Al novantenne Resnais la palma del film più giovane e toccante
di Stenio Solinas Il Giornale
Alain Resnais fa scendere in campo e in gara la nazionale del cinema francese (Amalric, Arditi, Azéma, Consigny, Duperey, Girardot, Lartigau, Piccoli, Podalydes, Robin, Wilson..), la fa allenare intorno a un testo teatrale di Jean Anouilh, Eurydice, rilettura moderna delmito di Orfeo, e anovant’anni gira un film giovane e toccante, dove si parla di amore e di morte, ci si interroga su che cosa stiamo a fare al mondo, si pratica l’ironia, la collera e insieme la tenerezza e il distacco. Il risultato è un film che ogni attore sogna, con una sceneggiatura perfetta dove la parola è calibrata e insieme affilata, e ogni spettatore interessato al gioco delle passioni non rimpiange, perché in fondo è il gioco della vita e continuiamo a praticarlo con lo stesso spirito di quando si era ventenni, senza accorgerci che intanto sono passati gli anni, è mutato tutto e la ruggine del tempo non fa più scivolare facilmente i sentimenti. [...]
di Stenio Solinas, articolo completo (4140 caratteri spazi inclusi) su Il Giornale 22 maggio 2012