luigi chierico
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lunedì 3 ottobre 2016
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pregevole
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Non ho parole. Cosa sono mai le parole che si inseguono, si sovrappongono, si confondono in un turbinio, sempre alla ricerca di trovare il posto giusto per sostare e ripetersi da millenni sulle bocche di tutti , per andarsi a ricomporre magicamente con la penna di qualcuno, e sulle labbra di tutti in un armonica musica. Le parole farfalle in volo afferrate e depositate su un foglio di carta, parole depositate sul viso dell’’amata, siano versi o prosa sono solo semplici parole capaci di trasformarsi in arma quando offendono. Una parola detta non la si può ritirare, non la si può rinnegare, essa ferisce più di una spada. Cos’è mai un romanzo se non l’uso della parola scritta a formare pensieri, a descrivere sentimenti, passione, ad incitare alla guerra o ad invitare alla pace.
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Non ho parole. Cosa sono mai le parole che si inseguono, si sovrappongono, si confondono in un turbinio, sempre alla ricerca di trovare il posto giusto per sostare e ripetersi da millenni sulle bocche di tutti , per andarsi a ricomporre magicamente con la penna di qualcuno, e sulle labbra di tutti in un armonica musica. Le parole farfalle in volo afferrate e depositate su un foglio di carta, parole depositate sul viso dell’’amata, siano versi o prosa sono solo semplici parole capaci di trasformarsi in arma quando offendono. Una parola detta non la si può ritirare, non la si può rinnegare, essa ferisce più di una spada. Cos’è mai un romanzo se non l’uso della parola scritta a formare pensieri, a descrivere sentimenti, passione, ad incitare alla guerra o ad invitare alla pace. E’ sempre lei, la parola, word, a narrare fatti, ad illustrare luoghi, a dar peso al dolore o alla gioia,all’ immaginazione e alla fantasia. La proiezione di questo magnifico film
“ The words ”, è soltanto tutto questo, una stria in una storia , ed il tutto in un’altra storia, proprio un rincorrersi di parole, i sentimenti non mutano, i fatti possono essere frutto di verità,di vita vissuta, o solo di immaginazione e fantasia,cosa importa? Un film deve raccontare, saper raccontare con i suoi protagonisti sotto la guida di un regista e con una sceneggiatura da rispettare.
I bravissimi registi Brian Klugman e Lee Sternthal hanno chiamato a sé attori prestigiosi quali : Bradley Cooper, Jeremy Irons, Dennis Quaid, Olivia Wilde, Zoe Saldana. Emerge tra tutti anche per il ruolo Jeremy Irons nella parte del Vecchio autore o protagonista della fantastica storia. Lui ha scritto una storia a cui fa seguito la narrazione della sua vita, il film mostra il dopo dell’incontro tra il Vecchio ed il giovane scrittore Jansen Clay, interpretato da Zoe Saldana. Le tre storie si riassumono in un unico romanzo presentato al pubblico dallo scrittore Rory Hammondd (Dennis Quaid). Nel film sta presentando il suo libro, a quale scopo per gli spettatori? Quale apporto dà alla suggestione della bella trama? In tutta la lunga storia che è il contenuto di un romanzo a cosa serve sentirlo raccontare dall’autore senza che nulla aggiunga di personale se non una vicenda semi sentimentale che conclude il film con un addio tra due persone appena conosciutesi? La presenza di questo lettore l’ho trovata una trovata fuori posto. Il film è la rivelazione di un romanzo a cui segue un altro romanzo, e come ogni libro una montagna di parole, sempre le stesse sono tutte lì in attesa di essere scelte per comporre una frase che sia un ricordo, una storia, una fantasia, una poesia, la magia delle parole, questo è il film al di là della narrazione che deve soddisfare il pubblico insieme alla bella musica, alle belle fotografie, all’amore al dolore, dalla verità al plagio, dall’invenzione all’autobiografia. L’incontro nella serra tra i due scrittori è proprio una bella pagina come immagine e sceneggiatura. Buona l’interpretazione di tutti, ma la parte del Vecchio assegnata al gradissimo Jeremy Irons fa la differenza non solo per la triste sua storia di vita vissuta, ma soprattutto nell’interpretazione sentita profondamente ed ineccepibile. Una bella proiezione che tocca un po’ tutti, dentro di noi tutti vorremmo essere un po’ poeti o scrittori, tutti vorremmo trovare il successo, saper raccontare la nostra vita o parte di essa, qualche avventura, tutti siamo il Vecchio, Rory Jansen e Rory Hammondd.
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alexdpu
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lunedì 24 settembre 2012
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ottimo film
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Finalmente un film con una storia e con un messaggio anche se come dice Dennis Quaid "L'arte si riserva di fare domande e non fornire risposte".
Il film è ben raccontato e gli intrecci ben mescolati e con un ottima recitazione dei protagonisti. Viene voglia di vederlo in inglese per poterne apprezzare fin in fondo le doti.
La storia ruota intorno ad un eterno dilemma etico, è giusto usare una scorciatoia, un imbroglio per poter raggiungere la realizzazione personale? e nel caso in cui si è onesti, candidi... come convivere con scelte eticamente scorrette?
La risposta dello sceneggiatore sembra essere: se hai preso delle scelte devi poter convivere con esse senza voltarti indietro, ma poi l'analisi interiore dei personaggi va oltre questa risposta.
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Finalmente un film con una storia e con un messaggio anche se come dice Dennis Quaid "L'arte si riserva di fare domande e non fornire risposte".
Il film è ben raccontato e gli intrecci ben mescolati e con un ottima recitazione dei protagonisti. Viene voglia di vederlo in inglese per poterne apprezzare fin in fondo le doti.
La storia ruota intorno ad un eterno dilemma etico, è giusto usare una scorciatoia, un imbroglio per poter raggiungere la realizzazione personale? e nel caso in cui si è onesti, candidi... come convivere con scelte eticamente scorrette?
La risposta dello sceneggiatore sembra essere: se hai preso delle scelte devi poter convivere con esse senza voltarti indietro, ma poi l'analisi interiore dei personaggi va oltre questa risposta.
La cosa più bella di questo film è che è uno di quelli che porta ad aprire una discussione con altri spettatori a valle della proiezione.
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elgatoloco
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lunedì 3 ottobre 2016
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lodevole tentativo di narrare la narrazione
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IL"Playing the play"(giocare il gioco, ma anche narrare la narrazione, chiaro)è da sempre un tema intrigante per qualunque forma d'arte, a fortiori per il cinema, basato"strutturalmente"sulla narrazione:bisogna riflettere sulla scrittura, in genere sulla creazione. Quando poi si tratta di una narrazione(récit)"autobiografica", la cosa è ancora più intrigante e pressante: è il caso di"The Words", appunto.I due registi, che hanno scelto nel ruolo del"secondo narrante"(più che"narratore")Jeremy Irons, lo fanno in modo , però, non criptico e neppure borgesiano(ossia con aperture che porterebbero, potenzialmente, ad infinitum), perché il cinema è arte immediata e direta, come voleva Benjamin, quindi deve comunicare non solo"a pochi eletti".
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IL"Playing the play"(giocare il gioco, ma anche narrare la narrazione, chiaro)è da sempre un tema intrigante per qualunque forma d'arte, a fortiori per il cinema, basato"strutturalmente"sulla narrazione:bisogna riflettere sulla scrittura, in genere sulla creazione. Quando poi si tratta di una narrazione(récit)"autobiografica", la cosa è ancora più intrigante e pressante: è il caso di"The Words", appunto.I due registi, che hanno scelto nel ruolo del"secondo narrante"(più che"narratore")Jeremy Irons, lo fanno in modo , però, non criptico e neppure borgesiano(ossia con aperture che porterebbero, potenzialmente, ad infinitum), perché il cinema è arte immediata e direta, come voleva Benjamin, quindi deve comunicare non solo"a pochi eletti". Ecco allora che non finiamo nei labirinti di una riflessione "a più losanghe ed eliche"(credo la metafora sia abbastanza chiara, almeno lo spero), ma la narrazione rimane chiara, forse con qualche scivolata(poche, però, mentre il film mantiene un profilo complessivamente alto, anzi decisamente alto, soprattutto se lo confrontiamo con il cinema corrente e la sua generale piattezza-mediocrità)nell'autobiografia spicciola del protagonista(sempre che l'anziano narrante non sia da considerare, quale mentore, il vero"protagonista"...). Il tema del manoscritto perso-evnetualmente ritrovato, in genere"per caso"(quello famoso di Saragozza è emblematico...ma possiamo tornare addirittura all'antico Egitto faraonico, dunque ben prima della Bibiloteca di Alessandria)è un tòpos assoluto in letteratura e nel cinema comunque strettamente legato, pur con altri mezzi e stilemi, alla narrazione letteraria, per capire meglio la questione. Qui, in forma comunque "very american"(il bacino di fruitori primario è quello, fatalmente, in quanto il mercato cinematografico interno è quello che condiziona le scelte di chi realizza film negli States), ma non banale, il tema emerge con grande chiarezza, creando un film non"esoterico"ma"essoterico"(o exoterico, se si vuole), come del resto il cinema , appunto, ha da essere necessariamente, pena un chiudersi nella"turris eburnea"di cui sopra(i pochi eletti, appunto, l'"inclita e il colto", per dirla in termini italiani, peraltro ormai, dromologia obbligando, quasi obsoleti). Film interessante, che eventualmente, vista anche l'efficacia degli(delle)interpreti , richiederebbe la collaborazione creativa degli spettatori e delle spettatrici. Ma qui si aprirebbe una riflessione cha, fatalemtne, fuoriesce dai limiti assegnati a chi si propone di riflettere su una singola opera filmica, comunque un sistema di segni. El Gato
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onufrio
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lunedì 3 ottobre 2016
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il peso delle parole
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Clay ha appena pubblicato il suo nuovo romanzo, e davanti ad una nutrita platea inizia a raccontare la storia del suo libro. Da qui prende inizio il racconto che narra le vicende di Rory (B.Cooper) giovane scrittore che trova difficoltà a pubblicare i propri romanzi, sino a quando durante il viaggio di nozze a Parigi con la moglie Dora (Z.Saldana) girovagando fra i negozi della città acquista una vecchia valigietta dove all'interno vi scoprirà (soltanto dopo essere ritornato a New YOrk) un romanzo inedito scritto durante il periodo della seconda guerra mondiale. La tentazione di copiarlo interamente e farlo suo è inevitabile per lo scrittore voglioso di successo, il romanzo avrà un successo clamoroso, ma dovrà fare i conti con il vero scrittore di questa bellissima storia.
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Clay ha appena pubblicato il suo nuovo romanzo, e davanti ad una nutrita platea inizia a raccontare la storia del suo libro. Da qui prende inizio il racconto che narra le vicende di Rory (B.Cooper) giovane scrittore che trova difficoltà a pubblicare i propri romanzi, sino a quando durante il viaggio di nozze a Parigi con la moglie Dora (Z.Saldana) girovagando fra i negozi della città acquista una vecchia valigietta dove all'interno vi scoprirà (soltanto dopo essere ritornato a New YOrk) un romanzo inedito scritto durante il periodo della seconda guerra mondiale. La tentazione di copiarlo interamente e farlo suo è inevitabile per lo scrittore voglioso di successo, il romanzo avrà un successo clamoroso, ma dovrà fare i conti con il vero scrittore di questa bellissima storia.
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orion84
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lunedì 3 ottobre 2016
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film che impegna senza essere complicato
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Ho apprezzato molto questo film, partendo dall'ottimo cast messo insieme (davvero ricco di ottimi attori su cui spicca un credibilissimo Bradley Cooper) fino alla sceneggiatura davvero curata.
La storia è quella di uno scrittore che legge ad una platea il suo ultimo romanzo, che parla di uno scrittore poco dotato che sogna di vivere da artista e che per caso viene in possesso di un vecchio manoscritto; incapace di resistere alla tentazione di sentirsi uno scrittore finisce per copiarlo e farselo pubblicare prendendosene gli onori. Spunterà però dal nulla un misterioso vecchio che dichiara essere il vero autore di quelle pagine.
Il film mantiene un tono molto introspettivo per tutta la durata, lasciando alcune domande incompiute come è giusto che sia parafrasando quello che dice lo scrittore stesso (che qui non è il caso di spoilerare)
Film che come da titolo impegna lo spettatore ma più che altro dal lato emotivo lasciandolo immergere nelle storie narrate senza pretendere che si arrovelli per capire chi fa cosa, essendo appunto il piano narrativo chiarissimo; o senza sentirsi in dovere di giudicare le scelte fatte dai protagonis
Per me un film decisamente sopra la media.
[+] bravissimo!!!
(di igla2093)
[ - ] bravissimo!!!
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r.a.f.
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martedì 15 ottobre 2019
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appassionante come un romanzo, vero come la vita
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“E’ la storia di uno scrittore che ha scritto un libro, e della nullità che glielo ha rubato”. Questa frase, pronunciata in uno dei momenti cruciali del film, ne riassume e ne condensa la trama. In realtà c’è molto di più: tre storie che si intrecciano drammaticamente tra realtà e finzione letteraria, tra passato e presente, tra speranze perdute e aspettative deluse. Dennis Quaid è il personaggio principale del film, il primo che compare e quello che conclude la storia: uno scrittore di successo, affermato e sicuro di sé, che dà lettura del suo ultimo romanzo davanti ad un pubblico adorante.
E qui comincia la storia narrata in prima persona dallo scrittore stesso, la storia di Rory e del vecchio.
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“E’ la storia di uno scrittore che ha scritto un libro, e della nullità che glielo ha rubato”. Questa frase, pronunciata in uno dei momenti cruciali del film, ne riassume e ne condensa la trama. In realtà c’è molto di più: tre storie che si intrecciano drammaticamente tra realtà e finzione letteraria, tra passato e presente, tra speranze perdute e aspettative deluse. Dennis Quaid è il personaggio principale del film, il primo che compare e quello che conclude la storia: uno scrittore di successo, affermato e sicuro di sé, che dà lettura del suo ultimo romanzo davanti ad un pubblico adorante.
E qui comincia la storia narrata in prima persona dallo scrittore stesso, la storia di Rory e del vecchio. Bradley Cooper è Rory, protagonista del libro, un giovane scrittore in cerca di successo che si vede chiudere in faccia tutte le porte, e quando ormai dispera di poter riuscire, trova per caso un vecchio manoscritto dimenticato in una borsa. Incuriosito, lo legge e ne rimane folgorato, non solo perché è bellissimo, ma soprattutto perché capisce che non avrebbe mai potuto scrivere qualcosa di così bello. Decide di pubblicarlo col suo nome ed ha un successo strepitoso. Ma proprio quando le cose sembrano andare bene, piomba nella sua vita il vecchio. Jeremy Irons è l’anziano autore del manoscritto smarrito, che si fa avanti con Rory non per rivendicare la paternità del libro, ma per raccontargli di come quel romanzo fosse in realtà la storia della sua vita.
E qui si inserisce la storia del libro di Rory, che è poi la storia del vecchio e di sua moglie, allora giovani, del loro amore fulminante e del dolore per la morte della figlioletta, che aveva annientato entrambi. E’ la storia di come quel manoscritto, smarrito per distrazione, li avesse irrimediabilmente divisi, e di come, dopo quella perdita, lui non fosse più stato in grado di scrivere altro.
Quando Rory si rende conto di ciò che ha fatto, sia pure senza esserne consapevole, vorrebbe rimediare e fare la cosa giusta, ma il vecchio gli dice che ormai è troppo tardi. Così Rory comprende che il prezzo da pagare per il suo immeritato successo è la consapevolezza di non averlo conquistato, e la condanna sarà la necessità di andare avanti convivendo con questo segreto e con la cognizione di tutta la sofferenza che la sua scelta ha provocato. A questo punto la lettura del libro si ferma, e Dennis Quaid torna protagonista del film, in un finale a sorpresa ma non del tutto imprevedibile, in cui realtà e finzione si fondono indissolubilmente.
Quattro grandi interpreti, considerando anche Ben Barnes che impersona il vecchio da giovane, quattro protagonisti che si alternano tra passato e presente, ognuno portatore della sua verità e delle sue colpe, fondendo verità e fantasia in un gioco di matrioske che si aprono davanti allo spettatore. Intorno a loro ruotano i pochi personaggi femminili, che sembrano essere marginali nella storia, ma che alla fine sono in qualche modo determinanti: è la moglie di Rory, Zoe Saldana, che gli regala la borsa in cui lui trova il manoscritto, ed è la moglie del giovane scrittore che dimentica la borsa sul treno e smarrisce il manoscritto. Sarà ancora una donna, Olivia Wilde, che cerca di intervistare l’autore del libro, a dare al film la sua conclusione.
Insieme danno vita ad un film intenso, amaro e spiazzante, appassionante come un romanzo e vero come la vita.
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giulio andreetta
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lunedì 18 novembre 2019
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buon film, anche se non un capolavoro
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Un film che avrebbe potuto essere molto più convincente. La sceneggiatura è il vero punto di forza della pellicola, piena di colpi di scena e con un intreccio narrativo piuttosto solido e variegato. Purtroppo la realizzazione in qualche punto diventa un po' anonima, priva di sostanza. Dennis Quaid nella parte dello scrittore di successo non mi ha convinto del tutto, anche se sempre sufficiente, a mio avviso, la recitazione. Più ispirato mi è sembrato Bradley Cooper, direi quasi ai livelli di Limitless. Gli attori tutto sommato nella media della recitazione holliwodiana. Il tema della creazione artistica è il vero perno della sceneggiatura: il mistero di come avviene la genesi di una vera (!) opera d'arte.
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Un film che avrebbe potuto essere molto più convincente. La sceneggiatura è il vero punto di forza della pellicola, piena di colpi di scena e con un intreccio narrativo piuttosto solido e variegato. Purtroppo la realizzazione in qualche punto diventa un po' anonima, priva di sostanza. Dennis Quaid nella parte dello scrittore di successo non mi ha convinto del tutto, anche se sempre sufficiente, a mio avviso, la recitazione. Più ispirato mi è sembrato Bradley Cooper, direi quasi ai livelli di Limitless. Gli attori tutto sommato nella media della recitazione holliwodiana. Il tema della creazione artistica è il vero perno della sceneggiatura: il mistero di come avviene la genesi di una vera (!) opera d'arte. Questo tema mi pare sia stato circostanziato a dovere.
In linea generale se si vuole passare una bella serata in compagnia della letteratura e dell'arte, il film è assolutamente consigliato.
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rescart
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sabato 18 aprile 2020
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meglio tardi che mai
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Clay Hammond è all'apice del successo come romanziere, ma ha uno scheletro nell'armadio e decide, forse in un momento di crisi creativa, di aprirlo immaginando cosa sarebbe successo se il legittimo proprietario del biglietto vincente della lotteria un giorno gli si fosse presentato davanti giusto per il gusto di chiamarlo con il suo vero nome: una nullità. L'alter ego del suo ultimo romanzo si chiama Rory Jensen ed è come lui prima del successo, vale a dire un giovane aspirante scrittore, felicemente sposato con la donna che ama ma ossessionato dalla paura di non sfondare nel mondo della letteratura, come invece aveva sempre pensato di riuscire a fare, e per questo in piena crisi d'identità.
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Clay Hammond è all'apice del successo come romanziere, ma ha uno scheletro nell'armadio e decide, forse in un momento di crisi creativa, di aprirlo immaginando cosa sarebbe successo se il legittimo proprietario del biglietto vincente della lotteria un giorno gli si fosse presentato davanti giusto per il gusto di chiamarlo con il suo vero nome: una nullità. L'alter ego del suo ultimo romanzo si chiama Rory Jensen ed è come lui prima del successo, vale a dire un giovane aspirante scrittore, felicemente sposato con la donna che ama ma ossessionato dalla paura di non sfondare nel mondo della letteratura, come invece aveva sempre pensato di riuscire a fare, e per questo in piena crisi d'identità. Lavora come fattorino in una casa editrice, alla quale non aveva mai osato inviare il suo romanzo "autentico", e le lettere di diniego, che riceve da altre case editrici, sono comunque lusinghiere e fanno intendere che fosse tutt'altro che scarsamente talentuoso. Magari era solo troppo avanti, come probablmentei lo era anche il vero autore di "Windows Tears", che colpì la moglie con il suo romanzo al punto da farla ritornare da lui ma non sappiamo se avrebbe ugualmente incontrato il gusto dei suoi contemporanei. Windows Tears è un titolo di fantasia di un romanzo reale, quello di Hammond, che ovviamente avrà dato un altro titolo alla sua opera prima, e quello del suo vero autore che lo smarrì dopo averlo affidato alla moglie parigina per riavvicinarla a sé. Ma né plagiatore né plagiato riusciranno nell'obiettivo di salvare il loro rapporto di coppia e l'amore eterno, preferibilmente interraziale, continuerà ad esistere solo nella fantasia, quella di Hammond e dell'alter ego, protagonista del suo ultimo best seller.
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gabriella
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venerdì 1 novembre 2013
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l'energia delle parole
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Un vero scrittore non ha paura delle emozioni, per raccontare sé stesso deve avere la capacità di allontanarsi da sé stesso, solo così l’arte s’impadronisce della realtà e l’anima si libera di una ricerca stilistica esasperata quanto inutile, ma si lascia derubare la vita, i sogni, i segreti, la bellezza, l’amore e il dolore, tutto intrecciato in un fluire di parole che lasciano il segno a chi le legge. Lo sa bene Clay Hammond, scrittore di successo che a un reading legge a una platea alcuni passi della sua ultima fatica, in cui vengono narrate le vicende di Rory Jansen, aspirante scrittore che vede rifiutati continuamente dalle case editrici i suoi libri. Casualmente si trova tra le mani un vecchio manoscritto, decide di pubblicarlo a suo nome, il successo è strepitoso e ciò gli consentirà di migliorare la sua vita e quella della giovane e innamorata moglie, fino a che, un giorno, in un parco ,incontra un vecchio signore che scopre essere il vero autore del libro .
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Un vero scrittore non ha paura delle emozioni, per raccontare sé stesso deve avere la capacità di allontanarsi da sé stesso, solo così l’arte s’impadronisce della realtà e l’anima si libera di una ricerca stilistica esasperata quanto inutile, ma si lascia derubare la vita, i sogni, i segreti, la bellezza, l’amore e il dolore, tutto intrecciato in un fluire di parole che lasciano il segno a chi le legge. Lo sa bene Clay Hammond, scrittore di successo che a un reading legge a una platea alcuni passi della sua ultima fatica, in cui vengono narrate le vicende di Rory Jansen, aspirante scrittore che vede rifiutati continuamente dalle case editrici i suoi libri. Casualmente si trova tra le mani un vecchio manoscritto, decide di pubblicarlo a suo nome, il successo è strepitoso e ciò gli consentirà di migliorare la sua vita e quella della giovane e innamorata moglie, fino a che, un giorno, in un parco ,incontra un vecchio signore che scopre essere il vero autore del libro . A quel punto Jansen è costretto a fare i conti con sé stesso, a guardarsi allo specchio e convivere con la scelta che ha fatto, anche perché il vero autore non intende rivendicare ciò che gli appartiene di diritto, ma solo mettere Rory di fronte alle sue responsabilità “ Devi prendere tutto del libro, anche il dolore”, e infatti, non appena la moglie scopre l’inganna, decide di lasciarlo. Quanto c’è di reale nel nuovo racconto di Hammond? È tutta finzione o sta raccontando sé stesso? Pare che ogni grande scrittore riesca a creare un solo capolavoro in tutta la sua vita, e non a caso, quando Rory incontra il vecchio nel parco , sta leggendo “ Ask the dust” di John Fante, il libro più bello dello scrittore italoamericano, pubblicato alla fine degli anni trenta, ma riscoperto e rilanciato da Charles Bukowsky negli anni ottanta . E’ accaduto in una biblioteca, dove solitamente Bukowsky si recava quando non aveva di che mangiare, o quando la padrona di casa gli stava addosso con gli arretrati dell’affitto e cercava tra gli scaffali qualcosa che non fosse una lettura " prudente", voleva rischio, passione, finchè gli capitò tra le mani il libro di Fante, un libro scritto con le viscere e con il cuore, di quelli che sai riconoscere come autentici, sono quei libri che per la loro sincerità creano empatia con il lettore che inevitabilmente finisce per riconoscersi, magari anche solo per un frammento, però lo capisci,ed è per questo che letture di questo tipo si amano, e si amano per sempre.
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toty bottalla
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venerdì 2 maggio 2014
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il destino di una storia!
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The words è un film la cui storia drammatica e fiabesca è raccontata con un garbato stile narrativo, senza esaltazioni sorprendenti o eroismi da copione, i personaggi, di una storia smblematica del fatto umano, sono trattati con indulgenza e una lieve caricatura, la fase morale è lasciata al destino che la vita ci impone, destino che forse, tentare di cambiare sarebbe un errore. Saluti.
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