kinglc
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domenica 21 settembre 2014
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le vent se lève...il faut tenter de vivre!
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Mai così lento, mai così bello, mai così emozionante.
Poche parole possono descrivere ciò che rappresenta questo film per un appassionato del Ghibli e del maestro Miyazaki. La trama non sto qui a raccontarla, non è quello il punto focale della mia recensione. Ma le emozioni...quelle sì.
Si alza il vento, non vi poteva essere miglior titolo per questo film. Un film che fa della voglia di volare il suo punto cardine, che fa volare i protagonisti e con essi gli spettatori. Jiro, il protagonista, è palesemente l'alter ego igegneristico di Miyazaki, e in quanto tale è uno dei personaggi più anonimamente belli che si siano mai visto su schermo.
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Mai così lento, mai così bello, mai così emozionante.
Poche parole possono descrivere ciò che rappresenta questo film per un appassionato del Ghibli e del maestro Miyazaki. La trama non sto qui a raccontarla, non è quello il punto focale della mia recensione. Ma le emozioni...quelle sì.
Si alza il vento, non vi poteva essere miglior titolo per questo film. Un film che fa della voglia di volare il suo punto cardine, che fa volare i protagonisti e con essi gli spettatori. Jiro, il protagonista, è palesemente l'alter ego igegneristico di Miyazaki, e in quanto tale è uno dei personaggi più anonimamente belli che si siano mai visto su schermo. Un ragazzo normale, neanche troppo carismatico, con un sogno, un amore, ed una vita da vivere. Appassionato di aerei fin da piccolo, sogna di diventare un pilota, ma per sua sfortuna è miope e perciò questa strada gli verrà ben presto chiusa, ma se non gli è possibile guidarli, tanto vale crearli. Ed è questo che farà Jiro per tutto il film, cercare di creare un prototipo di aereo all'altezza, un prototipo d'aereo che possa rimanere nella storia. Durante tutto ciò, una decina di personaggi si affiancheranno a lui, riempendone la vita e le ambizioni, tra i più toccanti naturalmente c'è lei: la sua amata...Nakoto. Una dolce ragazza incontrata per caso, che gradualmente entrerà nel cuore di Jiro più di quanto un qualsiasi aereo potesse fare, i due si innamorano, vogliono sposarsi, ma...non tutto nella vita è rose e fiori. Nakoto infatti è malata di tubercolosi, una malattia potente, difficile da estirpare, sopratutto per l'epoca. Un amore tormentato quindi, tanto tormentato quanto dolce e romantico. Non puoi essere curata? Allora vivremo ogni singolo momento come se fosse l'ultimo, e quando l'ultimo momento arriverà, ci lasceremo con la consapevolezza di esserci amati quanto più potevamo.
Il finale dell'opera è di un eleganza a tratti disarmante, la perfetta conclusione di una storia, e di una carriera piena di capolavori a volte ben poco riconosciuti. E scende una lacrima a pensarci, pensare che questo potrebbe essere l'ultimo film di un regista così immenso, capace di far toccare all'animazione vette mai toccate. Il cielo, il punto più alto di esso, ecco cosa raggiunge Si alza il vento. L'unico film a cui mi sento di dare 5 stelle, nonostante i difetti, nonostante tutto quello che sarebbe potuto essere ma per mancanza di tempo o scelte non è stato.
E' l'ultimo film di Miyazaki, ma il vento si alza, e nuove idee voleranno con esso, bisogna cercare di vivere fino ad allora.
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non-nobis-domine
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giovedì 18 settembre 2014
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si alza.. il fumo di sigaretta...
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Non mi è piaciuto. soprattutto per l'indulgenza con cui il buon vecchio Miyazaki (accanito fumatore, stando alle voci che girano) fa l'apologia del suo vizio.. in un film (anche) per bambini. A nessun altro ha dato fastidio la frequenza con cui si vedono scene in cui il protagonista fuma? Be' a me sì. E non si cerchi di spacciarla per "fedeltà storica"... Se proprio gli autori fossero stati così ossessionati con il realismo, perchè non far vedere i piloti dei prototipi che ci lasciano le penne a causa degli errori di progettazione? Ma, no salviamoli con paracadute quelli. Perchè non far vedere anche le persone maciullate e carbonizzate dal terremoto? "Realismo" piuttosto selettivo.. (lasciando stare i "realistici" sogni con Caproni.
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Non mi è piaciuto. soprattutto per l'indulgenza con cui il buon vecchio Miyazaki (accanito fumatore, stando alle voci che girano) fa l'apologia del suo vizio.. in un film (anche) per bambini. A nessun altro ha dato fastidio la frequenza con cui si vedono scene in cui il protagonista fuma? Be' a me sì. E non si cerchi di spacciarla per "fedeltà storica"... Se proprio gli autori fossero stati così ossessionati con il realismo, perchè non far vedere i piloti dei prototipi che ci lasciano le penne a causa degli errori di progettazione? Ma, no salviamoli con paracadute quelli. Perchè non far vedere anche le persone maciullate e carbonizzate dal terremoto? "Realismo" piuttosto selettivo.. (lasciando stare i "realistici" sogni con Caproni..)
*SPOILER ALERT*
Aberrante la scena in cui il protagonista, a un metro dalla moglie che sta morendo di tubercolosi, non rinuncia alla sua sigarettina, dopo averle detto lui medesimo "guarda che ti fa male se fumo"... ma poi se la accende lo stesso, massì chissenefrega, tanto la poveretta deve morire lo stesso.. E uno dovrebbe provare empatia per un personaggio del genere? Talmente immerso nei suoi progetti e in se stesso da sbattersene così della persona che (in teoria) ama e che sta morendo?
*END SPOILER*
Guardate non discuto dell'animazione, scenari, ecc, tutto spettacolare, tutto perfetto, come ci ha abituati lo studio Ghibli...forse un che di dejà vu, ma per carità ci sta benissimo, essendo l'opera di commiato del regista.. Ma proprio per lo stesso motivo mi aspettavo qualcosa di più coinvolgente, puro, entusiasmante (Porco Rosso, Totoro, Mononoke Hime) e meno autocelebrativo.
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[+] esagerato
(di adriano meis)
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veritasxxx
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giovedì 18 settembre 2014
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"le vent s'est levé, il faut tenter de vivre"
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Le case distributrici non hanno perso l'occasione di speculare sull'ultimo film di Miyazaki, sapendo che i veri appassionati del maestro giapponese lo avrebbero visto per qualsiasi prezzo. E allora perchè non aumentare il biglietto a 10 euro senza sconti neanche per i neonati? Nonostante la vergognosa operazione commerciale ho accettato il ricatto e mi sono seduto in seconda fila visto che la sala era strapiena di gente, grazie anche alla trovata geniale di proiettare il film solo per quattro giorni.
La storia narra le gesta di Jiro Horikoshi, il disegnatore di aerei che fu responsabile della creazione del modello Zero (i bombardieri che nella seconda guerra mondiale furono protagonisti di innumerevoli attacchi suicidi), dalla sua infanzia fino alle soglie del conflitto.
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Le case distributrici non hanno perso l'occasione di speculare sull'ultimo film di Miyazaki, sapendo che i veri appassionati del maestro giapponese lo avrebbero visto per qualsiasi prezzo. E allora perchè non aumentare il biglietto a 10 euro senza sconti neanche per i neonati? Nonostante la vergognosa operazione commerciale ho accettato il ricatto e mi sono seduto in seconda fila visto che la sala era strapiena di gente, grazie anche alla trovata geniale di proiettare il film solo per quattro giorni.
La storia narra le gesta di Jiro Horikoshi, il disegnatore di aerei che fu responsabile della creazione del modello Zero (i bombardieri che nella seconda guerra mondiale furono protagonisti di innumerevoli attacchi suicidi), dalla sua infanzia fino alle soglie del conflitto. Episodi veramente accaduti dell'epoca, tra cui il terremoto di Tokyo del 1924, vengono riprodotti con una tecnica eccelsa ed è impossibile rimanere indifferenti alla bellezza dei disegni dei paesaggi e delle viste della campagna giapponese, riprodotte con una grazia ed una fedeltà che hanno reso lo studio Ghibli un marchio di fabbrica riconosciuto in tutto il mondo. Il racconto non ha i ritmi serrati ne' l'incalzante successione di eventi tipica di un film per bambini, ed infatti è indirizzato ad un pubblico decisamente adulto, vista anche la sua lentezza (specialmente nella seconda parte) e la drammaticità delle questioni sentimentali del signor Horikoshi che "tenta di vivere la sua vita fintanto che il vento si leva". Una parte della critica ha visto nel protagonista del film un'impersonazione del regista stesso, che cerca di trasmettere alle nuove generazioni l'importanza del riuscire a realizzare i propri sogni nonostante le avversità. Jiro costruiva aerei e Hayao ha raccontato storie spettacolari rimanendo sempre fedele ai propri principi e ai temi da lui amati (il rispetto per la natura in primis): ambedue hanno ottenuto risultati eccezionali ed è con vero dispiacere che ci accommiatiamo dal più famoso regista di film di animazione del mondo, anche se la sua casa di produzione continuerà ad esistere.
Non ho particolari appunti da muovere alla storia, a parte notare che è tempo che l'equazione "film di animazione = film per minorenni urlanti con cestini di popcorn strapieni e genitori disperati al seguito costretti al supplizio per tenere i figli buoni per due ore" è oramai desueta e andrebbe aggiornata. Sarebbe ora anche che le varie Dreamworks, Pixar e quant'altri si decidessero a realizzare, oltre ai telefonati film di Natale, Pasqua e Ferragosto traboccanti di buoni sentimenti, delle storie "serie" dove il protagonista non è sempre un moscone con la passione per le api che va alla ricerca di mamma calabrona aiutato dalle formichine del prato.
L'ultimo film di Miyazaki vale tutto il prezzo del biglietto, ma la prossima volta, cari amici della Lucky Red, il vostro caro evento speciale me lo vedrò da "fonti alternative". Uomini avvisati...
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paolo bisi
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giovedì 18 settembre 2014
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l'ultimo volo
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Jiro Hirokoshi è un ragazzo giapponese con l'immensa passione per gli aeroplani: la sua speranza è quella di diventare pilota, ma una forte miopia glielo impedisce. Dopo aver consultato una rivista d'aviazione, gli appare ogni notte, nei suoi sogni, il conte Caproni, grande progettista italiano, il quale lo convince che progettare e disegnare aerei è ancora più emozionante che farli volare. Ormai cresciuto, durante il terribile terremoto del 1923, Jiro, divenuto un grande ingegnere, conosce Naoko: i due si rincontreranno anni dopo e si sposeranno, ma il loro matrimonio sarà segnato rispettivamente dalla passione per gli aeroplani di lui e dalla grave malattia di lei.
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Jiro Hirokoshi è un ragazzo giapponese con l'immensa passione per gli aeroplani: la sua speranza è quella di diventare pilota, ma una forte miopia glielo impedisce. Dopo aver consultato una rivista d'aviazione, gli appare ogni notte, nei suoi sogni, il conte Caproni, grande progettista italiano, il quale lo convince che progettare e disegnare aerei è ancora più emozionante che farli volare. Ormai cresciuto, durante il terribile terremoto del 1923, Jiro, divenuto un grande ingegnere, conosce Naoko: i due si rincontreranno anni dopo e si sposeranno, ma il loro matrimonio sarà segnato rispettivamente dalla passione per gli aeroplani di lui e dalla grave malattia di lei. A 5 anni di distanza da "Ponyo sulla scogliera", Hayao Miyazaki, il maestro e il poeta del cinema d'animazione, ha completato la sua ultima fatica e subito dopo ha annunciato il ritiro. L'attesa per la sua opera d'addio era altissima: per la prima volta infatti, il grande regista giapponese ha preso spunto da una storia vera e da personaggi realmente esistiti. Questa parte realistica conferisce al film un grande valore umano e soprattutto storico, documentando un'epoca sempre di grande interesse e che non smetterà mai di insegnarci qualcosa. Ma a tutto questo, Miyazaki aggiunge i suoi temi più cari, quelli che resteranno per sempre nella mente degli appassionati: il sogno e il volo. E' proprio la figura di Jiro, piena di contraddizioni (arrivare a sacrificare il matrimonio e la famiglia per il suo lavoro, continuare a costruire aeroplani che andranno in guerra per uccidere il nemico e non torneranno mai più) a rappresentare come non mai proprio lo stesso regista, da sempre grande esperto di aviazione: è il personaggio maschile più profondo e complesso della sua filmografia. I disegni sono, come sempre, commoventi, poetici e capaci di raffigurare i dettagli più precisi. Le sequenze oniriche con Caproni sono grandi momenti di cinema, impossibili da dimenticare: su tutte quella centrale dove lui e Jiro parlano sull'ala dell'aeroplano, e quella finale dove convince il protagonista ad andare avanti, con tutte le sue forze. Il più grande regista d'animazione non poteva lasciarci in modo migliore, con questo suo potente testamento (un film forse più diretto agli adulti rispetto ai precedenti ma in grado di colpire e commuovere anche i più giovani) dal quale emerge un messaggio diretto e forte, riassumibile in una sola frase, quella che appare all'inizio del film e viene citata più volte nel corso dell'opera: si alza il vento, bisogna tentare di vivere.
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cristina t. chiochia
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martedì 16 settembre 2014
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si alza il vento dell'oscar?
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"L'arco di durata di una vita creativa è di un decennio" , così come un novello Virgilio , il personaggio disegnato italianissimo dell’Ingegner Caproni (personaggio realmente esistito) parla al protagonista ( anche lui realmente esistito )Hiro Horikoshi che diventerà Ingegnere , del colorato film di animazione Si alza il vento, tratto dal un fumetto giapponese e sceneggiato e disegnato dallo stesso regista del film Miyazaki ed ispirato da un romanzo dallo stesso titolo (tratto da una poesia del poeta francese Valery) Tatsuo Hori. Con questa frase il regista, vincitore si ricorda di un premio oscar nel 2003 per un altro capolavoro di animazione "la città incantata", sembra quasi chiedere il permesso per ritirarsi, chiedendo scusa per aver girato questo film (che, si badi, lui non voleva girare) e, nello stesso tempo, pare confermare il suo ritiro con la promessa quasi solenne che non ne disegnerà altri.
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"L'arco di durata di una vita creativa è di un decennio" , così come un novello Virgilio , il personaggio disegnato italianissimo dell’Ingegner Caproni (personaggio realmente esistito) parla al protagonista ( anche lui realmente esistito )Hiro Horikoshi che diventerà Ingegnere , del colorato film di animazione Si alza il vento, tratto dal un fumetto giapponese e sceneggiato e disegnato dallo stesso regista del film Miyazaki ed ispirato da un romanzo dallo stesso titolo (tratto da una poesia del poeta francese Valery) Tatsuo Hori. Con questa frase il regista, vincitore si ricorda di un premio oscar nel 2003 per un altro capolavoro di animazione "la città incantata", sembra quasi chiedere il permesso per ritirarsi, chiedendo scusa per aver girato questo film (che, si badi, lui non voleva girare) e, nello stesso tempo, pare confermare il suo ritiro con la promessa quasi solenne che non ne disegnerà altri.I tempi di quando si alzava il vento Ghibli, insomma (lo studio di animazione Ghibli che ha fondato il regista prende il nome proprio da una parola che in Libia significa” il vento caldo del Sahara”, ed omaggia anche il lavoro del padre del regista con gli aerei, dato che è il nome di molti aerei italiani avevano durante la seconda guerra mondiale ed a cui tutto il film trae ispirazione) sono lontani.
E questa scena, letta in tal modo, appare davvero un testamento spirituale: basta osservare le sagome dei disegni, tenacemente fatti a mano, dove il passaggio di fotogramma in fotogramma, realizzato da centinaia di migliaia di disegni per movimenti sempre piu’ complessi, trovano in questa, come in altre scene ad onor del vero anche piu’ complicate graficamente (per esempio la scena del sogno e del volo iniziale) differenze e sottolineature che nessun computer del mondo o addetto ai colori potrà mai fare meglio, almeno per sottolineare la psicologia dei personaggi: solo l'oscar alla carriera che gli verrà assegnato l'8 di novembre, probabilmente farà la differenza tra l'addio e l'arrivederci definitivo a questo modo di intendere l'animazione.
I movimenti della macchina da presa fanno da padrone in questo bel film di animazione ambientato senza strappi narrativi tra oriente ed occidente: tra Tokyo anni 20 ed una campagna giapponese sfavillante di luce in attesa di emanciparsi e riprendere dalla grande depressione e la Germania in procinto di entrare in guerra, fredda e scostante già in mano ai militari.
Cosi come i colori, che dividono nettamente in due i piani del racconto: uno reale, uno irreale.
Quello irreale fatto di vento e nuvole perse in oceanici cieli blu e prati verdissimi durante i sogni del protagonista e nelle scene d'amore con la bella e dolce Naoko Satomi, personificazione quasi del vento stesso durante la loro struggente e tragica storia d'amore.
Quello reale: fatto di nero e rosso, che diventa cenere e grigio piatto durante la guerra o matite fredde quasi muffa durante il terremoto.
Come in tutti i suoi film, i movimenti della camera sono per il regista discreti e si susseguono solo nel sottolineare lo scorrere del tempo ed i rumori fatti con una tecnica sviluppata nel 2006 con voci umane e registrazioni in mono e non in stereo, altro punto fondamentale che permettono per esempio, alla scena della neve soffice sotto i piedi del protagonista di "parlare" insieme alla musica creata dal fedele Joe Hisaishi.
L’arco temporale del film è lungo, copre quasi 30 anni in 4 stagioni ed il senso del viaggio, quasi in un’ottica futurista, è implicito in tutto.
Visivamente il simbolo del tempo è il treno che accompagna costrantemente il protagonista: in quell’incedere del treno in orizzontale da destra a sinistra (solo il ritorno in sanatorio della moglie del protagonista verrà accompagnato dalla macchina da presa nella direzione opposta a quella del treno del protagonista, da destra verso sinistra quindi) quasi a sottolineare la voglia di correre in fretta verso un futuro che è già presente perchè in corsa per una guerra inevitabile, la seconda guerra mondiale.
E poi, a livello di grafica, la brillantezza della tavolozza nei momenti in cui il protagonista è al lavoro.
Forse questo bel clima di lavoro nella ditta in cui collabora e fa carriera il protagonista, rimanda al probabile clima di complicità dello studio Ghibli: tutto è sogno ostinato ed un appuntamento fisso per tutti, e tra tutti lui, il protagonista, Jiro Horikoshidisegnatore abituato a faticare per ore ed ore su appunti o su di un foglio da disegno (forse autobiografica la scena al tavolo quando al protagonista fanno i complimenti per come disegna?.
Poetico e fantastico ecco il mondo del film “Si alza il vento”, sicuramente non girato solo per gli amanti del genere manga.
Questo film può essere definito bello anche solo per questo. Per questa immensa gioia del piacere di vivere. Di inseguire un sogno. Delle difficoltà per realizzarlo. Ma è anche un monito di come il sogno di qualcuno possa poi diventare l’incubo di altri.
Si alza il vento, bisogna tentare di vivere" ("Le vent se lève... II faut tenter de vivre!")è la frase del poeta Valery che si legge nei titoli iniziali del film e che il protagonista ripete durante il primo incontro con quella che diventerà poi la sua sposa, ma è anche la risposta allo struggimento di fronte a qualcosa di bello, bellissimo che finisce, per lasciare spazio a chissà cosa, chissà.
Una curiosità. Subito dopo aver visto il film, istintivamente, mi dirigo in via Mecenate, a Milano, dove c’e’ un posto speciale chiamato “Le officine del volo” .
Sono gli ex stabilimenti proprio di Caproni, celebrato nel film e disegnato con baffetti e panciotto ed una decina di figli, pioniere dell’aviazione mondiale.
Il pioniere reale in questione è proprio quel G.B.Capronidi questi stabilimenti. E di lui si favoleggia che il Presidente americano Truman disse incontrandolo, indicando una sua fotografia messa accanto a quella di Wright nel gabinetto presidenziale: “ le ho trovate qui, il Presidente Roosevelt le ha lasciate per l'intera durata della guerra, ed io non le ho rimosse. Voi due siete i creatori dell'Aviazione mondiale e l'America ve ne rende onore.” Mi fermo appena prima di quello che forse era un varco di ingresso e che corrisponde più o meno al n. 76 della via. Somiglia all'ingresso del luogo di lavoro di Jiro Horikoshi nel film. Sorrido prima di ritornare indietro. Se davvero questo sarà l’ultimo film del genio di Hayao Miyazaki , il testamento spirituale è chiaro: la consapevolezza (e la capacità) di aver fuso la finzione dei cartoni animati con la realtà fatta di persone reali, e per un disegnatore che ha fatto sognare intere generazioni cresciute con i suoi cartoni animati (tra cui Lupin III, Anna dai Capelli Rossi, Conan ed Heidi), non è poco fare la differenza tra un sogno ed il vederlo realizzato.
Cristina T. Chiochia
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jacopo b98
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martedì 16 settembre 2014
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un film bello e nostalgico, ma non perfetto!
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È la storia della vita del celebre progettista di aerei Jirō Horikoshi, dall’infanzia in cui sognava di diventare progettista, alle sue prime invenzioni, alla vita privata, ai segreti sogni notturni, ai viaggi in giro per il mondo e alla costruzione di un aereo che in Guerra diventerà un celeberrimo strumento di morte. Quando Miyazaki ha presentato a Venezia 70 questo suo lavoro c’era grande felicità, peccato che la presentazione di Si alza il vento sia anche stata l’occasione per l’annuncio del definitivo ritiro del più grande animatore vivente, Miyazaki, che ha deciso di “andare in pensione”, dopo una grandiosa carriera coronata con un Oscar per il miglior film d’animazione.
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È la storia della vita del celebre progettista di aerei Jirō Horikoshi, dall’infanzia in cui sognava di diventare progettista, alle sue prime invenzioni, alla vita privata, ai segreti sogni notturni, ai viaggi in giro per il mondo e alla costruzione di un aereo che in Guerra diventerà un celeberrimo strumento di morte. Quando Miyazaki ha presentato a Venezia 70 questo suo lavoro c’era grande felicità, peccato che la presentazione di Si alza il vento sia anche stata l’occasione per l’annuncio del definitivo ritiro del più grande animatore vivente, Miyazaki, che ha deciso di “andare in pensione”, dopo una grandiosa carriera coronata con un Oscar per il miglior film d’animazione. Ma questa notizia ha nell’immediato portato ad una conseguenza, come era prevedibile: alla automatica “santificazione” di questo ultimo lavoro come ultimo capolavoro di una carriera. Eppure erano ancora in pochi ad avere visto il film. E finalmente in questi giorni Kaze Tachinu è arrivato al cinema anche in Italia, con un evento speciale: appena 4 giorni di proiezioni. Vedere Si alza il vento al cinema diventa quindi un vero evento, oltre che un autentico privilegio! Eppure la beatificazione a priori delle opere finali degli artisti si sa che si dimostra poi quasi sempre errata. E quindi ora lo dico e lo affermo: Si alza il vento non è il miglior film di Miyazaki e di conseguenza nemmeno il miglior film d’animazione della Storia del Cinema, come qualcuno aveva avuto il becco di affermare. Lo potrei definire forse il “capolavoro mancato” di Miyazaki. Non che il film non sia bello, chiariamolo subito, anzi è davvero bellissimo, ricco di momenti di autentica poesia, ma alla fin fine si ha come l’impressione che a Kaze Tachinu manchi qualcosa. O forse che ci sia qualcosa di troppo. Infatti al di là del versante visivo, come sempre impressionante, con disegni realizzati a mano che davvero raggiungono un livello di realismo sconvolgente (in particolare nella straordinaria scena del terremoto), il film è così stracolmo di personaggi, eventi, dettagli che lo stesso Miyazaki sembra faticare a tenere insieme tutti i pezzi della storia. Insomma, per dirla in breve, troppa carne al fuoco! La storia di Jirō, vero collante del film, funziona, ma sono alcuni suoi segmenti a non convincere del tutto: la visita in Germania, la fugace apparizione di alcuni ragazzacci in strada (che si può dedurre siano futuri nazisti), l’incontro con la fidanzata, ecc. Insomma: o Miyazaki ha esagerato a mettere, o il film doveva durare di più. Ci sono troppi passaggi bruschi, troppe scene solo accennate e l’ambizione del film è davvero troppo grande. È il film più maturo, a suo modo definitivo del regista, anche quello più per adulti (i bambini è inutile che lo vadano a vedere: si annoierebbero) e l’unico totalmente realista. Miyazaki vuole raccontare, attraverso il suo protagonista, un intero periodo della sua patria; la storia principale continuamente si mescola con la storia del Giappone e non solo. E il regista crea anche, con Jirō, quello che è il personaggio maschile più riuscito della sua carriera. Peccato per il finale che fatica a tirare le fila della storia. Cosa rimane insomma di Si alza il vento? Un film bellissimo, coinvolgente ed adulto, che racconta come alcuni sogni meravigliosi (il volo) possano essere distrutti da coloro che intendono sfruttarli a fin di male (i militaristi). Insomma l’inno anti-militarista finale del più grande animatore di tutti i tempi. Ma per me il suo film migliore resta La città incantata, celebrazione della fantasia e dell’arte di un genio come il grande Hayao Miyazaki.
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laseomante
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martedì 16 settembre 2014
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ogni volta che il vento si alzerà
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Ognuno di noi, a modo suo, sta cercando di volare
Cambiano gli strumenti ma soprattutto le idee: ognuno cerca la sua rotta sopra le nuvole. Quando prendi il volo non sai se tornerai ma non per questo puoi rimanere fermo, scegliere di non partire. [+]
Ognuno di noi, a modo suo, sta cercando di volare
Cambiano gli strumenti ma soprattutto le idee: ognuno cerca la sua rotta sopra le nuvole. Quando prendi il volo non sai se tornerai ma non per questo puoi rimanere fermo, scegliere di non partire.
Jiro e Nahoko hanno volato e grazie a Miyazaki continueranno a farlo ancora, ogni volta che il vento si alzerà.
Un insolito Miyazaki. Intreccia Giappone e Germania, amore e guerra, speranze e destino. Ma non perde mai la voglia di seguire il vento, inseguire un sogno.
Se la vita non ha un senso, tocca a noi darglielo.
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mcmurphy92
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lunedì 15 settembre 2014
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capolavoro immenso
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Kaze Tachinu è un capolavoro immenso,con questa pellicola ha firmato la fine della sua strabiliante carriera cinematografica andondosene con uno dei suoi film più maturi e sensazionali della storia dell animmazione.
Jiro Horikoshi è il miglior personaggio maschile dell animazione di Miyazaki.,dotato di sentimenti purissimi e benevolenza per il prossimo,ogni suo comportamento all interno della storia si amalgama perfettamete con ogni situazione,luogo e personaggio.La storia d amore con Nahoko è indimenticabile e ammaliante,qualcosa che durerà per sempre nei ricordi del protagonista,come quando nel suo sogno la ragazza lo esorta a vivere anche dopo che le se ne è andata.
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Kaze Tachinu è un capolavoro immenso,con questa pellicola ha firmato la fine della sua strabiliante carriera cinematografica andondosene con uno dei suoi film più maturi e sensazionali della storia dell animmazione.
Jiro Horikoshi è il miglior personaggio maschile dell animazione di Miyazaki.,dotato di sentimenti purissimi e benevolenza per il prossimo,ogni suo comportamento all interno della storia si amalgama perfettamete con ogni situazione,luogo e personaggio.La storia d amore con Nahoko è indimenticabile e ammaliante,qualcosa che durerà per sempre nei ricordi del protagonista,come quando nel suo sogno la ragazza lo esorta a vivere anche dopo che le se ne è andata.
Le musiche composte da Joe Hisaishi sono un perfetta atmosfera che accompagnano i protagonisti verso i loro sogni e verso un splendido giappone ante e post guerra.
Non lo so come la pensano gli altri ma vi esorto a guardare quest ultimo capolavoro di Miyazaki,non ve lo scorderete mai. Le vent se lève!... il faut tenter de vivre
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effepi
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lunedì 15 settembre 2014
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delusione
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Pensare una storia di adulti e disegnarla non è un buon approccio per fare animazione. Manca tutto, dalla metafora, al nemico, al finale positivo. Sconsigliato.
[+] mi sono cadute le palle ...
(di paolo salvaro)
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movielena
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lunedì 15 settembre 2014
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un vero peccato...
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Appassionata dei film d'animazione dello studio Ghibli e in particolare di quelli firmati dal maestro Miyazaki, sono andata al cinema convinta di non dovermi assolutamente perdere l'ultimo (purtroppo) film del grande regista giapponese... Ho ricevuto solo un'immensa delusione... Film molto noioso che si occupa poco dei personaggi e dei loro sentimenti, incentrato sull'ingegneria aerea e sulle tecniche di pilotaggio... Il rapporto tra i personaggi è quasi imbarazzante, a dir poco superficiale, complice anche il cattivo doppiaggio che crea distacco e freddezza tra fratello e sorella e tra moglie e marito...
Non ho trovato nemmeno lontanamente quella splendida magia e quell'incredibile dolcezza che caratterizza le precedenti pellicole (Spirited away, Porco Rosso, Il castello errante di Howl.
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Appassionata dei film d'animazione dello studio Ghibli e in particolare di quelli firmati dal maestro Miyazaki, sono andata al cinema convinta di non dovermi assolutamente perdere l'ultimo (purtroppo) film del grande regista giapponese... Ho ricevuto solo un'immensa delusione... Film molto noioso che si occupa poco dei personaggi e dei loro sentimenti, incentrato sull'ingegneria aerea e sulle tecniche di pilotaggio... Il rapporto tra i personaggi è quasi imbarazzante, a dir poco superficiale, complice anche il cattivo doppiaggio che crea distacco e freddezza tra fratello e sorella e tra moglie e marito...
Non ho trovato nemmeno lontanamente quella splendida magia e quell'incredibile dolcezza che caratterizza le precedenti pellicole (Spirited away, Porco Rosso, Il castello errante di Howl...), non vedevo l'ora che finisse il film e questa non è stata solo la mia reazione: il pubblico in sala era visibilmente annoiato!
Un addio davvero insoddisfacente...
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[+] allora non sono il solo
(di effepi)
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