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davidenko95
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lunedì 8 luglio 2013
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film ignobile
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C'è poco da dire: film ignobile. La trama di basa sul nulla cosmico, Bruce Willis mantiene lo stesso identico ghigno per tutta la durata del film, avrebbe potuto girarlo meglio un infante; i primi quindici minuti sono da dimenticare: tutorial su come distruggere una città e nient'altro. Per il resto vuoto... scene che trascendono l'assurdo, ben peggiori di paralleli come "I mercenari" che almeno strappano risate. Film da evitare
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(di a.arde93)
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arturo s
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giovedì 4 luglio 2013
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ma chi scrive i film?
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Visto oggi. Da fan John McClaine non posso essere che deluso da questo prodotto scadente. Le due stelle sono per l'action e gli effetti speciali che hanno reso questo film guardabile fino alla fine. Per il resto non ci siamo proprio. Mi domando quale malato di mente abbia potuto concepire un plot del genere. E' vero che le imprese del nostro eroe sono al limite dell'improbabile come negli altri films della serie, ma qui è proprio il soggetto che fa acqua da tutte le parti ed è ai limiti della demenza, per non parlare delle numerose incogruenze (non mi soffermo per non spoilerare). Fra gli attori si salva a malapena solo Bruce, gli altri personaggi sono poco approfonditi e interpretati da cani, manca il vero cattivo in stile f.
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Visto oggi. Da fan John McClaine non posso essere che deluso da questo prodotto scadente. Le due stelle sono per l'action e gli effetti speciali che hanno reso questo film guardabile fino alla fine. Per il resto non ci siamo proprio. Mi domando quale malato di mente abbia potuto concepire un plot del genere. E' vero che le imprese del nostro eroe sono al limite dell'improbabile come negli altri films della serie, ma qui è proprio il soggetto che fa acqua da tutte le parti ed è ai limiti della demenza, per non parlare delle numerose incogruenze (non mi soffermo per non spoilerare). Fra gli attori si salva a malapena solo Bruce, gli altri personaggi sono poco approfonditi e interpretati da cani, manca il vero cattivo in stile f.lli Gruber.. e il figlio!? Stendiamo un velo pietoso sull'ameba che gli da corpo. La breve durata già faceva intuire qualcosa del resto. Un appunto per il recensore ufficiale: il quarto capitolo era assai migliore di questa roba qua, almeno c'era un Justin Long decoroso nella parte della spalla.
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mister_rh
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martedì 18 giugno 2013
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ncs, non ci siamo...
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Abbastanza noioso in confronto agli altri episodi.. La storia è troppo veloce e scontata. Guardatelo se proprio non c'è nient'altro, ma secondo me non ci si perde niente di che.
Gran pubblicità alla mercedes..
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border
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lunedì 10 giugno 2013
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ma che hanno combinato? o.o
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Allora, tiriamo un bel respiro... Dunque: io già avevo delle avvisaglie che qualcosa non quadrasse in questo film quando, spulciando in internet dettagli tecnici del film, ho letto che la durata era di appena 97 minuti. E lì mi si è acceso un piccolo campanello d'allarme, ma ancora non stavo dando sfogo a isterismi. Dico io: 97 minuti?!?!!?!? Dal primo al quarto capitolo il canone die hard è stato sempre di 2 ore piene piene!!! perché mi toglievano mezz'ora di John McClane? Da fan della saga sono impallidito, ma ho voluto comunque accordare fiducia al prodotto. Del resto non è la quantità che fa la qualità, giusto?
Vado a vedere il film.
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Allora, tiriamo un bel respiro... Dunque: io già avevo delle avvisaglie che qualcosa non quadrasse in questo film quando, spulciando in internet dettagli tecnici del film, ho letto che la durata era di appena 97 minuti. E lì mi si è acceso un piccolo campanello d'allarme, ma ancora non stavo dando sfogo a isterismi. Dico io: 97 minuti?!?!!?!? Dal primo al quarto capitolo il canone die hard è stato sempre di 2 ore piene piene!!! perché mi toglievano mezz'ora di John McClane? Da fan della saga sono impallidito, ma ho voluto comunque accordare fiducia al prodotto. Del resto non è la quantità che fa la qualità, giusto?
Vado a vedere il film... e allora ho potuto dare un giudizio cosciente, sereno, ma drasticamente negativo. Della saga Die Hard c'erano solo buoni fuochi d'artificio e roccamboleschi inseguimenti per le strade di Mosca. E Bruce Willis, ovvio. Ma Willis non può far tutto. I dialoghi alla McClane, pieni di sarcasmo e di invettive, bisogna saperli scrivere. Poi: la sceneggiatura è abbastanza raffazzonata, il comprimario figlio toglie spazio al padre senza aggiungere nessuno spessore narrativo o altro ( tra l'altro, aveva più testosterone la McClane figlia del quarto capitolo che questo comodino anabolizzato ), i colpi di scena si contano sulle dita di una mano monca... Non ci siamo. Potevano farne un discreto film action, ma non un Die Hard. Assolutamente!
Lo consiglio solo ai fan della saga, perché, come me, alla fine sperino che il 6o capitolo si apra con il funerale di McClane Jr.
P.s. non riesco ad essere concorde su un punto con la recensione di Sollazzo: il quarto capitolo della saga non l'ho trovato così malaccio, e la scena dell'elicottero, per me, è un EPIC WIN!
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latino heat
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sabato 18 maggio 2013
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die hard
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bruce willis troppo forte
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emmebierre
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venerdì 17 maggio 2013
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l'ignoranza elevata all'ennesima potenza
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Una perla geografica nel dialogo: bisogna andare a Cernobyl... la stazione sciistica in Svizzera? No quella è GRENOBLE!!! (Francia)
Una perla geografica nel film: Cernobyl non è in RUSSIA, è in UCRAINA... frontiere, passaporti, spazi aerei
Inoltre, i cattivi volano a Cernobyl in elicottero, loro li raggiungono in auto... KM 1.000 (circa 12 ore di vettura)... quindi arrivano almeno 9 ore dopo...
Pollice verso...
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latino heat
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mercoledì 17 aprile 2013
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si puo' fare di meglio mc clane
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sicuramente il meno riuscito della serie ma bruce willis ha dimostrato di avere ancora qualcosa da dire
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ultimoboyscout
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domenica 14 aprile 2013
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riunione di famiglia a mosca.
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Non si può certo dire che John McClane abbia avuto una vita comoda! Giunto a Mosca per aiutare il figlio, si ritrova la ma fia russa addosso. A 25 anni dal primo capitolo, questo è il quinto del personaggio ispirato ai romanzi di Roderick Thorp. La saga era già in affanno, questo capitolo non la risolleva ma nemmeno la affossa del tutto grazie al sempre super Bruce Willis e alla sceneggiatura di Skip Woods giocata tra ironia e azione. McClane è ormai l'alter ego di Willis, è quasi un vecchio amico che nonostante gli anni che passano piace sempre moltissimo anche se la pellicola scricchiola da più parti. Battute sardoniche e rude fisicità da boscaiolo, McClane è uno yankee vintage ai tempi del digitale che non ne vuol sapere di andare in pensione e al quale Willis deve moltissimo, anzi, molto probabilmente senza il quale non sarebbe diventato il Willis che è oggi.
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Non si può certo dire che John McClane abbia avuto una vita comoda! Giunto a Mosca per aiutare il figlio, si ritrova la ma fia russa addosso. A 25 anni dal primo capitolo, questo è il quinto del personaggio ispirato ai romanzi di Roderick Thorp. La saga era già in affanno, questo capitolo non la risolleva ma nemmeno la affossa del tutto grazie al sempre super Bruce Willis e alla sceneggiatura di Skip Woods giocata tra ironia e azione. McClane è ormai l'alter ego di Willis, è quasi un vecchio amico che nonostante gli anni che passano piace sempre moltissimo anche se la pellicola scricchiola da più parti. Battute sardoniche e rude fisicità da boscaiolo, McClane è uno yankee vintage ai tempi del digitale che non ne vuol sapere di andare in pensione e al quale Willis deve moltissimo, anzi, molto probabilmente senza il quale non sarebbe diventato il Willis che è oggi. Come nel primo episodio i russi sono il nemico e il rampollo è un agente della CIA che deve fermare una minaccia atomica, quale migliore occasione quindi per rispolverare il mitico Yippee ya ye? E che non segni pure il passaggio di testimone? Anche gli eroi invecchiano e hanno bisogni di eredi, Jau Courtney avrebbe pure il physique du role ma manca di carisma e appeal (forse col tempo colmerà le lacune), con un buon script e una formula collaudata tra botte, azione estrema, sparatorie, esplosioni e ironia con punte di irrealità si potrebbe tentare l'operazione rilancio in grande stile, ma sarà durissima scalzare il vecchio Bruce dal suo ruolo che è un pò come Callaghan per Clint Eastwood.
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tonysamperi
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martedì 9 aprile 2013
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ha senso andare avanti?
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SULLA SCENEGGIATURA
Nel quinto episodio, Die Hard non si smentisce, presentandosi nelle vesti del più classico film d’azione, dove la trama non è particolarmente elaborata e l’adrenalina la fa da padrona.
C’era grande attesa per quest’episodio, in quanto sarebbe stato decisivo nel decretare le sorti di questa saga, visto il pesante calo che si ha avuto con il quarto episodio.
In realtà l’esito non è affatto positivo, in quanto sicuramente è meno indagato il personaggio di John McCane e sicuramente l’introduzione del figlio (interpretato da Jai Courtney) non rialza le sorti del film, anzi a suon di dialoghi superficiali e sontati, non aiuta la trama ad incalzare.
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SULLA SCENEGGIATURA
Nel quinto episodio, Die Hard non si smentisce, presentandosi nelle vesti del più classico film d’azione, dove la trama non è particolarmente elaborata e l’adrenalina la fa da padrona.
C’era grande attesa per quest’episodio, in quanto sarebbe stato decisivo nel decretare le sorti di questa saga, visto il pesante calo che si ha avuto con il quarto episodio.
In realtà l’esito non è affatto positivo, in quanto sicuramente è meno indagato il personaggio di John McCane e sicuramente l’introduzione del figlio (interpretato da Jai Courtney) non rialza le sorti del film, anzi a suon di dialoghi superficiali e sontati, non aiuta la trama ad incalzare.
Inoltre grande difetto, che non si era riscontrato prima del quarto episodio, è l’indistruttibilità del protagonista, che ora esce incolume da situazioni rocambolesche, cosa che nei primi capitoli non avveniva.
Visto il risultato, direi che sarebbe una forzatura andare avanti con un altro episodio, visto che non ci sono elementi che possano stupire lo spettatore che ha già visto gli episodi precedenti.
Resta un buon film d’azione fine a se stesso, vista la durata per passare un’ora e mezza in cui comunque non ci si annoia.
SUL CAST
Bruce Willis non si smentisce, sempre perfetto come nei precedenti “Die Hard” e come in “Red” del 2010, debilitato dai dialoghi.
Jai Courtney attore piatto, nessuna espressività, il doppiaggio aiuta, ma la performance non è granchè.
SUL DOPPIAGGIO
Come dal secondo capitolo, si conferma Claudio Sorrentino al doppiaggio di Bruce Willis, nel primo capitolo però ricordiamo un grande Roberto Pedicini.
L’ottimo Francesco Pezzulli (doppiatore ufficiale di Leonardo DiCaprio) doppia Jai Courtney, Francesco Prando doppia Sebastian Koch, e poi segnalerei Mino Caprio al doppiaggio del taxista
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nedevil
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giovedì 28 marzo 2013
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purtroppo sollazzo ha , in parte ,ragione...
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Come da titolo: purtroppo Sollazzo ha,in parte ,ragione. Il film, escludendo i tanti fuochi d'artificio, offre poco... Bruce Willis è sempre un Mito ma qui deve fare i conti con la mediocrità dellla cornice (regia,sceneggiatura,personaggi). Tuttavia è un film d'azione "dimenticabile" ma piacevole.
Mi fa ridere Boris Sollazzo che si preoccupa di misurare il collo al co-protagonista (figlio) di Bruce Willis.
Ricordo di aver visto, tempo fa, un film in cui il protagonista (non rammento che ruolo avesse) si tormentava a causa delle invettive giornalistiche feroci del critico di turno e non ne capiva il perché... sino a che volle conoscerlo in persona; lo incontrò e fu sorpreso nel vedere che il critico era il classico "sfigato" che non si sapeva vestire, non aveva personalità, era brutto, antipatico e senza una vita sociale appagante.
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Come da titolo: purtroppo Sollazzo ha,in parte ,ragione. Il film, escludendo i tanti fuochi d'artificio, offre poco... Bruce Willis è sempre un Mito ma qui deve fare i conti con la mediocrità dellla cornice (regia,sceneggiatura,personaggi). Tuttavia è un film d'azione "dimenticabile" ma piacevole.
Mi fa ridere Boris Sollazzo che si preoccupa di misurare il collo al co-protagonista (figlio) di Bruce Willis.
Ricordo di aver visto, tempo fa, un film in cui il protagonista (non rammento che ruolo avesse) si tormentava a causa delle invettive giornalistiche feroci del critico di turno e non ne capiva il perché... sino a che volle conoscerlo in persona; lo incontrò e fu sorpreso nel vedere che il critico era il classico "sfigato" che non si sapeva vestire, non aveva personalità, era brutto, antipatico e senza una vita sociale appagante...Spesso infatti i critici sono cosÍ: ti misurano il collo e loro si fanno sempre fotografare, spettinati, arruffati, con la camicia stropicciata; fanno di tutto (o niente) per sembrare i clochard della porta accanto (pero di solito ricevono stipendi con parecchi zeri). Sono tutti laureati saccenti, supponenti però, da piccoli, nessuno ha insegnato loro a mettere la camicia dentro i pantaloni, a pettinarsi e , da grandi , a stirarsi la camicia...
Sono letterati, ma fanno uno strano uso della grammatica...(vedi le doppie congiunzioni all'interno dello stesso periodo e l'inserimento delle congiunzioni all'inizio di una frase ( licenza poetica di Majakovskij).
Soprattuto , qui in italia e qualcuno in America, non toccate loro i simboli comunisti... si potrebbero adirare!( W la madre Russia, w la statua di Stalin, non è
vero che i comunisti sono brutti e cattivi! Russia forever!).
Ancora non capisco perché non vadano a recensire un bel film coreano in nord corea (sarà perché là i compagni non permettono l'arte in quanto libera espressione del singolo individuo?)
Dio salvi la regina....dalle critiche degli uomini "stropicciati" e la Russia dai diffamatori americani...( a parte gli scherzi, è vero...nel film ci sono tanti cliché...ma é un fim d'azione: buoni contro cattivi o no? - Bruce Willis non é mica russo?)
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