Everyday Rebellion

Il movimento degli Indignados a Madrid, il manifesto di Occupy Wall Street, le incursioni delle Femen ucraine contro i simboli della dittatura politica e religiosa, l'attivismo sotterraneo in Iran, il volantinaggio creativo in Siria, le conferenze sulle tecniche di protesta antigovernativa non violenta di Srda Popovic, leader del movimento Orpor! che in Serbia contribuì ad abbattere Milosevic, il contributo dei graffitisti, il gospel di Reverend Billy, la dissidenza di The Yes Man, le proposte sul boicottaggio collettivo del mutuo o sull'acquisto di percentuali di debito pubblico, il dizionario non verbale del movimento di piazza, la comunicazione via social network, lo yoga per superare con filosofia le ore di prigionia, in caso di arresto durante una manifestazione.
C'è tutto questo e molto di più in Everyday Rebellion, il documentario messo insieme da Arash e Arman T. Riahi, nati in Iran e stabilitisi a Vienna. Il film stesso, d'altronde, non è che una parte del progetto, che prevede anche una piattaforma web e altri strumenti interattivi che vorrebbero configurarsi come strumenti assolutamente pratici per la comunicazione e l'informazione degli attivisti in tutto il mondo.
Può sembrare sociologia spicciola quella che accomuna storia e fisionomia di ribellioni recenti ma molto diverse tra loro per humus, dinamiche e fini ultimi, ma strada facendo il documentario smonta questa facile accusa andando ad illuminare un filo rosso, quello della teoria e della pratica non violenta, che ispira effettivamente realtà lontane tra loro e spesso le pone concretamente in contatto, quando, in via personale o virtuale, gli attivisti di un luogo vanno "a scuola" dagli attivisti di un altro o quando le esperienze si condividono e commentano a beneficio di tutti. Un fine comune e ultimo, almeno idealmente, c'è eccome ed è quella democrazia tanto sbandierata e poco praticata che nel film chiedono "sonoramente" tanto i ragazzi che presidiano Wall Street, con la tecnica del megafono umano, che i coristi di Solfonica, la piccola orchestra formatasi in seno al movimento 15M. Al di là della sua efficacia immediata come testo e spettacolo cinematografico - efficacia presente e comprovata, con momenti di seria riflessione e commozione - il film dei fratelli Riahi si pone in continuità con il discorso che affronta, rappresentando in sé e per sé un anello della catena audiovisiva di supporto che è nata e cresce ogni giorno attorno a queste esigenze collettive di cambiamento. Ospitando al suo interno immagini che appartengono ad altri documentari, a stringhe di passaggi televisivi o a contributi pensati per la rete, Everyday Rebellion ci tiene a presentarsi come fatto della stessa materia creativa e non violenta di cui sono fatti i suoi oggetti di studio, e andrebbe usato proprio come un'arma virale e mostrato ad ampio raggio, perché l'informazione è potere e perché, come recita il manifesto del Global May: "everyone has the right to enjoy culture". 