barone di firenze
|
domenica 28 ottobre 2012
|
scialbo
|
|
|
|
La recitazione di Valerio Mastrandrea, dell'Alba Rohrwacher, di Giuseppe Battiston e Luca Zingaretti salvano una storia senza senso, scialba pseudi intellettuale, con una conversazione fra statue che avrebbe voluto essere filosofica ma che rimane comunque e solamente grottesca. Una Claudia Gerini fuori forma che appare al marito seminuda, oltre a caratterizzare un personaggio insulso, è ben lontana dalla recitazione di quando lavorava con Carlo Verdone. Morale se non avete altro da fare.....fate voi.
|
|
[+] lascia un commento a barone di firenze »
[ - ] lascia un commento a barone di firenze »
|
|
d'accordo? |
|
nino pell.
|
domenica 28 ottobre 2012
|
pellicola garbata, ironica e con spunti riflessivi
|
|
|
|
Piacevole e garbato film italiano caratterizzato da un pacato ed intelligente humour all'inglese in cui si intrecciano diversi spunti riflessivi aventi come argomentazione gli ideali conseguiti in passato di democrazia e di unione del nostro Paese messi a confronto con le contraddizioni,il pressapochismo sociale e varie problematiche appartenenti ai tempi moderni. Il regista Soldini ci delizia, quindi, con questa commedia mettendo in mostra una sottile satira sociale, senza calcare allo stesso tempo troppo la mano in estremismi convenzionali o di basso stile, come invece sta accadendo con qualche altra pellicola italiana uscita proprio in questo periodo o come ne sono uscite tante in passato.
[+]
Piacevole e garbato film italiano caratterizzato da un pacato ed intelligente humour all'inglese in cui si intrecciano diversi spunti riflessivi aventi come argomentazione gli ideali conseguiti in passato di democrazia e di unione del nostro Paese messi a confronto con le contraddizioni,il pressapochismo sociale e varie problematiche appartenenti ai tempi moderni. Il regista Soldini ci delizia, quindi, con questa commedia mettendo in mostra una sottile satira sociale, senza calcare allo stesso tempo troppo la mano in estremismi convenzionali o di basso stile, come invece sta accadendo con qualche altra pellicola italiana uscita proprio in questo periodo o come ne sono uscite tante in passato. A dare valore a questo film è sicuramente la bravura degli attori protagonisti, ognuno dei quali recita perfettamente, a proprio modo, il ruolo di italiano medio con le sue diverse sfaccettature e particolarità da analizzare, da prendere come esempio o da criticare. Valerio Mastandrea, ad esempio, conferma naturalmente di essere uno degli attori più interessanti, maturi e simpatici del nostro Cinema italiano; Claudia Gerini si riprende la stima e la considerazione da parte mia dopo qualche sua vertiginosa caduta di stile (vedere il film "Come è bello far l'amore" di un anno fa) e ovviamente anche tutti gli altri attori si calano perfettamente nella parte loro assegnata in maniera convincente e credibile. In questa stagione cinematografica 2012/2013, dopo "Reality", "E' stato il figlio", "Bella addormentata" e naturalmente altri, anche "Il comandante e la cicogna" si merita, dunque, l'encomio di buon esempio di film italiano di interesse culturale. [-]
[-]
|
|
[+] lascia un commento a nino pell. »
[ - ] lascia un commento a nino pell. »
|
|
d'accordo? |
|
nino pell.
|
domenica 28 ottobre 2012
|
pellicola garbata, ironica e con spunti riflessivi
|
|
|
|
Piacevole e garbato film italiano caratterizzato da un pacato ed intelligente humour all'inglese in cui si intrecciano diversi spunti riflessivi aventi come argomentazione gli ideali conseguiti in passato di democrazia e di unione del nostro Paese messi a confronto con le contraddizioni,il pressapochismo sociale e varie problematiche appartenenti ai tempi moderni. Il regista Soldini ci delizia, quindi, con questa commedia mettendo in mostra una sottile satira sociale, senza calcare allo stesso tempo troppo la mano in estremismi convenzionali o di basso stile, come invece sta accadendo con qualche altra pellicola italiana uscita proprio in questo periodo o come ne sono uscite tante in passato.
[+]
Piacevole e garbato film italiano caratterizzato da un pacato ed intelligente humour all'inglese in cui si intrecciano diversi spunti riflessivi aventi come argomentazione gli ideali conseguiti in passato di democrazia e di unione del nostro Paese messi a confronto con le contraddizioni,il pressapochismo sociale e varie problematiche appartenenti ai tempi moderni. Il regista Soldini ci delizia, quindi, con questa commedia mettendo in mostra una sottile satira sociale, senza calcare allo stesso tempo troppo la mano in estremismi convenzionali o di basso stile, come invece sta accadendo con qualche altra pellicola italiana uscita proprio in questo periodo o come ne sono uscite tante in passato. A dare valore a questo film è sicuramente la bravura degli attori protagonisti, ognuno dei quali recita perfettamente, a proprio modo, il ruolo di italiano medio con le sue diverse sfaccettature e particolarità da analizzare, da prendere come esempio o da criticare. Valerio Mastandrea, ad esempio, conferma naturalmente di essere uno degli attori più interessanti, maturi e simpatici del nostro Cinema italiano; Claudia Gerini si riprende la stima e la considerazione da parte mia dopo qualche sua vertiginosa caduta di stile (vedere il film "Come è bello far l'amore" di un anno fa) e ovviamente anche tutti gli altri attori si calano perfettamente nella parte loro assegnata in maniera convincente e credibile. In questa stagione cinematografica 2012/2012, dopo "Reality", "E' stato il figlio", "Bella addormentata" e naturalmente altri,anche "Il comandante e la cicogna" si merita, dunque, l'encomio di buon esempio di film italiano di interesse culturale.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a nino pell. »
[ - ] lascia un commento a nino pell. »
|
|
d'accordo? |
|
eusebio abbondanza
|
domenica 28 ottobre 2012
|
un film che gira a vuoto
|
|
|
|
Bisognerebbe costringere certi autori intellettuali e "di sinistra" (e molti critici loro amici) a guardare le popolari sit-com che ci arrivano dall'ovest, un ovest dall'aria poco serena ma certamente molto più capace di inventiva e originalità.
Imparerebbero che perfino nelle deprecate e popolari sit-com americane i personaggi sono meno macchiettistici e le storie meglio costruite di quanto sappiano fare i supponenti e asfittici sceneggiatori nostrani.
Perché di fronte alla dispersiva e inconcludente raccolta di scenette che "il comandante e la cicogna" mette in scena, si rimane colpiti da tanto girare a vuoto.
[+]
Bisognerebbe costringere certi autori intellettuali e "di sinistra" (e molti critici loro amici) a guardare le popolari sit-com che ci arrivano dall'ovest, un ovest dall'aria poco serena ma certamente molto più capace di inventiva e originalità.
Imparerebbero che perfino nelle deprecate e popolari sit-com americane i personaggi sono meno macchiettistici e le storie meglio costruite di quanto sappiano fare i supponenti e asfittici sceneggiatori nostrani.
Perché di fronte alla dispersiva e inconcludente raccolta di scenette che "il comandante e la cicogna" mette in scena, si rimane colpiti da tanto girare a vuoto. Un accumulo di personaggini, gag e battute che quasi mai vanno a segno. La moglie morta che racconta di un aldilà più simile a un ufficio del catasto, l'avvocato finto-milanese ovviamente losco e traffichino e la sua segretaria ovviamente leopardata, l'idraulico cinese che invece, essendo extracomunitario, è bello e fa tanta simpatia.
La commedia è un genere difficile da praticare, richiede orecchio musicale, senso del ritmo e ironia, qualità di cui è invece totalmente sprovvisto il buon Soldini. Questa mancanza, già evidente in "Agata e la tempesta", qui si manifesta in maniera definitiva.
Nè lo aiuta il tentativo di utilizzare in chiave poetica i voli della cicogna o l'espediente dichiaratamente politico delle statue che parlano, o meglio pontificano, sulla situazione presente.
Sono solo trucchi mal riusciti, che tentano di nobilitare la pochezza narrativa e invece accrescono la noia e il fastidio che si prova di fronte all'ennesima opera velleitaria di un "Autore" italico.
E allora inutile stupirsi se il pubblico preferisce di gran lunga l'orsetto sporcaccione.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a eusebio abbondanza »
[ - ] lascia un commento a eusebio abbondanza »
|
|
d'accordo? |
|
chiarialessandro
|
domenica 28 ottobre 2012
|
surrealismo cinematografico
|
|
|
|
Se qualcuno cercasse la profondità di film come “Pane e tulipani”, sarà meglio che se ne resti tranquillo a casa sua per evitare inutili dolori. E’ pur vero che viene fatto cenno ad argomenti seri, ma “Il comandante e la cicogna” è sostanzialmente una favola che, condotta con mano abile e tocco sapiente, è capace di farsi strada nel cuore degli adulti; a patto che , ovviamente, sappiano farsi guidare dalla fantasia che caratterizza le fiabe e non dalla razionalità che dovrebbe (ripeto, perché è importante: “dovrebbe”) contraddistinguere i personaggi “maturi”. Lasciatevi trasportare con lentezza dalla calma corrente del fiume: non vedrete scorrere cadaveri ma potrete così apprezzare in modo debito i panorami che si schiudono davanti ai vostri occhi, rappresentati con dolce ironia e toni scherzosi da un figlio immerso nelle nuvole (“Giorni e nuvole”?), da una figlia credulona, da una madre sognata, da un avvocato rampante, da un’artista sognatrice nonché squattrinata, da un gigante quasi buono e da un padre credibile.
[+]
Se qualcuno cercasse la profondità di film come “Pane e tulipani”, sarà meglio che se ne resti tranquillo a casa sua per evitare inutili dolori. E’ pur vero che viene fatto cenno ad argomenti seri, ma “Il comandante e la cicogna” è sostanzialmente una favola che, condotta con mano abile e tocco sapiente, è capace di farsi strada nel cuore degli adulti; a patto che , ovviamente, sappiano farsi guidare dalla fantasia che caratterizza le fiabe e non dalla razionalità che dovrebbe (ripeto, perché è importante: “dovrebbe”) contraddistinguere i personaggi “maturi”. Lasciatevi trasportare con lentezza dalla calma corrente del fiume: non vedrete scorrere cadaveri ma potrete così apprezzare in modo debito i panorami che si schiudono davanti ai vostri occhi, rappresentati con dolce ironia e toni scherzosi da un figlio immerso nelle nuvole (“Giorni e nuvole”?), da una figlia credulona, da una madre sognata, da un avvocato rampante, da un’artista sognatrice nonché squattrinata, da un gigante quasi buono e da un padre credibile. Il tutto immerso come a bagnomaria in una serie di dialoghi dell'assurdo che si svolgono tra italiani eminenti ed italiani meschini, riuscendo a mettere in risalto la grettezza che troppo spesso caratterizza in negativo l'attuale società.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a chiarialessandro »
[ - ] lascia un commento a chiarialessandro »
|
|
d'accordo? |
|
pepito1948
|
venerdì 26 ottobre 2012
|
viva i matti e gli ingenui
|
|
|
|
Tocca a Garibaldi pronunciare all’inizio del film la frase che ne racchiude sinteticamente il succo: forse sarebbe stato meglio se avessimo perso con l’Austria. Come dire che l’unità d’Italia ha prodotto un mostro che, a distanza di 150 anni, muta di aspetto ma resta quello che è: una società di cialtroni, di sfigati, di incompresi, di talenti mancati e sfruttati, di repressi, di depressi. Se i grandi del passato, generali, poeti o artisti, potessero vederci –magari dall’alto dei loro busti commemorativi- il loro giudizio sarebbe drammaticamente spietato ed unanime. Non c’è propensione verso i supremi interessi comuni, non c’è poesia, non c’è arte, soprattutto non c’è evoluzione nella vita odierna di tutti i giorni, come in quella messa sotto lente di ingrandimento di una qualsiasi città italiana.
[+]
Tocca a Garibaldi pronunciare all’inizio del film la frase che ne racchiude sinteticamente il succo: forse sarebbe stato meglio se avessimo perso con l’Austria. Come dire che l’unità d’Italia ha prodotto un mostro che, a distanza di 150 anni, muta di aspetto ma resta quello che è: una società di cialtroni, di sfigati, di incompresi, di talenti mancati e sfruttati, di repressi, di depressi. Se i grandi del passato, generali, poeti o artisti, potessero vederci –magari dall’alto dei loro busti commemorativi- il loro giudizio sarebbe drammaticamente spietato ed unanime. Non c’è propensione verso i supremi interessi comuni, non c’è poesia, non c’è arte, soprattutto non c’è evoluzione nella vita odierna di tutti i giorni, come in quella messa sotto lente di ingrandimento di una qualsiasi città italiana. Se nessuno è perfetto, e questo non stupisce, l’alto tasso di imperfezione fa del nostro Paese un mosaico di colori stridenti dove ognuno si arrabatta come può, dove l’innocenza adolescenziale che sfugge ai videogiochi ed è in cerca di svolazzante purezza è ritenuta stupidità o stramberia o l’esistenzialismo di chi rifiuta i simboli ed i riti del progresso, sia pure con qualche “debolezza” ideologica o venale, è espunto fuori dal contesto di una consolidata convenzionalità, il talento e la buonafede altrui sono sfruttati da qualche azzeccagarbugli perché funzionali alla propria tendenza al malaffare. Sembra di sentirli parlare quei nostri superbi antenati irrigiditi nel bronzo, mentre si lamentano nei rispettivi linguaggi d’epoca dello spettacolo offerto dalla Patria che tanto hanno contribuito a nobilitare. Ci prova uno di loro, ingessato portavoce di una modernità corrotta e decadente, ad opporsi ed irridere alle contestazioni di un vicino collega su piedistallo, ma la sua vacuità gli farà perdere la testa… Fortunatamente ci sono i matti, siano essi ragazzi ornitofili o barboni in doppiopetto, e gli ingenui a tentare di aprire una breccia nel generale imbarbarimento.
Soldini affronta una tematica amara come la critica delle società urbane occidentali, utilizzano l’espediente narrativo delle storie inanellate o convergenti, che ben si presta ad un’illustrazione corale e variegata di storie funzionali alla tesi sostenuta. Alcune invenzioni, come le statue parlanti o la cicogna simbolo della refrattarietà all’inquinamento sociale e del volo liberatorio, impreziosiscono un racconto che procede gradevolmente tra spunti ai confini della favola e agganci a situazioni reali come i rischi dell’uso disinvolto di Internet o la difficile gestione familiare di un vedovo con due figli da mantenere ed educare. Il tutto condito con il solito garbo cui Soldini –che a sprazzi ci ricorda il realismo astratto di Kaurismaki- ci ha abituato. Ma siamo lontani dal poetico romanticismo di Pane e tulipani, opera forse irripetibile nel suo genere per originalità e perfezione narrativa. Resta il fatto che, nel panorama della nuova commedia italiana, che dopo i Pieraccioni ed i Panariello si sta faticosamente rigenerando- l’ultima opera del regista merita attenzione, anche per la brillantezza dei dialoghi e l’apprezzabile prova dell’intero cast, tra cui va sottolineato l’eclettismo di una matura quanto irriconoscibile Rohrwacher.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a pepito1948 »
[ - ] lascia un commento a pepito1948 »
|
|
d'accordo? |
|
diomede917
|
giovedì 25 ottobre 2012
|
e se l'italia fosse rimasta in mano agli austriaci
|
|
|
|
Tante volte ho sentito le classiche chiacchere da bar che dicevano “Se Garibaldi si fosse fatto gli affari suoi…..”, secondo me queste chiacchere le ha sentite anche Soldini e ne ha fatto l’inizio del suo ultimo film.
In questo caso la statua di Giuseppe Garibaldi dall’alto della sua visuale periferica osserva attonito e impotente quell’Italia che ha unito, e si chiede se non erano meglio gli austriaci.
Da questa premessa parte “Il comandante e la cicogna” una sorta di girotondo di anime strane ed estranee a quello che è il livello medio morale dei nostri tempi.
Abbiamo Valerio Mastandrea un idraulico campano vedovo con due figli con qualche problemino sociale (la figlia grande è finita su Internet con un video osè messo dall’ex e il piccolo dedica la propria vita all’amicizia con una cicogna) e un fantasma della moglie che viene a fare visita di notte per discutere di equilibri familiari; Alba Rohrwacher artista in bolletta che si trova ingaggiata da un avvocato truffaldino a fare la sua personale parete sistina e Bebbe Battiston, il suo padrone di casa, una persona che ha avuto la fortuna di non lavorare da 9 anni che parla ad aforismi e ha un proprio codice morale.
[+]
Tante volte ho sentito le classiche chiacchere da bar che dicevano “Se Garibaldi si fosse fatto gli affari suoi…..”, secondo me queste chiacchere le ha sentite anche Soldini e ne ha fatto l’inizio del suo ultimo film.
In questo caso la statua di Giuseppe Garibaldi dall’alto della sua visuale periferica osserva attonito e impotente quell’Italia che ha unito, e si chiede se non erano meglio gli austriaci.
Da questa premessa parte “Il comandante e la cicogna” una sorta di girotondo di anime strane ed estranee a quello che è il livello medio morale dei nostri tempi.
Abbiamo Valerio Mastandrea un idraulico campano vedovo con due figli con qualche problemino sociale (la figlia grande è finita su Internet con un video osè messo dall’ex e il piccolo dedica la propria vita all’amicizia con una cicogna) e un fantasma della moglie che viene a fare visita di notte per discutere di equilibri familiari; Alba Rohrwacher artista in bolletta che si trova ingaggiata da un avvocato truffaldino a fare la sua personale parete sistina e Bebbe Battiston, il suo padrone di casa, una persona che ha avuto la fortuna di non lavorare da 9 anni che parla ad aforismi e ha un proprio codice morale.
Questo surreale affresco umano si incontrerà, interragirà e si confronterà davanti allo sguardo e al giudizio degli uomini che hanno dato lustro l’Italia soprattutto da un punto di vista culturale (le statue parlanti ma di più pensanti di Garibaldi, Leopardi e Michelangelo sono il vero punto di forza del film).
Silvio Soldini ritorna alla commedia dopo aver trattato le difficoltà di vivere nel nostro Paese nei più drammatici Giorni e Nuvole e Cosa voglio di più, ma se negli intenti il film ha una sua nobiltà di fondo è nella messa in scena che il film latita.
In alcuni tratti il grottesco rischia sempre di cadere nel macchiettisco e il far interpretare a ogni personaggio un proprio dialetto (con l’intento di rappresentare il federalismo d’attore) non mi è sembrata una scelta felice.
Non reputo Il comandante e la cicogna un film brutto (anzi si lascia ben vedere) ma un film innoquo come una pistola che spara a salve. Rispetto alla commedia italiana di stampo classico che con la scusa di una carezza ti dava uno schiaffo qui mi sembra più l’incontrario nonostante il finale non proprio consolante al bar.
Da osservare, in parallelo con l’ultimo film di Virzì, la necessità dei nostri autori di dimostrare che, nonostante la merda sociale e politica che ci circondi, al mondo di persone belle dentro e fuori ci sono….a mio modesto parere c’è più riuscito a far arrivare il messaggio il regista toscano….
Voto 6
[-]
|
|
[+] lascia un commento a diomede917 »
[ - ] lascia un commento a diomede917 »
|
|
d'accordo? |
|
alexis 80
|
giovedì 25 ottobre 2012
|
buona commedia
|
|
|
|
Bel film, poetico, surreale ma non tanto. Ottime le interpretazioni, Mastrandrea su tutti. Nulla è più vero e reale del tenero e onesto idraulico Leo.
Buone la fotografia e la colonna sonora.
|
|
[+] lascia un commento a alexis 80 »
[ - ] lascia un commento a alexis 80 »
|
|
d'accordo? |
|
marylene
|
giovedì 25 ottobre 2012
|
la vita con leggerezza
|
|
|
|
".... ho voluto ricominciare a guardare la vita attraverso il filtro della leggerezza. Questo film è un tentativo di uscire dal fango attraverso qualcosa di bello, poetico, fantasioso".
Questo dice Silvio Soldini parlando del suo ultimo film Il comandante e la cicogna.
E secondo me c’è riuscito benissimo.
E’ davvero un film delizioso, surrealista ma solo un po’, quel tanto che basta per non farcela dimenticare, la realtà.
C’è in questo film un giusto equilibrio, bizzarro ma mai grottesco, divertente ma mai debordante e il team di interpreti è efficacemente adeguato. Bravissimi tutti quanti….
[+]
".... ho voluto ricominciare a guardare la vita attraverso il filtro della leggerezza. Questo film è un tentativo di uscire dal fango attraverso qualcosa di bello, poetico, fantasioso".
Questo dice Silvio Soldini parlando del suo ultimo film Il comandante e la cicogna.
E secondo me c’è riuscito benissimo.
E’ davvero un film delizioso, surrealista ma solo un po’, quel tanto che basta per non farcela dimenticare, la realtà.
C’è in questo film un giusto equilibrio, bizzarro ma mai grottesco, divertente ma mai debordante e il team di interpreti è efficacemente adeguato. Bravissimi tutti quanti…. Mastrandrea, la Rohrwacher, Zingaretti per non parlare di Battiston che ancora una volta mostra tutte le sue ottime qualità di caratterista
Sono queste le commedie che piacciono a me, tenere, delicate, che mostrano si la realtà ma con un tocco di magia che, regalandoti un sorriso, ti danno anche un pizzico di speranza.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a marylene »
[ - ] lascia un commento a marylene »
|
|
d'accordo? |
|
olgadik
|
martedì 23 ottobre 2012
|
troppa roba.....
|
|
|
|
Silvio Soldini, dopo due film intensi e realistici (Giorni e nuvole e Cosa voglio di più) ci ripropone una commedia un po’ favola un po’ fantasia un po’ di costume, tesa a ritrovare la leggerezza poetica di Pane e tulipani. Ma i tempi sono cambiati e i problemi si sono addensati nel nostro paese e il regista sente anche il bisogno di mettere l’Italia sul banco degli imputati, facendola giudicare da magistrati eccellenti. Essi sono Garibaldi il comandante, Leopardi il poeta e Leonardo, l’artista a tutto campo. I grandi del passato sotto forma di statue commentano lo stato del paese e il più colpito dalle sue condizioni appare l’Eroe dei due mondi che dal suo piedistallo si duole nel vedere i suoi sogni infranti.
[+]
Silvio Soldini, dopo due film intensi e realistici (Giorni e nuvole e Cosa voglio di più) ci ripropone una commedia un po’ favola un po’ fantasia un po’ di costume, tesa a ritrovare la leggerezza poetica di Pane e tulipani. Ma i tempi sono cambiati e i problemi si sono addensati nel nostro paese e il regista sente anche il bisogno di mettere l’Italia sul banco degli imputati, facendola giudicare da magistrati eccellenti. Essi sono Garibaldi il comandante, Leopardi il poeta e Leonardo, l’artista a tutto campo. I grandi del passato sotto forma di statue commentano lo stato del paese e il più colpito dalle sue condizioni appare l’Eroe dei due mondi che dal suo piedistallo si duole nel vedere i suoi sogni infranti. Questo parlare tra statue avviene in una città che il regista connota chiaramente solo alla fine, per far intendere che il suo discorso riguarda tutti noi e non una sola località o regione. A sottolineare tale concetto serve anche l’uso di dialetti diversi in bocca ai suoi personaggi. E vediamoli più da vicino. Valerio Mastandrea dà vita, con la solita miscela di razionalità ed emozione, a un personaggio tra i principali dal film, che ha andamento corale, quasi da music-hall. Leo è un idraulico onesto lavoratore; è vedovo e ha due figli che gli danno molti problemi. Accanto a lui, nel ruolo del fantasma, Cluadia Gerini, la moglie morta che la notte ricompare per aiutarlo ad alleggerire le vicende in cui lo coinvolgono entrambi i ragazzi. Tra i due adolescenti, la figura più simpatica è quella del maschio, svogliato e sognatore, tutto bicicletta e verde, che ha come amica una cicogna, l’unica che con un batter d’ali sa sollevarsi al di sopra delle miserie quotidiane. Oltre alla cicogna, amico del ragazzetto diventerà uno strano e un po’ ambiguo personaggio, Omazio (Giuseppe Battiston), una specie di difensore civico, che ha perso il lavoro e campa affittando un appartamento a Diana (Alba Rohrwacher). Quest’ultima è un’artista giovane, un po’ folle e squattrinata, fuori dalla realtà, che non riesce a guadagnare abbastanza per mantenersi. Per varie vie si troverà a conoscere Leo e ad innamorarsi, ricambiata, di lui. C’è poi la figlia maggiore dell’idraulico, che in preda alle sue tempeste ormonali si ficca in un bel pasticcio, cosa che costringerà il genitore a cercare l’aiuto di un avvocato. A dar corpo a questo personaggio gustoso, anche se un po’ caricato, Luca Zingaretti, contornato da orribili clienti dell’alta finanza e da una ancora più farsesca segretaria. Alla fine per i nostri protagonisti la favola si conclude con il dovuto trionfo del bene sul male. Ma per l’I’talia non è così e le statue dovranno seguitare a scambiarsi le loro confidenze… L’ultima opera di Soldini mi è apparsa ambiziosa nei risultati e perciò scarsamente convincente, se non banale in un intento moralizzatore che sfiora a tratti il qualunquismo. Gli espedienti fantastici rimangono staccati dal quadro realistico, quasi scorressero paralleli, senza fondersi in un impasto di contenuti sentiti e partecipati, nonostante il buon livello tecnico e il gusto raffinato alla base di alcune invenzioni. Gli attori fanno del loro meglio e la città è colta dalla macchina da presa nei suoi aspetti vari e spesso suggestivi, ma non rimane di quest’opera il fascino semplice e insieme surreale di Pane e tulipani. Un’occasione mancata per un autore di commedie che poteva svecchiare il genere ed esprimere maggior forza capace di coinvolgere davvero lo spettatore.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a olgadik »
[ - ] lascia un commento a olgadik »
|
|
d'accordo? |
|
|