gianleo67
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mercoledì 25 luglio 2012
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thriller anomalo sul tema dell'identità
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Un uomo si risveglia all'interno di un'auto fracassata in fondo ad un burrone tra i boschi del Nord America. Ha una gamba rotta e incastrata sotto il cruscotto e quel che è peggio non ricorda nulla di sè o di ciò che gli è successo. La sua sarà una lenta risalita dagli inferi verso una difficile salvezza. Adrien Brody (qui anche executive producer) è l'one man show di questo thriller anomalo sul tema dell'identità e del senso di colpa. La tematica principale si innesta su una progressione narrativa che sviluppa un soggetto classico del cinema d'avventura: la difficile sopravvivenza di un uomo solo (per di più male in arnese)in un ambiente naturale ostile e perseguitato dai fantasmi del suo recente e ipotetico passato.
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Un uomo si risveglia all'interno di un'auto fracassata in fondo ad un burrone tra i boschi del Nord America. Ha una gamba rotta e incastrata sotto il cruscotto e quel che è peggio non ricorda nulla di sè o di ciò che gli è successo. La sua sarà una lenta risalita dagli inferi verso una difficile salvezza. Adrien Brody (qui anche executive producer) è l'one man show di questo thriller anomalo sul tema dell'identità e del senso di colpa. La tematica principale si innesta su una progressione narrativa che sviluppa un soggetto classico del cinema d'avventura: la difficile sopravvivenza di un uomo solo (per di più male in arnese)in un ambiente naturale ostile e perseguitato dai fantasmi del suo recente e ipotetico passato. L'effetto di scissione e spaesamento della identità scossa del protagonista e la sua sofferente condizione fisica sono resi attraverso un'uso insistito dei piani ravvicinati e della camera a mano che seguono il suo travagliato itinerario quasi in soggettiva alternando la eleborazione di un percorso indiziario e razionale con frequenti squarci onirico-allucinatori che rimandano ad una visione frammentata di una realtà da ricostruire come un inquietante puzzle criminoso. Non ostante i buoni propositi tuttavia il film soffre di evidenti limiti sia per uno script eccessivamente compresso e asfittico che per una regia banale e priva di spunti originali, risultando confuso e irrisolto. La presenza scenica di un pur bravo Adrien Brody da sola non basta a risollevarne le sorti (la sua distribuzione in Italia passa solo attraverso l'Home video a più di un anno dalla sua uscita negli USA) e in quanto all'autore suggeriamo un ripasso generale dei fondamentali del genere: Nolan docet. Pretenzioso.
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toty bottalla
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venerdì 31 luglio 2015
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thriller claustrofobico ben interpretato!
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Un uomo si ritrova ferito e senza memoria dentro un'automobile distrutta in un burrone e comincia l'avventura...In un assolo con la macchina da presa, Adrien Brody dimostra il suo talento in una storia che si presenta misteriosa, un puzzle che man mano prende forma attraverso un percorso avventuroso e credibile, sotto sotto Greenspan, il regista, veste il racconto di morale macabra con i cattivi che muoiono poi sbranati da bestie feroci e Adrien che nella sofferenza trova un cane "amico" e alla fine se la cava, un theiller claustrofobico specie nella prima mezz'ora che poi respira e mentre vuoi saperne di più...finisce! Saluti.
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(di evildead)
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ashtray_bliss
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venerdì 14 settembre 2012
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survival movie modesto e mediocre che non convince
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Premetto che apprezzo l'idea abbastanza originale, dati i tempi duri che viviamo, di produrre film indipendenti (che apprezzo nella maggior parte dei casi) e low-budget, ingaggiando un unico attore principale per reggere lo svolgersi degli eventi. Il primo indimenticabile one-actor-survival-movie e' sicuramente Cast Away con un grandioso Tom Hanks.
Devo ammettere di aver apprezzato fino in fondo anche il criticatissimo Buried, che letteralmente mi ha tenuta col fiato sospeso e incollata alla sedia sino ai titoli di coda. Un drama-thriller veramente intrigante e intenso, pieno di suspence che 'soffoca' lo spettatore riempendolo di angoscia e speranza contemporaneamente. Da definire 'terrific' nel vero senso del termine.
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Premetto che apprezzo l'idea abbastanza originale, dati i tempi duri che viviamo, di produrre film indipendenti (che apprezzo nella maggior parte dei casi) e low-budget, ingaggiando un unico attore principale per reggere lo svolgersi degli eventi. Il primo indimenticabile one-actor-survival-movie e' sicuramente Cast Away con un grandioso Tom Hanks.
Devo ammettere di aver apprezzato fino in fondo anche il criticatissimo Buried, che letteralmente mi ha tenuta col fiato sospeso e incollata alla sedia sino ai titoli di coda. Un drama-thriller veramente intrigante e intenso, pieno di suspence che 'soffoca' lo spettatore riempendolo di angoscia e speranza contemporaneamente. Da definire 'terrific' nel vero senso del termine. Esordio piu che onorevole, per la scena internazionale, di Cortes.
Anche se in minor modo, ho comunque accolto bene anche il chiachieratissimo e quasi Oscarico 127 h, un misto tra docu-finction, surrealsimo e l'istinto di sopravvivenza umano. Forse l'ho saputo accogliere volentieri e tiepidamente perche' so chi teneva le redini della regia e apprezzo il regista in questione, forse perche' nutro una certa simpatia cinematografica per James Franco e credo sia un artista cinematograficamente sottovalutato o forse semplicemente perche' so che tratta di una storia vera, realmente accaduta. Surrealismo di alcune scene aparte (io preferisco un netto realismo nei film) rimane un' opera visiva d'impatto, con un'ottima fotografia della quale si resta sicuramente impressionati di colori molto vivi e caldi, colori oseri dire, vitali. Un opera non trascurabile, non impressionistica che appartiene al range delle storie-che-andavano-raccontate.
Ma arriviamo al'ultimo one-man survival movie che ho recentemente visionato. La pellicola Wrecked, traducibile come 'distrutto' o 'annientato' promette allo spettatore di immedesimarsi nello sfortunato protagonista e lottare per sopravvivere. Gli elementi, come da ricetta sono i basic: un uomo, intrappolato in un auto, da qualche parte in un bosco. L'uomo e' evidentemente sotto un forte shock emotivo: non ricorda nemmeno il suo nome o il motivo per cui e' finito laggiu' o il motivo dell'incidente d'auto. E cosi dopo interminabili riprese e primi piani di Brody nell'auto, dov'e' intrappolato, riesce finalmente a svincolarsi e il povero spettatore si grazia di una visuale e quindi angolo di ripresa differente: il bosco. Cosi l'uomo tra una allucinazione e l'altra, e con una gamba rotta, tentera' di sopravvivere come puo' al bosco e nel bosco, incontrando lupi, girando in tondo sino al punto di partenza e nutrendosi di insetti (e alcune medicine che non risulta chiaro allo spettatore come se le procuri). Nel frattempo si fara amico di un lupo e tentera di raggiungere persino un fiume dove pero' rischiera' di annegare. Cosi tornera' nuovamente all'auto e con le allucinazioni sempre piu fitte decidera, come ultima chance, di scalare la roccia e arrivare sulla strada principale. Dopo molteplici sforzi riuscira' a raggiungere la strada e quindi ricordarsi l'accaduto (fu un ostaggio di alcuni rapinatori) da li a breve verra salvato da un passante. Un film sostanzialmente inutile, che purtroppo annoia e non coinvolge minimamente lo spettatore, ricco di interminabili primi piani di Brody. Film che non da alcun rilievo agli aspetti emotivi del protagonista. Appare, alla fine, inconcludente e peso nonche' molto lento il che lo rende un film noioso e non appassionante. Buona la fotografia, musica minimal.
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(di bebarenzimonini)
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(di evildead)
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