enzo70
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mercoledì 5 ottobre 2016
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ottimo progetto, buon film
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La strana coppia Robert Downey Jr. e Jude Law è alle prese con un altro caso, tra bombe di anarchici esplose a Strasburgo e Vienna, gitani e magnati dell’acciaio. Il filo conduttore del film è il matrimonio di Watson con Mary, fortemente osteggiato da Sherlock. Bellissima la scena dell’arrivo in chiesa dei due.
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La strana coppia Robert Downey Jr. e Jude Law è alle prese con un altro caso, tra bombe di anarchici esplose a Strasburgo e Vienna, gitani e magnati dell’acciaio. Il filo conduttore del film è il matrimonio di Watson con Mary, fortemente osteggiato da Sherlock. Bellissima la scena dell’arrivo in chiesa dei due. Guy Ritchie può dare pieno sfogo alla fantasia, e la continuazione delle storie di questo inedito Sherlock Holmes è, per quanto possibile, libera e originale. Da citare anche l’ottima interpretazione di Stephen Frey, nella parte del fratello omosessuale di Sherlock Holmes. Il film è pieno di invenzioni e trovate, la trama è serrata e tutto quel che deve finire bene finirà bene. Ma nonostante questo, qualcosa non funziona, per carità un bel film, ma manca qualcosa per trasformare un bel progetto in un grande film.
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zoom e controzoom
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domenica 1 gennaio 2012
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ottimo da guatare tra la fine e inizio anno
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130 minuti che passano rapidamente sostenuti da un ritmo serrato in attesa di una soluzione da parte dell'irrefrenabile Holmes. Un film accativante per quanto è curato, dati i mezzi dei quali può usufruire, è anche un film innovativo nell'impostazione degli scattanti zoom che non solo ricostruiscono il passato, ma anticipano in prospettiva anche il futuro, quantomeno cioè, ciò che la mente diabolica di Scerlock riesce a colgliere dal presente intuendo connessioni: con gli zoom entriamo pure noi nel suo meccanismo mentale partecipando pure noi all'anticipazione di quel che potrà accadere. Le tonalità smorzate sono determinanti perchè l'attenzione dello sguardo non si disperda tra tutti quegli elementi della coreografia che sono di una ricchezza da favola.
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130 minuti che passano rapidamente sostenuti da un ritmo serrato in attesa di una soluzione da parte dell'irrefrenabile Holmes. Un film accativante per quanto è curato, dati i mezzi dei quali può usufruire, è anche un film innovativo nell'impostazione degli scattanti zoom che non solo ricostruiscono il passato, ma anticipano in prospettiva anche il futuro, quantomeno cioè, ciò che la mente diabolica di Scerlock riesce a colgliere dal presente intuendo connessioni: con gli zoom entriamo pure noi nel suo meccanismo mentale partecipando pure noi all'anticipazione di quel che potrà accadere. Le tonalità smorzate sono determinanti perchè l'attenzione dello sguardo non si disperda tra tutti quegli elementi della coreografia che sono di una ricchezza da favola. Ma di una favola si tratta e ogni tanto ci viene ricordato anche se si è molto presi dal procedere della trama sempre più interlacciata e difficile da supporre per noi poveri esseri normodotati come d'altronde lo è il dottor Watson.Così nell'ambientazione fantastica, si susseguono inquadrature in PPP o di Particolare ma senza mai abusarne. Splendido uso del rallenty e finalmente lo slow-motion, può venire apprezzato al di là della quotidiana saturazione del vuoto linguaggio pubblicitario. Tecnicamente molto ben inserito,lo slow-motion permette nelle scene di azione, di bloccare e trattenere, e il fiato resta in attesa nel momento topico finchè l'evento si compie assaporandolo in tutti i suoi passaggi.
Il titolo, se crea aspettative che poi andranno deluse perchè nulla c'è dell'antico Scherlock, si rifà sopprattutto alla correlazione dell'amicizia tra due personaggi molto diversi di carattere ma profondamente legati da nobili sentimenti.
La colonna sonora - a volte riecheggia il ritmo dei rivoluzionari patrioti mi pare di ricordare francesi - non sommerge mai l'azione, ma segue il ritmo con molta cura. Ottima l'interpretazione di tutti i personaggi, sia di quelli impegnati con maschere più espressive, sia che quelli più impenetrabili. Si può sperare sia questo l'inizio di alternative non "impegnative" proponibili contro la nullità dei cinepanettoni italiani nel periodo natalizio ?
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elgatoloco
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giovedì 18 febbraio 2016
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questione di punti di vista
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Questione di punti di vista, credo, nel valutare questo"Game of Shadows"(Gioco di ombre), ben diretto, dal punto di vista spettacolare, di Guy Ritchie; se si mette in scena Sherlock Holmes(e il fido dr..Watson)o si fa riferimento ai testi di (Sir)ArthurConan Doyle oppure il film(e quello precedente, che non conosco)è altra cosa. Se si è amanti delle opere conan-doyliane(lo sono, avendo letto non solo i testi -romanzi e racconti-incentrati su Holmes ma tutte le opere dell'autore, compresi i saggi e i testi di "science-fiction", gli"escapismi"parapsicologici e"medianici")non si può capire come Holmes, da maestro dell'"inquiry"(investigazione), qui diventi un esperto di arti marziali, una sorta di guerriero-avventuriero, ma se si accetta il fatto che il film ritchieiano(e con interpreti indubbiamente efficaci come Downey, Law & Co.
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Questione di punti di vista, credo, nel valutare questo"Game of Shadows"(Gioco di ombre), ben diretto, dal punto di vista spettacolare, di Guy Ritchie; se si mette in scena Sherlock Holmes(e il fido dr..Watson)o si fa riferimento ai testi di (Sir)ArthurConan Doyle oppure il film(e quello precedente, che non conosco)è altra cosa. Se si è amanti delle opere conan-doyliane(lo sono, avendo letto non solo i testi -romanzi e racconti-incentrati su Holmes ma tutte le opere dell'autore, compresi i saggi e i testi di "science-fiction", gli"escapismi"parapsicologici e"medianici")non si può capire come Holmes, da maestro dell'"inquiry"(investigazione), qui diventi un esperto di arti marziali, una sorta di guerriero-avventuriero, ma se si accetta il fatto che il film ritchieiano(e con interpreti indubbiamente efficaci come Downey, Law & Co.)è altra cosa rispetto ai romanzi-racconti del grande medico-scrittore inglese, allora tutto funziona. Inseguimenti, duelli, travestimenti "fregoliani", tutto va bene, accettando le"regole del gioco", per cui il referente è Conan Doyle ma anche di più Lionel Wigram, autore della graphic novel"liberamente ispirata". dal classico citato, allora"tutto va bene". Lo spettacolo è assicurato, il divertimento c'è; per chi, come chi scrive questa nota, invece, Conan Doyle è"intoccabile"o comunque trasponibile filmicamente con i debiti aggiustamenti, ma "tenendo l'essenziale", qui poco funziona, divenendo il film un'"americanata", pieno di troppo spettacolo e di poco gioco logico. Ma è questione, ripeto, di punti di vista... e forse anche di una sopravvivenza eccessiva di fedeltà ai classici, che in taluni funziona. C'è, comunque, nel film di Ritchie una contraddizione ab imo, ab ovo: perché fare un film in costume, d'epoca, inserendo poi tutta la spettacoltarità?Tutto va bene, ma la contraddizione è troppo flagrante, non consentendo neppure, propriamente, di fare appello a una"contaminatio"che qui rischia di implodere.. El Gato
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elgatoloco
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domenica 3 febbraio 2019
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a game of holmes...
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"A Game of Shadows"(Guy Ritchie, 2011, molto vagamente ispirato dai racconti di Arthur Conan Doyle)è film che ha a che vedere da lontano, appunto, con l'immortale personaggio di Conan Doyle, che però vive di luce propria(cfr. il film"The Private Life of Sherlock Holmes"di Billy Wilder, 1970); c'è l'amore con una donna, c'è MorairtY fatto rivevere, quasi bionicamente, c'è...una congerie di elementi che nel"classico"Sherlock non si trova, il che, di per sé, non inficia il film. C'è veramente, come promesso dal e con il titolo, una storia decisamente incentrata sul"game", neppure sul"play", dove il gioco di ombre, appunto, ma anche diremmo, of mirrors, ossia di specchi, ha un ruolo-chiave.
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"A Game of Shadows"(Guy Ritchie, 2011, molto vagamente ispirato dai racconti di Arthur Conan Doyle)è film che ha a che vedere da lontano, appunto, con l'immortale personaggio di Conan Doyle, che però vive di luce propria(cfr. il film"The Private Life of Sherlock Holmes"di Billy Wilder, 1970); c'è l'amore con una donna, c'è MorairtY fatto rivevere, quasi bionicamente, c'è...una congerie di elementi che nel"classico"Sherlock non si trova, il che, di per sé, non inficia il film. C'è veramente, come promesso dal e con il titolo, una storia decisamente incentrata sul"game", neppure sul"play", dove il gioco di ombre, appunto, ma anche diremmo, of mirrors, ossia di specchi, ha un ruolo-chiave...con qualche funambolismo di luce-ombra forse veramente di troppo... Ma poi c'è la tendenza all'azione, a tratti francamente spasmodica, che con Conan Doyle, insomma con l'immortale classico, non ha proprio nulla da spartire...Da vedere, anche da apprezzare, sempre però tenendo anche conto del fatto che gli/le interpreti e in particolare Robert Downey jr(Holmes)e Jude Law(dr.Watson)si barcamenano tra l'immagine che abbiamo introiettato d ei due e invece quanto essi stessi producono... El Gato
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fabio
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sabato 23 gennaio 2021
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iper sherlock holmes
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Un perfetto meccanismo fatto di azione, umorismo e ricercatezza d'effetto visivo.
L'impronta di Ritchie è inconfondibile: la sua estetica può piacere o meno ma è innegabilmente merito del regista aver saputo infondere una nuova vitalità al personaggio Sherlock Holmes.
C'è l'omaggio all'originale letterario ma il film è altra cosa.
A prima vista potrebbe sembrare leggermente ripetitivo nello sviluppo: una sequenza rocambolesca viene seguita da un intermezzo discorsivo che ha la funzione di spiegare e mandare avanti la trama e poi un'altra sequenza d'azione.
Forse è così ma funziona bene e non stanca lo spettatore.
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Un perfetto meccanismo fatto di azione, umorismo e ricercatezza d'effetto visivo.
L'impronta di Ritchie è inconfondibile: la sua estetica può piacere o meno ma è innegabilmente merito del regista aver saputo infondere una nuova vitalità al personaggio Sherlock Holmes.
C'è l'omaggio all'originale letterario ma il film è altra cosa.
A prima vista potrebbe sembrare leggermente ripetitivo nello sviluppo: una sequenza rocambolesca viene seguita da un intermezzo discorsivo che ha la funzione di spiegare e mandare avanti la trama e poi un'altra sequenza d'azione.
Forse è così ma funziona bene e non stanca lo spettatore.
Non aspettiamoci approfondimenti psicologici o momenti riflessivi; spazio solo all'entertainment e va bene così.
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renato c.
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martedì 1 marzo 2016
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ottimo sequel!
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Al primo ho dato 3 stelle ma sarebbero state 3 e 1/2, al secondo che sarebbero 3 e 3/4 ne do 4! All'inizio non ne sono stato entusiasta anche perchè sembrava che il grande Sherlock avesse orientamenti gay: quasi indifferenza alla morte della sua ex Irene Adler, uccisa dal Dr.Moriarty quasi all'inizio del film, ed una gelosia nei confronti di Watson, tale da buttarle la moglie dal finestrino del treno, e l'invitarlo a sdraiarsi a fianco a lui mezzo nudo sul pavimento dello scompartimento del treno!
Poi il film si spiega: Holmes aveva gettato Mary dal treno per salvarle la vita ed il dispiacere davanti al matrimonio di Watson era dovuto solo per la perdita di un valido collaboratore! Poi la trama prosegue tra lo spionaggio e l'intrigo internazionale.
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Al primo ho dato 3 stelle ma sarebbero state 3 e 1/2, al secondo che sarebbero 3 e 3/4 ne do 4! All'inizio non ne sono stato entusiasta anche perchè sembrava che il grande Sherlock avesse orientamenti gay: quasi indifferenza alla morte della sua ex Irene Adler, uccisa dal Dr.Moriarty quasi all'inizio del film, ed una gelosia nei confronti di Watson, tale da buttarle la moglie dal finestrino del treno, e l'invitarlo a sdraiarsi a fianco a lui mezzo nudo sul pavimento dello scompartimento del treno!
Poi il film si spiega: Holmes aveva gettato Mary dal treno per salvarle la vita ed il dispiacere davanti al matrimonio di Watson era dovuto solo per la perdita di un valido collaboratore! Poi la trama prosegue tra lo spionaggio e l'intrigo internazionale. In fatto di donne pare che Holmes non disdegni la bella zingara Madame Simza ed alla fine sembra proprio che arrivi a sacrificare se stesso pur di liberare il mondo da un uomo pericoloso come il Dr. Moriarty! Bello il finale dove magnificamente mimetizzato va ad aggiungere un punto interrogativo vicino al "The End" della sua storia scritta da Watson! Ci sarà quindi un sequel? Adesso pare proprio di si, allora forse quel punto interrogativo voleva dire:"Vedremo quale successo avrà questo film!" Ed, a quanto pare il successo lo ha avuto!
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matteo fedele
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lunedì 16 settembre 2013
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ritchie gioca con le ombre
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Acuto, ironico e appassionato é l'Holmes del metallico Downey Jr. e così il secondo film che lo vede protagonista. Rispetto al precedente perde in leggerezza, ma non in scorrevolezza e guadagna in intensità narrativa, conquista con una novella carica drammatica. Ogni scena prepara la morte del figlio di Conan Doyle, ogni tappa del suo viaggio in compagnia di Watson (teoricamente in luna di miele) e zingari è un tassello della sua caduta. Divertimento, azione e fiato sospeso in attesa di un tragico finale. Se la grandezza di un personaggio è figlia dei suoi avversari e della sua "morte" e da esse si evince, l'ultima incarnazione del detective di Baker Street merita memoria eterna.
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Acuto, ironico e appassionato é l'Holmes del metallico Downey Jr. e così il secondo film che lo vede protagonista. Rispetto al precedente perde in leggerezza, ma non in scorrevolezza e guadagna in intensità narrativa, conquista con una novella carica drammatica. Ogni scena prepara la morte del figlio di Conan Doyle, ogni tappa del suo viaggio in compagnia di Watson (teoricamente in luna di miele) e zingari è un tassello della sua caduta. Divertimento, azione e fiato sospeso in attesa di un tragico finale. Se la grandezza di un personaggio è figlia dei suoi avversari e della sua "morte" e da esse si evince, l'ultima incarnazione del detective di Baker Street merita memoria eterna. Moriarty/Jared Harris è carico di quel peso tagliente che era mancato a Lord Blackwood/Mark Strong e degno di eguagliare Sherlock sia mentalmente che fisicamente in una sfida colorita di stima reciproca. Vanificato il di lui complotto volto ad anticipare la Grande Guerra, il criminologo trascina il professore con sè nella corsa verticale lungo una cascata che "L'ultima avventura" presentò solo indirettamente. Pochi secondi di sincera e densa partecipazione emotiva.
Se la cartomante in cerca del fratello di Noomi Rapace si mostra poco convinta, ottima ciliegina si rivela l'algido Stephen Fry, anticonformistico fratello Holmes responsabile della sicurezza di Mrs. Watson e della serena ironia del comprimario intoccabile (come Alfred/Michael Caine nella trilogia batmaniana di Nolan).
Nulla da obiettare alla regia (eccetto l'eccessiva intromissione nei macchinari), alla decisa sceneggiatura e al lavoro del cast tecnico.
"The end?" Speriamo di no.
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ultimoboyscout
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mercoledì 25 aprile 2012
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più action, più cool!
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Se il primo era bello, questo lo è ancora di più! Guy Ritchie chiama, Robert Downey Jr. e Jude Law rispondono, tornano a Londra per una serie di nuove, mirabolanti avventure tra matrimoni, arti marziali, travestimenti assurdi, una zingara intrigantissima e un villain cattivo, cattivissimo quanto scaltro (che onestamente fa la differenza). Questo secondo Sharlock è dandy, bohemien e scanzonato da morire, si muove nella Londra vittoriana che puzza di alcol, botte e sporco con Downey Jr. nuovo idolo di cinesaghe, Law inaspettata spalla comica e Ritchie finalmente libero dall'etichetta di Mister Madonna. Ma il vero nome nuovo, come anticipato, è quello di Jared Harris, volto off del cinema inglese che per la parte ha battuto una concorrenza agguerritissima di Divi con la D maiuscola.
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Se il primo era bello, questo lo è ancora di più! Guy Ritchie chiama, Robert Downey Jr. e Jude Law rispondono, tornano a Londra per una serie di nuove, mirabolanti avventure tra matrimoni, arti marziali, travestimenti assurdi, una zingara intrigantissima e un villain cattivo, cattivissimo quanto scaltro (che onestamente fa la differenza). Questo secondo Sharlock è dandy, bohemien e scanzonato da morire, si muove nella Londra vittoriana che puzza di alcol, botte e sporco con Downey Jr. nuovo idolo di cinesaghe, Law inaspettata spalla comica e Ritchie finalmente libero dall'etichetta di Mister Madonna. Ma il vero nome nuovo, come anticipato, è quello di Jared Harris, volto off del cinema inglese che per la parte ha battuto una concorrenza agguerritissima di Divi con la D maiuscola. Le scene d'azione raddoppiano come gli effetti speciali, gli FX sono a prova di bomba e si mescolano magnificamente allo slow motion. Ma ciò che colpisce è il confronto tra Sherlock e la sua nemesi storica, l'alchimia tra i due rivali è unica e il corpo a corpo su sfondo di Alpi svizzere è magnifico! Ritchie non rischia nulla, agli elementi del primo episodio agiunge spy-movie e tanto steampunk confezionando un meccanismo a orologeria semplicemente perfetto, sperando che non perda l'anima come spesso accade ai fenomeni seriali. Colpisce ancora una volta Noomi "Salander" Rapace, una vera forza della natura, che dimostra di saper recitare e di poter contare su doti atletiche non indifferenti e notevole fisicità. La salsa Guy Ritchie funziona alla grande, la commistione di generiè gestita col tocco tipico del regista che trasforma le gesta dell'investigatore più famoso d'Inghilterra in un western picaresco nell'epoca vittoriana.
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buck9
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martedì 26 giugno 2012
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questione di gusti
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Sherlock Holmes Giochi di Ombre è sicuramente un ottimo film, in questo sequel la trama è sempre bella, i personaggi fantastici e le riprese geniali. L'unica cosa che potrebbe lasciare un po' perplessi è l'aumento dell'azione rispetto al primo capitolo, ma è una cosa puramente oggettiva. Il film resta comunque scorrevole senza momenti di noia.
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andyflash77
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mercoledì 1 agosto 2012
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eccitante il rutilante robert downey jr.
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Sherlock Holmes deve sventare i complotti del perfido professor Moriarty che, mediante attentati dinamitardi, vuole anticipare lo scoppio della prima guerra mondiale. Obiettivo: fare i miliardi vendendo cannoni e bende per i feriti. Non riesce, invece, a sventare le nozze del dottor Watson. La seconda puntata delle avventure del celebre investigatore (e c´è da scommettere che ne vedremo altre) in versione post-postmoderna offre allo stordito spettatore un´overdose di tutto: effetti speciali al servizio degli scenari d´epoca; combattimenti sanguinosi per arti marziali, armi da fuoco e lame; humour britannico; impulsi omofili di Sherlock nei confronti dell´amico dottore.
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Sherlock Holmes deve sventare i complotti del perfido professor Moriarty che, mediante attentati dinamitardi, vuole anticipare lo scoppio della prima guerra mondiale. Obiettivo: fare i miliardi vendendo cannoni e bende per i feriti. Non riesce, invece, a sventare le nozze del dottor Watson. La seconda puntata delle avventure del celebre investigatore (e c´è da scommettere che ne vedremo altre) in versione post-postmoderna offre allo stordito spettatore un´overdose di tutto: effetti speciali al servizio degli scenari d´epoca; combattimenti sanguinosi per arti marziali, armi da fuoco e lame; humour britannico; impulsi omofili di Sherlock nei confronti dell´amico dottore. Tanto da indurre il detective a mostrarsi "en travesti", col rischio di alienarsi i lettori più ortodossi di Doyle. I quali – del resto - non avrebbero mai immaginato il loro eroe traghettato in una serie di blockbuster pieni di clamore e di furia, molto più simile a un´avventura di 007 che a un classico "giallo". Si unisce alla compagnia Noomi Rapace in costume da zingara. (R. Nepoti, La Repubblica - vot 3,5/6)
Ispirato al fumetto di Lionel Wigra, ecco il sequel semi-gay delle neoavventure di Holmes e Watson, questa volta contro l'arcinemico, il prof. Moriarty. Siamo nel 1891. La misoginia di Doyle, incolpevole, ma sempre ispiratore, ha travolto la nuova coppia di sceneggiatori (Kieran Mulroney e sua moglie Michele) che si sbarazzano di donne, zingare o meno, con non chalance. Ritmo e sviluppo visuale sono da videogame. L'aspetto più divertente è nei travestimenti di Sherlock Holmes magnifici quando si mimetizza nell'ambiente circostante. Bisogna abbandonarsi al flusso Guy Ritchie e al duetto giocoso Downey jr-Law, più Stephen Fry l' imperturbabile fratello di Holmes. (A. Catacchio, Il Manifesto - voto 3/4)
Il bestseller del Natale è questa scoppiettante spy story che al posto dell’inglese induzione deduzione di Doyle, l’autore di Holmes, mette l’arsenale bombarolo tecnologico da 007 nel calderone di un’avventura da tour geografico natalizio con una zingara e un pezzo del Don Giovanni. Bella la scena del treno, geniale la trovata della poltrona, molesti i ralenti, ma il baricentro del film di Guy Ritchie è nella coppia di fatto Jude Law-Downey Jr. in un rapporto di complicata privacy in odio alle signore.
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