bruno_69
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sabato 28 aprile 2012
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sarebbe potuto....
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Eh si sarebbe potuto essere veramente un bel film dove si coniugava azione, sentimento, pentimento nelle cattive azioni che sfociano in drammi assoluti per chi le subisce.... Ed invece dopo una buonissima prima parte fatta di intrecci interessanti dove troviamo il banchiere che truffa i ricchi i malavitosi ma anche i poveri senza guardare in faccia a nessuno che si rifugia a Tijuana, inseguito dal FBI in prima battuta, dalla mafia russa a cui aveva rubato 100 milioni di $ e infine da una banda locale capitana da un Andy Garcia - che sembra alter ego perdente del suo personaggio così ben recitato nel Padrino III -che si trovava in grandissima crisi perchè si trovava nella posizione di non poter ridare indietro una grande somma di denaro al cartello malavitoso di Città del Messico.
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Eh si sarebbe potuto essere veramente un bel film dove si coniugava azione, sentimento, pentimento nelle cattive azioni che sfociano in drammi assoluti per chi le subisce.... Ed invece dopo una buonissima prima parte fatta di intrecci interessanti dove troviamo il banchiere che truffa i ricchi i malavitosi ma anche i poveri senza guardare in faccia a nessuno che si rifugia a Tijuana, inseguito dal FBI in prima battuta, dalla mafia russa a cui aveva rubato 100 milioni di $ e infine da una banda locale capitana da un Andy Garcia - che sembra alter ego perdente del suo personaggio così ben recitato nel Padrino III -che si trovava in grandissima crisi perchè si trovava nella posizione di non poter ridare indietro una grande somma di denaro al cartello malavitoso di Città del Messico. Dunque gli ingredienti c'erano veramente tutti e incastrati alla perfezione con il nostro banchiere che dopo aver abbandonato una ragazza massicana messa in cinta si mette sulle sue tracce quasi volesse così espiare le sue colpe e dar vita a una sua redenzione, ma ad un certo punto il regista ha sbracato appoggiandosi a tutta la serie possibile di convenzionalità presente nei recenti film di azione statunitensi; dove l FBI in tutto il mondo è l FBI, dove i cattivi girano armati sparando all'impazzata e dove poi tanto cattivi non sono perchè alla fine si redimono tutti. Peccato, poteva essere un gran bel film invece è un discreto action movie da vedere senza troppe pretese. Due stelle e mezzo per ciò che poteva essere e non è stato
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elgatoloco
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martedì 7 luglio 2020
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decisamente notevole, questo film"across"
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Tra Mexico e USA, come noto, c'è un un mondo da scopiire. Tijuana,è la fronter-city, e"Across the Line. The Exodus of Charlie Wright"(2010, regia , soggeto e sceneggitura di R.Ellis Frazier)ce lo documeta. l'FBI insegue un faccedniere miliardario, Charlie Wright e questi scappa in Mexico, a Tijuana, sperando di tritrovare vecchi amori(Maria Ferri è l'interprete), ma sulla scia di Wright sono i mafiosi di Garza, il boss locale, ma anche dei Russi certo non meglio ontenzionati... Il film si regge sul fascino dei luoghi, connotati pienamente dall'ambiguità e dalla dopiezza in qualche modo insite a questo"non luogo", per drila con Marc Augé, "Non luogo"nel senso che vi si incrociano moltissimi affari, intrghi, contrasti più che amicizie, lotte fratricide e non, dove il confine tra"lecito"e "illecito"è assolutamente flou per definizione, tanto che spesso inseuuitori e inseguiti si confondono, come is perdono le loro tracce, salvo poi venir ritrvoate poco tempo dopo, ma in circostanze fortuite, casuali, ma non tali da non lasciare il segno dando luogo a un'ulteiore"busqueda", a una nuova caccia.
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Tra Mexico e USA, come noto, c'è un un mondo da scopiire. Tijuana,è la fronter-city, e"Across the Line. The Exodus of Charlie Wright"(2010, regia , soggeto e sceneggitura di R.Ellis Frazier)ce lo documeta. l'FBI insegue un faccedniere miliardario, Charlie Wright e questi scappa in Mexico, a Tijuana, sperando di tritrovare vecchi amori(Maria Ferri è l'interprete), ma sulla scia di Wright sono i mafiosi di Garza, il boss locale, ma anche dei Russi certo non meglio ontenzionati... Il film si regge sul fascino dei luoghi, connotati pienamente dall'ambiguità e dalla dopiezza in qualche modo insite a questo"non luogo", per drila con Marc Augé, "Non luogo"nel senso che vi si incrociano moltissimi affari, intrghi, contrasti più che amicizie, lotte fratricide e non, dove il confine tra"lecito"e "illecito"è assolutamente flou per definizione, tanto che spesso inseuuitori e inseguiti si confondono, come is perdono le loro tracce, salvo poi venir ritrvoate poco tempo dopo, ma in circostanze fortuite, casuali, ma non tali da non lasciare il segno dando luogo a un'ulteiore"busqueda", a una nuova caccia...La suspense non è la "solita", ossia legata a quanto sappiamo, in tempi anche mpolto rapidi, ma oltremodo dilazionata(almeno in genere)dando luogo a quel senso di"durata"più che di tempo "cronologico", fissato dall'orologio, che Henry Bergson aveva così ben individuato e descritto a livello teorico, ma che questo film ma, ripeto, anche proprio i luoghi, rendono palpabile, "presentificandolo", rendendolo vivo. Nella nostra frenetica cività occidentale e realtiva cultura(USA, Europa Occidentale, ma anche varie parti dell'Asia, a iniziare anche dalla stessa Cina)la cosa è ormai difficilmente comprensibile, ma, nell'interstizio (cross)tra USA e Mexico, vicino a dove dovrebbe sorgere il famoso muro voluto da Trump(da lui promosso-asupicato, per dire meglio), ciò diviene appunto "reale"e il film riesce a darne la presenza, l'"effettiv ità". Interpreti tutti di grande espressività Aidan Quinn(che è Charlie Wright), Andy Garcia("ovviamente"Jorge Garza), Mario Van Peebles(l'agente investigatore dell'FBI che insegue, quasi in una caccia sfrenata Wright, ma deve fare i conti naturalmente anche con Garza e i suoi, ma anche con i mafiosi russi), le varie interpreti femmoinili. Da"Across the Line"risulta un mondo magnatico, in qualche moodo"imprendibile", asoslutamente alieno da quanto sembra risultare dal solito film gangsteristico, sia "classico"sia in versione moderna. Da questo per nulla biblico"exodus"di Charlie Wright ci accorgiamo che la realtà quale ci appare anche da conoscenze letterariie, ma anche storico-biografiche accumulate sul tema, rischiano di relativizzarsi"duramente", anzi proprio di infrangersi contro la realtà, almeno come essa, in qualche modo e con tutti rilievi realtivizzatni del caso, è rappresentabile anche filmicamente. Decisamente, rispetto anche ad altri film, sopratuttto di produzione USA che trattano della"Cross-Line", qui abbiamo a che fare con quaclosa di nuovo e d''insolito., che mette in discussione, appunto, schemi ricevuti e altro, penso anche rispeotabbia avuto l'ìopportunitò di visitare quei luoghi(chi scrive conosce l'America Latina, in parte, ma non il Maexico) El Gato
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