figliounico
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lunedì 20 febbraio 2023
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un dramma arcaico in una tragedia classica o viceversa
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Film in costume del 2011 di Dominik Moll ambientato in un monastero cappuccino della Spagna del sedicesimo secolo tratto da un romanzo di un autore inglese del settecento, Matthew Gregory Lewis, con un impianto da tragedia greca, che ricalca sostanzialmente la trama dell’Edipo re di Sofocle sebbene modificata. Vincent Cassel entra nella parte senza difficoltà e veste il saio del monaco con disinvoltura, credibile sia quando viene venerato come un santo dalla folla dei fedeli che accorrono alle sue prediche, sia quando resiste ed infine cede alle lusinghe del diavolo tentatore, e, per una volta tanto, non gigioneggia sulla scena come al solito. Un dramma della fede che all’epoca in cui fu scritto diede scandalo, soprattutto per il tema delle pulsioni sessuali e dell’incesto coniugato con la vita austera dei monaci, emblema vivente dello spirito evangelico e dell’eroica militanza nella chiesa apostolica romana, ma che giocoforza perde la sua forza nella trasposizione filmica nel ventunesimo secolo, quando l’orrore degli abusi del clero è nella cronaca di tutti i giorni ormai da tempo e la religione è diventata in occidente poco più di un hobby.
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Film in costume del 2011 di Dominik Moll ambientato in un monastero cappuccino della Spagna del sedicesimo secolo tratto da un romanzo di un autore inglese del settecento, Matthew Gregory Lewis, con un impianto da tragedia greca, che ricalca sostanzialmente la trama dell’Edipo re di Sofocle sebbene modificata. Vincent Cassel entra nella parte senza difficoltà e veste il saio del monaco con disinvoltura, credibile sia quando viene venerato come un santo dalla folla dei fedeli che accorrono alle sue prediche, sia quando resiste ed infine cede alle lusinghe del diavolo tentatore, e, per una volta tanto, non gigioneggia sulla scena come al solito. Un dramma della fede che all’epoca in cui fu scritto diede scandalo, soprattutto per il tema delle pulsioni sessuali e dell’incesto coniugato con la vita austera dei monaci, emblema vivente dello spirito evangelico e dell’eroica militanza nella chiesa apostolica romana, ma che giocoforza perde la sua forza nella trasposizione filmica nel ventunesimo secolo, quando l’orrore degli abusi del clero è nella cronaca di tutti i giorni ormai da tempo e la religione è diventata in occidente poco più di un hobby. Sopravvive il nucleo centrale della tragedia classica, ma relegato nelle ultime sequenze e mescolato a possessioni, esorcismi, demoni e suore di clausura peccatrici perde anch’esso il suo significato originario. Resta dunque soltanto la suggestione di alcune immagini in chiaroscuro ed il gioco di luci e tenebre sul volto di Cassel, ma è uno sterile esercizio di stile cinematografico, un tecnicismo da addetti alla fotografia che rimane fine a sé stesso non coinvolgendo il film minimamente lo spettatore in un dramma anacronistico che non appartiene al suo mondo interiore.
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onufrio
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lunedì 13 aprile 2015
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le tentazioni di un monaco
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Vincent Cassel ricopre i panni di un monaco dalla grande saggezza, adorato da tutti, dispensa parole d'oro a destra e manca; ma un giorno l'arrivo al monastero di un nuovo ragazzo, col volto coperto da una maschera per via di un brutto incidente, pone in Ambrogio (Cassel) dubbi e domande sino a quel momento mai poste, e se poi subentra pure la tentazione, per il monaco la vita religiosa comincia a diventare un incubo. Ottimo Thriller, fotografia affascinante, sembra un'espozione di opere d'arte ad ogni fotogramma; l'attore protagonista è eccezionale, il ruolo gli calza alla perfezione.
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ashtray_bliss
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lunedì 2 febbraio 2015
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debolezze e segreti d'un monaco.
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The Monk si presenta come un'opera di stile, raffinata, che ricorda inesorabilmente i dipinti di Goya, lo scontro tra momenti di immensa calma e serenità che non risparmia punte di eccesso visivo ed emotivo, senza mai scadere nella banalità o autocompiacenza. Un prodotto fedele al libro nella ricreazione di un'ambiente gotico, misterioso e senza dubbio mistico e arcano che evoca la sacralità a pari modo col immoralità in tutte le sfaccettature che coesitono scontradonsi all'interno del fragile e contraddittorio animo umano.
Un film denso e drammatico dove tre storie diverse e apparentemente sconnesse evolvono l'una nell'altra per tessere il filo conduttore del film e portare il protagonista alla sua progressiva ma inesorabile distruzione, sia spirituale che materiale.
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The Monk si presenta come un'opera di stile, raffinata, che ricorda inesorabilmente i dipinti di Goya, lo scontro tra momenti di immensa calma e serenità che non risparmia punte di eccesso visivo ed emotivo, senza mai scadere nella banalità o autocompiacenza. Un prodotto fedele al libro nella ricreazione di un'ambiente gotico, misterioso e senza dubbio mistico e arcano che evoca la sacralità a pari modo col immoralità in tutte le sfaccettature che coesitono scontradonsi all'interno del fragile e contraddittorio animo umano.
Un film denso e drammatico dove tre storie diverse e apparentemente sconnesse evolvono l'una nell'altra per tessere il filo conduttore del film e portare il protagonista alla sua progressiva ma inesorabile distruzione, sia spirituale che materiale.
La storia si apre con un neonato che viene abbandonato davanti a un convento di frati cappuccini e lì crescierà, col nome di Ambrosio. Il giovane frate si dimostra ben presto un fervente e ferreo religioso che difende a spada tratta i valori del Cristianesimo che ha imparato e che egli stesso applica nella sua quotidianità. Perfetto oratore/predicatore in grado di ammaliare e affascinare al tempo stesso il suo pubblico riesce a guadagnare l'ammirazione, il rispetto ma anche la paura dei suoi fratelli in fede. Convinto cristiano e saldo nel praticare e promuovere gli insegnamenti della dottrina religiosa si dedica anima e corpo con grande devozione ed abnegazione alla fede, a Dio.
Ma mentre la storia di Ambrosio prosegue nella virtù (almeno sino all'arrivo del enigmatico Valerio), parallelemente seguiamo le vicende di Antonia, giovane ragazza borghese, anch'essa fedele e avida frequentatrice delle messe domenicali. E proprio durante la fine di una messa conoscerà il gentiluomo Lorenzo di Medina che inevitabilmente si sentirà attratto dalla fanciulla. La terza storia che si intreccia (anche se nel film non è esplicito il legame) è quella della suora Agnes. Una giovane suora che scappa dal suo destino ma mentre sta confessandosi proprio col priore Ambrosio verrà a galla la relazione segreta tra Agnes e il suo amante, un gentiluomo, fratello di Lorenzo.
Le tre storie rispetto al libro vengono necessariamente snellite ma i rami principali restano intatti e sullo schermo si lascia più spazio possibile ad una sceneggiatura sobria e solida che sappia mostrare abilmente il netto contrasto tra la religiosità e il peccato che poco a poco segnano la vita del monaco e di chi gli ruota attorno. Tutti i personaggi, come nel libro, sono destinati a perdersi e a perdere cadendo nel abisso del peccato e dell'immoralità che segue un ritmo ascendente in drammaticità toccando apici da vera e propria tragedia greca, specialmente nel finale dell'opera (rivisitato e modernizzato). Nel finale infatti si raggiunge il climax emotivo e drammatico che coinvolge insieme protagonisti e spettatori prima di donare agli ultimi la katharsis una volta svelato il mistero sulla vera identità e legame che unisce i personaggi (Ambrosio, Antonia e la madre).
Il film basa la sua struttura su una narrazione lenta che segue lo svolgersi e l'intreccio progressivo delle tre storie mentre chiaramente l'intenzione è quella di mettere in evidenza il lato umano debole e corrompibile, anche quando si tratta di un frate cappuccino e religioso modello per la comunità cristiana.
Tematica principale, come il capolavoro gotico suggerisce, è il peccato, la perdizione, la perdita dell'innocenza, il Male contrastato al Bene, la virtù versus la curiosità umana innata e la lussuria con tutte le inevitabili svolte drammatiche che quesi elementi comportano nella vita dei protagonisti.
Suggestiva e altempo stesso essenziale la scenografia, che riesce perfettamente a creare un'atmosfera gotica e sinistra negli ambienti dove gravitano i personaggi: chiese, abbazie, cimiteri, conventi etc. Molto imponente anche il contrasto dei colori che ricordano la pittura di Goya o El Greco, a volte vividi (vedi le sequenze 'oniriche' di Ambrosio riguardo la giovane Antonia avvolta in uno splendido abito rosso) a volte cupi e smorti.
Buona la prova recitativa di Cassel, in un ruolo tuttaltro che facile ma anzi, molto impegnativo e introspettivo che richiede di mettere a nudo il perenne contrasto di un uomo alla ricerca della salvezza e spiritualità ma altresi della ricerca, umana, della carnalità con tutte le conseguenze morali e materiali che ne derivano.
In definitiva credo che sia un prodotto degno di nota e d'esser visto che non delude le aspettative, nonostate si distacchi notevolmente dal romanzo iniziale e giustamente renda alcuni passaggi in modo diverso e quindi semplificato. Si tratta comunque di un prodotto che riesce perfettamente a immergere lo spettatore nell'epoca degli episodi narrati, risultando affascinante e al contempo nefasto.
Consigiato.
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pietcard
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venerdì 3 febbraio 2012
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un sintetico ed ammirato giudizio su questo film
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L'intensa drammaticità magistralmente evidenziata dall'ottima sceneggiatura,il ritmo incalzante della regia narrativa,unitamente alla convincente recitazione del protagonista fanno,a mio avviso,di questo film un'opera assolutamente meritevole di essere vista.
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