Enemy |
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Un film di Denis Villeneuve.
Con Jake Gyllenhaal, Mélanie Laurent, Isabella Rossellini, Sarah Gadon, Stephen R. Hart.
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Titolo originale Enemy.
Thriller,
durata 90 min.
- Canada, Spagna 2013.
- P.F.A. Films
MYMONETRO
Enemy ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Un labirinto di enigmi senza risposta
di andrejFeedback: 4625 | altri commenti e recensioni di andrej |
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domenica 18 giugno 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Premesso che non ho alcun pregiudizio nei confronti di film anche lentissimi ma ben fatti, devo dire che questa pellicola non mi e' piaciuta per niente, non tanto per la sua snervante lentezza (in parte compensata da una certa suspense e da atmosfere e musiche ansiogene e angosciose), quanto perche' ha difetti ben piu' gravi della lentezza, essendo scontata fin dall'inizio nel suo sviluppo principale ma al tempo stesso confusa, aggrovigliata, totalmente improbabile e sostanzialmente incomprensibile in molti altri suoi aspetti e momenti anche importanti (inclusa la conclusione). Un film non deve essere un rebus insolubile. Questo film invece, in vari suoi snodi lo e'. Significativo a questo riguardo il fatto che su molte scene e situazioni (i ragni, l’incidente stradale, il finale stesso) vi siano interpretazioni diversissime da parte degli stessi critici di professione. Questo per me e’ un grave difetto, perche’ se da un lato non e’ detto che un film debba spiegare tutto e accompagnare lo spettatore lungo il proprio intero sviluppo “mano nella mano”, come se fosse un infante, e’ pero’ certo che un eccesso di oscurita’ sancisce comunque un fastidioso e palese fallimento a livello comunicativo. La regia e’ ambiziosa ma impari al proprio compito; ancor piu’ ambiziosi ma pessimi, a mio avviso, sceneggiatura e montaggio, principali responsabili del labirinto di inutili enigmi in cui la pellicola e l’incolpevole spettatore finiscono per smarrirsi; autorali, compiaciute ma velleitarie la colonna sonora e la fotografia: la prima e’ volutamente sgradevole, ansiogena, ma da sola non riesce a sostenere, in mancanza di altro, la tensione che sicuramente contribuisce a creare; la seconda, caratterizzata da un monocromatismo color seppia e da ossessive riprese di panorami urbani di casermoni di cemento senza grazia ne’ bellezza, soffocati da una malsana foschia, crea anch’essa un certo innegabile disagio, ma finisce per cadere nell’autocompiacimento di un calligrafismo di segno rovesciato e spiacevole (mai vista una Toronto cosi’ brutta e repulsiva). Narcisistico e autocompiaciuto oltre ogni ragionevole limite, questo film e' come un malsano monumento eretto dal regista in onore del proprio smisurato ego. Purtroppo pero' rischia di essere anche un inutile supplizio per lo spettatore. La bellezza angelica, sovrumana e abbagliante dell'attrice Sarah Gadon (Helen, moglie di Anthony) e' il solo vero e innegabile pregio che ho potuto trovare in questa pellicola, per il resto altamente sconsigliata.
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