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sabato 18 luglio 2020
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film magnifico
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Questi film è veramente fantastico,lo adoro e nn smetterò mai di vederlo
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renatoc.
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lunedì 29 gennaio 2018
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simpatico
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Sembrerebbe un omaggio della Disney alla cinematografia di anumazione giapponese! O quasi un gemellaggio dal momento che la location si chiama Sanfransokyo!
Come storia è bella, piacevole, piena di insegnamenti morali! Tuttavia con l'animazione tridimensionale gli esseri umani continuano a somigliare a dei pupazzi! La Disney, soprattutto nel periodo dello zio Walt, era famosa per fare capolavori artistici realizzabili meravigliosamente con l'animazione bidimensionale! Ma era un'altro mondo! Comunque, se consideriamo soprattutto la trama, anche questo è un bel film ed è soprattutto simpatico il robot gonfiabile! Unico neo, secondo me, è quando è costretto a sgonfiarsi un po' per passare in mezzo ad un portello che sembra alluda a flautolenze! Per il resto tutto bene anche se c'è il momento di tristezza iniziale alla morte del fratello del protagonista! Bello anche il colpo di scena finale dove si scopre che il "cattivo".
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Sembrerebbe un omaggio della Disney alla cinematografia di anumazione giapponese! O quasi un gemellaggio dal momento che la location si chiama Sanfransokyo!
Come storia è bella, piacevole, piena di insegnamenti morali! Tuttavia con l'animazione tridimensionale gli esseri umani continuano a somigliare a dei pupazzi! La Disney, soprattutto nel periodo dello zio Walt, era famosa per fare capolavori artistici realizzabili meravigliosamente con l'animazione bidimensionale! Ma era un'altro mondo! Comunque, se consideriamo soprattutto la trama, anche questo è un bel film ed è soprattutto simpatico il robot gonfiabile! Unico neo, secondo me, è quando è costretto a sgonfiarsi un po' per passare in mezzo ad un portello che sembra alluda a flautolenze! Per il resto tutto bene anche se c'è il momento di tristezza iniziale alla morte del fratello del protagonista! Bello anche il colpo di scena finale dove si scopre che il "cattivo"........(non roviniamo la sorpresa al pubblico che ancora non ha visto il film!).
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vampetta94
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mercoledì 28 ottobre 2015
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lo amo
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è bellissimo, mi ha fatto piangere.
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sarantino
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giovedì 24 settembre 2015
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baymax fa bene al cuore
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Ho approcciato questo film un po' come l'anno scorso ho fatto con Frozen, ovvero con la curiosità di come un film di animazione diretto principalmente ad un pubblico di bambini potesse emozionarmi. Ebbene questo film ci è riuscito e bene. La regia rende ogni momento spettacolare facendoci sentire in un certo senso protagonisti della storia che guardiamo. Questo film è assolutamente fuori dalle canoniche trame trattate dai film di animazione e ci riesce solo come la Disney sa fare.
Baymax fa bene al cuore di tutti; grandi e piccoli. ci fa rendere conto che dobbiamo saperci dedicare agli altri. E ci fa vedere il mondo dall'ottica di qualcuno (anche se un robot) che ha come unico scopo quello di renderci felici.
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Ho approcciato questo film un po' come l'anno scorso ho fatto con Frozen, ovvero con la curiosità di come un film di animazione diretto principalmente ad un pubblico di bambini potesse emozionarmi. Ebbene questo film ci è riuscito e bene. La regia rende ogni momento spettacolare facendoci sentire in un certo senso protagonisti della storia che guardiamo. Questo film è assolutamente fuori dalle canoniche trame trattate dai film di animazione e ci riesce solo come la Disney sa fare.
Baymax fa bene al cuore di tutti; grandi e piccoli. ci fa rendere conto che dobbiamo saperci dedicare agli altri. E ci fa vedere il mondo dall'ottica di qualcuno (anche se un robot) che ha come unico scopo quello di renderci felici.
E' un film che va visto subito. Al più presto.
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elamilmago
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martedì 25 agosto 2015
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troppo hype per un film leggerino
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Big Hero 6 è un film leggero con poche idee che nonostante la strizzatina d'occhio ad alcune tematiche da "anime" giapponese, risulta pienamente americano. Non è assolutamente brutto, scorre leggero tra un'imprevisto, una gag e uno scontro/combattimento, dal ritmo collaudato. Va bene per una serata in famiglia poco impegnativa, in fondo il cinema è anche intrattenimento. Purtroppo l'Hype che ha preceduto il suo arrivo sugli schermi e alcuni pareri positivi mi avevano fatto sperare in qualcosa di più di "una sola idea" raccontata senza annoiarsi, invece conferma lo stereotipo del film d'animazione americano per famiglie (come altri recenti non Disney s'intende).
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Big Hero 6 è un film leggero con poche idee che nonostante la strizzatina d'occhio ad alcune tematiche da "anime" giapponese, risulta pienamente americano. Non è assolutamente brutto, scorre leggero tra un'imprevisto, una gag e uno scontro/combattimento, dal ritmo collaudato. Va bene per una serata in famiglia poco impegnativa, in fondo il cinema è anche intrattenimento. Purtroppo l'Hype che ha preceduto il suo arrivo sugli schermi e alcuni pareri positivi mi avevano fatto sperare in qualcosa di più di "una sola idea" raccontata senza annoiarsi, invece conferma lo stereotipo del film d'animazione americano per famiglie (come altri recenti non Disney s'intende). Infatti Big Hero 6 è "il film d'animazione americano", ne più ne meno, con una sola idea, sviluppata bene. Contenti tutti!!!
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liuk!
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venerdì 8 maggio 2015
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meraviglia
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Pur non amando questi cartoni 3d interamente realizzati a computer, devo ammettere che Big Hero 6 é un capolavoro di simpatia ed intrattenimento. Battute divertenti e curate, adatte ad adulti e bambini. Uno spasso.
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kyotrix
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sabato 25 aprile 2015
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carino
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Molta azione, molto commerciale. Buoni sentimenti ma che emozionano poco.
Che stress i supereroi...
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sxavalentine
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mercoledì 22 aprile 2015
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tanta azione,ma poche emozioni.
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Film che segna l'inizio dell'era Pixar-Marvel, Big Hero 6 difficilmente verrà ricordato in futuro come uno dei meglio riusciti in casa Disney.
Per carità,tecnicamente è perfetto come se non più di tutti i suoi predecessori,soprattutto per quanto riguarda la componente grafica,veramente straordinaria. Le pecche di questo film vanno semmai ricercate nella storia e in come è stata esposta. Troppo spazio lasciato all'azione,poco alle gag e quasi nullo ai sentimenti. Certo, non si può pretendere che ogni anno esca un nuovo Up,ma Big Hero 6 non riesce a toccare le corde giuste,cosa che pure era riuscita anche con il (ingiustamente) criticatissimo The Brave.
Poco smalto hanno anche le gag,anche perché il goffo,buffo e tenero Baymax rimane tale per troppo poco, diventando in breve tempo un Ironman Disneyano,potentissimo e per nulla "coccoloso".
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Film che segna l'inizio dell'era Pixar-Marvel, Big Hero 6 difficilmente verrà ricordato in futuro come uno dei meglio riusciti in casa Disney.
Per carità,tecnicamente è perfetto come se non più di tutti i suoi predecessori,soprattutto per quanto riguarda la componente grafica,veramente straordinaria. Le pecche di questo film vanno semmai ricercate nella storia e in come è stata esposta. Troppo spazio lasciato all'azione,poco alle gag e quasi nullo ai sentimenti. Certo, non si può pretendere che ogni anno esca un nuovo Up,ma Big Hero 6 non riesce a toccare le corde giuste,cosa che pure era riuscita anche con il (ingiustamente) criticatissimo The Brave.
Poco smalto hanno anche le gag,anche perché il goffo,buffo e tenero Baymax rimane tale per troppo poco, diventando in breve tempo un Ironman Disneyano,potentissimo e per nulla "coccoloso". Allo stesso modo il protagonista Hiro,nonostante parta già orfano,e poco dopo perde pure il fratello maggiore, non suscita una particolare compassione o simpatia: troppo sbruffoncello e troppo genietto,capace di sfornare in men che non si dica prodigiose invenzioni.
Concludendo: il film non è brutto,anzi, ma forse è stato un errore per la Pixar buttarsi in un mercato così saturo come quello dei film di super eroi. Apprezziamo il tentativo, ma speriamo che continui a fare ciò che le riesce meglio: regalare emozioni che toccano il cuore di grandi e piccini.
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killbillvol2
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martedì 3 marzo 2015
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la disney (purtroppo) sa quello che fa.
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La Disney ha comprato la Marvel. E se qualcuno non se ne fosse accorto, con l'arrivo puntuale, perenne e ormai inarrestabile di cinefumetti nelle sale di tutto il mondo, la casa di produzione che ha fatto sognare migliaia di bambini, con animazione magnifica, che ha forgiato l'immaginario collettivo, ha deciso di farne uno anche per i più piccoli.
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La Disney ha comprato la Marvel. E se qualcuno non se ne fosse accorto, con l'arrivo puntuale, perenne e ormai inarrestabile di cinefumetti nelle sale di tutto il mondo, la casa di produzione che ha fatto sognare migliaia di bambini, con animazione magnifica, che ha forgiato l'immaginario collettivo, ha deciso di farne uno anche per i più piccoli. Come? Si prende un fumetto misconosciuto, si ridisegnano i personaggi per renderli più vendibili anche come peluche alle mandrie di piccolini appena usciti dal cinema, ed ecco che il successo commerciale e critico è servito. E' proprio quest'ultimo fatto che sorprende di più: ovazioni critiche ovunque. Big Hero 6 è stato definito come un nuovo classico, un capolavoro, forse un nuovo inizio per la Disney. Se ciò è vero, si preferisce chiudersi in casa a riguardarsi in loop i vecchi film di animazione, quelli che trasudavano artigianalità, che erano completamente diversi da un videogioco, nel quale si stanno trasformando tutti i cartoni animati e, ahinoi, anche questo Big Hero 6. La CGI usata a dovere potrebbe rappresentare davvero un'avanguardia (come per i capolavori della Pixar, Monsters & Co. e Wall-E) e riuscire a salvare film dall'oblio (il mediocrissimo Ribelle-The Brave), ma nell'ultimo film della Disney l'uso è pari a quello di uno dei più scarsi blockbuster degli ultimi anni. Non perché sia scadente, tutt'altro. Perché non è volta a creare immagini e invenzioni visive, come accadeva nelle pellicole citate, ma solamente per impasticciare tutta la (minima e prevedibile) trama con scene d'azione troppo lunghe, mai divertenti (non capisco come non si annoino i bambini) o coinvolgenti, a volte persino ardue da comprendere, come nella peggior tradizione fumettistica. Non bastano brevi scorci di una San Fransokyo, città futuristica davvero sbalorditiva, per risollevare il piano visivo di un film fatto di contaminazioni poco riuscite. E poi, arriva lui, Baymax, il robot ciccione, soffice e infermiere che tutti aspettavano. Peccato che compaia dopo una mezz'ora di film ai limiti del noioso, infarcita di stereotipi per far appassionare i nerd, con un protagonista antipatico la cui acconciatura è già servita per un cosplay. Personaggio principale che, all'entrata in scena del robot, slitta facilmente in secondo piano, e, per almeno un quarto d'ora, sembra quasi un bene: la furia adorabile e anarchica di Baymax è davvero irresistibile e non si può non adorarlo come degli infanti mentre consola Hiro a causa della mancanza del fratello, morto misteriosamente. Questi pochi minuti sono l'unica cosa che, a fine visione, rimane. Rimane una gioia infantile ritrovata, rimane lo stupore verso la vita e le bellezze che essa nasconde, anche nei momenti più bui (un lutto in famiglia), tema affrontato in modo adulto ed efficace. Tutto però, ricade miseramente nel banale, nella rincorsa di un colpo di scena, di una svolta che abbia anche solo la parvenza di essere originale che, puntualmente, non arriva mai, e si finisce, come già detto, con le solite e noiose botte da orbi inutili. Ciò, però, dimostra che la Disney sa perfettamente ciò che sta facendo, lo sa fin troppo bene. Nello sfornare film mirati a un certo sesso (l'anno scorso Frozen era spiccatamente per le bambine), nel realizzare prodotti che possano essere sfruttati fino allo sfinimento, che esso sia dentro la sala cinematografica o nel più vicino negozio a tema, trasformando il tutto in una vera e propria industria, in una factory. Non si vuole criticare la computer graphica e neanche l'evidente eccesso di azione, ma il modo con cui questi sono utilizzati. Comparando quest'ultimo lavoro disneyano al recente The LEGO Movie (entrambi operazioni smaccatamente commerciali ed entrambi composti da personaggi vendibili fuori dal cinema), il secondo ne esce completamente vincitore: se il film di Lord e Miller è un inno al non far parte di un sistema fatto di mode imposte da altri (e riesce ad esserlo facendone parte), al non essere un mattoncino incollato, Big Hero 6 è uno di questi ultimi lego, destinati non solo a rimanere loro stessi fissi per sempre e schiavi di qualcuno, ma anche a convincere i propri spettatori a fare lo stesso. La Disney sa quello che sta portando avanti ormai da qualche anno. E ciò fa (mi piange letteralmente il cuore a dirlo) terribilmente paura. Speriamo nel ritorno di Pete Docter e della Pixar, perché l'unica cosa che è riuscita a cogliere l'attenzione di Big Hero 6 è il cortometraggio che lo ha preceduto (Winston).
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(di renato c.)
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ultimoboyscout
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sabato 28 febbraio 2015
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il robot ultra-soft.
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Il cartone celebra per la prima volta l'unione fra due major, Disney e Marvel. Il team Big Hero 6, infatti, è in origine un fumetto che ha debuttato nel 1997 sulle pagine di "Alpha Flight nr. 17" per poi guadagnarsi una propria e indipendente miniserie. Rispetta i tre classicissimi canoni Disney ovvero azione, divertimento e avventura ma si avvertono forti venature marveliane, con l'armatura di Baymax che rimanda a quella di "Iron Man". E' la storia di un'amicizia molto particolare, tra un bambino fin troppo sveglio e un robot infermiere gonfiabile creato per aiutare il prossimo, nella fantomatica metropoli futuristica di San Fransokyo, ibrido di San Francisco e Tokyo, Ovest ed Est.
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Il cartone celebra per la prima volta l'unione fra due major, Disney e Marvel. Il team Big Hero 6, infatti, è in origine un fumetto che ha debuttato nel 1997 sulle pagine di "Alpha Flight nr. 17" per poi guadagnarsi una propria e indipendente miniserie. Rispetta i tre classicissimi canoni Disney ovvero azione, divertimento e avventura ma si avvertono forti venature marveliane, con l'armatura di Baymax che rimanda a quella di "Iron Man". E' la storia di un'amicizia molto particolare, tra un bambino fin troppo sveglio e un robot infermiere gonfiabile creato per aiutare il prossimo, nella fantomatica metropoli futuristica di San Fransokyo, ibrido di San Francisco e Tokyo, Ovest ed Est. Il ragazzino, Hiro, grazie al robot Baymax scopre che c'è un cattivo in circolazione che si cela dietro una maschera del teatro kabuki e per salvare la sua città forma una squadra di amici nerd e geek pronti ad assecondarlo assieme al robot, ora dotato di fantastici upgrades. La cosa più complicata, probabilmente, era dare il giusto equilibrio ad azione ed emozioni, ed in questo i due registi, due autentici veterani quali Hall e Williams, sono stati bravissimi: il rapporto fra Hiro e Baymax nasce, cresce e si evolve fortificandosi e ciò regala sia risate che qualche singhiozzo. C'era molta attesa dovuta anche all'introduzione del nuovo e sofisticato software Denizen che permette di creare un numero impressionante di personaggi diversi, quasi delle comparse, come succede nei film. Non mancano battaglie, inseguimenti, scontri e microbot ma al centro della storia c'è un'amicizia vera e fortissima con uno spessore emotivo di assoluto rilievo che va ben oltre le aspettative. Un cartoon davvero ben fatto, "necessario" dopo il clamoroso successo dello scorso anno di "Frozen", preceduto da un simpatico corto che ha per protagonista il cane Winston. E l'Oscar è arrivato senza troppi patemi.
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