ddd
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domenica 7 aprile 2024
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incommentabile.. autore da lapidare
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Ho perso 1h e mezza del mio tempo.. questo il vero rammarico! Va bene la ricerca di novità, di storie introspettive ed ingarbugliatamente intriganti ma così è francamente troppo, inoltre detesto i finali con 1000 interpretazioni dove il film devo finirlo io. L'avessi visto al cinema avrei avuto voglia di.. rimborso! Tuttavia grazie lo stesso perché cmq gli attori ci hanno dentro anche se inutilmente!
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felicity
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giovedì 29 dicembre 2022
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da non perdere
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In Enemy Villeneuve affronta un racconto di doppelgänger originale e privato, che si concentra sugli aspetti più introspettivi del tema del doppio: l’invidia della vita altrui, il bisogno di riscatto, l’alternativa che lascia aperta una via di fuga. Con la delicatezza e la pazienza di un ragno (figura metafisica costantemente presente nel racconto) costruisce la tela nella quale i due Gyllenhaal, restando invischiati, rischiano di perdere le proprie identità se non addirittura la vita, ma mentre uno di loro correrà incontro a un destino inevitabile, l’altro troverà (forse) una redenzione al male di vivere.
In Enemy le donne fungono da punto di svolta e di non ritorno nella corsa all’espiazione e alla dannazione dell’uomo.
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In Enemy Villeneuve affronta un racconto di doppelgänger originale e privato, che si concentra sugli aspetti più introspettivi del tema del doppio: l’invidia della vita altrui, il bisogno di riscatto, l’alternativa che lascia aperta una via di fuga. Con la delicatezza e la pazienza di un ragno (figura metafisica costantemente presente nel racconto) costruisce la tela nella quale i due Gyllenhaal, restando invischiati, rischiano di perdere le proprie identità se non addirittura la vita, ma mentre uno di loro correrà incontro a un destino inevitabile, l’altro troverà (forse) una redenzione al male di vivere.
In Enemy le donne fungono da punto di svolta e di non ritorno nella corsa all’espiazione e alla dannazione dell’uomo. Quel che resta poi è un senso di vuoto e di ineluttabilità, il tutto condito da immagini potenti e disorientanti come il ragno gigante che resta sospeso sopra il cielo grigio di Toronto. Imperdibile.
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lu pichi
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venerdì 26 novembre 2021
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bello
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E un film non lineare che si può prestare a diverse interpretazioni a volte risulta anche noioso ma mi è piaciuto e alla fine l'ho trovato bellissimo. Il protagonista è un professore universitario che noleggiando un film scopre l'esistenza di un suo sosia e da quel momento lo inizia a pedinarea e pian piano si rende conto che sono due persone perfettamente uguali ma perfettamente diversi, tanto uguali che addirittura alla reception viene scambiato per l'altro. Adam il protagonista vive una relazione abbastanza libera mentre il suo sosia Anthony ha una bella moglie, incinta e un bel lavoro. Qui a chi sta leggendo se non vuole scoprire il finale è meglio che si ferma ma io se non lo dico non riesco a spiegare quello che penso del film.
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E un film non lineare che si può prestare a diverse interpretazioni a volte risulta anche noioso ma mi è piaciuto e alla fine l'ho trovato bellissimo. Il protagonista è un professore universitario che noleggiando un film scopre l'esistenza di un suo sosia e da quel momento lo inizia a pedinarea e pian piano si rende conto che sono due persone perfettamente uguali ma perfettamente diversi, tanto uguali che addirittura alla reception viene scambiato per l'altro. Adam il protagonista vive una relazione abbastanza libera mentre il suo sosia Anthony ha una bella moglie, incinta e un bel lavoro. Qui a chi sta leggendo se non vuole scoprire il finale è meglio che si ferma ma io se non lo dico non riesco a spiegare quello che penso del film. ----- Alla fine si scopre che Anthony e colui che Adam si lascia alle spalle, il suò se del passato, era la sua coscienza che gli faceva rivedere quello che poteva diventare se non si fosse sposato, mentre la realtà lo riportà al lutto della moglie, alle sue colpe per la morte della moglie e al grande amore che prova per lei. Io avevdo vissuto un lutto difficile mi ci sono immedesimato ed è questo che mi ha fatto dire che è un film bello perchè descrivere lo stato d'animo di una persona che vive il lutto è difficilissimo e Villeneuve ci è riuscito perfettamente. Secondo me da questo aspetto è un capolavoro.
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f.vassia 81
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venerdì 19 novembre 2021
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intrigante gioco di specchi
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Partendo dal romanzo di José Saramago "L'uomo duplicato", il regista rivisita il classico tema psicanalitico del doppio, attraverso tutta una serie di ben studiate corrispondeze in sede di sceneggiatura e con riferimento alla sempre affascinante dicotomia caos/ordine, mentre, a livello visivo, cerca soprattutto di trasmettere inquietudini e angosce quasi metafisiche, sia attraverso una particolare, curatissima interazione fra macchina da presa e location, sia puntando molto su una cupa e opaca fotografia dal forte grigiore esistenziale. Perfetta la duplice performance di Gyllenhaal.
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inesperto
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lunedì 8 novembre 2021
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rompicapo
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Il Villeneuve che ha scintillato da Sicario in avanti ha un passato; questo Enemy ne fa parte. Un thriller molto introspettivo e criptico: obiettivamente difficile. Forse, per capire nel modo più compiuto le dinamiche dell'intreccio, sarebbe opportuna una seconda visione, ma poichè la lentezza è componente tanto maggioritaria quanto essenziale per trasmettere correttamente (con l'ausilio delle ottime sonorità che il regista non fa mai mancare alle sue opere) le angosce e le oscurità dei nostri personaggi, questo secondo esame non può certo avvenire in tempi brevi, essendo necessaria una certa freschezza mentale per approntarsi al nuovo approccio.
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vepra81
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giovedì 4 novembre 2021
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noioso
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Se non avete tempo di vedere con molta attenzione questo film lasciate stare. Un film psicologico ed introspettivo. Colori piatti e musiche fatte di pochi suoni strumentali. A me non ha detto nulla. Mi è venuto sonno e non è che mi sia poi davvero piaciuto
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tamburel
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lunedì 29 marzo 2021
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sballo!!
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Benvenuto Mr. Inconscio!!
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giovedì 20 agosto 2020
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spoiler
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Lo spoiler sul coinvolgimento delle mogli forse si poteva risparmiare nella recensione.
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carloalberto
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domenica 24 maggio 2020
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una spiegazione semplice
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Non è un film di fantascienza, nonostante il mostro tentacolato che per qualche attimo aleggia sulla città, simile agli alieni di Arrival dello stesso Villeneuve. Non è una semplice trasposizione del L’Uomo duplicato di Saramago. E’ un rompicapo simbolico risolvibile assumendo la prospettiva onirica del regista.
Villeneuve fa apparire come realtà il sogno ricorrente del protagonista, come se fosse una routine quotidiana fatta di lavoro, casa e amante. Il racconto non obbedisce alle leggi cronologiche, le immagini si succedono, secondo un andamento circolare del tempo disegnando spazi concentrici, come i fili che percorrono la tela di un ragno dai margini fino al centro.
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Non è un film di fantascienza, nonostante il mostro tentacolato che per qualche attimo aleggia sulla città, simile agli alieni di Arrival dello stesso Villeneuve. Non è una semplice trasposizione del L’Uomo duplicato di Saramago. E’ un rompicapo simbolico risolvibile assumendo la prospettiva onirica del regista.
Villeneuve fa apparire come realtà il sogno ricorrente del protagonista, come se fosse una routine quotidiana fatta di lavoro, casa e amante. Il racconto non obbedisce alle leggi cronologiche, le immagini si succedono, secondo un andamento circolare del tempo disegnando spazi concentrici, come i fili che percorrono la tela di un ragno dai margini fino al centro. Lo spettatore-insetto, incauto, dall’inizio, costruisce senso interpretando ciò che vede alla luce di una logica che segue le usuali regole spazio temporali, fino a giungere al cospetto del mostro, inteso in senso etimologico. Mississauga e Toronto, due città a 30 km di distanza, a significare la contiguità di reale ed irreale, l’esistenza di altri mondi appena fuori città, ma già in un’altra città, entrambe vissute nella psiche, che mescola costantemente passato e presente, dislocandosi ad ogni istante in un altrove possibile. Il protagonista Jake Gyllenhaal,già interprete di Source Code,per certi aspetti simile ad Enemy, è un professore di storia dell’Università di Toronto o un attore? Il professore, Dottor Jekyll, è reale, e l’attore, Mr. Hyde, è il suo alter ego. Il professore con un passato di attore in parti di poco conto, ostacolato nelle sue aspirazioni artistiche dalla madre che non crede nelle sue capacità, sei mesi prima, appena la moglie è incinta, lascia l’amante, smette di frequentare un club a luci rosse, non si reca più a Mississauga presso l’agenzia degli attori, dove è conosciuto con un nome d’arte. Ogni notte ha un sogno ricorrente, nel quale, dopo il lavoro, incontra la sua amante. Quando la sua parte oscura riemerge dalle profondità dell’inconscio, in cui era stata relegata, rivendicando un ruolo nella vita reale, il professore cede a sé stesso, rimette gli abiti del passato ed incontra l’amante che non vedeva da sei mesi. L’amante scopre il segno della fede, nel frattempo da lui indossata, gli fa una scenata, non sapendo fosse sposato, hanno un incidente d’auto e muoiono. Il protagonista prima di morire vede nel parabrezza, incrinatosi nell’urto, il disegno di una ragnatela e sogna di tornare a casa. Gli apre il custode, nella realtà il portiere del club privato, piange, sembra pentito, ma, trovando la nuova chiave di accesso al club, decide di andarvi, fa per inventare una scusa per potere uscire, ma la moglie si è trasformata in un enorme ragno. Così il film si chiude con l’apparizione onirica dell’immagine simbolo della creazione cosmica, come si era aperto con il mistero della creazione della vita umana, rappresentato nella prima scena da una donna gravida nella sua nudità. Nel mezzo, l’uomo, solo, nell’affannosa e vana ricerca di una chiave interpretativa, come lo spettatore rispetto al film, che gli consenta di mettere ordine nella sua vita e di dare un senso al tutto, ma il tutto, ci dice Villeneuve, è oscuramente governato da forze caotiche e indecifrabili.
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indigo
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martedì 27 novembre 2018
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banale scontato noioso
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Nel complesso una trama decisamente incomprensibile di una lentezza sfibrante ..film fatto per essere commentato da pseudo critici filosofi e spettatori dopati
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