luca1960
|
sabato 4 aprile 2015
|
noia,noia e noia
|
|
|
|
Nella sala cinematografica (con pubblico di cinefili di un ciclo del cinema) ho sentito russare pesantemente da almeno tre punti diversi; all' uscita ho chiesto all'usciere quanti sono usciti anticipatamente, la risposta e' stata che non e' stato in grado di tenere il conto. E' evidente che il film e' perfettamente riuscito nel suo scopo di annoiare il pubblico, tutto infatti e' studiato attentamente con il suddetto preciso scopo : scena fissa sulla medesima inquadratura per tutta la durata del film con qualche piccola modifica intellettuale, dialogo monocorde, modifiche delle espressioni degli attori pure queste giustificate solo dalla necessita' di garantire una accademica discussione intellettuale, totale assenza di un minimo pricipio di dinamismo o azione, assenza di trama,assenza .
[+]
Nella sala cinematografica (con pubblico di cinefili di un ciclo del cinema) ho sentito russare pesantemente da almeno tre punti diversi; all' uscita ho chiesto all'usciere quanti sono usciti anticipatamente, la risposta e' stata che non e' stato in grado di tenere il conto. E' evidente che il film e' perfettamente riuscito nel suo scopo di annoiare il pubblico, tutto infatti e' studiato attentamente con il suddetto preciso scopo : scena fissa sulla medesima inquadratura per tutta la durata del film con qualche piccola modifica intellettuale, dialogo monocorde, modifiche delle espressioni degli attori pure queste giustificate solo dalla necessita' di garantire una accademica discussione intellettuale, totale assenza di un minimo pricipio di dinamismo o azione, assenza di trama,assenza ....ecc......ma di cosa parla il film?
[-]
|
|
[+] lascia un commento a luca1960 »
[ - ] lascia un commento a luca1960 »
|
|
d'accordo? |
|
veritasxxx
|
giovedì 10 luglio 2014
|
banale e pretenzioso
|
|
|
|
Il teatro al cinema, che invenzione meravigliosa. Un po' un controsenso visto che gran parte del fascino di un film è dato dal fatto di potersi svolgere potenzialmente in qualsiasi luogo esistente o immaginato, mentre nel caso del teatro ci si riduce nella maggior parte dei casi ad un unico ambiente. E questo passi, in fondo anche uno dei migliori film dello scorso inverno (Locke) si svolgeva dentro a un'automobile in tempo reale. Ma almeno c'era un'evoluzione nella storia, una crescita individuale del protagonista, un'interazione tra i personaggi che ti catturava e ti impediva di guardare l'orologio ogni cinque minuti.
[+]
Il teatro al cinema, che invenzione meravigliosa. Un po' un controsenso visto che gran parte del fascino di un film è dato dal fatto di potersi svolgere potenzialmente in qualsiasi luogo esistente o immaginato, mentre nel caso del teatro ci si riduce nella maggior parte dei casi ad un unico ambiente. E questo passi, in fondo anche uno dei migliori film dello scorso inverno (Locke) si svolgeva dentro a un'automobile in tempo reale. Ma almeno c'era un'evoluzione nella storia, una crescita individuale del protagonista, un'interazione tra i personaggi che ti catturava e ti impediva di guardare l'orologio ogni cinque minuti. Purtroppo Gebo e l'ombra rientra nella categoria del dramma teatrale intellettualoide che piace tanto a certi critici: tetro, noioso, con significati occulti (ma neanche troppo), dialoghi banali e una morale che indisporrebbe anche il più grande fan dell'ultracentenario Manoel de Oliveira. L'unica cosa positiva forse è la recitazione in francese di Claudia Cardinale e della rediviva Jeanne Moreau, anche se troppo monocorde nella rappresentazione di personaggi tanto statici. La fotografia è curata nella resa crepuscolare dell'ambientazione che accompagna idealmente la misera esistenza dei protagonisti intrappolati nei loro ruoli (il padre lavoratore e martire, la madre disperata e inconsapevole, la nuora mantenuta che prepara caffè ogni cinque minuti come se fosse l'unica occupazione della sua vita), ma non si può stare un'ora e mezza a vedere un vecchio che fa i conti su un tavolaccio mentre sua moglie si lamenta. Invidio vivamente chi riesce ad apprezzare questo tipo di operazioni, buon per lui. Ma con tutta la buona volontà, non riesco a trovare nessun motivo per consigliare la visione di una storiella tanto banale e pretenziosa.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a veritasxxx »
[ - ] lascia un commento a veritasxxx »
|
|
d'accordo? |
|
lukemisonofattotuopadre
|
sabato 8 settembre 2012
|
la torre di avorio di manoel de oliveira
|
|
|
|
Manoel de Oliveira ha 104 anni, ed è grazie a questa particolarità che molti critici (a parte la lodevole eccezione di Pino Farinotti) non hanno notato che come regista fa schifo. De Oliveia si è arroccato come Godard su una torre di avorio e da quella non scende più. Non è interessato ad essere comprensibile, né di intrattenere la gente. Ora, la noia, per me , non è un problema. Ho visto quasi tutti i film di Tarkovsij, e sono noiosi oltre ogni misura. Ma li ho sempre visti volentieri. Perché li capisco e sono tecnicamente rilevanti. De Oliveira non è bravo. Basta.
Non è bravo perché scrive sceneggiature la cui astrattezza, che spesso viene da libri astratti, viene esasperata a dismisura, più che può.
[+]
Manoel de Oliveira ha 104 anni, ed è grazie a questa particolarità che molti critici (a parte la lodevole eccezione di Pino Farinotti) non hanno notato che come regista fa schifo. De Oliveia si è arroccato come Godard su una torre di avorio e da quella non scende più. Non è interessato ad essere comprensibile, né di intrattenere la gente. Ora, la noia, per me , non è un problema. Ho visto quasi tutti i film di Tarkovsij, e sono noiosi oltre ogni misura. Ma li ho sempre visti volentieri. Perché li capisco e sono tecnicamente rilevanti. De Oliveira non è bravo. Basta.
Non è bravo perché scrive sceneggiature la cui astrattezza, che spesso viene da libri astratti, viene esasperata a dismisura, più che può. I dialoghi, le battute sono ripetitive, per cui alla lunga stancano molto. Non sposta mai la telecamera, non stacca quasi mai, e la sensazione è, per chi la nota, di soffocamento.
Poi gli attori, con l'eccezione di CLaudia Cardinale e di Jeanne Moreau (pazzesco! è ancora viva!), fanno tanto, ma tanto svhifo. Leonor Silveira mi deve spiegare perché non guarda in faccia la gente quando parla. Ricardo Trepa riduce la voce ad un sospiro con effetti, in teoria melodrammatici, in realtà ridicoli. Micheal Lonsdale è alla fine del suo viaggio, poco manca.
In conclusione, un film orrendo, noioso, ridicolo, incomprensibile, mal recitato e mal diretto. Scansare sia il film che de Oliveira.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lukemisonofattotuopadre »
[ - ] lascia un commento a lukemisonofattotuopadre »
|
|
d'accordo? |
|
24luce
|
sabato 8 settembre 2012
|
manoel de oliveira ci regala un fuori concorso.
|
|
|
|
Manoel de Oliveira ci regala un fuori concorso alla 69Mostra di Venezia
O Gebo e a sombra, l'ultimo film di Manoel de Oliveira, raccoglie in sé una serie di primati: è stato girato in 25 giorni, il regista ha l' età straordinaria di 103 anni, si avvale di un gruppo di attori famosi, dalla vivacissima Cardinale che ben felice si è sottoposta al calvario di piangere per tutto il film, a Michael Lonsdale (Gebo), a Leonor Silvera, ad una Jeanne Moreau incantatrice dalla penna rossa. Completano il cast Ricardo Trépa e Luìs Miguel Cintra.
[+]
Manoel de Oliveira ci regala un fuori concorso alla 69Mostra di Venezia
O Gebo e a sombra, l'ultimo film di Manoel de Oliveira, raccoglie in sé una serie di primati: è stato girato in 25 giorni, il regista ha l' età straordinaria di 103 anni, si avvale di un gruppo di attori famosi, dalla vivacissima Cardinale che ben felice si è sottoposta al calvario di piangere per tutto il film, a Michael Lonsdale (Gebo), a Leonor Silvera, ad una Jeanne Moreau incantatrice dalla penna rossa. Completano il cast Ricardo Trépa e Luìs Miguel Cintra.
Il set è una stanza poco illuminata dove siedono al tavolo, il capofamiglia quasi sempre, gli altri personaggi si alternano.. Considerato che è un film, e non un'opera teatrale, a chi legge potrebbe balenare un pericolo di noia, legato alla staticità del set.
Niente di tutto ciò: si resta incollati alla poltrona fino alla fine, e non per un effetto thriller. No no, all'inizio pare ingiustificabile questa attrazione per lo schermo, dove corrono quasi solo parole, pronunciate da attori pressoché fermi. Poi l'enigma si scioglie se si capisce che ogni scena si presta ad interpretazioni multiple: vi si legge una descrizione della povertà, cui si crede poco visti gli abiti che indossano i personaggi; appare a tratti una vena ironica; circola pure un'aura di mistero che vanamente le parole cercano di spiegare. Accentua il significato plurimo l'espressione della giovane moglie, che quando piange sembra sorridere. Altri suggerimenti di lettura, forniti da Cintra in conferenza stampa, ci fanno notare che i personaggi sono ripresi sempre in coppia, così da filmare anche il loro rapporto. L'unico personaggio filmato a lungo da solo è proprio il figlio, che risulta chiuso, incapsulato in far domande cui si risponde senza aprirsi ad un confronto col mondo da cui sa solo fuggire. Il regista mette anche nella stanza, discretamente, piccoli oggetti, portatori di un messaggio occulto, cui spesso più che all'attenzione cosciente lo spettatore reagisce.
Mi rendo conto quanto sia arduo trasmettere con le parole la genialità mista a bravura. Forse un semplice invito ad andare a vedere “El Gebo e a sombra” è il miglior tributo a questo grande Maestro: ogni spettatore aderirà al piano rappresentativo che fa più risuonare la sua sensibilità.
LUCIA EVANGELISTI
[-]
|
|
[+] lascia un commento a 24luce »
[ - ] lascia un commento a 24luce »
|
|
d'accordo? |
|
|