Le Week-End

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Un film di Roger Michell. Con Jim Broadbent, Lindsay Duncan, Jeff Goldblum, Olly Alexander, Judith Davis.
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Commedia, durata 93 min. - USA 2013. - Lucky Red uscita giovedì 12 giugno 2014. MYMONETRO Le Week-End * * * - - valutazione media: 3,21 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

una linea spezzata Valutazione 2 stelle su cinque

di pepito1948


Feedback: 125 | altri commenti e recensioni di pepito1948
martedì 1 luglio 2014

Basta una coppia di eccellenti attori, oltre ad un ottimo Goldblum, a far decollare un film sia pure molto attoriale e dal taglio eminentemente teatrale? No, non basta. La sceneggiatura scorre come un rosario con i grani di lava, aspra e discontinua. Nel racconto delle vicende di una coppia di attempati pensionati, che attraverso un fine settimana  a Parigi in parte passato in un hotel di lusso in parte in peregrinazioni per le strade della capitale francese, alla scoperta del nuovo, del brio lontano dal grigiore di Birmingham e di se stessi, gli autori incentrano il focus sulla scoperta delle molte facce di un rapporto consolidato ma nel contempo sfilacciato dal tempo, come se le schermaglie dei due personaggi fossero illustrate attraverso una TAC, mettendo in evidenza sobrietà ed eccessi, amore e rancori , velleità sessuali e frustrazioni senili, rivelazioni e controrivelazioni, in un gioco che dovrebbe instaurare una dinamica emotiva crescente e di rimbalzo coinvolgere lo spettatore in una riflessione sulle contraddizioni del passaggio dall'età adulta a quella insidiosa della vecchiaia.
 L'idea, non certo nuova visto il successo e la proliferazione del cinema sulla terza età, appare comunque stimolante, ma non è supportata da un copione all'altezza. Dialoghi spesso incompiuti, salti logici e tonali ruvidi, situazioni poco plausibili increspano il fluire della narrazione, nonostante alcuni momenti di buon cinema. L'intervento liberatorio di NIck -durante una festa indetta da un suo conoscente, economista e scrittore alla moda, incontrato lì per caso-  nel  quale l'uomo si mette a nudo pubblicamente rivelando tutte le sue debolezze ed i suoi limiti, è apprezzabile e ben girato, anche se lo spunto è piuttosto scontato. Sicchè l'unica gemma resta il rapporto casuale, in una stanza buia e quasi blindata, instaurato tra l'anziano Nick ed il giovane figlio dell'economista, abbarbicato al suo letto-rifugio, frustrato dall'assenza del padre e dedito allo spinello consolatorio.
L'incontro tra due esistenze apparentemente così lontane punta il dito per contrapposizione su un mondo di relazioni convenzionali spesso vuote, ipocrite e inconcludenti. Il finale è aperto, ma tutto sommato simpatico.
Insomma un film che si snoda come una linea segmentata, dalle giunture sabbiose, e non riesce a farsi linea sinuosa, che , come teorizzò due secoli fa Hogarth, dovrebbe essere la chiave di volta, o meglio la formula magica per intendere la pittura, e di conseguenza l'arte in generale. Come l'entropia lo è per intendere il (dis)ordine universale, che infatti è rappresentata dalla lettera S: il massimo della sinuosità.
Peccato, un'occasione sprecata.
 

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antonio bianchi mercoledì 30 luglio 2014
solo alcuni passaggi sinceri
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Sono molto d'accordo con quanto scrive, Pepito, grazie per averlo espresso con queste parole attente e gentili.Ho trovato irritanti i momenti di presunta "leggerezza" dove i due coniugi si rincorrono o quando tagliano la corda senza pagare il conto dopo avere scelto accuratamente il ristorante dal tono adatto.La cena che si annuncia convenzionale a casa dell'amico diventa invece occasione di confronto sincero. Anche a me la scena dell'incontro fra Nick e il ragazzo è sembrata segnare uno spazio di possibilità, per entrambi. E avere dato il la anche al momento di verità a tavola, nonostante l'occasione di potersi nascondere dietro l'elogio dell'amico. Elogio che ha comunque una sua bellezza, a me sembra. [+]

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