anche se non mancano un paio di superbe sequenze gettate nella mischia per movimentare un po’.
Il confronto finale sotto la pioggia è poi stupefacente e una delle poche sequenze notturne del film prepara un intenso inseguimento in auto che include la più agghiacciante inquadratura di tutte, in un’opera quasi interamente composta da inquadrature di una bellezza sconvolgente.
Un noir coi fiocchi, ben bilanciato nel suo svolgersi senza troppe spiegazioni, ma tenendo il timone ed evitando ogni deriva nebulosa.
Non è il giallo in sé e per sé ad ammaliare davvero Rodríguez, per quanto la narrazione riesca a mantenersi sempre avvincente, e lo spettatore provi l’appagante sensazione di trovarsi un passo indietro rispetto al regista, costretto dunque ad attendere gli eventi e a subirne le conseguenze; quel che interessa il giovane regista è soprattutto la possibilità di indagare un’umanità riottosa, sconfitta dalla Storia, ma ancora in grado di dire la propria. Si rintraccia nello script la reale forza de La isla minima, e ancor più nell’accurata descrizione dei personaggi: perfino il dualismo tra i due investigatori protagonisti, pur all’apparenza tagliato con l’accetta e studiato con il misurino, trova nello sviluppo del film un’evoluzione continua, sottile ma persistente, e in grado di muoversi in profondità.
Un thriller teso, in grado di essere al contempo disadorno e di lasciare senza fiato lo spettatore, che non ha paura di inserire la Storia e utilizzarla a proprio piacimento.
Un film amaro, ma non sconfitto, che inanella climax emotivi quasi senza rendersene conto.
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elgatoloco
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giovedì 11 febbraio 2021
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notevolissimo, in ogni senso
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"La Isla minima"(Alberto Rodriguez Librero, scritto dallo stesso regista con Rafael Cobos, 2014), a partire dal rapimentoo-omidicio di due ragazze, scomparse nella torrida Andalusia, estremo sud della Spagna, è non solo una bella storia di detection, ma uno studio su due investiigaori molto diversi tra loro, come età e personalità-struttura pischica, ma una vera e propria ricostruzione storica. ambientato nel 1980, quando la dittatura fi Francisco Franco y Bahamonde era passata da soli 4 anni e qualcosa(Franco muore il 20 novembre 1975, tentativi di golpe erano ancora decisamente nell'aria, il clima politico in Spagna si avvicinava certo alla democrazia, senza averla pienamente raggiunta),.
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"La Isla minima"(Alberto Rodriguez Librero, scritto dallo stesso regista con Rafael Cobos, 2014), a partire dal rapimentoo-omidicio di due ragazze, scomparse nella torrida Andalusia, estremo sud della Spagna, è non solo una bella storia di detection, ma uno studio su due investiigaori molto diversi tra loro, come età e personalità-struttura pischica, ma una vera e propria ricostruzione storica. ambientato nel 1980, quando la dittatura fi Francisco Franco y Bahamonde era passata da soli 4 anni e qualcosa(Franco muore il 20 novembre 1975, tentativi di golpe erano ancora decisamente nell'aria, il clima politico in Spagna si avvicinava certo alla democrazia, senza averla pienamente raggiunta),. Fotograficamente e scenograficamente, lo spettatore coglie subito che la detection si muove in un clima torrido di segreti e misteri da non svelare, che tutto è minacciato dall'ipocrisia , da viltà e ambiguità non solo latenti, che il conflitto, a tratti veramente insanabile, tra i due rischia di mettere in crisi la detection, riducendola a zero, che l'ombra pesante della"Guardia civil"pesa su tutto, gravando una storia in qualche modo di per sé torbida e torpida di ulteriori gravami, in parte insanabili. Decisamente, i due intepreti principlai(che rendono i due investigatori, ossia Raùl Arévalo e Javier Gutierrez Alvarez, già a livello fisico ma poi soprattutto sul piano caratteriale, sono funzionali a una storia ma soprattutto a una meessa in scena e regia(i due elementi, notoriamente, non sono la stessa cosa)efficacissime e capaci di lasciare con quell'"amaro in bocca", con quel "languore di conoscenza"e riflessione che si crea solamente con film di notevolissimo rilievo, ciò che Rodriguez Librero, vero erede di Luis Bunel insieme a pochi altri, in un cinema spagnolo comunque probabilnente ai veritci del cinema europeo, sa dare e sa trasmettere anche in una fase decisamente posteriore, diremmo"ulteriore"alla visione del film. Se ci si fermasse ai vari stapes della narrazione filmica non si coglierebbe quanto invece emerge chiaramente se si considera l'opera filmica dopo la visione integrale dell'opera stessa. Veramente un film importante, capace di scuotere e di creare, insiema all0indubbio"coinvolgimento emotivo"; quello spazio di riflessione che crea ogni opera(filmica come teatrale, come letteraria, aristica in genere)che sapapia andare oltre la convenzione. El Gato
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wolvie
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venerdì 28 agosto 2020
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caccia al killer spagnolo
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La Isla Minima è un giallo interessante, con pochi fronzoli, anche se non sempre con una narrazione efficace e coerente, ambientato in un contesto storico post franchismo che potrebbe rispecchiarsi, in parte, nelle storie narrate da Guccini/Macchiavelli con protagonista Santovito, nell Italia post fascismo e produrre un remake italiano molto interessante sulla carta.
Nel 1980 la Spagna è da poco una democrazia, nella regione del Guadelquivir, tra acquitrini e piccole isole unite da strisce di terra, si ritrovano i cadaveri seviziati di due sorelle adolescenti. Da Madrid vengono inviati due ispettori della omicidi, molto diversi di indole ed ideologicamente: uno refrattario ai totalitarismi autoritari, l altro addirittura nel recente passato è stato un torturatore di Stato nel periodo della dittatura.
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La Isla Minima è un giallo interessante, con pochi fronzoli, anche se non sempre con una narrazione efficace e coerente, ambientato in un contesto storico post franchismo che potrebbe rispecchiarsi, in parte, nelle storie narrate da Guccini/Macchiavelli con protagonista Santovito, nell Italia post fascismo e produrre un remake italiano molto interessante sulla carta.
Nel 1980 la Spagna è da poco una democrazia, nella regione del Guadelquivir, tra acquitrini e piccole isole unite da strisce di terra, si ritrovano i cadaveri seviziati di due sorelle adolescenti. Da Madrid vengono inviati due ispettori della omicidi, molto diversi di indole ed ideologicamente: uno refrattario ai totalitarismi autoritari, l altro addirittura nel recente passato è stato un torturatore di Stato nel periodo della dittatura. L' indagine porterà a galla altri cadaveri e la presenza di un serial killer collegato ad una rete omertosa di copertura di abusi sessuali su minori.
Prodotto discreto con attori ben in parte, ambientazione originale e attenzione ben desta da parte dello spettatore. Da riscoprire.
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fabio 3121
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domenica 24 maggio 2020
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indagine nelle paludi del fiume guadalquivir.
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il film è ambientato nel 1980 in Spagna e precisamente in un piccolo paesino andaluso sito sulle rive del fiume Guadalquivir. Una sera, durante la festa annuale del paese, due sorelle minorenni scompaiono, quindi giungono sul posto due poliziotti da Madrid che dovranno cercare di risolvere il caso. I due agenti, dai metodi molto diversi, si troveranno di fronte un mondo di omertà e insabbiamenti da parte degli abitanti del paese che celerà una realtà di abusi e ricatti sessuali molto più triste e complessa. il film è girato molto bene dal regista che con le inquadrature dall'alto dà una dimensione del contesto naturale delle tante paludi e strade sterrate che circondano il paesino spagnolo.
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il film è ambientato nel 1980 in Spagna e precisamente in un piccolo paesino andaluso sito sulle rive del fiume Guadalquivir. Una sera, durante la festa annuale del paese, due sorelle minorenni scompaiono, quindi giungono sul posto due poliziotti da Madrid che dovranno cercare di risolvere il caso. I due agenti, dai metodi molto diversi, si troveranno di fronte un mondo di omertà e insabbiamenti da parte degli abitanti del paese che celerà una realtà di abusi e ricatti sessuali molto più triste e complessa. il film è girato molto bene dal regista che con le inquadrature dall'alto dà una dimensione del contesto naturale delle tante paludi e strade sterrate che circondano il paesino spagnolo. Ottima la fotografia con i colori e luci tipiche di una estate molto calda degli anni '80 così come i costumi e le auto dell'epoca. Davvero bravi i 2 attori spagnoli protagonisti di questo giallo meritatamente premiato ai Goya.
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fabius76
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domenica 7 gennaio 2018
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l' isola della banalita'
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ATTENZIONE: SPOILER SULLA TRAMA E IL FINALE: LEGGETE SOLAMENTE SE SIETE DAVVERO CURIOSI O SE AVETE GIA' VISTO IL FILM ! Non riesco proprio a capire come questo film sia ritenuto straordinario. Nelle recensioni si parla di analisi sociologica della Spagna post franchista. A parte due ritratti del Caudillo e i pantaloni a zampa di elefante non vedo alcun riferimento a quell' "epoca". Forse qualcuno dirà:" Bhè, in in fondo è un thriller" Ecco, appunto, non nè l'uno nè l'altra cosa; infatti ci sono esattamente tutti i clichè dei thriller che trasmettono in televisione: i due detectives dalla recitazione monocorde e con la faccia sempre inc.
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ATTENZIONE: SPOILER SULLA TRAMA E IL FINALE: LEGGETE SOLAMENTE SE SIETE DAVVERO CURIOSI O SE AVETE GIA' VISTO IL FILM ! Non riesco proprio a capire come questo film sia ritenuto straordinario. Nelle recensioni si parla di analisi sociologica della Spagna post franchista. A parte due ritratti del Caudillo e i pantaloni a zampa di elefante non vedo alcun riferimento a quell' "epoca". Forse qualcuno dirà:" Bhè, in in fondo è un thriller" Ecco, appunto, non nè l'uno nè l'altra cosa; infatti ci sono esattamente tutti i clichè dei thriller che trasmettono in televisione: i due detectives dalla recitazione monocorde e con la faccia sempre inc...ta dove c'è quello con i metodi "spicci" e l' altro che lo lascia fare; il capo insofferente dei loro comportamenti e l'ultima "vittima" trovata qualche minuto prima che facesse la fine delle altre e dopo che il serial killer di turno avesse una colluttazione con uno dei detectives e finisse,pugnalato, gettato in acqua nelle fauci dei coccodrilli. Il finale a "sorpresa" lo potevano perfettamente risparmiare ma, evidentemente, gli autori non hanno resistito a completare " l' opera". Di questo film apprezzo solamente le musiche e la fotografia, che però non elevano la qualità di questa pellicola.
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no_data
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mercoledì 8 novembre 2017
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i volti delle dittature
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Potente, avvicente e brutale viaggio tra le nebbie della storia spagnola franchista e post, alla ricerca dei suoi volti.
Ottima fotografia, narrazione che va in crescendo e per niente banale.
Aldilà della contestualizzazione, perfetta fotografia sugli intrecci psico-sociali delle dittature.
Da vedere e rivedere.
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francesco2
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lunedì 18 luglio 2016
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transizioni incompiute
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"Ora siamo in democrazia". Nel confronto tra questa frase e la scena finale, forse, si riassume
il vero senso de " La isla minima". Perché -almeno- una comparazione tra queste due scene sa
di transizione incompiuta. Non si è ancora in democrazia, perché certi scheletri rimangono
nell'armadio, e -per quello che sappiamo della realtà spagnola-, chissà per quanto ci
rimarranno, e non solo da loro. Si è come giunti alla conclusione di un racconto
scabrosamente sconvolgente -a dir poco- , ma in questo MICROCOSMO il MACROCOSMO
appare quello (intra?) visto durante la narrazione, desolante e desolato con venature
animalesche -anche nel senso letterale. Non "tutto si è risolto", come si dice alla fine.
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"Ora siamo in democrazia". Nel confronto tra questa frase e la scena finale, forse, si riassume
il vero senso de " La isla minima". Perché -almeno- una comparazione tra queste due scene sa
di transizione incompiuta. Non si è ancora in democrazia, perché certi scheletri rimangono
nell'armadio, e -per quello che sappiamo della realtà spagnola-, chissà per quanto ci
rimarranno, e non solo da loro. Si è come giunti alla conclusione di un racconto
scabrosamente sconvolgente -a dir poco- , ma in questo MICROCOSMO il MACROCOSMO
appare quello (intra?) visto durante la narrazione, desolante e desolato con venature
animalesche -anche nel senso letterale. Non "tutto si è risolto", come si dice alla fine. Anzi.
La stessa "isla", addirittura, potrebbe essere una metafora per il (relativamente) "minimo"
dei risultati, o comunque simboleggiare un fuoco di paglia in mezzo ad un degrado molto più
ampio.
Detto questo, tuttavia, il film sembra soffrire di quella transizione incompiuta che sembrerebbe
il suo vero bersaglio, e che forse riguarda la democrazia ma anche la cultura -relativamente
curioso, a questo proposito, l'episodio del poliziotto che sconosce Truman Capote.
Come avveniva anche, parzialmente, nel "segreto dei suoi occhi" -anch'esso spagnolo-
la sceneggiatura appare spesso macchiettistica e questo nuoce a quell'atmosfera mista tra
thriller e denuncia sociale che pure, per altri versi, caratterizza il film. Spiace scriverlo ma
questo, oltretutto, non riguarda esclusivamente le figure marginali: si pensi al più giovane
tra i "colpevoli", per esempio. Anche l'intreccio appare un poco macchinoso.
Un'opera abbastanza simile a questa, e secondo me non cosi inferiore -"Le paludi della
morte" in Italiano- non aveva ricevuto la medesima accoglienza.
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nero wolfe
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venerdì 20 maggio 2016
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assolutamente notevole
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Fosse stato americano sarebbe stato un must. Ma è europeo, ed è anche meglio.
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guidobaldo maria riccardelli
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venerdì 29 aprile 2016
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indagini in una spagna in piena transizione
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Non lascia delusi questo noir spagnolo pluripremiato, pur avendo mancanze tali da impedirgli di issarsi a livelli di assoluta eccellenza.
Nonostante una costruzione solida e ben bilanciata, viene in più parti acccantonato l'aspetto e l'umore sociale, tratteggiato qua e là con un'avarizia eccessiva, visti anche i buoni riscontri avuti quando si è provato a farlo: complessivamente l'atmosfera decadente e dubbiosa viene senz'altro restituita, complice anche la fotografia umida e polverosa di un'Andalucía a fine estate, ma avremmo gradito una mano più decisa in questa direzione. Detto questo, la cifra registica è buona, al netto di un uso eccessivo delle plongée, specie nelle scene iniziali, a causa delle quali viene a configurarsi un'entrata piuttosto debole nell'azione.
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Non lascia delusi questo noir spagnolo pluripremiato, pur avendo mancanze tali da impedirgli di issarsi a livelli di assoluta eccellenza.
Nonostante una costruzione solida e ben bilanciata, viene in più parti acccantonato l'aspetto e l'umore sociale, tratteggiato qua e là con un'avarizia eccessiva, visti anche i buoni riscontri avuti quando si è provato a farlo: complessivamente l'atmosfera decadente e dubbiosa viene senz'altro restituita, complice anche la fotografia umida e polverosa di un'Andalucía a fine estate, ma avremmo gradito una mano più decisa in questa direzione. Detto questo, la cifra registica è buona, al netto di un uso eccessivo delle plongée, specie nelle scene iniziali, a causa delle quali viene a configurarsi un'entrata piuttosto debole nell'azione.
Decisamente convincente risulta la costruzione dei personaggi, specie i due protagonisti, con la precisa e lodevole intenzione di lasciare zone d'ombra nei loro ritratti, arricchendoli in questo modo di ulteriore fascino; e gli interpreti concretizzano queste interessanti figure con interpretazioni convinte, specie un Raúl Arévalo idealista e controllato.
Molto buono il finale, apparentemente non di grande impatto, ma proprio per questo piacevolmente ambiguo ed aperto, volto a suggerire più che a spiegare.
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lbavassano
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mercoledì 17 febbraio 2016
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il "giallo" dopo dürrenmatt
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Nella storia del genere poliziesco esiste probabilmente un prima e un dopo Dürrenmatt, più precisamente un prima e un dopo "La Promessa", un discrimine rappresentato dalla piena presa di coscienza della possibilità di utilizzare gli schemi ormai pienamente consolidati e "classici" del genere per andare oltre il genere. "La Isla Minima" si pone con grande autorevolezza in questo filone. Gli elementi canonici del thriller ci sono tutti: l'inchiesta su una serie di delitti efferati con vittime adolescenti, l'ambiente ostile o che comunque preferirebbe una verità addomesticata e tale da non turbare troppo coscienze ed equilibri sociali già compromessi, la coppia di poliziotti (il buono e il "cattivo").
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Nella storia del genere poliziesco esiste probabilmente un prima e un dopo Dürrenmatt, più precisamente un prima e un dopo "La Promessa", un discrimine rappresentato dalla piena presa di coscienza della possibilità di utilizzare gli schemi ormai pienamente consolidati e "classici" del genere per andare oltre il genere. "La Isla Minima" si pone con grande autorevolezza in questo filone. Gli elementi canonici del thriller ci sono tutti: l'inchiesta su una serie di delitti efferati con vittime adolescenti, l'ambiente ostile o che comunque preferirebbe una verità addomesticata e tale da non turbare troppo coscienze ed equilibri sociali già compromessi, la coppia di poliziotti (il buono e il "cattivo")... Ma la vera indagine va oltre l'identificazione dei colpevoli, si ritorce su se stessa per interrogarsi sulla vera identità dei detective. Fino a che punto il "cattivo" è davvero cattivo? O forse è ancora più cattivo di quanto si era potuto supporre, ma anche l'ultima rivelazione non scioglie completamente il dubbio. La macchina da presa realizza pienamente tutto ciò, alternando con straordinaria potenza visiva il punto di vista canonico (con tanto di inseguimenti e interni squallidi) ad uno diverso, dall'alto, che suggerisce una possibilità ulteriore. Ma anche l'ambientazione, estremamente precisa nei luoghi e soprattutto nei tempi, al medesimo tempo li trascende, e spesso non pare di essere più nella Spagna del 1980, appena uscita dal franchismo, ma ad esempio in una Louisiana sottratta allo scorrere del tempo.
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