Film denso di pretese artisticheggianti, che ne rendono insopportabile la visione a chiunque non sia dentro il meccanismo del pubblico salottiero e della critica asservita ai centri di potere plutocratico.
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Film denso di pretese artisticheggianti, che ne rendono insopportabile la visione a chiunque non sia dentro il meccanismo del pubblico salottiero e della critica asservita ai centri di potere plutocratico.
L’assenza di qualsiasi spiegazione su quanto sta accadendo e i silenzi – tanto interminabili quanto (tantopiù trattandosi di bambini) irrealistici – intendono catapultare lo spettatore nella psiche traumatizzata dei giovani protagonisti, ma servono soprattutto a realizzare due obbiettivi cari all’arte degenerata, cioè 1) una stilizzazione esteticheggiante del film e 2) stimolare lo spettatore a cercare risposte proprie frammezzo a una sovrabbondanza di stimoli e di interrogativi fornitigli a piene mani dagl’interminabili silenzi e dall’assenza di ogni chiarimento.
Chi apprezzi l’arte degenerata che impesta l’impero statunitense e le masturbazioni mentali che costituiscono il suo pane e companatico, sguazzerà nel film a piene mani; chi ritenga che il luogo naturale di questa arte sia il rogo, e quello dei suoi autori il carcere o il manicomio, comincerà ad irritarsi fin dai primi minuti di visione.
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