no_data
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venerdì 27 agosto 2021
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storia stralunata e improbabile
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Un film incomprensibile e pretenzioso e in questo senso prevedibile. Le sequenze in stile azione continua ti fanno girare la testa e le palle.Peccato per l'ambientazione gradevole e invitante ( io personalmente detesto la montagna)
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wolvie
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lunedì 6 aprile 2020
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un film ghiacciato
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Antefatto nel 1994, confine sloveno-italico. Ci spostiamo nel 2014, con un cadavere nord africano trovato in territorio sloveno a 78 metri dal confine con l Italia. Una poliziotta slovena in incognito si aggira per i boschi, sembra studiare gli orsi, invece cerca prove, segue piste, perché ha capito che la diga é il perno della vicenda, gestita da un altro tipo di orso (Emir Kusturica in versione serba). Arriva anche un ingegnere per i continui black out che avvengono in paese. Gli sguardi, i visi, i paesaggi e i continui rallenti dosano troppo il ritmo del racconto, che risulta con il fiato corto. La suspense non trova mai il colpo di scena risolutivo, che tra l altro è anche ipertelefonato.
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Antefatto nel 1994, confine sloveno-italico. Ci spostiamo nel 2014, con un cadavere nord africano trovato in territorio sloveno a 78 metri dal confine con l Italia. Una poliziotta slovena in incognito si aggira per i boschi, sembra studiare gli orsi, invece cerca prove, segue piste, perché ha capito che la diga é il perno della vicenda, gestita da un altro tipo di orso (Emir Kusturica in versione serba). Arriva anche un ingegnere per i continui black out che avvengono in paese. Gli sguardi, i visi, i paesaggi e i continui rallenti dosano troppo il ritmo del racconto, che risulta con il fiato corto. La suspense non trova mai il colpo di scena risolutivo, che tra l altro è anche ipertelefonato. Sufficiente ma non bastano i paesaggi a fare il film, un bravo a Giannini
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marino
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lunedì 13 gennaio 2020
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incuriosito, ma vedrò altro!
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Avevo pensato di vederlo, ma lette le recensioni dei siti ed i commenti del pubblico, mi asterro'. Penso sia piuttosto noioso, anche perché a me piacciono i film con inquadrature luminose e non vuoi e bui e con fraseggi comprensibili. Il vezzo attuale di molti registi attuali di fare film con ambientazioni scure e con volume basso e mormorare lo trovo insopportabile.
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ennio
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sabato 23 giugno 2018
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uno dei migliori thriller italiani recenti
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Il genere thriller è sempre più inflazionato da trame già viste e riviste, ed è sempre meno in voga in Italia. Per questo "foresta di ghiaccio" è un prodotto più che apprezzabile nell'insieme.
Per essere ben congegnato, un thriller dovrebbe farti passare almeno una mezz'ora a chiederti cosa stia succedendo e a concentrarti su personaggi e situazioni per non farti sfuggire il filo. E in questo la regìa riesce.
La recitazione è di buon livello ma è il mix di sceneggiatura, ambientazione, momenti metaforici e pause che mi ha convinto (in un film a volte le pause sono un difetto, altre volte rendono più piena la comprensione dell'opera).
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Il genere thriller è sempre più inflazionato da trame già viste e riviste, ed è sempre meno in voga in Italia. Per questo "foresta di ghiaccio" è un prodotto più che apprezzabile nell'insieme.
Per essere ben congegnato, un thriller dovrebbe farti passare almeno una mezz'ora a chiederti cosa stia succedendo e a concentrarti su personaggi e situazioni per non farti sfuggire il filo. E in questo la regìa riesce.
La recitazione è di buon livello ma è il mix di sceneggiatura, ambientazione, momenti metaforici e pause che mi ha convinto (in un film a volte le pause sono un difetto, altre volte rendono più piena la comprensione dell'opera).
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peer gynt
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mercoledì 8 luglio 2015
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un mistero che si perde fra le montagne innevate
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L'indeterminatezza narrativa puo' essere una scelta stilistica: per creare atmosfera e far sì che lo spettatore si interroghi su quanto vede gli rendo la storia difficile da seguire, la spezzo in strade che non portano da nessuna parte, la infarcisco di personaggi che gli confondono le idee. E potrebbe anche funzionare. Ma questa indeterminatezza narrativa può avere anche un'altra spiegazione: non so oppure non voglio raccontare. E questo sembra proprio il caso di questo film. Un noir ambientato nelle montagne, con un mistero che si scioglie solo nel finale. Ma gli autori lo hanno perso molto prima, lo spettatore. Per non aver avuto l'umiltà di abbassarsi al livello (per nulla umile, anzi!) di chi soprattutto racconta una storia e aver voluto fare del cinema d'arte, del cinema di profonda riflessione sul mistero dell'uomo, sulla sua malvagità.
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L'indeterminatezza narrativa puo' essere una scelta stilistica: per creare atmosfera e far sì che lo spettatore si interroghi su quanto vede gli rendo la storia difficile da seguire, la spezzo in strade che non portano da nessuna parte, la infarcisco di personaggi che gli confondono le idee. E potrebbe anche funzionare. Ma questa indeterminatezza narrativa può avere anche un'altra spiegazione: non so oppure non voglio raccontare. E questo sembra proprio il caso di questo film. Un noir ambientato nelle montagne, con un mistero che si scioglie solo nel finale. Ma gli autori lo hanno perso molto prima, lo spettatore. Per non aver avuto l'umiltà di abbassarsi al livello (per nulla umile, anzi!) di chi soprattutto racconta una storia e aver voluto fare del cinema d'arte, del cinema di profonda riflessione sul mistero dell'uomo, sulla sua malvagità.
Lodevole il tentativo, fallimentare il risultato. La storia non prende, il mistero non interessa e per larga parte del film sfugge del tutto, e questa ossessione (che ormai ha ampiamente stufato) per la mdp a spalla rende il tutto faticoso e pesante. E neppure la buona prova degli attori e il buon finale, con un epico duello fra due dei protagonisti su un'altissima diga, riconcilia lo spettatore con un film che la mancanza di una vera storia e di buoni dialoghi seppellisce sotto un crescente disinteresse.
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morganakam
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lunedì 1 giugno 2015
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salvabile
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Insomma..questo film mi ha dato parecchio filo da torcere.
Partiamo che non è molto lungo ma data la lentezza e i pochi dialoghi sembra che duri quasi il doppio. Per più di trenta minuti è stato noioso e se non fosse successo qualcosa in particolare l'avrei stoppato, poi un po' si è ripreso.
Infatti per quel primo tempo non si è capito lo scopo del film..erano tutte scene così brevi e sconnesse le une dalle altre, i pochi dialoghi e tranciati di netto.
Dove si vede l'ottima regia? Nei paesaggi, qualche scena particolare ma non nel ritmo, in alcuni momenti sembrava che gli attori avessero la videocamera incorporata e quando correvano o camminavano ti girava quasi la testa.
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Insomma..questo film mi ha dato parecchio filo da torcere.
Partiamo che non è molto lungo ma data la lentezza e i pochi dialoghi sembra che duri quasi il doppio. Per più di trenta minuti è stato noioso e se non fosse successo qualcosa in particolare l'avrei stoppato, poi un po' si è ripreso.
Infatti per quel primo tempo non si è capito lo scopo del film..erano tutte scene così brevi e sconnesse le une dalle altre, i pochi dialoghi e tranciati di netto.
Dove si vede l'ottima regia? Nei paesaggi, qualche scena particolare ma non nel ritmo, in alcuni momenti sembrava che gli attori avessero la videocamera incorporata e quando correvano o camminavano ti girava quasi la testa.
Non conoscevo gli attori, sono stati tutti molto bravi soprattutto nell'accento friuliano ma secondo me quando parlavano in sloveno o in serbo dovevano mettere i sottotitoli. (qualcosina ho capito perché ho studiato russo).
Chi ha classificato questo film come thriller? Non è assolutamente così, io lo definirei più un noir/drammatico, c'è stata poca azione.
Se non avesse questi attori, paesaggi belli, qualche scena efficace e il buon finale il film per me sarebbe insufficiente.
Secondo me i registi italiani sono troppo mosci, dovrebbero imparare da quelli spagnoli.
Tutto sommato si è salvato, la storia poteva essere raccontata in un altro modo.
Il mio voto finale è 6,5...volevo mettere 3 stelline, ma alla fine l'ho abbassato a 2.
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alexander 1986
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venerdì 10 aprile 2015
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ghiaccio incolore
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Un paesino sperduto tra le innevate montagne sul confine tra Italia e Slovenia è messo in agitazione dalla scomparsa di Lorenzo, lavoratore locale. La cosa mette in agitazione tutta la comunità, come se là, fra la neve, si nascondesse un segreto inconfessabile di cui quell'uomo è la chiave. Su ciò indaga Lana (Ksenia Rappoport), agente che per non turbare i rudi indigeni si finge zoologa. Ne verrà fuori una brutta storia, che affonda le radici a fatti di sangue lontani nel tempo.
Secondo film del giovane regista Noce, autore soprattutto di cortometraggi e clip musicali e si vede: buona la fotografia, buona la messa in scena ma carente lo sviluppo concreto della trama. La pellicola si sviluppa come una serie di frammenti ben fatti singolarmente ma mal legati tra loro.
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Un paesino sperduto tra le innevate montagne sul confine tra Italia e Slovenia è messo in agitazione dalla scomparsa di Lorenzo, lavoratore locale. La cosa mette in agitazione tutta la comunità, come se là, fra la neve, si nascondesse un segreto inconfessabile di cui quell'uomo è la chiave. Su ciò indaga Lana (Ksenia Rappoport), agente che per non turbare i rudi indigeni si finge zoologa. Ne verrà fuori una brutta storia, che affonda le radici a fatti di sangue lontani nel tempo.
Secondo film del giovane regista Noce, autore soprattutto di cortometraggi e clip musicali e si vede: buona la fotografia, buona la messa in scena ma carente lo sviluppo concreto della trama. La pellicola si sviluppa come una serie di frammenti ben fatti singolarmente ma mal legati tra loro. Fra gli interpreti la Rappoport finisce quasi per giganteggiare, anche di fronte a un Emir Kusturica sfruttato soprattutto per il nome. Resta l'impressione di una serie di buone idee non valorizzate.
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luigiuzza
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giovedì 19 febbraio 2015
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pastrocchio
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Purtroppo un vero pasticcio...
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flyanto
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lunedì 17 novembre 2014
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un complicato intrigo tra i ghiacci più solidi
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Film ambientato in una località montana al confine tra l'Italia e la Slovenia in cui si svolgono le vicende di alcuni personaggi coinvolti in misteriosi e non sempre leciti, affari. La zoologa (Ksenia Rappoport) che si aggira per i boschi al fine di dare da mangiare ad un orso qui localizzato nel corso delle sue peregrinazioni ed indagini viene a contatto con, appunto, questi individui arrivando a scoprire i vari rapporti tra loro determinati per lo più dai loschi traffici di persone clandestine, nonchè di omicidi commessi.
Questa pellicola di Claudio Noce presenta una storia tra il thriller e lo spionaggio evidenziando la condizione esistente di controversie etniche (popolazioni italiane e popolazioni slovene o bosniache) che sono regolate per lo più o da faide e rancori atavici o, nel caso di una qualche esistente forma di complicità, da affari sporchi in cui il numero delle vittime è in continuo aumento.
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Film ambientato in una località montana al confine tra l'Italia e la Slovenia in cui si svolgono le vicende di alcuni personaggi coinvolti in misteriosi e non sempre leciti, affari. La zoologa (Ksenia Rappoport) che si aggira per i boschi al fine di dare da mangiare ad un orso qui localizzato nel corso delle sue peregrinazioni ed indagini viene a contatto con, appunto, questi individui arrivando a scoprire i vari rapporti tra loro determinati per lo più dai loschi traffici di persone clandestine, nonchè di omicidi commessi.
Questa pellicola di Claudio Noce presenta una storia tra il thriller e lo spionaggio evidenziando la condizione esistente di controversie etniche (popolazioni italiane e popolazioni slovene o bosniache) che sono regolate per lo più o da faide e rancori atavici o, nel caso di una qualche esistente forma di complicità, da affari sporchi in cui il numero delle vittime è in continuo aumento. Il regista riesce a rappresentare questo tipico ambiente popolato da persone violente, schive ed orgogliose soprattutto della propria etnia e dei propri principi in una maniera quanto mai efficace in quanto assai precisa, lucida e soprattutto cruda proprio perchè questa realtà stessa si presenta così fortemente estrema. E la vicenda narrata viene rappresentata in un crescendo di tensione sempre maggiore sino all'epilogo ed alla risoluzione finale estrema che ovviamente non può certo essere pacifica e serena.
Film in generale interessante e, direi, ben interpretato da tutti gli attori coinvolti, che sono Ksenia Rappoport, Emir Kusturica, Adriano Giannini e Domenico Diele per citare solo i i principali, e soprattutto molto suggestivo per la sua ambientazione fatta di foreste coperte dal ghiaccio e dalla neve che rafforzano e sottolineano il concetto di freddezza e spietatezza non tanto del clima ma per lo più degli animi umani. E forse proprio questa foresta innevata è la protagonista vera e propria dell'intera vicenda.
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