no_data
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venerdì 29 gennaio 2016
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un gioiellino questo film!
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Film davvero ben fatto. Tutto quasi al top, dialoghi, personaggi, atmosfere. Non ho staccato un attimo la sguardo dallo schermo. Non e' un capolavoro ma e' un piccolo gioiello a mio avviso. Un punto in più per la scelta dei luoghi, dei paesaggi e delle atmosfere. Davvero suggestivo.
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siebenzwerg
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mercoledì 20 gennaio 2016
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in acque torbide
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A me questo film è piaciuto davvero molto ma volerlo paragonare a "Il segreto dei tuoi occhi" mi sembra eccessivo. Lì c'era una componente di mistero inquietante per lunga parte del film che pescava in fondali psicologici profondi, anche dello spettatore, mentre qui il mistero è solo poliziesco e, oltre all'indagine chandleriana, tuttalpiù poggia solo sulla omertà/vergogna sociale dei paesani, metafora dell'apertura alla verità del passaggio dal regime franchista alla democrazia. I personaggi dei due investigatori meritavano un approfondimento maggiore, mentre soprattutto il loro rapporto resta in una zona torbida, ma funziona bene anche così
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robroma66
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domenica 10 gennaio 2016
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ce ne fossero, di film così
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Un bellissimo film, senza "se" e senza "ma". Fotografia e scenografia magistrali ma anche il resto non scherza. Un prodotto come ne capitano pochi sugli schermi. Avvincente, privo di ridondanze, con i tempi giusti. Le ferite del franchismo sembrano appena accennate ma in realtà si ergono possenti e attraversano la narrazione e i personaggi. E' un film con una netta visione etica, anche se esprime consapevolezza della infinite sfumature (avete presente la scenda finale, quando Pedro strappa le foto che testimoniavano l'orrido passato di Juan?).
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emanuelas
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domenica 3 gennaio 2016
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un film straordinario
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Un thriller ambientato nel sud della Spagna posfranchista. La tensione nello spettatore è tenuta dall'inizio alla fine senza un attimo di caduta grazie a un mirabile impasto di elementi di eccellenza. In primo luogo le riprese, dall'alto con panorami che sembrano quadri astratti, o notturne, dove i fari o le torce si ricavano un tunnel di luce nella oscurità densa e ostile degli argini dei canali o delle case abbandonate; poi gli attori magnifici, anche nelle parti minori; il ritmo incalzante; la musica perfetta. Un film che sfrutta con splendida intelligenza le capacità narrative delle immagini e del montaggio. Come nei noir degli anni '40 la realtà è sempre più complessa di quanto si voglia credere, e la tensione, si capisce, continuerà oltre la scoperta del serial killer, per i misfatti impuniti, per la strutturale perversione di una società segnata da dittatura, miseria e collusione, per l'impossibilità del protagonista "buono" di adagiarsi nella convinzione che ci sia qualcuno cui fidarsi davvero.
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Un thriller ambientato nel sud della Spagna posfranchista. La tensione nello spettatore è tenuta dall'inizio alla fine senza un attimo di caduta grazie a un mirabile impasto di elementi di eccellenza. In primo luogo le riprese, dall'alto con panorami che sembrano quadri astratti, o notturne, dove i fari o le torce si ricavano un tunnel di luce nella oscurità densa e ostile degli argini dei canali o delle case abbandonate; poi gli attori magnifici, anche nelle parti minori; il ritmo incalzante; la musica perfetta. Un film che sfrutta con splendida intelligenza le capacità narrative delle immagini e del montaggio. Come nei noir degli anni '40 la realtà è sempre più complessa di quanto si voglia credere, e la tensione, si capisce, continuerà oltre la scoperta del serial killer, per i misfatti impuniti, per la strutturale perversione di una società segnata da dittatura, miseria e collusione, per l'impossibilità del protagonista "buono" di adagiarsi nella convinzione che ci sia qualcuno cui fidarsi davvero. Assolutamente da non perdere.
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flaw54
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martedì 29 dicembre 2015
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perché così poco pubblicizzato?
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Atmosfere alla true detective, ma non siamo negli Stati Unitii, bensì nella Spagna postfranchista con 2 investigatorii di carattere e tendenze politiche diverse alla ricerca di un serial killer che uccide giovani ragazze nel sud povero del paese. Silenzi, tensione, problematiche interiori dei protagonisti si fondono con l'ambiente che trasuda fatica e povertà in una rappresentaziine quasi dantesca che emana un certo fascino. Girato sicuramente con pochi mezzi è una vera sorpresa.
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zarar
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martedì 29 dicembre 2015
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la palude post-franchista
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Film senza infamia e senza lode. Quel che il regista vorrebbe rappresentare, attraverso un giallo vagamente chandleriano, è il disagio psicologico e sociale del difficile passaggio dal franchismo alla democrazia nella Spagna degli anni ’70-80. Il film gioca sullo straniamento e il senso di oppressione senza uscita generati da atmosfere plumbee e livide nell’altrimenti accecante assolato Sud della Spagna e sulla desolazione di una foce fluviale di sabbie e paludi, giallastra e labirintica. Labirintica come le psicologie dei personaggi principali, due poliziotti, un onesto e malinconico futuro padre di famiglia della Spagna nuova e un ex torturatore franchista riciclatosi senza troppa difficoltà – a quanto pare - nel nuovo contesto.
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Film senza infamia e senza lode. Quel che il regista vorrebbe rappresentare, attraverso un giallo vagamente chandleriano, è il disagio psicologico e sociale del difficile passaggio dal franchismo alla democrazia nella Spagna degli anni ’70-80. Il film gioca sullo straniamento e il senso di oppressione senza uscita generati da atmosfere plumbee e livide nell’altrimenti accecante assolato Sud della Spagna e sulla desolazione di una foce fluviale di sabbie e paludi, giallastra e labirintica. Labirintica come le psicologie dei personaggi principali, due poliziotti, un onesto e malinconico futuro padre di famiglia della Spagna nuova e un ex torturatore franchista riciclatosi senza troppa difficoltà – a quanto pare - nel nuovo contesto. Il tema non è proprio di scottante attualità, ma non è questa la riserva più importante. Il fatto è che il film non decolla mai completamente. E’ lento, disarticolato, con storie e psicologie che si intrecciano casualmente, tra lunghe pause e scoppi improvvisi che non giustificano abbastanza se stessi. Bella fotografia, accentuato manierismo.
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flyanto
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mercoledì 16 dicembre 2015
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un caso gomitato e due detectives molto diversi tr
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Un film "minore", nel senso che è stato girato da un regista, Alberto Rodriguez, a noi ancora sconosciuto ed interpretato da attori, sicuramente famosi in Spagna, ma da noi anch'essi poco conosciuti, "La Isla Minima" è un thriller da non sottovalutare ed, anzi, da scoprire ed apprezzare appieno.
La vicenda si svolge negli anni '80 ed è ambientata in una zona paludosa del Sud della Spagna dove avvengono strani delitti di ragazze adolescenti che vengono barbaramente stuprate e torturate e poi uccise. Il difficile caso viene affidato a due detectives, dei quali uno possiede un passato alquanto oscuro, i quali si devono scontrare con una comunità piuttosto reticente e, comunque, a loro di poco aiuto.
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Un film "minore", nel senso che è stato girato da un regista, Alberto Rodriguez, a noi ancora sconosciuto ed interpretato da attori, sicuramente famosi in Spagna, ma da noi anch'essi poco conosciuti, "La Isla Minima" è un thriller da non sottovalutare ed, anzi, da scoprire ed apprezzare appieno.
La vicenda si svolge negli anni '80 ed è ambientata in una zona paludosa del Sud della Spagna dove avvengono strani delitti di ragazze adolescenti che vengono barbaramente stuprate e torturate e poi uccise. Il difficile caso viene affidato a due detectives, dei quali uno possiede un passato alquanto oscuro, i quali si devono scontrare con una comunità piuttosto reticente e, comunque, a loro di poco aiuto. Nel corso delle difficili indagini, essi riusciranno piano piano a districare il complicato caso e ad arrivare alla fine alla positiva risoluzione del caso.
A parte la trama in sè che risulta interessante ma non del tutto originale, ciò che soprattutto rende meritevole questo thriller sono il ritmo, lento ed inesorabilmente cadenzato, ma alquanto avvincente, la figura dei due detectives protagonisti, uno diverso dall'altro per propria natura ma, insieme, in un team ben affiatato malgrado, appunto, le profonde differenze tra loro di carattere e di metodi d'indagine. Inoltre, l'atmosfera in generale è caratterizzata da un'aura brumosa, scura, per lo più caratterizzata da abbondanti piogge e, comunque, nel suo complesso dolente, per non dire, addirittura disperata (al di là degli efferati delitti che vengono commessi) che molto ben si confà ad una storia che è già nera e tremenda di per sè. Inoltre, viene anche affrontato, sia pure come tema secondario ed appena accennato, ma per questo non meno importante, quello del passaggio dal periodo della difficile e violenta dittatura di Franco a quello di una società contemporanea più libera e più democratica ed in apparenza più felice. In base a tutti i suddetti elementi "La Isla Minima" richiama molto il thriller argentino "Il Segreto dei Suoi Occhi" interpretato da Ricardo Darin e vincitore del premio Oscar e, sia pure in una forma certamente minore l'opera di Rodriguez non è affatto da disprezzare o da considerare come una mera imitazione od una sua brutta copia. Anzi.
Insomma, altamente consigliabile.
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mari666
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domenica 13 dicembre 2015
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film orinale, da vedere
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Ottima scenografia, un film particolare, molto curato, da vedere. Particolari i paesaggi, complessi e interessanti i personaggi
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mari666
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domenica 13 dicembre 2015
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film orinale, da vedere
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Ottima scenografia, un film particolare, molto curato, da vedere. Particolari i paesaggi, complessi e interessanti i personaggi
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eugenio
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domenica 13 dicembre 2015
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c’è un serial killer in spagna...
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C’e’ un serial killer che uccide giovani adolescenti mutilando parti del loro corpo e seppellendo i cadaveri in zone paludose che circondano il fiume Guadalquivir in Andalusia nell’estremo sud della Spagna.
C’e’ la disperazione dei parenti e la quieta sornionità della polizia locale che pare indifferente e incapace di capire le prossime mosse dell’assassino.
Ci sono due detectives madrileni dai modi di fare totalmente differenti e dagli opposti partiti politici entrambi accumunati da un destino che li ha fatti cadere in disgrazia.
C’è un contesto come direbbe Sciascia di un paese che ha appena ritrovato la sua democrazia dopo la lunga dittatura franchista.
Settembre 1980, ancora il dittatore vivo nelle coscienze specie in quelle più anziane.
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C’e’ un serial killer che uccide giovani adolescenti mutilando parti del loro corpo e seppellendo i cadaveri in zone paludose che circondano il fiume Guadalquivir in Andalusia nell’estremo sud della Spagna.
C’e’ la disperazione dei parenti e la quieta sornionità della polizia locale che pare indifferente e incapace di capire le prossime mosse dell’assassino.
Ci sono due detectives madrileni dai modi di fare totalmente differenti e dagli opposti partiti politici entrambi accumunati da un destino che li ha fatti cadere in disgrazia.
C’è un contesto come direbbe Sciascia di un paese che ha appena ritrovato la sua democrazia dopo la lunga dittatura franchista.
Settembre 1980, ancora il dittatore vivo nelle coscienze specie in quelle più anziane. L’atmosfera è cupa,difficile. Qualcuno ha brutalmente assassinato per l’ennesima volta due sorelle giovani e belle.
In una regione affogata da paludi ripresa dall’altro a simboleggiare il dedalo inestricabile di fiumi che non portano mai a nulla come i colloqui con i possibili indiziati, i due detective iniziano le indagini che si rivelano sin da subito complesse al pari passo delle questioni legate alla Spagna e alla dittatura che vengono nei vari colloqui con le famiglie, con possibili indiziati a galla come marciume alla foce.
Alberto Rodríguez, sceneggiatore e regista, non emula produzioni statunitensi, almeno questo non è il suo primario intento.
La isla mínima è "semplicemente" un thriller a metà tra il noir e il poliziesco vincitore di dieci premi Goya. Un film che esula dal settore generalista soprattutto, perchè come una buona opera sa dimostrare, è in grado di coniugare la letteratura poliziesca con la possibilità di far riflettere lo spettatore nel sommerso ma mai dimenticato universo morale della storia recente complessa e dolorosamente vera.
La dittatura è infatti qui il leit-motiv entro cui un paese ha vissuto e che ora fatica quasi nella democrazia a ritrovare quasi un riferimento, una comprensione. L’inganno di cadaveri del rimosso, deturpati dalla chimera di una via di fuga come Teseo dal celebre labirinto, sono le scommesse contro cui i due detective devono puntare per cercare di comprendere la violenza sadica e perversa con cui le giovani ragazze vengono uccise.
La strada verso la comprensione si muove su binari paralleli, l’apparente chiusura dal mondo e la pochezza di parole del primo detective, Pedro, si spezzano con l’ansia fagocitatrice e la fame del secondo, Juam, incapace di tenere a freno lingua e metodi. Abbandonata quasi la via dell’umanità, il viaggio dei due protagonisti tra le paludi di questa “Louisiana spagnoleggiante” corrisponderà a un’esperienza nell’indifferenza, nella violenza dinanzi a cui in dittatura troppi hanno voltato le spalle o semplicemente hanno dovuto subire dopo la caduta del Caudillo.
Il conto, lo scotto della democrazia sarà molto alto ma non è tutto.
Rodriguez evita un giudizio eccessivamente politico, evita la contaminazione “diretta” con il noir ma la costeggia, con la consapevolezza della natura diabolica e ambigua di Juan e Pedro, portatori di giustizia per definizione ma da questa spesso distanti perchè purtroppo, radicati in un memento storico che li accumuna sempre più a quei “cattivi” che dovrebbero arrestare.
Fuochi d’artificio in pieno giorno? Non disturbiamo tempi recenti, basta ricordare l’indimenticato “Memories of murder” del 2003.
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