maria cristina nascosi sandri
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mercoledì 18 giugno 2014
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l'autunno del nostro scontento...matrimoniale
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Con un occhio a Godard - la battuta di Nick che afferma "quando questo ballo andava di moda leggevo Gramsci e sognavo di rapire un capitano d'industria" - viene pronunciata davanti ad un televisore mentre passa -citato- un film del sacro mostro della Nouvelle Vague appena risorto a Cannes a nuova vita(lità) ed uno a Truffaut, si dipana il racconto minimale ma affatto minimo di Kureishi, magnifico sceneggiatore anglo-pakistano, già collaboratore di Frears che analizza la coppia in procinto (e non) di scoppiare, raggiunta l'età matura.
C'è anche un pizzico di Beckett e del suo teatro dell'assurdo che tanto assurdo poi non è: è la vita a due che rende schizofrenici, che ti fa pensare di amare l'altro, il partner ed un minuto dopo ti assicura di odiarlo.
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Con un occhio a Godard - la battuta di Nick che afferma "quando questo ballo andava di moda leggevo Gramsci e sognavo di rapire un capitano d'industria" - viene pronunciata davanti ad un televisore mentre passa -citato- un film del sacro mostro della Nouvelle Vague appena risorto a Cannes a nuova vita(lità) ed uno a Truffaut, si dipana il racconto minimale ma affatto minimo di Kureishi, magnifico sceneggiatore anglo-pakistano, già collaboratore di Frears che analizza la coppia in procinto (e non) di scoppiare, raggiunta l'età matura.
C'è anche un pizzico di Beckett e del suo teatro dell'assurdo che tanto assurdo poi non è: è la vita a due che rende schizofrenici, che ti fa pensare di amare l'altro, il partner ed un minuto dopo ti assicura di odiarlo. Lo dice anche Nick: non si può amare ed odiare per più di mezz'ora la stessa persona/moglie/alter ego da cui è sempre più impossibile fuggire e sfuggire. E così lui sceglie l'amore e lei...l'ha già scelto, nonostante gli dia dell'idiota a più riprese, ma con amore!! Poteva tradirlo e non l'ha mai fatto in tutta la loro vita trentennal-coniugale e mentre sta per farlo, la sera del loro anniversario a Parigi, si rende conto - spiando ed ascoltando la confessione-verità del marito nei suoi confronti dietro la porta socchiusa - che lei è 'Heathcliff', lei e lui, nel bene e nel male o forse al di là di essi, son la stessa persona ormai, dove il nuovo si amalgama col vecchio e viceversa in una ri-mescolanza continua ed un passaggio permanente di testimone, dall'uno all'altra.
Ottima la colonna sonora, delicata al punto da parere una citazione jazz da Erik Satie, il raffinato autore normanno delle Gymnopedies e bello il finale - una malinconica citazione-omaggio per vecchi sessantottini nostalgici di spinelli, jukebox e presunta libertà sessuale al Truffaut di Jules e Jim, anche se il grande Francois, che tanto ci manca - o come ci manca per le storie d'amore né con te, né senza di te - svolazza, tenero fantasma amoroso, tra le righe di tutto il film...
Maria Cristina Nascosi Sandri
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[+] che bella recensione.........
(di francesco2)
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veritasxxx
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mercoledì 18 giugno 2014
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once the kids are gone, what's left of us?
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Sono capricciosette queste insegnanti sull'orlo della pensione, stando a "Le week-end". Eppure dovrebbero ringraziare il cielo di avere un marito 1) ancora vivo e in discreta salute 2) che le trova ancora fisicamente attraenti 3) con cui riescono a condividere ancora momenti piacevoli. Ed è questa la conclusione a cui arriva la nostra coppia di anziani maestri di Birmingham, che sicuramente è molto preparata in biologia e filosofia ma molto meno in matematica, visto che in due giorni riesce a spendere più di quello che ha sul conto (questi professori inglesi se la passano quasi peggio degli italiani a quanto pare).
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Sono capricciosette queste insegnanti sull'orlo della pensione, stando a "Le week-end". Eppure dovrebbero ringraziare il cielo di avere un marito 1) ancora vivo e in discreta salute 2) che le trova ancora fisicamente attraenti 3) con cui riescono a condividere ancora momenti piacevoli. Ed è questa la conclusione a cui arriva la nostra coppia di anziani maestri di Birmingham, che sicuramente è molto preparata in biologia e filosofia ma molto meno in matematica, visto che in due giorni riesce a spendere più di quello che ha sul conto (questi professori inglesi se la passano quasi peggio degli italiani a quanto pare). Ho trovato i due attori validi nel descrivere le nevrosi di una coppia che resiste da trenta anni alle intemperie del tempo, ma non particolarmente simpatici. E dire che non mi sento di giudicare nessuno per scappare da un ristorante troppo caro senza pagare il conto o per voler rivivere un bel momento celebrando i 30 anni di matrimonio. È solo che sono terribilmente patetici nella loro eterna lotta per la conquista della serenità. Una buona terapia di coppia fa miracoli ed è quasi meglio di un frustino e di un collare da cane, visto che lui ancora sbava per le mutandine di sua moglie come il migliore amico dell'uomo.
"Once the kids are gone, what's left of us?" è la domanda che si fanno i nostri attempati eroi. Rimane la coppia, e mi sembra più che sufficiente.
Una nota di merito a Jeff Glodblum, deliziosamente insopportabile nella parte del rampollo del vecchio maestro che ha avuto successo. Meglio evitare Rue de Rivoli la prossima volta che passate per Parigi, o potreste incontrarlo e vi sentirete dei falliti. Ma con un balletto a la Truffault in un bistro che contiene probabilmente l'ultimo juke-box di tutta la città, ogni delusione passerà.
Motto del film: Ti accorgi che sei diventato vecchio quando ascolti Bob Dylan e Nick Drake sul tuo ipod.
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sabrina lanzillotti
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domenica 22 giugno 2014
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le week-end: un amore ritrovato a parigi
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Nick e Meg sono due sessantenni inglesi che decidono di festeggiare il loro trentesimo anniversario a Parigi, lì dove trascorsero la luna di miele.
All'inizio Nick prenota in un piccolo albergo, lo stesso in cui alloggiarono trent'anni prima, ma Meg lo convince ad andar via, preferendo una suite in un hotel lussuoso. Tra cene in ristoranti troppo costosi e piccoli furtarelli nelle boutique parigine, riemergono vecchi rancori e amarezze che sembrano aver minato irrimediabilmente il loro rapporto. Più volte lei afferma di volere il divorzio mentre lui tenta invano di riconquistarla.
Sarà l'incontro con Morgan (interpretato dal bravissimo Jeff Goldlum), un vecchio amico di Nick, a segnare una svolta nella vita dei protagonisti.
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Nick e Meg sono due sessantenni inglesi che decidono di festeggiare il loro trentesimo anniversario a Parigi, lì dove trascorsero la luna di miele.
All'inizio Nick prenota in un piccolo albergo, lo stesso in cui alloggiarono trent'anni prima, ma Meg lo convince ad andar via, preferendo una suite in un hotel lussuoso. Tra cene in ristoranti troppo costosi e piccoli furtarelli nelle boutique parigine, riemergono vecchi rancori e amarezze che sembrano aver minato irrimediabilmente il loro rapporto. Più volte lei afferma di volere il divorzio mentre lui tenta invano di riconquistarla.
Sarà l'incontro con Morgan (interpretato dal bravissimo Jeff Goldlum), un vecchio amico di Nick, a segnare una svolta nella vita dei protagonisti. Durante una cena organizzata da Morgan, infatti, sembra che Nick e Meg abbiano raggiunto il punto di rottura, ma alla fine riaffiora l'amore, un sentimento più forte e solido di quanto i due immaginassero.
In "Le Week-End" il regista Roger Michell racconta una storia d'amore priva di stereotipi e ci mostra come l'amore, la passione e il sesso non siano prerogative dell'amore giovanile.
E' una storia malinconica e allo stesso tempo cinica, interpretata con incredibile maestria da Jim Broadbent e Lindsay Duncan.
E' un film volutamente ambiguo e assolutamente non convenzionale e ci ricorda che è sempre possibile ricominciare, l'importante è volerlo davvero.
"Le Week-End" è un film affascinante, una commedia all'interno di una tragedia, un film raccomandato ai giovani e a chi giovane non lo è più.
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melvin ii
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domenica 15 giugno 2014
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il matrimonio 30 anni dopo
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Il biglietto per “Le week-end” è 5)Sempre
“Le week –end” è un film del 2013 diretto da Roger Michell, scritto da Hanif Kureishi e distribuito in Italia dalla Lucky Red. Con : Jim Broadbent, Lindsay Duncan, Jeff Goldblum.
Sapete ormai cosa penso del matrimonio e quanto tenga alla libertà, prezioso dono divino.
Nel corso degli anni ho letto alcuni libri e visto tanti film sul matrimonio e soprattutto sulla crisi di questa istituzione. E’ da folli coraggiosi sposarsi e da eroi rimanere l'intera vita insieme con una persona?
Cosa è oggi il matrimonio?Routine? Invecchiare e ingrassare con la propria compagnia?.
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Il biglietto per “Le week-end” è 5)Sempre
“Le week –end” è un film del 2013 diretto da Roger Michell, scritto da Hanif Kureishi e distribuito in Italia dalla Lucky Red. Con : Jim Broadbent, Lindsay Duncan, Jeff Goldblum.
Sapete ormai cosa penso del matrimonio e quanto tenga alla libertà, prezioso dono divino.
Nel corso degli anni ho letto alcuni libri e visto tanti film sul matrimonio e soprattutto sulla crisi di questa istituzione. E’ da folli coraggiosi sposarsi e da eroi rimanere l'intera vita insieme con una persona?
Cosa è oggi il matrimonio?Routine? Invecchiare e ingrassare con la propria compagnia?. Sopportarsi e magari detestarsi nel silenzio e indifferenza finchè un giorno esplodi e divorzi desideroso di una nuova vita?
Con“Le week-end” conosciamo una vecchia coppia composta da Nick(Broadbent) e Meg(Duncan) Burrows, sposati da trent’anni con figli già grandi che decidono di trascorrere un week end a Parigi per il loro anniversario Nick è un professore universitario di filosofia, avaro e malinconico mentre Meg è un insegnate di chimica, insofferente e stanca della routine. Fin dalle prime scene assistiamo ai divertenti battibecchi della coppia su ogni cosa. Nick sceglie un albergo modesto dove alloggiare e Meg furiosa e sdegnata lo trascina in un albergo di lusso. Sempre Meg è molto selettiva e paturniosa sui ristoranti e cosa visitare. Lo spettatore assiste ai frizzanti scambi della coppia sulla loro matrimonio, sui figli e sulla vita in genere tra malinconia, ironia e cinismo.
Parigi è la coprotagonista del film con i suoi bellissimi luoghi e paesaggi. La coppia si interroga se ci siano ancora le condizioni per andare avanti e se sia sufficiente l’amore per andare avanti. Scopriamo che un loro figlio ha gravi problemi e ciò ovviamente li preoccupa molto Quando Meg prospetta al marito l’idea di separarsi, per Nick è un colpo durissimo, dopo averle confessato il licenziamento dell’università perché ormai ritenuto inadeguato all’insegnamento. Durante una cena organizzata da Morgan(Goldblum) vecchio compagno di college di Nick, scrittore radical chic e fresco di seconda nozze, Nick e Meg saranno chiamate a risolvere i loro problemi e guardarsi dentro.
Il film diverte e piace per l’atmosfera , per i toni misurati e garbati e soprattutto per le convincenti interpretazioni degli attori
La sceneggiatura nella sua semplicità convince e diverte con il giusto mix di sentimento e razionalità .Scritta bene con un linguaggio a tratti graffiante e in altri riflessivo racconta con efficacia le emozioni della coppia.
I dialoghi sono ben costruiti e sono sicuramente un punto di forza del film. Divertono e nello stesso tempo fanno meditare lo spettatore.
La regia è essenziale, ma brava a dirigere gli attori sulla scena, creando un clima glamour e riuscendo a dare nel complesso al film un discreto ritmo, anche se forse i tempi sono più teatrali che cinematografici.
La coppia Broadbent –Duncan è deliziosa e convincente. Dimostrano tutto il loro talento ed esperienza creando la giusta alchimia tra i personaggi, risultando credibili nel ruolo di marito e moglie.
Meritevole di menzione anche Jeff Goldblum,davvero esilarante nel ruolo dello scrittore di mezz’età alternativo.
Il finale piace perché descrive l’amore dopo trent’anni di matrimonio e non puoi che sorriderne, senza essere retorico e melenso.
“Le week end” sicuramente piacerà alle coppie sposate e magari in crisi, ma a chi pensa di fare il gran passo non dispiacerà, in fondo si può sorridere anche del matrimonio.
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pepito1948
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martedì 1 luglio 2014
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una linea spezzata
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Basta una coppia di eccellenti attori, oltre ad un ottimo Goldblum, a far decollare un film sia pure molto attoriale e dal taglio eminentemente teatrale? No, non basta. La sceneggiatura scorre come un rosario con i grani di lava, aspra e discontinua. Nel racconto delle vicende di una coppia di attempati pensionati, che attraverso un fine settimana a Parigi in parte passato in un hotel di lusso in parte in peregrinazioni per le strade della capitale francese, alla scoperta del nuovo, del brio lontano dal grigiore di Birmingham e di se stessi, gli autori incentrano il focus sulla scoperta delle molte facce di un rapporto consolidato ma nel contempo sfilacciato dal tempo, come se le schermaglie dei due personaggi fossero illustrate attraverso una TAC, mettendo in evidenza sobrietà ed eccessi, amore e rancori , velleità sessuali e frustrazioni senili, rivelazioni e controrivelazioni, in un gioco che dovrebbe instaurare una dinamica emotiva crescente e di rimbalzo coinvolgere lo spettatore in una riflessione sulle contraddizioni del passaggio dall'età adulta a quella insidiosa della vecchiaia.
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Basta una coppia di eccellenti attori, oltre ad un ottimo Goldblum, a far decollare un film sia pure molto attoriale e dal taglio eminentemente teatrale? No, non basta. La sceneggiatura scorre come un rosario con i grani di lava, aspra e discontinua. Nel racconto delle vicende di una coppia di attempati pensionati, che attraverso un fine settimana a Parigi in parte passato in un hotel di lusso in parte in peregrinazioni per le strade della capitale francese, alla scoperta del nuovo, del brio lontano dal grigiore di Birmingham e di se stessi, gli autori incentrano il focus sulla scoperta delle molte facce di un rapporto consolidato ma nel contempo sfilacciato dal tempo, come se le schermaglie dei due personaggi fossero illustrate attraverso una TAC, mettendo in evidenza sobrietà ed eccessi, amore e rancori , velleità sessuali e frustrazioni senili, rivelazioni e controrivelazioni, in un gioco che dovrebbe instaurare una dinamica emotiva crescente e di rimbalzo coinvolgere lo spettatore in una riflessione sulle contraddizioni del passaggio dall'età adulta a quella insidiosa della vecchiaia.
L'idea, non certo nuova visto il successo e la proliferazione del cinema sulla terza età, appare comunque stimolante, ma non è supportata da un copione all'altezza. Dialoghi spesso incompiuti, salti logici e tonali ruvidi, situazioni poco plausibili increspano il fluire della narrazione, nonostante alcuni momenti di buon cinema. L'intervento liberatorio di NIck -durante una festa indetta da un suo conoscente, economista e scrittore alla moda, incontrato lì per caso- nel quale l'uomo si mette a nudo pubblicamente rivelando tutte le sue debolezze ed i suoi limiti, è apprezzabile e ben girato, anche se lo spunto è piuttosto scontato. Sicchè l'unica gemma resta il rapporto casuale, in una stanza buia e quasi blindata, instaurato tra l'anziano Nick ed il giovane figlio dell'economista, abbarbicato al suo letto-rifugio, frustrato dall'assenza del padre e dedito allo spinello consolatorio.
L'incontro tra due esistenze apparentemente così lontane punta il dito per contrapposizione su un mondo di relazioni convenzionali spesso vuote, ipocrite e inconcludenti. Il finale è aperto, ma tutto sommato simpatico.
Insomma un film che si snoda come una linea segmentata, dalle giunture sabbiose, e non riesce a farsi linea sinuosa, che , come teorizzò due secoli fa Hogarth, dovrebbe essere la chiave di volta, o meglio la formula magica per intendere la pittura, e di conseguenza l'arte in generale. Come l'entropia lo è per intendere il (dis)ordine universale, che infatti è rappresentata dalla lettera S: il massimo della sinuosità.
Peccato, un'occasione sprecata.
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(di antonio bianchi)
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degiovannis
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giovedì 24 luglio 2014
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bilancio di una generazione
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Il film è gradevole e si vede volentieri in quanto le note amarognole sono condite da ironia e humour. I personaggi sono delineati con accuratezza e sembrano impersonare proprio il modo di essere di una generazione, i teenagers degli anni sessanta e quindi quelli che hanno a che fare con il '68, o giù di lì. Bene! Il film che tutto sommato rimane in equilibrio in tutte le sue componenti, proprio nell'affrontare il discorso sul '68 sbanda pericolosamente, facendosi prendere la mano dalle necessità dello spettacolo. I nostri eroi sembrano sopravvissuti o reduci e non hanno il coraggio di rivendicare nessun merito, come se avessero sbagliato tutto nella loro vita, a cominciare dall'educazione dei figli.
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Il film è gradevole e si vede volentieri in quanto le note amarognole sono condite da ironia e humour. I personaggi sono delineati con accuratezza e sembrano impersonare proprio il modo di essere di una generazione, i teenagers degli anni sessanta e quindi quelli che hanno a che fare con il '68, o giù di lì. Bene! Il film che tutto sommato rimane in equilibrio in tutte le sue componenti, proprio nell'affrontare il discorso sul '68 sbanda pericolosamente, facendosi prendere la mano dalle necessità dello spettacolo. I nostri eroi sembrano sopravvissuti o reduci e non hanno il coraggio di rivendicare nessun merito, come se avessero sbagliato tutto nella loro vita, a cominciare dall'educazione dei figli. Ecco, questo non è condivisibile, perché non è giusto. Il rapporto di coppia, il rapporto tra genitori e figli, tra studenti e insegnanti, tra razze perfino, non sono stati più gli stessi dopo il '68 e qualcuno si deve pur prendere il merito, senza piangersi addosso e fingere di essere eterno adolescente; perché, se un torto ha avuto questa generazione, è proprio quello di aver rinunciato a vivere la propria dimensione privata in nome di valori che certo non sono stati tutti conseguiti
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flyanto
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venerdì 20 giugno 2014
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il weekend parigino di una coppia agée in crisi
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Film in cui si racconta del weekend trascorso a Parigi da una coppia di anziani professori in occasione del proprio trentennale anniversario di nozze. Quello che succederà e che vivranno i protagonisti nel corso dei due giorni di vacanza cambierà di molto le loro esistenze, soprattutto per ciò che riguarda il proprio approccio alla vita e direttamente il proprio rapporto sentimentale. Sin dall'inizio infatti essi vengono presentati non del tutto in sintonia, ormai sfiduciati (sopratutto la donna) nella loro relazione che viene evidenziata essere un pò in crisi. Ma l'atmosfera parigina, l'incontro casuale con un ex collega del marito, ormai scrittore di successo, contribuirà a far loro aprire gli occhi e prendere in considerazione la reale situazione portandoli, ripeto, soprattutto la moglie, a rivedere le proprie posizioni e ad affrontare con un nuovo e più positivo spirito nonchè maggiore consapevolezza il proprio menage.
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Film in cui si racconta del weekend trascorso a Parigi da una coppia di anziani professori in occasione del proprio trentennale anniversario di nozze. Quello che succederà e che vivranno i protagonisti nel corso dei due giorni di vacanza cambierà di molto le loro esistenze, soprattutto per ciò che riguarda il proprio approccio alla vita e direttamente il proprio rapporto sentimentale. Sin dall'inizio infatti essi vengono presentati non del tutto in sintonia, ormai sfiduciati (sopratutto la donna) nella loro relazione che viene evidenziata essere un pò in crisi. Ma l'atmosfera parigina, l'incontro casuale con un ex collega del marito, ormai scrittore di successo, contribuirà a far loro aprire gli occhi e prendere in considerazione la reale situazione portandoli, ripeto, soprattutto la moglie, a rivedere le proprie posizioni e ad affrontare con un nuovo e più positivo spirito nonchè maggiore consapevolezza il proprio menage.
Questa pellicola di Roger Mitchell in pratica affronta il tema della vecchiaia e di quel che può restare dopo tanti anni trascorsi insieme: rancori, gioie, delusioni e speranze vengono prese in esame dal regista che nel corso della breve vicenda descrive il rapporto di coppia in maniera perfetta e molto realistica. La donna viene presentata come più capricciosa e piuttosto puntigliosa, l'uomo molto più pacato e sornione (forse un pò troppo) ma pieno di buona volontà a voler accontentare a tutti i costi la propria consorte. Ed il pregio di questo film sta proprio in ciò, non tenendo ovviamente conto di qualche situazione poco probabile dal punto di vista realistico che viene da Mitchell inserita nel corso della storia.
I due protagonisti interpretano molto egregiamente i propri ruoli rendendo l'insieme credibile e dunque accettabile.
In questo caso il weekend è servito a ricostruire un rapporto in crisi, bisogna vedere però se ciò risulta altrettanto possibile anche nella realtà...
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